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Procedimenti camerali accessori e autonomi

La dottrina individua poi due ipotesi di procedimenti camerali accessori, che presuppongono cioè un giudizio già concluso:

  1. Procedimento di reclamo contro la liquidazione delle spese giudiziali operata dall’estensore;
  2. Procedimento di correzione delle omissioni e degli errori materiali delle sentenze.

Altri procedimenti camerali, non accessori ma autonomi, sono quello relativo al giudizio sul diritto d’accesso ai documenti e quello avverso silenzio.

Ai sensi della disciplina del c.p.c. il giudice decide le questioni pregiudiziali proposte dalle parti orilevabili d’ufficio e quindi il merito della causa.

Le questioni processuali (irricevibilità, inammissibilità, improponibilità, decadenza, nullità, difetto di giurisdizione) sono rilevabili d’ufficio, salvo l’incompetenza territoriale. L’esame relativo alla procedibilità e alla ricevibilità del ricorso devono avere precedenza sugli altri. Segue poi...

L'esame delle questioni relative alla giurisdizione e alla competenza, alle condizioni dell'azione e infine alle cause di estinzione del processo. La prassi giurisprudenziale è però talora di segno diverso, dando precedenza alle questioni di più rapida soluzione, spesso prescindendo dalle questioni processuali quando il ricorso appaia infondato nel merito o comunque invertendo l'ordine sopra indicato.

Le questioni pregiudiziali sono quelle la cui soluzione condiziona la soluzione di un'altra questione. Va operata una distinzione tra le questioni pregiudiziali (che riguardano un punto contestato che, senza comportare alcuno spostamento di competenza, può essere deciso dal giudice incidente tantum e con efficacia limitata al giudizio in corso) e cause pregiudiziali (che attiene ad un punto logico contestato che deve essere deciso in via principale in un apposito giudizio di cui costituisce l'oggetto elusivo, comportando così la

sospensione del processo in cui è sorta). L'art. 28 t.u. Cons. Stato attribuisce al giudice amministrativo la competenza a decidere le questioni pregiudiziali e incidentali relativi ai diritti soggettivi, escludendo però che le relative determinazioni abbiano carattere di giudicato ed individuando i casi in cui la decisione, data l'importanza della questione, è comunque riservata al giudice ordinario (incidente di falso, stato e capacità dei privati). I principi posti da tale norma sono ripresi dall'art. 8 l. Tar, confermando che il giudice della questione principale è anche il giudice delle questioni pregiudiziali, fatte salve le eccezioni citate. Costituiscono poi causa pregiudiziali (oltre all'incidente di falso e alle questioni sulla capacità e stato delle persone) anche l'incidente di costituzionalità e l'interpretazione delle norme dei trattati comunitari che debbono essere rispettivamente decise dallaCorte costituzionale e della Corte di giustizia delle Comunità europee. La sentenza è pronunciata in nome del popolo italiano e contiene: l'indicazione dell'autorità giudiziaria; la menzione delle parti, dei difensori e del giudice relatore; l'indicazione delle conclusioni delle parti; la narrazione dei fatti; la motivazione di diritto; il dispositivo; la condanna alle spese; l'ordine di esecuzione all'amministrazione; l'indicazione dei giudici componenti il collegio; la data in cui è adottata e il luogo della pronuncia. Dalla pubblicazione della sentenza decorre il termine di un anno per proporre l'impugnazione al Consiglio di Stato. La l. 205/2000 ha introdotto la figura della decisione in forma semplificata. Di sentenza succintamente motivata parte l'art. 21 bis l. Tar in relazione al provvedimento che decide sui ricorsi avverso silenzio dell'amministrazione. È ammessa la correzione degli errori oomissioni materiali da cui sia affetta la sentenza che non implicano un vizio della formazione della volontà del giudice. Le decisioni del giudice amministrativo si distinguono in definitive e non definitive. Le sentenze non definitive sono quelle che non pongono fine al rapporto processuale, che è destinato a proseguire, in quanto esse risolvono solo uno o più punti della causa. Tali sentenze vengono anche denominate interlocutorie. Queste decisioni possono: attenere al rito ed avere carattere preparatorio (non sono autonomamente impugnabili); attenere al merito e cioè accertare se sussistano i vizi denunciati dalla parte ricorrente (sono parziali ove decidano solo una parte del merito; sono appellabili e suscettibili di passare in giudicato). Le sentenze definitive sono quelle con cui il giudice si spoglia della causa. Si distinguono in sentenze processuali e sentenze che pronunciano sulla domanda. Le sentenze processuali riguardano lo svolgimento del processo e

accertano la sussistenza di una causa che impedisce al giudice di giungere all'esame del merito, senza modificare l'assetto sostanziale degli interessi. Esse giudicano cioè solo sulla legittimità del processo e comprendono le sentenze dichiarative dell'irricevibilità o dell'inammissibilità del ricorso, quelle dichiarative di nullità o di improcedibilità del ricorso e le pronunce dichiarative di estinzione del giudizio; si aggiungano infine le sentenze con cui i giudice dichiara il difetto di giurisdizione o di competenza. Le decisioni processuali, se rese dal Tar, sono impugnabili; è invece controverso se esse siano idonee a passare in giudicato.

Le sentenze che pronunziano sulla domanda sono emanate quando il giudice giunge all'esame del contenuto della domanda del ricorrente. Esse possono accogliere (perché fondata) o rigettare (in quanto infondata) la pretesa del ricorrente.

La sentenze di accoglimento

Affermano la fondatezza della domanda nei limiti della domanda stessa. Occorre disgiungere le sentenze di accoglimento a seconda che siano costitutive, di accertamento e di condanna:

  1. Le sentenze costitutive di annullamento, ammissibili nella giurisdizione di legittimità, di merito ed esclusiva sono caratterizzate dall'effetto eliminatorio (rimozione dell'atto e dei suoi effetti); ripristinatorio (ricostruzione automatica della situazione giuridica come si sarebbe realizzata se l'atto non fosse mai stato posto in essere); conformativo (condizionamento dell'attività amministrativa successiva all'annullamento dell'atto).
  2. Le sentenze di accertamento, pacificamente ammesse nella giurisdizione esclusiva, risolvono uno stato di incertezza relativa alla sussistenza o alla spettanza di una situazione giuridica soggettiva.
  3. Le sentenze di condanna accertano la sussistenza del diritto fatto valere e obbligano l'amministrazione a corrispondere.
la somma di cui sia debitrice o a tenere un determinato comportamento. Esse sono espressamente ammesse solo in relazione ai casi di giurisdizione esclusiva e unicamente per le somme di cui l'amministrazione risulti debitrice. Ai sensi dell'art. 33 l. Tar, le sentenze dei Tar sono esecutive. La proposizione del ricorso in appello non ne sospende l'esecuzione; su istanza di parte è però possibile chiedere che il Consiglio di Stato, con ordinanza motivata, pronunci la sospensione qualora da esse possa derivare un danno grave e irreparabile. La parte che abbia ottenuto una sentenza di accoglimento, se questa richieda un'attività esecutiva dell'amministrazione, si rivolge in primo luogo ad essa affinché si conformi alla decisione, ponendo in essere l'attività o i provvedimenti necessari per eseguire la sentenza. Nel caso di inadempimento o mancata ottemperanza dell'amministrazione, il privato può proporre ricorso perIl sistema processuale amministrativo prevede un articolato sistema di impugnazioni, composto dall'appello, dalla revocazione, dal ricorso per Cassazione e dall'opposizione di terzo. Non sono impugnazioni, in quanto non sono rivolti a censurare una precedente sentenza, il regolamento preventivo di giurisdizione e quello di competenza. I mezzi di impugnazione si distinguono in ordinari e straordinari: i primi sono quelli che impediscono la formazione della cosa giudicata in senso formale (appello, ricorso per Cassazione, revocazione); i secondi sono esperibili pure nei confronti di una sentenza passata in giudicato (revocazione straordinaria e opposizione di terzo). Altra distinzione è quella tra mezzi di gravame di tipo eliminatorio (per demolire la sentenza impugnata) e mezzi di gravame rinnovatori (per fornire in via immediata una nuova soluzione alla controversia). 1. Appello: ai sensi dell'art. 28 l. Tar, contro le sentenze dei tribunali amministrativièammesso ricorso al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, da proporsi nel termine di sessanta giorni osservando il disposto dell'art. 330 c.p.c. ai sensi del 4 comma il Consiglio di Stato in sede d'appello esercita gli stessi poteri giurisdizionali di cognizione e di decisione del giudice di primo grado. Le decisioni appellabili paiono solo le sentenze. La giurisprudenza ha però ammesso l'appellabilità delle ordinanze di sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato. Sono poi appellabili le sentenze parziali (mentre non lo sono quelle definitive). L'appello è caratterizzato dall'effetto devolutivo: nel giudizio di secondo grado riemerge infatti automaticamente tutto il materiale di cognizione introdotto in primo grado, nel senso che il giudice d'appello può riesaminare pienamente domande, eccezioni, deduzioni e difese in relazione alle quali ha pronunciato il tribunale amministrativo. Ciòovviamente nei limiti dei capi di sentenza investiti dall'appellante con specifiche censure, in forza del principio dispositivo. Il giudice d'appello può rilevare d'ufficio il difetto di giurisdizione e il difetto di contraddittorio. Per quanto riguarda l'appellante già ricorrente in primo grado, l'effetto devolutivo opera in modo ristretto: tale soggetto deve riproporre al giudice le questioni già giudicate e non accolte in primo grado su cui richiede una nuova pronunzia e può proporre ragioni di doglianza aventi ad oggetto la sentenza impugnata. L'appellante già resistente in primo grado può formulare nei confronti della decisione di primo grado tutte le censure che ritenga utili e può proporre tutte le deduzioni prospettate in primo grado. L'appellato già ricorrente in primo grado vede rivivere tutti i motivi di ricorso accolti in primo grado. Egli però deve riproporre domande e.ossibili, anche quelle non accolte dal giudice di primo grado.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
41 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Pugliese Francesco.