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PROFILI COSTITUZIONALI

Uno statuto costituzionale della pubblica amministrazione - Il principio democratico e la supremazia della politica

La Costituzione dedica due soli articoli, il 97 e il 98, alla disciplina della p.a., ma vi fanno riferimento le disposizioni che assegnano alla Repubblica fini che non possono essere perseguiti se non con apparati amministrativi (salute art. 33; istruzione artt. 33 e 34; assistenza e previdenza sociale art. 38) o che distribuiscono il potere secondo criteri territoriali (art. 114) o che ne disciplinano i rapporti con il Governo (art. 95) o che ne stabiliscono i controlli (art. 100) o che tutelano con riserve di legge il cittadino contro atti della p.a. volti a incidere sulle sue libertà e il suo patrimonio o che assicurano tutela ai singoli dagli atti della p.a. stessa.

Il primo dei principi enunciati dalla Costituzione è il principio democratico (art. 1), che sul piano organizzativo comporta la distinzione tra cariche elettive e pubblici

uffici (gli impieghi) ai quali si accede per concorso (art. 97), e la supremazia delle cariche elettive (impiegatizi): è per questo che al Presidente del Consiglio spetta di mantenere l'unità di indirizzo politico e amministrativo.

Alle p.a. è riconosciuto il principio di autonomia (art. 5)

La burocrazia è reclutata sulla base di un criterio diverso da quello democratico (criterio meritocratico); ed è tenuta ad agire in conformità a regole (imparzialità e buon andamento) che non hanno a che fare con il principio democratico.

La burocrazia è sottoposta alla politica.

Diritti inviolabili dell'uomo e riserve di giurisdizione. Ciò che la pubblica amministrazione non può fare

L'altra grande novità della Costituzione è costituita dal riconoscimento dei diritti inviolabili dell'uomo (art. 2).

Alla p.a. è sottratto il potere di intervento su tali libertà e diritti inviolabili.

Misure

amministrative (dell'autorità di pubblica Principi Costituzionali Principio di legalità art. 97 "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge [cfr. art. 95 c.3], in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari [cfr. art. 28].". Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge [cfr. art. 51 c.1]. In riferimento ai primi due commi, il principio si riferisce alla parte di organizzazione amministrativa costituita da enti e da organi. Non ci può essere un apparato amministrativo (un ente o un organo) che non sia previsto dalla legge e quindi non ci può essere un potere amministrativo o un provvedimento amministrativo al di fuori di una previsione di legge. Il potere amministrativo di

cui le p. a. sono munite deve essere istituito dal parlamento, che al tempostesso è espressione di democrazia in quanto volontà dei cittadini.

Secondo l'art. 100 la Corte dei Conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo.

Principio di legalità art. 97-leggi e regolamenti-Il principio di legalità segna anche i limiti entro cui è ammessa la potestà regolamentare, intendendosi per regolamentol'atto normativo dell'autorità amministrativa.

Il regolamento, per quanto riguarda il contenuto, ha la struttura di una legge; dal punto di vista del soggetto che lo ponein essere, è un atto dell'autorità amministrativa e quindi un provvedimento amministrativo.

La Costituzione, nell'art. 87 prevede l'emanazione dei regolamenti da parte del Presidente della Repubblica; ma per ilprincipio di legalità, non può il regolamento disciplinare autonomamente materie.

che devono essere disciplinate con legge, e non può dettare una disciplina che si sovrappone a quella legislativa. Secondo l'art. 70 il regolamento potrà essere invalidato da una legge successiva ma non potrà abrogare o invalidare una legge preesistente, dal momento che non esistono fonti equiparate alla legge; infatti il regolamento appartiene alle fonti secondarie, sottordinate alla legge e agli atti aventi forza di legge (decreti legge, leggi delegate). Secondo l'art. 17 l. 400/88, la legge stabilisce norme intervenendo in aree non disciplinate da alcuna legge e generali regolatrici della materia, prevedendo che le norme in questi ambiti costituiscono la fonte più elevata e che le leggi vigenti siano abrogate dal regolamento, attribuendo al governo la potestà parlamentare. Esistono due tipi di regolamenti: regolamenti c.d. delegati (o delegificanti) e regolamenti indipendenti, ma ciò non basta a conferire ad essi il rango di fonti primarie.

Una legge è sempre necessaria, per l'abrogazione in questo caso, non è effetto del definire l'ambito della potestà parlamentare per fungere regolamento ma della legge che conferisce la potestà da criterio di giudizio per il giudice parlamentare.

Strumentalità dell'amministrazione art. 95. È un principio di organizzazione dettato per lo Stato, ma vale anche per la regione e per gli enti minori.

La separazione dei poteri che è implicita nelle nozioni di attribuzione e competenza e, sul piano oggettivo, nella presenza dei ministeri cui sono preposti singoli ministri individualmente responsabili degli atti dei ministeri, trova un correttivo nell'attività di indirizzo politico e amministrativo che deve essere assicurata dal presidente del Consiglio e ancor di più nella politica del Governo.

La "politica generale" e l'"indirizzo politico" che l'art. 95 sembra riferire al solo

governo (e al presidente del Consiglio)in realtà fanno capo al complesso governo – parlamento, che costituiscono il nucleo del potere politico sia per la loronatura rappresentativa (diretta o indiretta), sia perché sono i soli organi costituzionali dotati di competenza politicagenerale sia perché sono i centri di direzione dell’attività amministrativa.

L’amministrazione è sottordinata alla politica. La politica è espressa da organi a legittimazioneL’amministrazione è gestita da apparati non elettorale diretta (Paralamento) e semi – direttarappresentativi (Governo).

Principio di imparzialità art. 97Questo concetto contrassegna sia l’organizzazione che l’attività.L’organizzazione è imparziale quando è strutturata in modo che chi amministra non sia personalmente interessato allamateria della decisione; questo principio consolida quello

dell'amministratore o del funzionario sia basata esclusivamente su criteri oggettivi e non influenzata da interessi personali o esterni. La Corte Costituzionale ha stabilito che le leggi regionali che consentivano la nomina di commissioni composte da membri del consiglio comunale in caso di concorsi presso enti locali, anziché da esperti in materia, sono incostituzionali. L'imparzialità dell'organizzazione richiede che il personale venga reclutato in modo imparziale, come stabilito dall'articolo 97 secondo cui gli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si ottengono tramite concorso, salvo i casi previsti dalla legge. Il meccanismo concorsuale ha il vantaggio di selezionare i candidati più capaci e, allo stesso tempo, di evitare favoritismi politici. Chi viene assunto per raccomandazione è più incline a favorire il benefattore anziché pensare al "servizio della Nazione". Il principio di imparzialità valorizza e impone il rispetto del procedimento amministrativo, che richiede che le decisioni siano prese in base a criteri obiettivi e senza influenze esterne.alla pubblica amministrazione. Il procedimento amministrativo è il percorso che l'amministrazione deve seguire per adottare una decisione che incide sui diritti e gli interessi dei cittadini. Il principio di imparzialità è fondamentale in questo contesto. Esso implica che l'amministrazione agisca in modo neutrale e imparziale, senza favoritismi o discriminazioni. Per garantire l'imparzialità, è necessario separare gli uffici con compiti istruttori da quelli con competenze decisorie. Inoltre, l'amministrazione deve adottare procedure trasparenti e oggettive, come ad esempio il concorso pubblico, per selezionare il personale. Il procedimento amministrativo è quindi la forma obbligata dell'azione amministrativa autoritativa. Esso prevede una serie di atti attraverso i quali l'amministrazione accerta i presupposti di fatto e valuta gli interessi in gioco. La decisione finale deve essere presa nel corso del procedimento, garantendo così il rispetto del principio di imparzialità. In conclusione, l'imparzialità è un principio fondamentale per assicurare che l'amministrazione agisca in modo equo e imparziale. Il procedimento amministrativo è lo strumento attraverso il quale si realizza questo principio, garantendo trasparenza e tutela dei diritti dei cittadini.all'amministrazione. L'imparzialità è l'altra faccia della neutralità, che non conosce coloro ai quali viene applicata e prescinde dalla loro identità (es. valutazione nei concorsi pubblici). Questo principio richiede che l'autorità competente ad emettere il provvedimento finale si astenga dal "massimizzare" l'interesse pubblico che è affidato alle sue cure, ma lo contemperi con gli altri interessi pubblici e privati coinvolti. La decisione deve essere "ragionevole" e la misura "proporzionata" alla rilevanza degli interessi; per questo motivo, al procedimento la legge consente la partecipazione ad enti, organi e uffici portatori di interessi pubblici diversi ma comunque coinvolti nella decisione finale, insieme con gli interessati. L'imparzialità inoltre, richiede che il provvedimento sia motivato; la motivazione spiega l'iter logico che l'amministrazione ha seguito.partendo da certi presupposti debitamente accertati per arrivare ad una determinata conclusione; la motivazione tende a togliere quel carattere di arbitrarietà all'amministrazione che è l'esatto contrario. In sintesi: Terzietà del giudice e giusto processo; neutralità; provvedimento, procedimento e interessi; motivazione dell'imparzialità. Principio del buon andamento art. 97 Per buon andamento si intende l'efficienza dell'azione dell'amministrazione, ossia la sua rispondenza all'interesse pubblico affidato alle cure dell'amministrazione stessa. L'espressione abbraccia la relazione tra risorse (umane e materiali) impiegate e risultati ottenuti (efficienza), come il rapporto tra risultati ottenuti e obiettivi prestabiliti (efficacia). L'azione amministrativa può essere efficace ma non efficiente (perché i risultati voluti sono stati ottenuti con grande spendio di risorse) efficiente ma non efficace (perché i risultati ottenuti non corrispondono agli obiettivi prestabiliti) o entrambe efficiente ed efficace (quando i risultati ottenuti corrispondono agli obiettivi prestabiliti con un utilizzo ottimale delle risorse). La motivazione è un elemento fondamentale per garantire il buon andamento dell'amministrazione, in quanto permette di comprendere le ragioni che hanno portato ad una determinata decisione e di valutarne la legittimità e la coerenza con l'interesse pubblico. La motivazione deve essere chiara, completa e adeguata, fornendo una giustificazione razionale e logica delle scelte effettuate. Inoltre, deve essere esposta in modo comprensibile e accessibile a tutti i destinatari del provvedimento amministrativo. La mancanza o l'insufficienza di motivazione può comportare l'annullamento del provvedimento amministrativo da parte del giudice amministrativo, in quanto costituisce una violazione del principio del buon andamento e del diritto di difesa delle parti interessate. In conclusione, il principio del buon andamento dell'amministrazione è fondamentale per garantire l'efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, mentre la motivazione è uno strumento essenziale per assicurare la trasparenza, la legittimità e la coerenza delle decisioni prese dall'amministrazione.

non efficace (quando i risultati corrispondono alle risorse impiegate, ma non sono adeguati rispetto agli obiettivi perché le risorse erano insufficienti o gli obiettivi velleitari).

Questi sono parametri giuridici.

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
33 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Maccarrone Laura.