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La circolare come strumento di comunicazione amministrativa

Severo Giannini riconduce la circolare non ad un atto amministrativo tipico ma ad uno strumento che serve per far conoscere atti tipici dal contenuto specifico. Si parla quindi di circolare come "misura di conoscenza", uno strumento di comunicazione che l'amministrazione utilizza. Ne esistono di diversi tipi:

  • Circolari interpretative: hanno come obiettivo quello di garantire l'uniformità di interpretazione delle norme regolamentarie di legge.
  • Circolari normative: hanno l'obiettivo di stabilire le modalità con cui gli organi sottordinati fanno ricorso alla discrezionalità del potere concessa loro.
  • Circolari informative: comunicano fatti e notizie utili per lo svolgimento dei compiti dell'amministrazione a cui sono dirette.

A seconda del soggetto destinatario poi le circolari possono essere interorganiche (diffuse tra amministrazioni diverse della stessa persona giuridica) oppure intersoggettive (inviate da una figura giuridica).

soggettiva all'altra, tra figure giuridiche soggettive diverse). Se viene violata una circolare non vi è una violazione di legge ma tale comportamento può rilevare in riferimento ai vizi di illegittimità dei provvedimenti amministrativi. La violazione di una circolare evidenzia come l'organo sottordinato non abbia esercitato correttamente i suoi poteri: eccesso di potere. Se il giudice verifica ciò, può annullare il provvedimento.

Le norme interne sono le norme prodotte dall'ordinamento amministrativo, che era ritenuto un ordinamento separato da quello generale, un ordinamento caratterizzato da proprie regole. Necessità di una pubblicazione di queste norme interne. Il d.lgs 33/2013 contribuisce a rendere queste norme sempre meno interne, prevedendone la necessaria pubblicazione con determinate modalità. La violazione di norme interne costituisce un'altra figura sintomatica del vizio di illegittimità che prende il nome

violazione di una norma di legge, ma può essere considerata un abuso di potere. La prassi, infatti, rappresenta una sorta di "linea guida" seguita dagli uffici amministrativi nel loro agire discrezionale. Tuttavia, è importante sottolineare che la prassi non può essere considerata vincolante come una norma di legge, ma può essere presa in considerazione come un elemento di valutazione nell'interpretazione di una situazione specifica. Inoltre, se un ufficio amministrativo decide di discostarsi dalla prassi, dovrà motivare adeguatamente il proprio cambio di comportamento.elementi e si rivolgono a specifici destinatari, come ad esempio un'azienda o un individuo. Le fonti europee sono di fondamentale importanza per l'ordinamento giuridico degli Stati membri dell'Unione Europea. I trattati costituiscono la base giuridica dell'Unione e stabiliscono i principi fondamentali e gli obiettivi dell'Unione stessa. I regolamenti sono direttamente applicabili e vincolanti per tutti gli Stati membri, senza necessità di ulteriori atti di recepimento. Le direttive, invece, impongono agli Stati membri di adottare determinate misure per raggiungere gli obiettivi stabiliti, ma lasciano loro una certa flessibilità nella scelta dei mezzi per raggiungerli. Oltre ai regolamenti e alle direttive, esistono anche altri atti non vincolanti, come pareri, raccomandazioni, comunicazioni, libri bianchi e libri verdi. Questi atti forniscono orientamenti e indicazioni agli Stati membri, ma non hanno carattere obbligatorio. In conclusione, le fonti europee sono fondamentali per l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri e per garantire la coerenza e l'efficacia dell'azione dell'Unione Europea.

elementi; se designano destinatari sono obbligatorie solo nei confronti di questi.L'art 288 TFUE contempla anche atti non vincolanti, le raccomandazioni ed i pareri. Pur non essendo vincolanti hannocomunque qualche ripercussione sui soggetti a cui sono destinati. Oltre alle raccomandazioni ed ai pareri vi sono altristrumenti più o meno formali: comunicazioni, libri bianchi, libri verdi.Anche a livello statale si prevedono forme di raccordo tra parlamento ed Ue, sia nella fase ascendente (partecipazione alprocesso di formazione degli atti dell'ue), sia nella fase discendente (fase di attuazione del diritto europeo).Fase ascendente: la legge 234/2012 prevede la partecipazione del Parlamento al processo di formazione degli attidell'unione europea. I progetti normativi dell'Ue devono essere trasmessi alle camere, le quali possono adottare atti diindirizzo al governo.Fase discendente: la legge 234/2012 prevede il ricorso alla "legge europea" ed alla

"legge di delegazione europea". Deve essere data tempestiva attuazione alle direttive ed agli obblighi derivanti dal diritto dell'Ue, tramite l'approvazione di due disegni di legge di iniziativa governativa: la legge europea e la legge di delegazione europea. Lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento Bolzano, nelle materie di propria competenza legislativa, dando tempestiva attuazione alle direttive e agli altri obblighi derivanti dal diritto dell'Unione Europea. La legge di delegazione europea è necessaria per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'UE; la legge europea provvede a modificare o abrogare disposizioni statali vigenti in contrasto con il diritto europeo, tenendo conto anche delle sentenze della corte di giustizia.

Il principio

del mutuo riconoscimento delle legislazioni si pone all'interno di un'alternativa tra altri due principi: il principio di Home State control ed il principio di Host State control. Si tratta di capire quali sono le regole che disciplinano determinati settori. Nel 1979 la corte di giustizia della CE con la sentenza relativa al caso Cassis de Dijon afferma il principio del mutuo riconoscimento presupponendo un equilibrio tra il paese esportante e quello che importa E che le regole dei due paesi siano uguali. Si tratta di una regola generale ma vi possono essere dei limiti a questa presunzione di equivalenza. La corte si avvicina quindi al principio del Home State control con la possibilità però che in certe situazioni vengono portati dei limiti che lo Stato importatore può porre rispetto ad una totale equivalenza, ad un totale mutuo riconoscimento. Questo principio non vale solo per le merci ma può valere ad esempio anche per i servizi. La normativa europea.Stato è la violazione di una norma comunitaria. La disciplina europea in tema di aiuti di Stato influisce quindi anche sulla responsabilità dei magistrati.- sulle politiche di sviluppo regionale: la disciplina europea in materia di aiuti di Stato ha un impatto significativo sulle politiche di sviluppo regionale. Gli aiuti di Stato concessi alle imprese possono infatti influenzare la concorrenza tra le regioni e alterare gli equilibri economici. Pertanto, la normativa europea impone dei limiti e delle condizioni per l'assegnazione di aiuti di Stato a livello regionale.- sulle politiche industriali: la disciplina europea in tema di aiuti di Stato ha un impatto sulle politiche industriali dei singoli Stati membri. Gli aiuti di Stato concessi alle imprese possono infatti distorcere la concorrenza nel mercato interno e favorire determinati settori o imprese a discapito di altri. Pertanto, la normativa europea impone dei limiti e delle condizioni per l'assegnazione di aiuti di Stato a livello industriale.è il fondamento dei poteri dell’amministrazione.

è il fondamento dei poteri dell’amministrazione, deve necessariamente esistere anche un principio di giustiziabilita degli atti dell’amministrazione.- art 24 cost: tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Si nota la distinzione tra diritti soggettivi ed interessi legittimi: essa deriva da un processo di stratificazione storica: quando è stata redatta la costituzione tale distinzione già esisteva e i costituenti l’hanno inserita nella costituzione, irrigidendola. A tale distinzione corrisponde una distinzione tra giurisdizioni competenti a pronunciarsi su queste situazioni.- art 113 cost: contro gli atti della PA è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa.- art 103 cost: il consiglio di stato e gli organi di giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la tutela nei confronti della PA degli

interessi legittimi. Inoltre, in particolari materie indicate dalla legge (materie di giurisdizione amministrativa esclusiva) il giudice amministrativo conosce anche dei diritti soggettivi (solitamente di competenza del giudice ordinario).

L'articolo fa riferimento ad "altri organi di giustizia amministrativa": oltre al consiglio di stato esistono i TAR che hanno iniziato ad operare solo nel 1974; da quel momento i TAR sono divenuti giudici di primo grado ed il consiglio di stato è divenuto giudice di appello. Un'eccezione è data dalla Sicilia in cui opera invece il consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana.

- art 111 cost: contro le decisioni del consiglio di stato e della corte dei conti il ricorso in cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione.

Distinzione tra diritti soggettivi ed interessi legittimi- allegato E legge 2248/1865: abolisce i tribunali speciali investiti della giurisdizione del contenzioso

amministrativo (che non avevano le caratteristiche di terzietà e indipendenza che oggi si chiedono al giudice). Le controversie che prima spettavano ai tribunali speciali sono ora attribuite in parte al giudice ordinario ed in parte all'autorità amministrativa. Al giudice ordinario spettano tutte le cause per contravvenzioni e per violazioni di leggi amministrative, mentre all'autorità amministrativa spettano le decisioni in materia di autorizzazioni, concessioni e licenze.
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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher damianomss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Amministrativo I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Duret Paolo.