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Uguaglianza di genere e pari opportunità

Il tema dell'uguaglianza di genere è ultimamente molto sentito. Durante lo Stato liberale e durante la formazione della Dichiarazione dei diritti fondamentali di fine '700 la donna non era stata presa in considerazione. Nella seconda metà del XX secolo il dibattito è incominciato a circolare ma in Italia, a causa del patriarcato e di altri fattori, dovremo attendere molto per iniziare il cammino verso l'uguaglianza. Nonostante nella Costituzione ci fossero articoli che parlassero proprio di questo il percorso non fu facile. La Corte costituzionale con la sentenza 33/1960 ha aperto le porte della magistratura alle donne, nel '75 viene abrogata la patria potestà e nel 2003 viene modificato l'articolo 51 con i termini "pari opportunità tra donne e uomini". Nel 2011 la legge 120 ha stabilito quote minime di rappresentanza per il genere meno rappresentato nella società.

quotate e controllate dalle pa. Le quote rosa adesso sono molto importanti,addirittura il Pd ha sostituito il capogruppo alla Camera con una donna (Serracchiani).

Articolo 21: La libertà di manifestazione del pensiero esprime un valore fondamentale dell'odierna società democratica. La norma in oggetto ne sancisce l'inviolabilità nei confronti di tutti i soggetti e la tutela sotto ogni forma, scritta, parlata e con ogni altro mezzo di diffusione. La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino la definisce "libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni, uno dei diritti più preziosi dell'Uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge". Difatti, la garanzia della libera manifestazione del pensiero è una condizione imprescindibile per la vita stessa di un regime democratico, in quanto

assicurando la formazione di un convincimento personale da parte di ogni persona e di un'opinione pubblica libera e criticamente fondata. Nel periodo fascista i controlli sulla comunicazione erano penetranti. Il costituente, all'opposto, sceglie di limitarli fortemente, consentendoli solo alle indicazioni di cui al comma e vietando qualsiasi censura. Anche la registrazione dei periodici presso i tribunali della circoscrizione di pubblicazione non è una misura repressiva ma uno strumento volto ad agevolare l'eventuale sequestro e non può mai comportare un controllo nel merito per autorizzare o meno la pubblicazione. Tale diritto viene tutelato sia nel momento statico, che significa che ognuno può crearsi un proprio patrimonio di idee, nel momento dinamico, quando si desidera esprimere tali idee, e nel momento negativo, che implica che ciascuno ha il diritto di tenere segrete le proprie opinioni. Va ad ogni modo precisato che qui si tutela la manifestazione del pensiero.mentre la trasmissione di esso è garantito dall'articolo 15 Cost. Esistono tuttavia alcuni limiti: Il buon costume, che impedisce di manifestare il proprio pensiero tramite modalità che offendono il comune senso del pudore e la pubblica decenza; La riservatezza e l'onorabilità delle persone, che tutelano la dignità, l'onore e la privacy delle persone; Il segreto di Stato, quando, per i motivi più disparati, un documento è coperto dal segreto, perché la sua divulgazione potrebbe arrecare un pericolo alla sicurezza dello Stato democratico; Il segreto giudiziario, al fine di garantire il buon andamento dell'amministrazione giudiziaria e per non ledere la reputazione degli imputati, salvo il limite della pubblica rilevanza; L'apologia di reato, che in realtà non costituisce una libera forma di manifestazione del pensiero. La glorificazione e l'esaltazione di figure di reato può

infatti rappresentare un pericolo per l'ordine pubblico.

Per quanto concerne la libertà di stampa, oggetto di ampia tutela, l'articolo 21 sancisce vari principi. Viene esclusa ogni forma di autorizzazione preventiva, unitamente a qualsiasi forma di censura successiva alla redazione dello stampato. Fondamentale è anche la facoltà di poter controllare preventivamente e con mezzi repressivi contro la Stampa che offende il buon costume. Quando, tuttavia, vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, è possibile nondimeno per gli ufficiali di polizia giudiziaria sequestrare della stampa periodica, che entro 24 ore devono farne denuncia. Se l'autorità non convalida il sequestro entro le 24 ore successive, il sequestro si intende revocato e privo di ogni effetto.

Da ultimo, viene data la possibilità di agire con controlli sui mezzi di finanziamento, onde poter intervenire in caso di

sviamento dell'opinione pubblica. Venendo al diritto di cronaca, esso deve rispettare tre principi: La verità dei fatti così come appresi e riprodotti sullo stampato. Segue il dovere di compiere una attenta valutazione circa l'attendibilità delle proprie fonti di conoscenza; La pertinenza, ovvero l'interesse pubblico alla divulgazione della notizia; La continenza, vale a dire la correttezza delle espressioni utilizzate, in maniera tale da non esorbitare in lesioni arbitrarie dell'altrui onore e reputazione. L'articolo 21 vieta non solo le pubblicazioni a stampa, ma anche tutti gli spettacoli e tutte le manifestazioni contrarie al buon costume. Diritti sociali: sono contenuti nella Costituzione nel titolo II° e III°. Per diritti sociali si intende quelli che nascono da bisogni della persona, come la salute e il lavoro, e trovano soddisfazione in quegli ambiti di vita sociale o comunitaria, chiamate formazioni sociali, necessari.

al libero sviluppo della persona umana- famiglia, scuola, università e via così- fino a richiedere l'azione della Repubblica laddove sia necessario rimuovere gli ostacoli che impediscono tale soddisfazione. Questa caratteristica dei diritti sociali è evidente negli articoli 1, 2 e 3 nei quali si legge che la Repubblica è fondata sul lavoro, sulla solidarietà sociale, politica ed economica ed infine promuove l'uguaglianza sostanziale. Questi diritti comportano spese pubbliche, possiamo definirli come "diritti che costano" ma, la Corte ha chiarito che nonostante il legame stretto tra diritti e disponibilità finanziarie questo legame non può intaccare il "nucleo invalicabile di garanzie minime". Vediamo due articoli fondamentali:

Articoli 33 e 34: sono legati ad altri articoli che parlano della famiglia, della promozione della cultura e della ricerca e dei rapporti di filiazione. Lo Stato italiano, nel rispetto del

pluralismo ideologico e scolastico, promuove la «cultura» in tutti i suoi aspetti. Si parla, dunque, di «Stato di cultura» in quanto la Costituzione dichiara espressamente di promuovere lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica partendo dal presupposto che non si può assistere a nessun progresso sociale e umano senza crescita culturale. L’art. 33, comma 1, Cost. Ribadendo che la «scuola è aperta a tutti» e che ciò rappresenta una primaria conquista dello «Stato sociale», sancisce che «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». I termini «arte» e «scienza» devono essere intesi nell’accezione più lata possibile, in modo da abbracciare qualunque manifestazione dello spirito compatibile con l’insegnamento. La libertà di insegnamento si specifica nelle ulteriori:

Libertà di manifestare il proprio pensiero

con ogni mezzo possibile di diffusione; Libertà di professare qualunque tesi o teoria si ritenga degna di accettazione; Libertà di svolgere il proprio insegnamento secondo il metodo che appaia opportuno adottare. È riconosciuta al docente la libertà di esercitare le sue funzioni didattiche e di ricerca scientifica senza vincoli di ordine politico, religioso o, comunque, ideologico. Lo Stato garantisce non solo la libertà di insegnamento inteso come attività culturale didattica, ma anche la libera gestione dell'istruzione. Conseguentemente vige il pluralismo nelle attività culturali per cui: Lo Stato non ha il monopolio della istituzione di scuole e corsi di istruzione, sia di cultura generale che tecnico-professionale; Chiunque, ente o privato, può liberamente istituire scuole, di qualsiasi tipo, per impartire qualunque tipo di istruzione, purché ciò avvenga senza oneri per lo Stato. Ciòsignifica che lo Stato, come qualsiasi altra autorità pubblica, deve rispettare lalibertà di insegnamento e il pluralismo culturale e ideologico della formazione,dell'informazione e, quindi, salvaguardare la libertà di pensiero degli stessi docenti.Tale libertà si esprime sostanzialmente sul piano della didattica, dal momento che lelibertà dell'arte e della scienza sono affermate dal Costituente e disciplinatecongiuntamente. La Repubblica promuove l'apprendimento dell'individuo in tuttol'arco della sua vita e assicura a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelliculturali e di sviluppare le proprie capacità competenze, coerenti con le attitudini e lescelte personali, per un ottimale inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. Articolo 32: La salute costituisce un diritto fondamentale, la cui violazione impone ilrisarcimento del danno: tutti hanno diritto ad essere curati, anche se non

Tutti hanno diritto a cure gratuite, destinate esclusivamente agli indigenti, cioè a coloro che non sono in grado di far fronte economicamente alle cure indispensabili per la propria salute. Viene escluso qualsiasi obbligo a curarsi, viene, al contrario, affermato il diritto a non essere curati, se non nei casi previsti dalla legge (ad esempio, vaccinazioni obbligatorie per prevenire malattie infettive). Il diritto alla salute coincide col diritto al rispetto dell'integrità fisica dell'individuo; ma esso comporta anche il diritto all'assistenza sanitaria: infatti, con la riforma sanitaria del 1978, l'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale ha esteso l'obbligo dello Stato di assicurare le prestazioni sanitarie e farmaceutiche non solo agli indigenti, ma anche a tutta la popolazione. La protezione della salute, intesa come diritto di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche, è stata inserita anche nella Carta dei diritti.

I fondamentali dell'Unione europea. Va infine osservato che il diritto alla salute comporta anche il diritto alla salubrità.

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
14 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cocco0 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Simoncini Andrea.