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IL GRUPPO DEI PAZIENTI POLIDIPENDENTI:CONSIDERAZIONI
TEORICHE E CLINICHE
Il poliabusatore (di sostanze) non condivide il senso di colpa, paura della
malattia, la stigmatizzazione sociale così come accade nell’eroinomane
classico.
L’uso e l’abuso di sostanze per questi pazienti si configurano come un rifugio
della mente in cui la realtà non è pienamente accettata ma nemmeno
ripudiata.
Si tratta di esperienze dissociative a carattere transitorio in cui trionfa
l’onnipotenza, la fantasia, sensazioni interiori e si perde il senso del limite e
tutto diventa permesso e possibile.
Il significato dell’assunzione multipla è collegato a un illusorio senso di
padronanza del sé tramite il controllo onnipotente sulla propria mente e
corpo.
I problemi di droga e alcool non sono diversi, si tratta di eccitanti di cui se ne
fa uso perché c’è qualcosa di troppo forte che non si potrebbe sopportare
senza l’alcool, che potrebbe essere qualcosa che si crede di provare,
pensare, sentire, vedere per soccombere a ciò si fa uso di sostanze.
Serve per sopperire a stati di tensione, disagio e una volta trovata la
soluzione con alcol o droga è difficile lasciarla andare.
Bion osserva che le sostanze psicotrope sono assunte prevalentemente da
persone che non sanno aspettare, che non sono mai sufficientemente
soddisfatte, suffic. Attive e mai all’altezza delle prestazioni. L’uso di sostanze
può essere inteso sia come una questione individuale che sociale dato che
siamo in una società farmacofilica ossia una società senza dolore, una
società che fa un uso frequente di farmaci, una società normalmente
tossicomanica.
Il gruppo terapeutico può svolgere la funzione di contenitore idoneo al
recupero di aspetti del sé. In questo modo si permette ai membri del gruppo
di differenziare il vero dal falso, il giusto dallo sbagliato, il piacere dalla
felicità.
Le sostanze di abuso sono, per loro natura, in grado di dare un piacere, una
gratificazione maggiore (x qualità e quantità) rispetto a alla gratificazione
prodotta dai piaceri normali della vita.
Un modello neurobiologico proposto di recente, prevede che, nell’abuso e
nella dipendenza da sostanze, siano coinvolti almeno 4 circuiti:
quello DELLA RICOMPENSA , quello DELLA MEMORIA E
DELL’APPRENDIMENTO, quello DELLA MOTIVAZIONE/INIZIATIVA, quella
DEL CONTROLLO.
Queste 4 aree tra di loro sono interconnessi.
L’aumento della dopamina indotto da sostanze è 3 volte o almeno 5 volte
superiore rispetto agli stimoli prodotti normalmente.
Nella terapia di gruppo la prima difficoltà è la motivazione .
Una vera terapia è possibile solo quando esiste una motivazione propria e
interna poiché molto spesso la spinta non è personale ma prodotta da terze
persone come familiari o imposta dal sociale.
L’analista deve essere attento che nel gruppo il paziente sia in relazione con
altre persone che hanno lo stesso problema di quel paziente, tutti i pazienti
nello stesso gruppo devo avere lo stesso problema, quindi se si parla di un
gruppo di poliassuntori tutti devono essere poliassuntori.
Un’altra funzione importante è quella di dare la possibilità di fornire ai
partecipanti un senso di protezione e sicurezza rispetto all’ansia iniziale di
appartenere e a partecipare a un gruppo psicoterapeutico.
Gli studi hanno mostrato come la teoria dell’attaccamento di Bowlby è
fondata insieme al sistema della riflessività.
Se i bambini non trovano una risposta adeguata ai loro bisogno di
attaccamento nei genitori svilupperanno una funzione riflessiva deficitaria con
conseguente difficoltà di esplorare gli stati mentali propri e altrui.
Kristal infatti sostiene che nel tossicodipendente si riscontra una specifica
difficoltà a descrivere i propri stati d’animo e altrui attraverso l’alessitimia.
La relazione inadeguata con la madre non promuove la possibilità di
identificarsi nella funzione di accudimento genitoriale in modo da farla propria
e ciò comporta nell’età adulta un deficit nella capacità di valutare i rischi e di
prendersi cura di sé.
QUINDI Il gruppo permette ai pazienti di regredire a quei livelli e di rinnovarli.
Nel gruppo vi sono anche sguardi reciproci, sincronizzazione di posture,
movimenti; quindi vi è anche molto linguaggio non verbale. Nel gruppo può
essere recuperata sia la memoria procedurale che quella dichiarativa:
- La memoria procedurale si riferisce alla trascrizione pre simbolica di fatti o
esperienze avvenuti precocemente in epoca pre verbale.
Tale memoria contiene informazioni sui modi di organizzare le relazioni
intersoggettive che influenzano il funzionamento psichico e il comportamento;
la memoria procedurale viene immagazzinata ma non può essere
verbalizzata.
-La memoria dichiarativa, invece, si riferisce ad informazioni che possono
essere ricordate, si riferisce ad esperienze che possono essere ricordate.
Possono essere rappresentate con il linguaggio, immagini sensoriali o
immagini mentali.
Il gruppo può riparare il passato e ricompensare i deficit evolutivi e
incrementare attraverso le nuove relazioni.
Bion ha chiamato valenza la disposizione della mente individuale ad
instaurare legami gruppali e ad animare stati mentali che possono esistere e
manifestarsi solo nell’esperienza di comunanza del gruppo. Le esperienze di
rispecchiamento risultano fondamentali sia per la costituzione di una sana
immagine corporea che nello sviluppo del senso dell’identità.
Winnicott sostiene che il bambino è interessato più allo sguardo materno
che al seno della madre quindi più ai fattori protettivi che nutritivi e per questo
è di conseguenza utile che la madre risponda in modo protettivo e adeguato.
Il gruppo può riflettere coralmente e può far assumere modalità relazioni
buoni senza nessuno che giudica o colpevolizza ma che consente di
valorizza il senso di sé di ciascun componente.
I soggetti polidipendenti spesso hanno disturbo di personalità soprattutto del
classer b , hanno mancanza di empatia, rimorso, incapacità di instaurare
relazioni significative, egocentrici. Questi pazienti manifestano un uso minore
di difese mature come la sublimazione,la repressone , intellettualizzazione e
usano in particolar modo la scissione..
L’assunzione multipla è una modalità comune alla tossicodipendenza spesso
associata ad alcool o viagra.
Il gruppo omogeneo
Questo tipo di gruppo assolve il ruolo di uno spazio per la crescita mentale di
pazienti polidipendenti che condividono campi emotivi turbolenti carichi di
dolore.
Favorisce fin dalla prime sedute la condivisione, coesione e appartenenza.
Se da una parte il gruppo omogeneo facilita il dialogo e il disvelamento di sé,
dall’altra può produrre un’eccessiva fusionalità tra i componenti del gruppo
che rischia di creare un blocco per i successivi passaggi evolutivi di
separazione individuazione, al punto che, per esempio, chi tenta di
differenziarsi può essere sentito come un potenziale persecutore e , a volte,
re attivamente trasformato in capro espiatorio
Per cui il gruppo ha 2 funzioni : isomorfica senza la quale nel gruppo vi è
coesione ; ma deve anche essere omorfica ossia che ogni individuo è
comunque diverso dall’altro.
Corbella per controbilanciare il rischio della fondazione dice che bisogna
utilizzare un limite temporale perché la consapevolezza del limite stimola
all’individuazione, di solito per questo tipo di dipendenza il limite temporale
non è mai al di sotto dei 2 o tre anni.
Da un punto di vista neurobiologico l’uomo è dotato di neuroni a specchio che
sono implicati in una serie di fenomeni relativi alla nostra capacità di leggere
gli stati mentali degli altri e soprattutto le loro intenzioni; la capacità in gruppo
di entrare in risonanza con le emozioni, di fare esperienza dall’ esperienze
altrui e di riuscire a cogliere con le emozioni di fare esperienza delle
esperienze altrui e di riuscire a cogliere l’essenza di un’azione osservata.
I neuroni a specchio sono adiacenti ai neuroni motori che si attivano quando
la persona si limita ad osservare un’altra persona. Questo ci fa capire che
l’individuo apprende non solo dalle esperienze che fa lui direttamente ma
anche da ciò che osserva.
Il terapeuta dovrà tener conto delle dimensioni sociali, istituzionali senza le
quali l’ascolto psicoanalitico non si potrebbe fare; deve tener conto che il
setting è influenzato dal quadro istituzionale in cui viene ad essere inserito il
tipo di richiesta. Occorre fare attenzione al transfert istituzionale cioè al fatto
che il paziente può essere influenzato dal servizio in desideri, pensieri,
opinioni, emozioni
Capitolo 6: IL PAZIENTE DIPENDENTE DA SOSTANZE NEL GRUPPO
ANALITICO CLASSICO
In questo capitolo viene descritto un uomo di 35 anni che chiameremo Orione
e gli effetti rivitalizzanti che hanno avuto su di lui il gruppo.
Il singolo caso di un paziente con dipendenza da cocaina non è
rappresentativo, inoltre le dipendenze da droga non sono tutte uguali.
Inoltre è molto diffusa la correlazione fra abuso di sostanze e disturbo di
personalità il che è conducibile ad un’alterazione del sé cioè di quella
funzione psichica complessa in grado di conferire coesione, continuità,
validità all’attività di pensiero, sentimento, esperienza dell’individuo.
Con l’incapacità di avere cura di se stessi, di dare valore ai propri moti
interiori come le emozioni alcuni scorgono un elemento di rilievo nel mondo
interiore tossico manico come il super io, essere duro, ipercritico , sprezzante
e grandioso.
Il primo incontro con Orione è stato preceduto da una telefona dalla madre
che formula la richiesta di aiuto.
Orione ha un aspetto vivace e ben vestito e manifesta la sua difficoltà nel
trovare un lavoro che gli dia l’autonomia economica .
Nel racconto del suo passato splende il periodo da Don Giovanni fatto di
divertimento e di belle donne e tende a scolare invece il periodo nella
comunità terapeutica dopo aver tentato il suicidio.
Per i primi 4 5 anni Orione entra nel gruppo e quando si fanno le sedute
assume un atteggiamento altero e sprezzante verso i compagni.
Il suo ingresso nella stanza avviene regolarmente in ritardo di 20 minuti; solo
di rado gli accade di parlare di un’ennesima ricaduta di abuso.
Una volta o due al mese , al termine della seduta, chiede un incontro
individuale ove descrive i progressi fatti pe