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Infatti:
1.
2.
3.
4.
5.
La successione fondamentale : dimostrazione che è crescente,
dimostrazione che la successione ausiliaria è decrescente, e
dimostrazione che hanno entrambe limite finito, coincidente.
Guardando i valori della successione, sembra che questa cresca lentamente. Bisogna dimostrare quindi che
che è equivalente a scrivere .
Essendo tutta positiva (n parte da 1) si può scrivere
Questo è ciò che dobbiamo dimostrare.
Il primo membro si può scrivere:
Il primo termine dell’ultima uguaglianza assomiglia molto al termine della disuguaglianza di Bernoulli:
Possiamo quindi utilizzare la disuguaglianza di Bernoulli a patto che . Nel nostro caso
quindi
Se allora . Dato che partiamo da (per questo abbiamo scritto all’inizio si
può usare Bernoulli.
Ma poiché il termine è sempre positivo, posso scrivere
quindi è dimostrato che
e quindi la successione non può che essere crescente.
Come prima guardando i valori si nota che la successione tende a decrescere. Per dimostrarlo bisogna porre
che è uguale a scrivere
Poiché la successione è sempre positiva, è indifferente scrivere
Bisogna quindi vedere se il primo termine è sempre maggiore di uno.
Come prima si può usare la disuguaglianza di Bernoulli se . Poiché allora è sempre
positivo e quindi l’espressione è sempre vera.
Bernoulli ci dice che
ma poiché è sempre positivo, allora è lecito affermare
Se ne deduce quindi che
e quindi che la successione decresce.
Per provare il fatto che le successioni siano limitate si consideri
La successione è strettamente maggiore della successione , quindi significa che non hanno valori in
comune. Abbiamo però visto è crescente, mentre è decrescente. Significa quindi che per forza
devono convergere entrambe ad un valore. Si definisce perciò:
con
Voglio dimostrare che .
dove per . Quindi
Teorema dell’esistenza degli zeri.
Sia un intervallo chiuso e una funzione continua
e hanno segno opposto,
allora esiste almeno uno zero di , ossia un punto tale che .
Esempi:
Questi sono i due casi che potrebbero capitare. Per semplicità prendiamo in esame il secondo caso in cui
e . La dimostrazione per il caso opposto è pressoché identica solo con il cambio di
segno.
Usiamo ancora una volta il procedimento di bisezione. L’idea è quella di dividere a metà l’intervallo
e prendere in considerazione la metà che si trova nella stessa condizione dell’intervallo di
partenza, cioè che presenta un cambio di segno. Può capitare che nessuna delle due metà presenti un
cambio di segno: in questo caso abbiamo trovato il nostro zero e la dimostrazione finisce.
Chiamiamo quindi il punto medio di , intervallo di partenza, e scegliamo tra gli intervalli
e quello con cambio di segno. Chiamiamolo .
Ora possiamo iterare il procedimento. Possono capitare due cose:
Prima o poi troviamo uno zero (in un numero limitato di passi) finendo così la dimostrazione;
Non troviamo mai uno zero; abbiamo però una serie di intervalli tali che
e (in questo caso) e che è lungo la metà di .
e sono entrambe successioni monotone limitate, e quindi hanno sempre limite finito.
Quindi
non so però se e coincidono.
Voglio quindi dimostrare che e che .
Vediamo dunque di dimostrare la coincidenza di e .
Sappiamo che è lungo la metà di . Quindi ciò implica che
sappiamo anche però che e e quindi anche e . Di conseguenza
Ora sappiamo che e tendono allo stesso valore . Ora vogliamo dimostrare che .
Usiamo il fatto di avere una continua.
Vediamo quindi che anche e tendono allo stesso valore . Sappiamo inoltre che:
segue che:
segue che:
Tiriamo le conclusioni:
deve per forza valere quindi
Le funzioni derivabili sono continue. Esempio di funzione continua ma non
derivabile.
Se è derivabile in , allora è continua in .
Ipotesi:
Tesi:
cioè è continua in .
Vogliamo quindi dimostrare che .
Il concetto di derivabilità è diverso dal concetto di continuità. Cioè è falso dire che
infatti il teorema afferma che
Un esempio di funzione continua dappertutto, ma non derivabile in 0 è
infatti
La derivata di somma, prodotto e quoziente di due funzioni derivabili.
Siano e due funzioni derivabili in , allora
1.
2.
3.
Infatti:
1.
2.
3.
Teorema di Fermat: in un punto di massimo o minimo locale interno una
funzione derivabile ha derivata nulla.
Sia , un punto interno a , derivabile in e sia estremo locale (massimo o minimo) per ,
allora la derivata di in è nulla, ossia
Il teorema si dimostra nel seguente modo:
è estremo locale. Supponiamo che sia un massimo: per definizione esiste un intorno di tale che
Ciò vorrebbe dire che
avrebbe come segno
Per
e passando al limite si conservano le disuguaglianze deboli
Per
come prima
Mettiamo assieme il tutto:
per ipotesi è derivabile, quindi la derivata destra e sinistra coincidono. La dimostrazione è simile nel caso
in cui sia minimo locale.
Teorema di Rolle, con significato geometrico.
Sia un intervallo chiuso e limitato.
Sia continua su e derivabile su
Supponiamo che
Allora esiste almeno un punto tale che
Per dimostrare il teorema consideriamo che vale sempre
Consideriamo i quattro casi che possono capitare:
1. è assunto in almeno un punto . non può essere esterno perché agli estremi la funzione
vale meno del massimo. Quindi è per forza interno.
Per Fermat la derivata in si annulla.
2. è assunto in almeno un punto . non può essere esterno perché agli estremi la funzione
vale più del massimo. Quindi è per forza interno.
Per Fermat la derivata in si annulla.
3. Il ragionamento è identico ai casi precedenti.
4. La tesi diventa banale perché la derivata è nulla in tutto l’intervallo.
Teorema del valor medio di Lagrange, con significato geometrico.
Sia un intervallo chiuso e limitato.
Sia continua su e derivabile su
Allora esiste almeno un punto tale che
Il teorema dice che da qualche parte esiste almeno un punto in
cui la pendenza della retta passante per e pari a
è uguale alla pendenza della tangente nel punto .
Il problema si presenta in forma simile a quello del teorema di
Rolle. Con un artificio ci riportiamo al teorema di Rolle: riportiamo
la distanza tra ogni punto della funzione e la retta sull’asse delle
ascisse in maniera tale da ottenere una funzione ausiliaria avente
la caratteristica di avere i punti ed alla stessa altezza,
cioè zero. In questa maniera ci mettiamo nella condizione di poter applicare Rolle a .
La formula della funzione è: