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Flavescenza dorata (1973) - Previsioni epidemie
L'importanza dell'epidemiologia è legata alla possibilità di previsione attraverso modelli che si basano sull'analisi di sistemi. Inoltre è possibile ottimizzare i trattamenti (farli quando c'è ne bisogno) attraverso:
- Controllo dei dati climatici (capannine meteo)
- Sistemi di avvertimento
- Modelli matematici
I cui dati confluiscono ai c.d. sistemi di supporto alle decisioni (in genere informatizzati) non solo relative alle malattie ma alla gestione del vigneto (fertilizzazione, ecc.).
Evoluzione delle epidemie
Le epidemie sono costantemente in evoluzione. I cambiamenti climatici (innalzamento della temperatura per esempio) impongono/imporranno anche lo spostamento nelle colture. È del tutto plausibile che in futuro la vite si possa coltivare anche in Scandinavia e pertanto anche lo spostamento di alcune malattie. La vite è presente in determinate aree del mondo con specifici climi che
Non si estendo oltre certi paralleli e pertanto, al momento, la vite trova in Italia la sua massima espressione cosi come in Francia. Le cose potrebbero cambiare anche drasticamente con gli aumenti di temperatura "tagliando" alcune attuali zone di nicchia. Quindi i fattori climatici plasmeranno le colture future.
Lezione 3 – Funghi e oomiceti
I funghi sono microrganismi:
- Eucariotici (cellula evoluta, come animali e piante)
- Macro e Microscopici
- Filamentosi (produzione di filamenti in una direzione dello spazio durante la riproduzione).
I filamenti che costituiscono il corpo vengono chiamato IFE e l'insieme delle ife singole eramificate è chiamato MICELIO.
Producono Spore (di diverso tipo per la conservazione della specie e sua diffusione)
Pareti delle cellule composte da chitina (nelle piante le pareti cellulari sono composte da cellulosa, pectina ecc). La chitina è un polimero complesso (ma anche esoscheletro degli insetti).
Accumulano glicogeno.
Mentre le piante accumulano l'energia sotto forma di amido, i funghi la accumulano sotto forma di glicogeno. Esistono 4 classi di funghi: - Chytidomycota - Zygomycota - Basidiomycota - Ascomycota (maggior parte dei patogeni di interesse sono nelle ultime due classi, basidiomiceti e ascomiceti) I funghi dal punto di vista trofico possono essere: - Saprofiti: utilizzano materia organica morta - producono una quantità rilevante di enzimi litici (in grado di catalizzare la degradazione di alcuni polimeri della pianta come la cellulosa, pectine, amidi). Sono quindi importanti per la degradazione/destrutturazione delle sostanze organiche nel terreno. - Parassiti: si nutrono di materiale da organismi vivi o da organismi morti dopo averli uccisi. Producono enzimi litici e/o fitotossine e/o sostanze ormono-simili. - Mutualistici (Simbionti): hanno relazioni reciprocamente vantaggiose con altri organismi. Ad esempio, le Micorizze sono associazioni di funghi con radici di piante cheproducono una quantità rilevante di enzimi litici: ciò permette uno sviluppo radicale maggiore e potenzialmente più resistente ai patogeni. È quindi una simbiosi essenziale. Altra associazione importante è costituita dai Licheni (funghi+alghe). La riproduzione dei funghi avviene per mezzo delle spore. Gli ascomiceti sono in grado di produrre due tipologie di spore, una di origine gamica (sessuata) che servono alla conservazione nel tempo del fungo (rimane nel suolo, nelle pieghe delle piante, ecc.), una di origine agamica che servono per la diffusione dei funghi.
Ascomiceti: Struttura caratteristica degli Ascomiceti è l'asco, cellula nella quale avviene la meiosi e che successivamente contiene le meiospore. Gli aschi sono spesso contenuti in corpi fruttiferi chiamati ascocarpi. Agli Ascomiceti appartengono numerose specie tra cui il tartufo, i lieviti e i funghi del genere Pennicillinum nonché una buona parte dei funghi patogeni delle
piogge, le ascospore vengono liberate dai periteci e trasportate dal vento fino alle piante. Le spore germinano e penetrano attraverso le lesioni presenti sulle foglie e gli acini, causando la formazione di nuove lesioni. All'interno delle lesioni, il fungo produce conidi che vengono liberati nell'ambiente circostante. I conidi possono infettare altre piante, dando inizio a un nuovo ciclo di infezione. La presenza di lesioni sulle foglie e gli acini è un segno caratteristico dell'attacco del fungo. Le lesioni possono essere di colore nero o marrone scuro e possono espandersi rapidamente, causando la marciume dei tessuti. Inoltre, il fungo produce sostanze tossiche che possono compromettere la qualità e la resa delle uve. Per prevenire l'attacco del fungo, è importante adottare alcune misure di controllo. Tra queste, la potatura delle piante per favorire una buona circolazione dell'aria, l'eliminazione delle piante infette e la pulizia del terreno intorno alle piante. Inoltre, è possibile utilizzare prodotti fungicidi per proteggere le piante dagli attacchi del fungo. In conclusione, il fungo Ascomycete è responsabile di importanti malattie delle piante, come il "black rot" della vite. La sua presenza può causare gravi danni alle colture, compromettendo la produzione di uva. È quindi fondamentale adottare misure di prevenzione e controllo per limitare l'attacco del fungo e proteggere le piante.germogliamento e fino alla metà diluglio, una pioggia di almeno 0,3 mm provoca l'emissione delle ascospore. Queste, trasportate dal vento, contaminano foglie, fiori e giovani frutti. I grappoli sono molto sensibili al black-rot da metà fioritura fino all'invaiatura. Le foglie vecchie e i grappoli maturi non possono più essere infettati. L'acqua è necessaria per la germinazione delle ascospore. La contaminazione è assicurata dopo un periodo di bagnatura di 6 ore a 27 °C, di 24 ore a 20°C. I picnidi, dopo una pioggia contaminante (>3 mm), liberano un gran numero di conidi che provocano infezioni secondarie durante tutta la stagione. Una-tre ore di pioggia assicurano una dispersione ottimale delle picniospore. Piogge più prolungate provocano un esaurimento dei picnidi e un lisciviamento delle spore, ostacolando lo sviluppo della malattia. Le condizioni richieste per la germinazione delle picniospore e per la conseguente infezione,sono simili a quelle riportate per le ascospore. Anche le picniospore possono infettare foglie, fiori e giovani acini. Pochissimi acini e foglie sono contaminati dopo la fine di luglio. Dalla fine d'agosto, le infezioni non sono più possibili. La classificazione degli ascomiceti è la seguente: - Classe hemiascomiceti: aschi nudi (aschi senza strutturi) - Classe pyrenomiceti: periteci (contengono le ascospore) e cleistoteci - Classe loculoascomiceti: pseudoteci (simili ai periteci) - Classe discomiceti: apoteci (simili a coppe) Altro esempio di ciclo biologico dell'oidio (Uncinula Necatur) In inverno le spore sono contenute nei cleistoteci (dispersi) mentre in primavera vi è il rilascio delle ascospore che vanno ad inoculare le giovani foglie per dispersione e formazione di spore di tipo agamico. Dopo la penetrazione ed invasione avviene un ulteriore infestazione attraverso i conidi con successiva dispersione agamica oltre che formazione di cleistiteci per laconservazione invernale. L'invasione agamica inoltre si estende alle gemme e ai germogli con altra formazione di conidi e quindi aggravamento dell'infestazione.
Tra gli ascomiceti di classe Hemia, si evidenziano i lieviti ed in particolare il genere Saccaromicete è il più importante.
Oomiceti Organismi (es. le alghe) simili ai funghi tuttavia parete cellulare è composta da glucani e cellulosa anziché chitina inoltre sono di tipo diploide (i funghi sono aploidi). Tra gli oomiceti si segnala la peronospora.
La diffusione gamica è per mezzo di zoospore e oospore e necessitano di un substrato acquoso per penetrare nell'organismo ospite. In particolare la peronospora genera oospore il cui involucro è molto resistente.
Sull'ospite, la peronospora differenzia spore agamiche (sporangi) che vengono disseminate nell'ambiente dal vento, dagli insetti o dalle gocce d'acqua. Raggiunta la superficie vegetale di un ospite suscettibile,
basta la presenza di un film liquido su questa perché gli sporangigerminino: con le basse temperature (da un minimo di 2-3°C ad un massimo di 24°C), la germinazione avviene attraverso la liberazione di zoospore, mentre con temperature più elevate (temperatura ottimale di 24°C e massima di 30°C) la germinazione avviene direttamente per micelio. La peronospora sverna nelle foglie precedentemente colpite e cadute a terra, sotto forma di oospore, resistenti anche alle basse temperature. A primavera, al verificarsi di condizioni idonee, in particolare, una pioggia di almeno 10 mm, temperatura non inferiore a 10°C, con germogli della lunghezza media di 10cm (regola del tre dieci), le oospore germinano e producono dei piccoli elementi detti macroconidi che, trasportati dal vento, si depositano sulla giovane vegetazione originando l'infezione primaria, dopo un periodo variabile (da 4 a 14 giorni) detto periodo di incubazione, la malattia si manifesta con una.muffetta biancastrasulle parti infette. Da questa muffetta si staccano i microconidi che rappresentano i germiper ulteriori infezioni (infezioni secondarie) che si verificano ogni volta che pioggia o rugiadabagnino le parti verdi. Alla temperatura di 25°C è sufficiente un tempo di bagnatura fogliaredi circa 2 ore. Alla temperatura di circa 13°C serve un tempo di bagnatura fogliare di circa 3ore.A fine stagione sulle foglie infette si ricreano le oospore che permettono alla malattia disuperare l'inverno in arrivo. 9Lezione 4 – Batteri – Fitoplasmi – Virus -Agenti Abiotici.
1. Batteri
Organismi procarioti, unicellulari e si riproducono per scissione binaria.Presentano una parete cellulare e spesso hanno uno o più flagelli. La dimensione della paretecellulare determina anche latipologia di batterio (GRAMpositivo o negativo). I batteri checolpiscono le piante sono GRAMnegativi.Nei batteri (procarioti) mancano imitocondri e la respirazione
siferma alla glicolisi con la formazione di acido lattico, acetico (acidi organici) e pertanto hanno una minore efficienza. Tuttavia hanno una grande capacità di riproduzione quando c'è un adeguato substrato di crescita. I batteri che colpiscono la vite, a differenza di altre piante, non sono molti. Il meccanismo di attacco dei batteri è di per sé semplice, i batteri infatti si trovano nell'ambiente e sono trasportati anche da attività umane. La penetrazione dei batteri è di tipo passivo, ovvero penetrano attraverso aperture già esistenti (al contrario dei funghi che sono attivi). Le aperture possono essere naturali come gli stomi, oppure artificiali come tagli o ferite (anche da gelo). Una volta dentro l'ospite, il batterio si riproduce negli spazi intercellulari della pianta producendo fitotossine oppure degli enzimi litici (che producono lisi, distruzione, dissoluzione).