Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LE METODOLOGIE:
- Organizzatori anticipati
- Conversazione clinica: rispecchiamento e riformulazione
- Pensiero ad alta voce: che consente di seguire il processo mentale in corso
- Rapporto matrici cognitive e mappe concettuali
- Facilitazioni procedurali
CONVERSAZIONE CLINICA
Conversazione A
“buon giorno” “buon giorno” “stiamo conducendo una ricerca sul tempo libero e vorremmo conoscere il suo
atteggiamento nei riguardi del tempo libero in generale, ora noi le porremmo un certo numero di domande su
questo argomento: è d’accordo?” “si certamente” “prima di tutto quanto tempo dedica ai passatempi, agli
svaghi in generale, qual è la proporzione rispetto al tempo dedicato alle sue occupazioni principali?” “ah”
beh” è difficile a dirsi! Sono intento nelle mie occupazioni a parte le serate in cui ho un’ora, due, di tempo
libero; il resto del tempo lo trascorro in attività del tutto normali, per esempio andare a passeggio con i
bambini, leggere, non far niente” “bene! Ah si? La lettura è un modo importante per occupare il suo tempo
libero?” “beh si dipende dai momenti! Leggo i libri che a volte gli amici ci passano” “che cosa legge
prevalentemente?” “alcuni gialli, niente di speciale” “a parte la lettura le piace il teatro?” “abbastanza, ma
non ci vado quasi mai” “quante volte al mese all’incirca va a teatro?” “ due al massimo” “e al cinema?” “una
volta alla settimana” “e per quanto riguarda il dipingere e lo scrivere, si interessa di pittura e di scrittura?”
“no” “e per quanto riguarda la lettura ha una biblioteca personale? che importanza? Qual è la scelta delle
opere?” “non posso dire di aver formato una biblioteca, ho una quindicina di libri che leggo e rileggo” “e dal
punto di vista dello sport, ne pratica uno o le piace vedere lo sport praticato da altri?” “non mi piace veder lo
sport, non lo pratico più. Una volta facevo pattinaggio a rotelle e anche il ping-pong che non è un vero e
proprio sport” “le piace la campagna?” “ mi piace molto la campagna, ma la pesca e la caccia le preferisco”
“e i passatempi in casa? Le piace la buona cucina? le piace preparare qualche piatto particolare?” “mi piace,
si, la cucina, ma non sono io che me ne occupo” “e passa tanto tempo a degustare la buona cucina?” “no!
Non ho molto tempo da dedicare a questo genere di passatempo”.
I seguenti sono i giudizi sulla conversazione:
- è un botta e risposta
- è univoca: c’è una persona che fa le domande e un’altra che risponde
- è indirizzata come conversazione 2
- le domande erano lunghe e poste una di fila all’altra
- è circostanziale perché snocciola dei fatti e non da delle opinioni
- è standardizzata:
Conversazione B:
“le va che parliamo un po’ del problema del tempo libero?” “del tempo libero?” “si!” “cosa vuole che le dica
del tempo libero? Se ne ho?” “si sente in difficoltà a parlare del tempo libero?” “no! Ma lei non mi fa
domande?” “si! Le piacerebbe che io le ponessi delle domande?” “ma si! Sarebbe più facile, lei mi prende
alla sprovvista” “beh evidentemente ne ho come tutti” “si” “non molto, ma insomma ne ho” “si” “ho tempo
libero soprattutto durante il fine settimana” “si” “il tempo libero lo occupo in campagna. Ecco in questo
tempo vado a caccia con gli amici. Hanno un piccola proprietà li vicino e vado regolarmente a caccia” “si”
“bene! Questi sono essenzialmente i miei tempi” “dunque la parte principale del suo tempo libero è occupata
dalla caccia” “si beh” altrimenti quando ritorno a casa alla sera si è stanchi e si va a riposare” “non si può
veramente chiamare un passatempo” “si arriva, ci si riposa e poi l’indomani bisogna ricominciare” “si” “in
questo momento ultimamente vado al cinema con mia moglie” “si” “si, qualche volta. Poi gennaio e febbraio
non è ancora periodo di fare passeggiate, allora si resta a casa. Cosi un po’ leggiucchio. E poi c’è il
giardinaggio fino alle vacanze. Tutto questo durante le vacanze: in vacanza ho bisogno di distensione allora
generalmente si va al mare o in montagna e poi il giro ricomincia. C’è la caccia” “si! Allora passa le sue
vacanze andando al mare o in montagna” “al si! Perché ciò che è importante è cambiare aria, cambiare
atmosfera per i bambini, cambiare tutto: paese, atmosfera, ecco” “si! Il cambiamento è importante per lei dal
punto di vista del tempo libero” “si il cambiamento è importante. Io mi rendo conto vado a caccia in questo
momento” “si” “e poi faccio il giardinaggio quando la caccia è terminata” “e nelle vacanze vado al mare o in
montagna. L’importante è cambiare: tutta la settimana si chiacchera di problemi che interessano alle donne.
Ma a fine settimana se ne ha abbastanza: ciò che conta è cambiare” “si” “l’essenziale è cambiare: che sia la
caccia, il mare o la montagna, l’importante è cambiare” “si” “io preferisco il mare, ma mia moglie preferisce
la montagna; allora si cambia una volta l’una e una volta l’altra; ma la cosa importante è aver cambiato. Io
nel tempo libero ho bisogno di questo” “si! Potrei dire che dal suo punto di vista quando non c’è
cambiamento non c’è svago?” “beh! Si ecco. Quando non c’è cambiamento è la stessa vita che continua: il
lavoro, alzarsi alle sette, rientrale la sera alle sette e mezzo, e la partita, i ragazzi che urlano, tutto questo ti
sfinisce, ti rovina i nervi”.
I seguenti sono i giudizi relativi all’intervista:
- C’è maggiore disponibilità di ascolto
- È una sorta di monologo fatto dall’intervistato: l’intervistatore non è stato molto coinvolto.
- Era assente una liea guida data dall’intervistatore: per questo l’intervistato era ripetitivo. Allo stesso
tempo questo ha indotto l’intervistato a ragionare sul proprio tempo libero.
- Si trattava di un’intervista simile a una seduta psicoanalitica: l’analista è interessato a fare emergere i
vissuto della persona che gli sta davanti che da modo di esprimersi e di spaziare.
- L’intervista aveva uno schema libero dedicato all’intervistata
- Emerge l’opinione dell’intervistato. Cosa non possibile nella prima intervista.
Le due interviste sono tra loro di verse:
1) la prima è direttiva, impostata, è tutta guidata e ben strutturata. Riguardo la struttura nella prima
l’intervistato si limita a rispondere a delle domande che sono standardizzate (preparate per qualsiasi
persona) e non adattate alle risposte delle domande. Si tratta di un’intervista che potrebbe rispondere
allo scopo statistico, non alla conversazione clinica.
2) La seconda, invece, è un’intervista molto aperta che permette di tirare fuori tutto ciò che c’è dentro
all’intervistato, come nel lettino dello o dello psichiatra o psicanalista.
CONVERSAZIONE CLINICA
E’ un’espressione che caratterizza una certa modalità di interazione, soprattutto adulto e bambino, introdotta
da Piaget ( che cercava di capire come funzionassero mentalmente i propri figli). Il termine “clinica” si
riconduce all’idea di conversazione che ha l’obiettivo non di direzionare lo sviluppo ma di fare emergere, di
portare in superficie non tanto i vissuti (parlando di bambini o di insegnamento) ma le esperienze, le
3
preconoscenze e le conoscenze ingenue che i bambini hanno intorno a un determinato argomento: la
fotosintesi clorofilliana, il sistema solare, le regole da seguire quando si sta in gruppo, qualsiasi argomento
prima di avviare conoscenze nuove su un argomento.
Secondo Piaget, per avere i bambini complici del processo di apprendimento e di insegnamento, è necessario
avviare un processo: far emergere le conoscenze e le esperienze che i bambini già dispongono: le
conoscenze, preconoscenze, misconoscenze, conoscenze ingenue e conoscenze informali che i bambini già
dispongono. I bambini attingono a tali informazioni dalla memoria profonda (archivio ben organizzato): da
qui si parte perché imparare è costruire conoscenze: usare le conoscenze precedenti per costruire nuove
conoscenze.
La conversazione clinica è fondamentale da instaurarsi in classe, soprattutto alla scuola d’infanzia e alla
primaria. Essendo collocata all’inizio di un nuovo argomento, assomiglia a una tecnica chiamata “brain
storming” ovvero “la tempesta di idee”. Tuttavia, la conversazione clinica si stacca dal brain storming perché
sono adottate tecniche precise con lo scopo di orientare la conversazione: lo scopo è di rendere consapevole
l’alunno delle proprie conoscenze, ma anche per far avanzare dai saperi ingenui a quelli più formalizzati
delle discilpine. Progressivamente la conversazione clinica è una staffetta nella quale ogni alunno dona il
proprio testimone rappresentato dalla propria esperienza, che non è paritaria rispetto alle altre. Si devono
considerare, infatti, le perdite, le regressioni che non danno linearità. Capita, infatti, che qualcuno ripeta cose
precedentemente dette.
La conversazione clinica, dunque, è quell’interazione conversazionale che l’insegante stipula in classe con i
ragazzi: si tratta di una metodologia morbida, soft, di tipo costruttivo, che ha come obiettivo quello di
insegnare agli allievi tramite le loro stesse risorse: ovvero tramite le conoscenze che essi stessi hanno,
stimolando (dalle preconoscenze) l’evoluzione graduale di queste conoscenze verso i saperi più formalizzati
delle discipline.
La conversazione clinica è la fase di avvio per introdurre un nuovo argomento: i bimbi raccontano molto se
si da loro il tempo e lo spazio, se si sentono legittimati a raccontare. Per raccontare essi usano le loro
esperienze, le loro conoscenze. Se il docente è esperto sono sfruttate le conoscenze degli alunni. Le
conoscenze degli studenti diventano la base sulla quale lavorare per formalizzare la conoscenza.
TECNICHE DISCORSIVE- CONVERSAZIONALI
Per adottare una buona conversazione clinica è necessario adottare delle tecniche conversazionali:
- Domande stimolo: pensando a