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Estratto del documento

Creando due categorie di mediatori in base alla loro potenzialità nell’indurre

motivazione e mobilitare risorse cognitive-affettive, si potrebbe dire che i

mediatori attivi e analogici sono caldi, mentre quelli iconici e simbolici

sono freddi, in quanto più deputati al decentramento, al fare sintesi, alla

sistemazione e riorganizzazione.

Il dispositivo

Polisemia del concetto di dispositivo

Nel linguaggio comune “dispositivo” è soprattutto identificato come artefatto

tecnologico o elettrico ed è funzionale a svolgere delle azioni. Il computer o una

sua parte, un piccolo elettrodomestico sono dispositivi che ci consentono di

fare ciò che la sola potenzialità del nostro corpo non riuscirebbe a realizzare. Il

dispositivo è un sistema. In filosofia (Foucalut) il concetto di dispositivo è stato

teorizzato per descrivere un insieme di elementi fra loro interconnessi che

permettono di esercitare forme di controllo e di potere sugli individui. Il

dispositivo nel linguaggio giuridico (decisione finale da parte del giudice,

dunque chiusura), il dispositivo didattico (sistema che vanno a costituire la

situazione di apprendimento). Ogni dispositivo si fonda sulle ipotesi e le

prospettive del progettista. Nel dispositivo è fondamentale il modo in cui il

destinatario lo interpreta. Un soggetto trae beneficio da un dispositivo quando

matura personali interpretazioni e decisioni, interpretando le strutture e i

vincoli esistenti.

Il dispositivo tecnologico

“Il termine “dispositivo” trova ampio uso nel linguaggio corrente per

denominare gli artefatti caratterizzati da un funzionamento tecnico.

L’evoluzione di tali tecniche ha prodotto un sempre maggiore distanziamento

fra l’elemento fisico e materiale, e il funzionamento, es. come si ascoltava

prima la musica e come si ascolta adesso (auricolari). Riprendendo la

definizione di Borgmann (1987), un dispositivo tecnologico è un insieme di

oggetti tecnici che, aggregati per adempiere a un determinato scopo, tende poi

a diventare invisibile all’aumentare della sua complessità. La realtà in cui

viviamo è pervasa da dispositivi tecnologici complessi che supportano la

comunicazione, la ricerca e combinazione di informazioni, ampliano le

possibilità delle funzioni corporee, ci consentono innumerevoli azioni quotidiane

e hanno assunto una naturalità tale da non poter più essere separabili

dall’azione umana. Per dominare la complessità dei dispositivi tecnologici

attuali, si rende necessario costruire simulazioni mentali della serie di azioni e

ipotizzarne gli effetti, scoprire modellizzazioni di lavoro. L’uso delle tecnologie

porta dunque a due risultati: una facilitazione nello svolgimento di alcune

pratiche di produzione e contemporaneamente una complessificazione nel

governo delle tecnologie che supportano le pratiche stesse. L’equilibrio

necessario a rendere le tecnologie un reale supporto ai processi e non un

ostacolo a essi, si gioca nel realizzare costantemente un dialogo fra progettisti

di tecnologie e utilizzatori in una continua ricerca di usabilità e accessibilità.

Una caratteristica importante dei dispositivi tecnologici è la crescente

complessità a fronte di una maggiore invisibilità dei processi

Caratteristiche la logica del progettista accanto alla logica di colui che lo

utilizza (es. lettura dei dispositivi digitali e girare le pagine come con un libro

fisico). L’obiettivo è quello di creare relazioni uomo-tecnologia che supportino il

potenziamento del pensiero e delle associazioni, delle rappresentazioni e delle

connessioni che lo alimentano.

Il dispositivo didattico

Il dispositivo didattico rimanda alla progettazione del dispositivo, la flessibilità e

la chiarezza delle attività che devono essere presenti in un dispositivo.

Il concetto di dispositivo viene sempre più utilizzato in ambito didattico per

ripensare il processo di apprendimento e insegnamento nel suo manifestarsi e

quindi ai supporti necessari per renderlo efficace. Tutto ciò che riguarda la

formazione si traduce in dispositivi, dal modello, all’applicazione, fino alla

valutazione. Damiano cerca di focalizzare il concetto di dispositivo indicandolo

come un «plesso di fattori attivi che condizionano, indirettamente, ma

efficacemente, le performance dell’apprendimento.

Il sociologo Perrenoud diceva che il dispositivo è una situazione progettata dal

docente affinché gli studenti siano nella possibilità di svolgere un compito, di

realizzare un progetto, di risolvere un problema. Non esistono perciò dispositivi

intesi come struttura invariante, poiché tutto dipende dalla disciplina, dagli

alunni, dalle opzioni dell’insegnante, dai contenuti. Praticare un percorso di

progetto induce certi dispositivi. I dispositivi didattici sono sempre diversi a

seconda del compito, degli alunni. Il lavoro per situazioni problema ne induce

altri, i percorsi di ricerca altri ancora, ogni dispositivo è direttamente connesso

al tipo di compito.

Il dispositivo nel linguaggio pedagogico

Foucault afferma: ciò che io cerco di individuare con il nome ‘’dispositivo’’ è un

insieme assolutamente eterogeneo che implica discorsi, istituzioni, strutture

architettoniche, decisioni regolative, leggi, misure amministrative, enunciati

scientifici, proposizioni, morali e filantropiche, in breve tanto del detto che del

non-detto, ecco gli elementi del dispositivo. Il dispositivo è la rete che si

stabilisce fra questi elementi. Il dispositivo nell’accettazione di Foucault ha

prevalentemente una funzione di controllo sullo sviluppo della possibilità di

azioni delle persone che vi erano inserite (Dispositivi di contenimento). Nella

filosofia foucaltiana il dispositivo ha una natura strategica e si realizza in uno

spazio all’interno del quale si pongono in relazione diverse forze convergenti

verso un obiettivo.

Massa ha ripreso il concetto di Foucault e ne ha fornito sia una visione più

ampia identificando l’educazione stessa come dispositivo, sia una visione micro

che consente di analizzare il singolo intervento educativo nelle sue dimensioni

progettuali, metodologiche, pragmatiche e strutturali Il dispositivo pedagogico

.

è progettato contenutisticamente e metodologicamente in modo tale da

produrre un nuovo campo di esperienza e arricchire di significati nuovi

l’esperienza. Massa ha guardato al dispositivo quale spaziotempo nel quale il

controllo e la coercizione si trasformano in processi di orientamento, di guida,

di supporto, di facilitazione. Ampliando ulteriormente la classe dei dispositivi

foucaltiani, Agamben definisce “dispositivo” “qualunque cosa abbia in qualche

modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare,

controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri

viventi” rimarcandone la funzione orientativa verso le attività e i processi.

Attenuando il significato di controllo e condizionamento, al dispositivo in

ambito educativo viene assegnata anche la funzione di “equipaggiare” il

soggetto per affrontare gli eventi della vita. Inizia quindi, attraverso la

comprensione del funzionamento del dispositivo stesso, a trovare strategie

differenti per interpretare il contesto e a perseguire anche obiettivi personali

e/o comuni e condivisi con altri. Ci si sposta da un versante coercitivo a un

versante di orientamento, di potenziamento nel quale l’autoregolazione del

soggetto è di fondamentale importanza. Se è pur innegabile che ogni soggetto

si trova ad agire all’interno di schemi di comportamento, di strutture guidate da

ideologie e politiche, di significati, è altresì vero che egli può avere la facoltà di

riflettere sul senso che hanno e decidere di modificarle, nell’ambito delle

proprie potenzialità in situazione. Il potere di suggerire/imporre azioni che viene

esercitato attraverso la strutturazione del dispositivo può essere interpretato

dal soggetto e avviare una fase di analisi, di comprensione che conduce a

nuove e diverse possibilità di agire. Quanto più il dispositivo presenta delle

relazioni “interpretabili” fra gli elementi, tanto più offre potenzialità di

appropriazione al soggetto favorendo le prese di decisione, la conseguente

responsabilità, la comprensione del sé attraverso la riflessione sull’agito.

Colui che progetta un dispositivo formativo deve porsi nell’ottica di coloro che

lo “abiteranno/vivrannno” per giungere a simulare possibili reazioni e quindi

probabili comportamenti.

Il dispositivo è uno spazio-tempo intenzionalmente predisposto (il dispositivo

deve essere progettato) per supportare un cambiamento soggettivo e dipende

dalle prospettive con cui, chi progetta, guarda a un problema. Al suo interno vi

sono strumenti e attività che danno vita a una partecipazione determinata da

come il soggetto in formazione interpreta il dispositivo. Le azioni che attiva

provocano la creazione di nuove routine e di pratiche non tutte previste dal

progettista, sempre e comunque frutto di un’interazione attiva del soggetto con

la tecnologia utilizzata. Il focus del dispositivo è nella gestione della mediazione

fra un prospettato dal progettista e un realizzato dal soggetto che lo interpreta.

Il dispositivo può essere considerato efficace quando produce nei soggetti

pratiche di libertà, nel senso di auto-progettazione e definizione identitaria,

provocando un mutamento nella percezione del sé in rapporto ai problemi e

alla possibilità di affrontarli e risolverli. Il dispositivo consente di predisporre un

sistema che può favorire lo sviluppo di un soggetto.

La competenza

Il termine ‘competenza’ nella didattica è utilizzato da almeno tre decenni ma

inizialmente ha assunto soprattutto un significato di ‘padronanza’, ovvero di

capacità, da parte di un soggetto, di manifestare una sicurezza nella gestione

di determinate conoscenze per affrontare compiti, perlopiù scolastici.

La valorizzazione dei saperi maturati attraverso l’apprendimento formale, non

formale e informale, insieme al moltiplicarsi delle agenzie formative che

forniscono alla persona continue occasioni per imparare, hanno prodotto un

cambiamento culturale importante: il sapere necessario per gestire determinati

compiti, siano essi presenti nell’ambito della scuola, nelle professioni o nella

vita quotidiana, è composto da un insieme di risorse (conoscenze, abilità,

procedure…) che, opportunamente combinate, offrono la possibilità di riuscire

di fronte a situazioni routinarie e non. L

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Publisher
A.A. 2023-2024
176 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fiandy02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universita telematica "Pegaso" di Napoli o del prof Magnoler Patrizia.