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Intertestualità e tipi di testo
L'intertestualità riguarda il rapporto, esplicito o implicito, del testo con altri testi, e i rimandi, palesi o occulti, tra un testo e l'altro (citazioni, allusioni, parodie). Spesso tali aspetti devono essere "scoperti" per una comprensione piena del messaggio.
L'intertestualità include anche la questione dei tipi di testo, classi di testi con funzioni e strutture simili. Nella vita quotidiana, nella cultura e nella letteratura dei vari popoli si sono sviluppate "famiglie di testi" simili, per struttura, funzione, forma (racconti di esperienze, proverbi, preghiere, ricette, lettere, poemi ecc.). Alcune di esse hanno una rilevanza non solo culturale, ma anche esperienziale e pratica, il che suggerisce una trattazione specifica in chiave didattica, tanto in L1 quanto in L2.
Tra quelli elencati, il criterio della coerenza appare a molti il più rilevante e centrale per la costruzione di
Un testo. Sul rispetto di tali criteri è opportuno che la didattica si soffermi, tematizzandoli con opportune attività, a partire da testi autentici ben formati, o dai testi prodotti dagli stessi discenti, da considerare in chiave critica e migliorativa.
In chiave descrittiva, i testi sono ascrivibili a diverse tipologie testuali, che si distinguono sulla base di vari criteri, tra cui:
- mezzo o canale (tipologia diamesica: testi orali, scritti, trasmessi, multimodali ecc.);
- numero di istanze enunciative (unica o molteplici: testi monologici, testi bi- o multidirezionali);
- funzione comunicativa dominante (descrizione, narrazione, argomentazione ecc.);
- vincoli per la decodifica (molto vincolanti: leggi, regolamenti; testi di libera interpretazione: testi letterari, pubblicitari).
Le classificazioni dei testi d'uso (non letterari) si possono anche basare sulla combinazione di una serie di tratti linguistici e comunicativo-pragmatici.
combinabili: [parlato], [spontaneo], [monologico]; Ad es., una conversazione telefonica sarà [-monologico, +parlato, +spontaneo]; un articolo di giornale sarà [+monologico, -parlato, -spontaneo]. Cinque tipi principali di testo:-
Descrittivi
Testi il cui obiettivo è di cogliere e rappresentare oggetti, situazioni, persone, relazioni, stati di cose in un contesto spaziale.
Possono essere:
- di tipo informativo (illustrano le caratteristiche di un oggetto)
- di tipo persuasivo (descrivono le caratteristiche di un prodotto in modo positivo per invogliare a comprarlo)
- di tipo espressivo (hanno lo scopo di trasmettere un'emozione o uno stato d'animo)
Sezioni di tipo descrittivo sono presenti in quasi tutti gli altri tipi di testo.
-
Narrativi
Testi orientati su azioni e trasformazioni di persone, oggetti, relazioni e concetti considerati nel contesto temporale. Fattore temporale centrale: vicende presentate secondo precisa sequenza cronologica (uso di...
- Argomentativi
- Descrittivi
- Narrativi
- Espositivi
- Regolativi
Testi che hanno l'obiettivo di persuadere il destinatario su un determinato argomento. Esempi di testi argomentativi sono: discorsi politici, articoli di opinione, saggi.
Testi che hanno l'obiettivo di descrivere un oggetto, un luogo, una persona o un evento. Esempi di testi descrittivi sono: guide turistiche, reportage giornalistici, descrizioni scientifiche.
Testi che hanno l'obiettivo di raccontare una storia o un evento. Esempi di testi narrativi sono: romanzi, racconti, fiabe.
Testi che hanno l'obiettivo di esporre e spiegare un argomento in modo chiaro e dettagliato. Esempi di testi espositivi sono: manuali, enciclopedie, lezioni.
Testi orientati a regolare il comportamento del destinatario o dell'autore stesso del testo. Come quelli argomentativi, hanno l'obiettivo di esercitare una certa influenza sul ricevente spingendolo a comportarsi in un determinato modo, ma si propongono come oggettivi: testi giuridici, regolamenti, istruzioni per l'uso.
Ai generi testuali tradizionali vanno aggiunti nuovi generi testuali e ipertestuali legati alle tecnologie digitali (e-mail, chat...). Questi testi hanno tratti linguistici in parte condivisi con generi testuali analoghi, scritti o parlati (lettera personale o commerciale per l'email, chiacchierata informale per la chat, discussione su un tema per i forum ecc.), in parte legati al mezzo (abbreviazioni, sigle, emoticons...).
La didattica della L1 ha tra i suoi obiettivi lo sviluppo di una competenza finalizzata alla produzione di
diversi tipi testuali, conformi alle esigenze e alle capacità cognitive dello studente delle varie fasce d’età. Nella didattica della L2, l’acquisizione di abilità testuali da un lato può fruire di competenze già acquisite in L1, dall’altro richiede lo sviluppo di mezzi lessicali e grammaticali specifici di L2 (ad es. l’uso di pronomi), dipendendo dal livello di competenza raggiunto in L2.
Nella didattica L2 sarà opportuno tematizzare specifiche strutture linguistiche di L2 (ordini di parole, tempi verbali, connettivi...) specificandone la valenza testuale. Inoltre, sarà opportuno puntare sulle peculiarità della testualità nella specifica L2, osservandole dapprima in testi autentici (o adattati) in L2, poi cercando di applicarle nella produzione.
Nella didattica di L1 e L2 è opportuno ricorrere ad alcune specifiche operazioni concernenti il livello testuale. Accanto ad attività concernenti il
- versante tematico e contenutistico del testo (individuazione del tema o topic principale, partizione del testo in sotto-unità coerenti)
- altre possono focalizzare i mezzi linguistici a cui sono affidati la sua coesione e coerenza, la sua struttura gerarchica e i nessi fra le diverse porzioni testuali
- Dopo aver osservato questi aspetti in testi ben formati (in L1 o L2), essi possono essere esercitati attraverso manipolazioni o formulazioni di testi dati (o di propri testi, da migliorare), oppure tramite l'elaborazione, individuale o di gruppo, di nuovi testi, di tipi testuali possibilmente già analizzati
- Non vanno trascurati aspetti contrastivi tra L1 ed L2, che rischiano di passare sotto silenzio e di permanere soggetti a interferenza da parte di L1 se non tematizzati in modo esplicito
La pragmatica
La pragmatica riguarda gli aspetti non semplicemente locutivi di una lingua, ovvero, in primo luogo, di come le parole possano essere impiegate per "fare" cose: chiedere,
con le norme sociali e culturali che regolano l'uso della lingua in una determinata comunità. Comprende la capacità di adattare il proprio linguaggio alle diverse situazioni comunicative, rispettando le convenzioni sociali e culturali. • Componente interazionale: riguarda la capacità di interagire in modo efficace e appropriato con gli altri parlanti. Comprende la capacità di avviare e mantenere una conversazione, di interpretare e rispondere ai segnali non verbali, di gestire i conflitti comunicativi. La competenza pragmatica si sviluppa attraverso l'esperienza comunicativa e l'osservazione dei modelli linguistici e comportamentali degli altri parlanti. La didattica delle lingue può favorire lo sviluppo della competenza pragmatica attraverso attività di simulazione, role play, analisi del discorso e riflessione sulle convenzioni sociali e culturali. In conclusione, la competenza pragmatica è fondamentale per comunicare in modo efficace e adeguato in una lingua. La sua acquisizione richiede la consapevolezza delle norme sociali e culturali che regolano l'uso della lingua, nonché la capacità di interagire in modo efficace con gli altri parlanti.con l'utilizzo di tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:Con le norme sociali che in una certa società e cultura sovrintendono l'agire linguistico e l'interazione verbale tra gli individui, norme sensibili a ruoli e gerarchie sociali, a dimensioni quali il rispetto, la confidenza, la distanza;
Componente pragmalinguistica: riguarda la codificazione linguistica di tali dimensioni (ad es. in italiano le forme di cortesia).
Il potenziamento della competenza pragmatica in tutte le lingue ha a che fare con entrambe le componenti.
Inoltre, il fatto che sola correttezza grammaticale della competenza in L2, se non affiancata anche da una piena competenza pragmatica, sia inadeguata non è ormai più oggetto discussione nella teoria e nella pratica glottodidattica.
Tale potenziamento non si risolve solo in un'istruzione su forme linguistiche specifiche portatrici di significati pragmatici, ma richiede pure, in particolare nel caso di lingue non native, l'esplicitazione delle norme sociali e, possibilmente,
Un'ampia esposizione a interazioni reali nel contesto di quella lingua e cultura. Tuttavia, la costruzione di metodi e materiali didattici imperniati sull'uso di funzioni comunicative costituisce ancora oggi una sfida. Va ricordato come alcuni studi sperimentali hanno dimostrato che la semplice esposizione a un input autentico spesso non è sufficiente ai fini dell'acquisizione di tali norme, mentre risulta di efficacia superiore un intervento didattico mirato ed esplicito su tali aspetti. Di seguito vedremo alcuni concetti base della pragmatica sui quali è opportuno che il docente rifletta al fine di impostare una didattica efficace in tale campo.
Negli anni Sessanta, a seguito degli studi di John Austin e John Searle (filosofi del linguaggio), si è cominciato a guardare al linguaggio come strumento di azione. Parlando compiamo azioni di vario genere: informare, promettere, incitare, ringraziare, chiedere...; Tali azioni mirano a produrre specifici effetti.
locutivo (anche: 'locutorio'): consiste nel formare una frase in una data lingua, una proposizione con la sua struttura fonetica, grammaticale, lessicale. Atto illocutivo (anche: 'illocutorio'): consiste nell'intenzione con la quale e per la quale si produce la frase, nell'azione che si intende convenzionalmente compiere proferendo quell'enunciato. Atto perlocutivo: consiste nell'effetto che l'enunciato produce sull'interlocutore e possono essere compiute solo ricorrendo a mezzi linguistici. Atti linguistici = azioni compiute ricorrendo al linguaggio verbale. Gli enunciati prodotti nella normale interazione verbale costituiscono, dal punto di vista della pragmatica, degli 'attilinguistici'. Un atto linguistico è l'unità di base dell'analisi pragmatica, e consta di tre distinti livelli o componenti. Produrre un enunciato equivale infatti a fare contemporaneamente tre cose distinte, a compiere tre 'atti' in uno: locutivo, illocutivo, perlocutivo.i messaggio è stato efficace) attraverso l'uso del linguaggio e delle parole. Il termine "perlocutivo" deriva dal latino "perlocutio", che significa "azione di parlare attraverso". Nel contesto della comunicazione, il perlocutivo si riferisce all'impatto che le parole e il modo in cui vengono utilizzate hanno sul destinatario del messaggio. Ad esempio, se un oratore utilizza un linguaggio persuasivo e coinvolgente, può influenzare le emozioni e le azioni del pubblico. Il perlocutivo è strettamente legato all'intenzione comunicativa dell'emittente. L'obiettivo è quello di ottenere una risposta specifica dal destinatario, che può essere un cambiamento di atteggiamento, una decisione o un'azione. È importante sottolineare che il perlocutivo non dipende solo dal contenuto del messaggio, ma anche dalla sua presentazione e dal contesto in cui viene trasmesso. Ad esempio, lo stesso messaggio può avere un effetto diverso se viene comunicato in modo formale o informale, o se viene pronunciato da una persona di autorità o da un amico. In conclusione, il perlocutivo è un aspetto fondamentale della comunicazione che riguarda l'effetto che le parole e il modo in cui vengono utilizzate hanno sul destinatario del messaggio.