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INTAKE

parte di : parte dell’input che l’apprendente acquisisce.

La produzione, anche se errata, fa sì che certe strutture vengano acquisite. Gli

errori non sono devianze della forma che vanno assolutamente evitate, bensì spie

del processo di apprendimento linguistico. La critica di Chomsky segna la fine del

metodo strutturalista.

Porcelli rivolge due principali critiche allo strutturalismo: eccessivamente

meccanicistico, non dà la giusta importanza all’apprendente che è un mero

ripetitore; il focus è rivolto al codice della L2 ma lascia in secondo piano gli aspetti

socioculturali e comunicativi che da questo momento iniziano a farsi strada

nell’apprendimento delle lingue.

16/03/2018 8

Quarta lezione How to do things with words

Austin (1962) →

Searle (1969) → Speech acts: lingua come azione sociale e strumento per

comunicare

Austin (1962, 1975) → dimensione performativa degli enunciati linguistici. Dire è

anche fare.

- Battezzo questa nave “Queen Elizabeth”.

- Scommetto mezzo scellino che domani pioverà.

Searle (1969) → parlare è compiere atti linguistici. Se la mia concezione del

linguaggio è corretta, una teoria del linguaggio fa parte di una teoria dell’azione

semplicemente perché parlare è una forma di comportamento governato da

regole, ha delle caratteristiche formali che ammettono di essere studiate in modo

indipendente. Ma il solo studio di queste caratteristiche formali, disgiunto da uno

studio del loro ruolo = studio di sistemi monetari e di credito dell’economia non

accompagnato da uno studio del ruolo della moneta e del credito delle transazioni

economiche. Nello studio del linguaggio si potrebbe dire moltissimo anche senza

studiare gli atti linguistici, ma ogni teoria esclusivamente formale del genere non

potrebbe essere incompleta. Sarebbe come studiare il baseball solo come sistema

formale di regole e non come gioco.

Studio della lingua in quanto oggetto formale o in quanto uso.

langue parole

Terminologia saussuriana → (astratto e costante) vs (concreto e

mutevole)

Competenza comunicativa (Freddi 1979): capacità di relazionarsi verbalmente e

non verbalmente in modo efficace con individui che appartengono a una cultura

diversa.

Competenza linguistica

Competenza sociolinguistica: “le risposte accademiche, ricercate di lui

contrastavano con le domande essenziali, quasi monche di quella gente semplice”

Competenza paralinguistica: “in preda a una viva emozione, la donna rispondeva

con voce ora stridula, ora gracchiante, ora soffocata da singhiozzi”

Competenza extralinguistica: “durante la discussione mulinava le mani come

fossero pale di un elicottero” (codice cinesico)

“il disagio gli veniva dal fatto che quell’estraneo così alto e così vicino, gli parlava

sul viso” (codice prossemico) speaking

L’evento comunicativo e il modello di Dell Hymes (1972)

Setting and scene

- (situazione fisica)

Participant

- (mittente/destinatario)

Ends

- (scopi)

Act

- sequences (forma, contenuto, coerenza del discorso)

Key

- (tono, modo, umore, segni non verbali)

Instrumentalities

- (canale e forme di parlato)

Norms

- (interazione)

Genres

- (generi comunicativi)

Approccio formalistico vs approccio comunicativo

Concezione di lingua

Focalizzazione dell’insegnante 9

items

Selezione degli linguistici

Tipo di lingua usata

Abilità linguistiche enfatizzate

Rapporto studente/insegnante

Atteggiamento verso gli errori

Criterio di successo

La variazione diafasica e differenza tra formale e informale

Tre fattori intervengono nella variazione:

1 il tipo di attività linguistica svolta;

2 la relazione tra partecipanti;

3 il canale.

Un grande tipo di variazione è quella del registro

- rapporto tra gli interlocutori

- grado di formalità

Situazione formale: esecuzione accurata

Situazione informale: spontaneità e poco controllo

Registri bassi → sono orali; usati nel parlare improvvisato, totale assenza di

pianificazione o minima.

Diversi generi di contesti → parlare disattento, svogliato, parlare con

coinvolgimento emotivo

Tratti lessicali dei registri bassi → minima variazione lessicale (es. casa,

faccenda), preferenza per termini generici (fare, cosa), termini appartenenti al

parlare volgare

Tratti lessicali dei registri alti → ampia variazione lessicale, termini ed

espressioni specifici, uso di parole astratte, termini aulici o tecnici

(alcuno/nessuno; recarsi/andare; qualora/quando)

L’italiano colloquiale

Non dipende dal ceto sociale o dal livello di istruzione, è usato nel parlato dialogico

o nello scritto non pianificato, è una varietà situazionale (formalità, interlocutori,

situazione).

21/03/2018

Quinta lezione

Rivoluzione in glottodidattica a partire dagli anni ’60 e negli anni ’70, essa ha

inaugurato un nuovo tipo di approccio, quello comunicativo, che ha alla base

delle teorie di stampo filosofico. Si inizia ad associare la lingua al concetto di

azione: quando parliamo, compiamo delle azioni. Vediamo come in realtà all’inizio

degli anni ’70 viene elaborato il concetto di competenza comunicativa, concetto

formato da alcune sotto competenze.

Modello di competenza comunicativa proposto da Balboni:

mente → competenza linguistica, competenze extralinguistiche, competenza socio-

pragmatica e (inter)culturale

mondo → capacità di agire socialmente con la lingua

non si tratta più di una competenza meramente linguistica, ma ci sono

competenze extralinguistiche: cinesica, prossemica, ecc. e una competenza di

tipo socio-pragmatico, relativa all’uso in specifiche situazioni, culture, società, per

10

scopi particolari. Tutte queste competenze, secondo questo schema, si

trasformano in un’effettiva padronanza delle abilità che comprendono (ascolto,

lettura, parlare, scrittura) che non corrisponde a una padronanza di abilità

linguistiche considerate come separate perché le abilità linguistiche possono

essere integrate. Es. prendere appunti: ascolto e scrittura.

Abbiamo una padronanza delle abilità linguistiche da considerare integrate e che

comprende anche la competenza testuale, cioè essere in grado di produrre un

testo coerente e coeso o di riassumere un testo.

A partire dalle abilità primarie, ce ne sono altre che si integrano e si applicano.

Queste competenze si traducono in effettiva produzione linguistica da usare nel

mondo. Torna il concetto di lingua come azione “capacità di agire socialmente con

la lingua”.

Enormi differenze tra l’approccio formalistico e approccio comunicativo

Concezione di lingua secondo l’approccio comunicativo, lingua usata per

comunicare, concezione sociale, l’insegnamento non è più sulle funzioni formali

della lingua ma sull’uso comune, non sulle eccezioni e l’insegnamento della pura

grammatica, ma in base all’uso che ne fanno i parlanti in un determinato contesto.

Vengono enfatizzate tutte le 4 abilità linguistiche e cambia anche il rapporto

studente-insegnante. L’attenzione, prima spostata sull’insegnante, adesso è sullo

studente. Gli errori sono visti non come devianze assolutamente da evitare ma

come spie del processo di apprendimento e acquisizione, utili per capire il

processo di formazione dell’interlingua dell’apprendente. Il criterio di successo è

quando il parlante ha acquisito la consapevolezza che la lingua varia in base

al contesto.

Variazione diafasica, legata al contesto e alla situazione, al tipo di attività

linguistica svolta, ruolo tra gli interlocutori e canale utilizzato (scritto o

orale)

Variazione di registro, che corrisponde alla varietà di italiano più o meno

formale. La formalità è legata al concetto di norma sociale: più una situazione è

formale, più richiede il rispetto di alcune norme.

La variazione di registro comprende registri alti e bassi.

L’italiano colloquiale è di tipo informale usato comunemente nelle

conversazioni quotidiane. I tratti principali sono: non dipende dal ceto

sociale né dal grado di istruzione, una persona altamente istruita in situazioni

di non totale controllo della lingua, parlerà un italiano colloquiale. È una varietà

situazionale, legata alla formalità, luogo degli interlocutori e alla situazione.

L’italiano colloquiale è usato soprattutto nel parlato dialogico e anche nello

scritto non pianificato (es. messaggi). È caratterizzato dalla presenza di termini

che hanno corrispettivo sinonimico nell’italiano standard.

Termine colloquiale Termine standard

Attaccabottoni Invadente, seccatore

Balla Bugia

Bazzicare Frequentare un posto frequentemente

Beccare Cogliere sul fatto, incontrare qualcuno

Cagnara Confusione

Cavarsela Riuscire, destreggiarsi

Cotta Infatuazione

Far fuori Ammazzare, finire qualcosa

Farcela Riuscire, avere successo in qualcosa

Fare il dritto Fare il furbo 11

Farsi Drogarsi

Fesso Sciocco

Ficcanaso Impiccione, curioso e indiscreto

Fifa Paura

Filarsela Fuggire, defilarsi

Fregare Raggirare, rubare

Gasato Euforico, esaltato

Goduria Piacere, soddisfazione, godimento

Rompere Infastidire

Sagoma Tipo particolare, persona buffa

Sbolognare Liberarsi di qualcosa, di qualcuno

Scassare Infastidire

Scocciare Importunare, dare fastidio

Sfottere Prendere malevolmente in giro

Smammare Andarsene, allontanarsi

Sciropparsi Sorbirsi qualcuno/qualcosa di

antipatico e noioso

Stravaccarsi Sdraiarsi scompostamente

Tirarsela Atteggiarsi, darsi delle arie, attribuirsi

importanza

L’italiano e tutte le lingue in generale cambiano in base al contesto in cui

vengono utilizzate.

Esercizio di riscrittura, importanza della variazione diafasica:

Ciao Michela, mi dispiace informarti che oggi non posso venire perché sono

impegnata

SMS: ciao! Purtroppo oggi non vengo perché ho da fare

Facebook: ciao! Purtroppo oggi non vengo perché ho da fare

WhatsApp: ciao! Purtroppo oggi non vengo perché ho da fare

Lettera molto formale: Buongiorno Michela, le scrivo per informarla che in data

odierna non sarò presente a causa di alcuni impegni che mi trattengono in ufficio.

La ringrazio anticipatamente per la comprensione. Un saluto. Daniela Gustapane

Telefonata informale: ciao Miche! Purtroppo oggi non posso venire perché ho

troppe cose da fare (emoticons)

WhatsApp anche utilizzo di messaggi iconici

SMS potrebbe essere più formale rispetto a WhatsApp

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Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
53 pagine
10 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cate2909 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica delle lingue moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Sotgiu Maria Licia.