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NEUROLINGUISTICA

Energia =

MOTIVAZIONE Software =MENTE =PSICOLINGUISTICA

Se tutti noi abbiamo un cervello e motivazioni ecc. ognuno di noi è un apprendente di lingue unico

 una didattica delle lingue che mette al centro lo studente deve considerare l’acquisizione

soggettiva di ogni studente. (ognuno di noi ha uno stile cognitivo diverso, uno stile di apprendimento

personale, ognuno ha ritmi e tempi personali)

Quando si impara una lingua si ha il periodo silenzioso: la persona sta elaborando la lingua, capisce

il funzionamento, ripete gli input ma ancora non è pronto per produrre linguaggio in modo

autonomo.

- Ognuno di noi ha tempi diversi nel superare il periodo di silenzioso

Ognuno di noi viene da realtà ed esperienze di vita personali.

Abbiamo una macchina innata per imparare ma strategie diverse.

Fattori che influiscono sull’apprendimento di una Lingua Seconda:

Tema importante perché uno dei maggiori enigmi dell’acquisizione delle lingue riguarda perché ogni

persona ha un risultato diverso nell’acquisizione della lingua anche se sottoposta allo stesso metodo

con altre persone.

Tutti gli individui con normali facoltà cognitive non hanno problemi ad acquisire la propria lingua

madre che conoscono fin da piccoli, ma ciò non avviene con le lingue seconde (sono competenze

diverse)

- Questo grado di competenze in lingue seconde sono diverse in ogni individui e gli studiosi

hanno individuato vari fattori che favoriscono l’apprendimento linguistico:

1) Età

➢ Importante è l’età a cui un individuo viene esposto

➢ Gli adulti sono più rigidi nel processo di apprendimento perché hanno un io più rigido,

si sono creati un’immagine sociale e che se la vogliono mantenere.

➢ Nell’apprendimento linguistico bisogna passare una fase in cui non si ha la

padronanza ed è quando gli adulti “hanno paura di perdere la facci”, cioè perdere

9

l’immagine sociale che si è costruito nel tempo per questo a volte sono meno

spontanei e può penalizzare il processo di apprendimento.

➢ I bambini non hanno un’immagine di sé da difendere, sono disposti a giocare coi

propri errori.

➢ Altre ricerche hanno messo in luce la differenza bambini – adulti ricorrendo a principi

di natura cognitiva: studenti giovani sono in grado di usare quegli strumenti inconsci

con cui hanno imparato la lingua madre (dove finiscono i meccanismi che ci

permettono di apprendere la lingua madre?) con la maturità il nostro cervello

cambia i metodi ma ancora non si capisce perché le modalità di apprendimento dei

primi anni di vita scompare; gli adulti usano molto più il problem- solving, il pensiero

astratto, modalità di autoconsapevolezza (intorno ai 5-6 anni si sviluppano infatti i

lobi frontali del cervello = pensiero astratto)

➢ Altri studiosi si sono soffermati sugli input che gli studenti ricevono: studenti giovani

ricevono un input più semplice a livello morfo sintattico, che si basa sull’ esperienza

diretta; gli adulti invece ricevono input più complessi ed elaborati.

➢ Altri studi mettono in campo spiegazioni di tipo neurologico: ottengono risultati

diversi perché esistono limiti neuro-biologici che condiziona l’apprendimento

linguistico; prima della pubertà c’è un momento “di crisi” (Lennenmberg, 1967) in cui

il cervello è più plastico ed è dovuto al fatto che ancora non è avvenuta la

lateralizzazione dei lobi cerebrali. Questa plasticità cerebrale è vista come una facoltà

di imparare le lingue da parte dei bambini.

▪ Pubertà momento critico in cui non si può più imparare le lingue in modo facile e

spontanea.

▪ È legato allo studio sull’imprinting in campo biologico ed etologico.

▪ Questi studi hanno aperto una finestra su momenti critici nello sviluppo

dell’individuo Lennenmberg ha detto che il periodo critico si conclude con la

pubertà in cui c’è la formazione totale del cervello (lui ha fatto gli studi sulla lingua

materna- si è basato su studi medici e sui bambini lupo = non hanno imparato

competenze linguistiche pari a quelle di un madrelingua)

➢ Altre teorie dicono che sicuramente si è messi in difficoltà della perdita di plasticità

ma questa viene compensata da altre funzioni che avvengono con la crescita

▪ capacità di astrazione e autoconsapevolezza,

▪ processo di mielizzazione = sostanza che si forma lungo i legami tra i neuroni e ha

la funzione di propagare il segnale nervoso più veloce e che permette la

memorizzazione esplicita

▪ 

la mielizzazione è un processo che avviene intorno ai 7 anni e finisce a 20

sviluppo della materia bianca modifica del nostro cervello durante la crescita

(vd. Amnesia infantile)

➢ oggi si pensa che il cervello CAMBI le modalità di apprendimento e nel corso della

vita ci sono diversi momenti critici che permettono l’apprendimento della lingua in

un momento rispetto a un altro.

▪ Una prosodia pari a quella dei nativi si può acquisire solo da piccoli. 10

▪ Fabbro, “il cervello dei bilingui” noi nasciamo col cervello predisposto al

riconoscimento di tutti i suoni, ma se siamo esposti a certi suoni gli interruttori

di quei suoni rimangono aperti mentre gli altri si chiudono.

▪ La pronuncia che riconosciamo è dovuto al fatto che si riconosce i suoni propri

della lingua madre e si assimila il suono straniere al suono più vicino che

riusciamo a discriminare.

▪ Secondo molti neurologi e neuro-linguisti la prosodia perfetta si acquisisce nei

primi anni di vita.

➢ I gradi di maturazione del cervello influiscono sull’apprendimento delle lingue.

➢ Studi di Alfred Tomatis: si è chiesto cosa è che fa sì che in una certa parte del mondo

si sviluppino certi suoni anziché altri?

▪ Dipende dagli hertz l’impedenza dell’aria fa sì che siano preferite certe

fasce di hertz

▪ Fin dai primi mesi di vita il bambino ascolta le frequenza del suo ambiente

linguistico siamo capaci di riprodurre nel parlato solo i suoni che noi

sentiamo

▪ L’orecchio umano sente una frequenza tra 125e 12.000 hz.

(fare schema sul quaderno)

▪ Dice che è possibile allenare l’orecchio ai suoni che non è abituato (audio-

psico sonore) esistono degli studi che usano il metodo Tomatis, che

hanno fatto sperimentazioni scientifiche

➢ Oggi si pensa che i momenti critici siano delle finestre temporali in cui avviene la

maturazione di una parte celebrale; riguardano certi tratti linguistici (fonologia

ma non il lessico), riguardano classi chiuse (lessico funzionali) ma non le

competenze pragmatiche e culturali.

2) Attitudine (aptitude)

➢ È innegabile che l’individuo sia più o meno predisposto a imparare una lingua

➢ 

Studi di Carroll: ha studiato l’attitudine a imparare le lingue ha teorizzato che

questa attitudine sia dovuta a 4 capacità: 1. Discriminazione fonologica 2.

Sensibilità grammaticale 3. Capacità di memorizzare 4. Capacità di avere

meccanismi di apprendimento induttivi

➢ L’attitudine è innata o può essere sviluppata? Alcuni studiosi dicono che in parte

può essere sviluppata, mentre Carroll dice che è fissa, difficilmente modificabile

nel tempo. Dire che l’attitudine non è modificabile non vuol dire non fare nulla

ma dice che l’alta qualità di esperienza che l’individuo è sottoposto può azzerare

l’attitudine biologica. 11

3) Motivazione

➢ È il fattore socio psicologico che più influenza il processo di apprendimento.

➢ La mptivazione fondamentale per iniziare a imparare una lingua deve sostenere

lo studente in tutto il percorso.

➢ Teoria di Gardner e Lambert

▪ motivazione strumentale: quella che spinge l’individuo a imparare una

lingua per giungere a traguardi strumentali, pratici.

motivazione integrativa: abbiamo la volontà di integrarci nella comunità

della lingua che studiamo; come classifica quella lingua la realtà

motivazione più profonda ma non per questo più forte (è comunque più

duratura nel tempo rispetto all’altra)

▪ bisogna sviluppare entrambe le motivazioni per avere ottimi risultati

4) Atteggiamento dell’individuo verso la lingua (attitude)

➢ Nell’età infantile è importante l’influenza della famiglia mentre dopo l’influenza

coi pari.

➢ Ruolo dell’insegnate: le nostre scelte, rispetto a quello che vogliamo studiare

dipende in maniera importante dall’insegnante arma pericolosa in mano

all’insegnante (“Si insegna più con quello ceh si è, che con quello che si ha”, L.

Meneghello)

5) Personalità delo studente

➢ Autostima che ognuno di noi possiede (è un giudizio di valore): individuo più

motivato a mettere in pratica quello che apprende, che sa maggiormente esporsi.

▪ Autostima di tipo globale: autovalutazione totale che ha l’individuo di sé

stesso

▪ Autostima rispetto al contesto in cui è (lavora, scuola, famiglia ecc.)

▪ Autoefficacia (Bandura): capacità che ognuno ha per ottenere una certa

cosa/ legata a specifici compiti; in ambito linguistico se è bassa erca

obiettivi bassi e proverà stress.

❖ Esperienze dirette= se mi riesce una cosa, allora la mia

autoefficacia aumenta

❖ Esperienza di altre persone

❖ Persuasione di altre persone sulle nostre capacità

❖ Informazioni somatiche che ci prendono e sentiamo quando ci

confrontiamo con un compito

➢ Componente ansiogena= l’ambiente strutturato d’apprendimento è un ambiente

ad alto rischio d’ansia; nel contesto scolastico lo studente viene esposto a

situazioni ansiogene che poi influiscono sul processo di apprendimento; da un

punto di vista psicologica c’è un’ansia positiva e un’ansia mobilitante (si creano

dei blocchi neuropsicologici all’apprendimento

➢ Comportamenti rischiosi che mettono a rischio la nostra immagine

nell’apprendimento linguistico un buon apprendente di lingua è uno che

rischia 12

➢ tolleranza all’ambiguità : bassi livelli = ricerca della conferma dell’autorità; alti

livelli= maggiore apprendimento ma difficilmente arrivano a livelli di competenza

alti.

➢ Empatia: permeabilità dei confini dell’io ci rende degli apprendenti di lingua

migliori

➢ per l’apprendimento la posizione migliore è quella inte

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
30 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher milona94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica delle lingue moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Luise Maria Cecilia.