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PROSPETTIVA DEL QCE: COMPETENZA MULTICULTURALE

conoscenza della lingua intrinsecamente connessa alla

conoscenza culturale.

COMPETENZA LESSICALE

Mentre in precedenza il baricentro diuna lingua era

focalizzato sulla sua grammatica viene poi a delinearsi il

Lexical Approach che prevede una prospettiva di

centralizzazione del lessico rispetto alla grammatica. In

realtà non può esservi una netta dicotomia tra grammatica e

lessico perchè sono parti inscindibili tra loro di una lingua

infatti, De Mauro parla di una parità tra le dimensioni di una

lingu, il QCE le identifica entrambe come componenti della

competenza linguistica. I parametri individuati dal QCE per la

competenza lessicale sono 2: ampiezza (aspetto

quantitativo) e padronanza (aspetto qualitativo).

Per quanto riguarda il primo aspetto è utile notare che un

VOCABOLARIO DELL'USO DELLA LINGUA ITALIANA contiene

dai 100.000 ai 250.000, tuttavia è impossibile conoscere

tutto il lessico disponibile perciò, studi sul lessico di

frequenza hanno permesso di indivisuare in questo insieme

un vocabolario di base costituito da circa 7000 parole. Nel

vocabolario di base sono a loro volta distinguibili tre

sottoinsiemi: vocabolario fondamentale (2000 parole più

frequenti),vocabolario di alto uso (altre 2700 parole

altamente utilizzate) e vocabolario di alta disponibilità

(2300non locatra quelle di alto uso ma sono tuttavia

importanti dal punto di vista semantico nozionale). L'aspetto

qualificativo invece fa riferimento a ciò che si deve

conoscere di una parola per poter dire di conoscere una

parola. Non basta infatti conoscerne la pronuncia e la

trascrizione ortografica, ma per avere una competenza

lessicale bisogna aver presenti anche la dimensione

semantica (le varie accezioni che una parola può avere, gli

usi connotativi, le relazioni di significato con altre parole),

morfologico-derivativo (capaità di creare derivarìti a

partire da una parola base), sintattico (conoscerne le

relazioni sintagmatiche e gli argomenti che richiede una

parola, ad es i verbi atmosferici si reggono da soli e non

richiedono alcun argomento). Un apprendente di italiano L2

per possedere una buona competenza lessicale dovrebbe

padroneggiare 2-3000 parole, dopo questa unità minima

l'aspetto qualificativo prende maggiore importanza.

LA COMPETENZA SOCIOLINGUISTICA

La competenza sociolinguistica è quella che fa riferimento

alla capacità di adattarsi ad un determinato registro

linguistico. Il registro è una modalità di realizzazione del

codice in relazione alla situazione in cui ci si trova. Secondo

il QCE fio ad un livello b1 ci si dovrebbe limitare all'utilizzo di

registri non marcati (formali).

LA COMPETENZA PRAGMATICA

La competenza pragmatica coincide con la capacità

discorsiva, quindi la capacità di gestire la comunicazione.

Fondamentale è a distinzione tra tipi e generi tstuali. I tipi

testuali sono entità astratte e poco soggette alle variazioni

interlinguistiche (es. narrazione), i generi testuali sono,

invece, realizzazioni concrete di tipi testuali nelle varie

epoche e nelle diverse tradizioni culturali (es.modi di

narrare).

Tutti i testi sono autentici, ciò che conta è la coerenza con il

percorso didattico.

NORMA, SISTEMA, LANGUE

Il linguista polacco Coseriu ha osservato che nell'analizzare

una lingua bisoga tenere presenti 3 livelli: sistema, norma,

parole . Sistema combacia con il concetto di langue, quindi

fa riferimento ad un sistema linguistico di una data comunità

di parlanti, la parole invece si riferisce all'uso individuale

delle parole. La norma si colloca tra questi due concetti, essa

racchiude tutte le realizazioni accettate da una data

comunità di parlanti. Serianni osserva inoltre che mentre il

sistema è astratto poichè comprende anche ciò che è

potenziale, l'so ha invece un valore concreto perchè in esso

vi sono soltanto le realizzazioni effettive. L'azione dei

parlanti, senza una determinata gestione dall'alto, svolge un

ruolo normativo (con l'accettazione) orientando il

cambiamento linguistico attraverso un processo di

ristandardizzazione. E' urile, al riguardo, distinguere le

espressioni scorrette da quelle agrammatiche. Mentre le

seconde si collocano al di fuori del sistema perchè non

rispettano le regole grammaticali (es. Gianni aperto ha libro

un) le prime sono comunque espressioni possibili nei

linguaggi substandard, ciò che violano è la norma (la norma

ha a che fare con il linguaggio standard, quello accettato

dalla comunità) (es. ho aprito il libro).

...

RISTANDARDIZZAZIONE: progressiva accettazione nella

lingua parlata e poi in quella scritta di fenomeni a lungo

considerati scorretti (es. il pronome atono maschile gli

esteso anche nel femminile, anzichè le-gli). La

ristandardizzazione sta operando attraverso un progressivo

avvicinamento tra italiano dell'uso e italiano comune. Essa

ha agito anche sui verbi (es. utilizzo di altri tempi verbali al

posto del congiuntivo) ma in maniera ancor più evidente

nella sintassi dove si presentano frasi marcate distinte

dall'elemento messo in rilievo: tematizzazione (tema in

evidenza , dislocazioni a sinistra) o focalizzazione (rema in

evidenza, topicalizzazione, frasi scisse).

PROGETTAZIONE E PROGRAMMAZIONE DIDATTICA

La progettazione didattica si sviluppa in 3 fasi:

macroprogettazione : definizione delle competenze e

1. dei contenuti generali;

programmazione: definizione degli obiettivi di

2. apprendimento;

microprogettazione: definizione nel dettaglio dei sistemi

3. operativi.

Secondo il QCE essenziale punto d'arrivo per l'insegnamento,

ai fini di una cittadinanza europea a tutto tondo, devono

essere il plurilinguismo e il pluriculturalismo, intesi quali

conoscenze e rispetto delle altre culture e delle loro lingue.

MACROPROGETTAZIONE

E' possibile ricondurre i diversi modelli operativi in due

matrici generali:

MATRICE CON ANDAMENTO LINEARE: segue un percorso

1. sequenziale e segmentabile.

Progettazione per obiettivi: segue degli obiettivi da

• raggiungere e il loro conseguimento viene valutato

attraverso un sistema di verifica;

2. MATRICE CON ANDAMENTO RETICOLARE:

insegnamento che segue un percorso di

scoperta formato da nodi interconnessi:

Progettazione per sfondi integratori: si fonda sul

• principio gestaltico secondo il quale il rapporto tra le

parti è colto in relazione al contesto. Lo sfondo

integratore può essere rappresentato in modalità

differenti, cerca di riprodurre una determinata

situazione all'interno della uale si sviluppa

l'acquisizione. La valutazione avviene attraverso

l'osservazione dei comportamenti messi in atto.

Progettazione per compiti: l'insegnamento avviene

• attraverso l'asegnazione di compiti linguistici che hanno

a che fare con la realtà. Questa progettazione deve

essere preceduta da un'introduzione (pre-task) e una

conclusione durante la quale si analizzano le

esercitazioni sul compito svolto (post-task).

FASI DELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA

La pianificazione didattica si articola in fasi focalizzandosi su

alcuni aspetti:

Analisi della situazione: fa riferimento alle

• caratteristiche dei discenti e del luogo fisico e culturale

in cui si svolge l'insegnamento;

Analisi dei bisogni: prende in considerazione i bisogni

• dei discenti, sia quelli individuali sia quelli oggettivi che

hanno a che fare, cioè, con la spendibilità della

conoscenza;

definizione del SILLABO: il sillabo è l'elenco del

• materiale da insegnre durante un percorso didattico. Il

sillabo deve essere strutturato in modo sequenziale ma

deve essere possibile anche ritornare su argomenti già

trattati, deve seguire cioè un andamento a spirale. I

sillabi possono essere di tre tipi: proposizionali

(considerano le capacità di acquisizione e possono

essere a loro volta formali con riferimento ai criteri

linguistici o funzionali, relativi alle esigenze

linguistiche),procedurali (il docente gestisce ciò che

deve essere insegnato),processuali (il discente diviene

protagonista della fase decisionale).

Verifica degli apprendimenti: ogni percorso didattico

• deve prevedere un sistema di verifica dei risultati. In

caso di inefficacia dell'insegnamento è necessario

riprogettare o revisionare il percorso didattico.

MODELLI OPERATIVI

Durante la fase di microprogettazione viene stabilito nel

dettaglio, in termini di sistemi operativi, il percorso da

attuare:

INCONTRO/LEZIONE (I/L)

La lezione è il modello operativo canonico, molto fecondo

fino al '900, prima che si sviluppassero gli approcci

comunicativi. Durante la lezione i rapporti tra docente e

discente sono fortemente gerarchizzati: il docente

somministra la regola il discente la memorizza. Questo

modello è utilizzato sempre meno ma tende ad essere

attuato ancora in molte istituzioni. In una accezione ristretta

si può parlare di incontro/lezione riferendoci solo all'unità di

tempo in cui essa si svolge.

UNITà DIDATTICA (UD)

L'UD segue le teorie della gestalt attraverso un percorso che

va dal globale per poi approdare ad una sintesi attraverso

l'analisi. Questo modello è composto da più I/L e si sviluppa

nell'arco di 4/6 ore. Marcel Danesi parla di UD bimodale

riferendosi alle diverse caratteristiche dei due emisferi

cerebrali (sinistro- analitico, destro- globale). L'acquisizione

avverrebbe attraverso una precisa direzionalità, partendo

cioè dall'emisfero destro (Globale) per poi arrivare a quello

sinistro (analitico) il ricongiungimento delle parti genera

l'analisi. Questo modello ha dei limiti in quanto riflette

soprattutto la prospettiva del docente e spesso risulta

difficilmente applicabile nel caso di oscillazione delle

presenze.

UNITà DIDATTICA CENTRATA SUL TESTO (UdT))

Nell'UdT il ruolo maggiore è ricoperto dal testo orale o

scritto. Fondamentale risulta essere anche l'interazione che

funge da testo. L'UdT è preceduta da una

concettualizzazione che fornisce le coordinate per

l'interpretazione del testo e da una fase finale che prevede la

capacità di riutilizzare il materiale linguistico e culturale.

UNITà DI APPRENDIMENTO (UdA)

L'UdA è l'unità minima di apprendimento che può durare

pochi minuti o un'ora. Come l'unità didattica procede

attraverso un percorso che va da

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
29 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/02 Didattica delle lingue moderne

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher velody di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica delle lingue moderne e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Ferreri Silvana.