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Bruner, LASS language acquisition support system non basta attivare la nostra
competenza nella testa, occorre assolutamente che ci sia un sistema di supporto dato
dalla famiglia, dai compagni, dal contesto sociale è l’ambiente circostante che
influenza il nostro modo di apprendimento.
Idea più legata al contesto sociale, alla performance. La lingua viene forgiata dal
contesto comunicativo. Non abbiamo diverse capacità di partenza ma le educhiamo in
modo diverso in base al contesto.
Hymes verso la competenza comunicativa.
Nella nostra epoca c’è un forte cambiamento Von Humboldt: “non si possono
insegnare le lingue, si possono solo creare le condizioni perché l’apprendimento abbia
luogo”.
Quando si insegna si possono utilizzare metodologie diverse.
In Italia negli anni ’60 prospettiva umanistico-affettiva (Freddi) al centro c’è
l’uomo con le sue caratteristiche in ambito sia cognitivo che affettivo visione olistica
dell’uomo (nel suo insieme). La nostra epoca dà molta attenzione all’apprendente. Più
recentemente prospettiva cognitivo-emozionale.
Rogers non si insegna solo dal collo in su, non bisogna coinvolgere solo le sfere
cognitive, ma anche la sfera affettiva, la capacità embodied di sviluppare lingue
attraverso ambiti sensoriali-motori.
Ausubel apprendimento significativo le nuove informazioni creano relazioni con il
preesistente attivato dall’apprendente es. un bambino quando deve apprendere la
“letteratura volgare” lo intende come un linguaggio contenente parolacce,
l’insegnante deve collegare le informazioni preesistenti attivate dall’apprendente con
le nuove informazioni.
Inizio anni ’80 le elaborazioni teoriche si riversano in un approccio pratico alla
lingua avvento del comunicativo necessità di riflessioni su aspetti morfosintattici
e grammaticali.
Apprendo meglio quando posso collegare ciò che sto imparando a qualcosa che so già,
se posso ricollegarlo con un’esperienza alla base.
03/10/23
Krashen ipotesi dell’input comprensibile apprendimento della seconda
lingua una lingua si impara ascoltandola, leggendola, bisogna esporsi all’input
purché l’input sia comprensibile. Una lingua si impara se si comprende, comprensione
alla base di tutto. L’input non deve essere al livello delle competenze dell’apprendente
sennò non impara, deve avere un input più difficile di quello che già sa.
Es. non dobbiamo parlare agli immigrati sempre con il “tu” altrimenti non imparano.
“Input + 1”. L’input deve essere modellato sul soggetto apprendente ma non bisogna
mai fermarsi, deve sempre esserci uno stimolo ad imparare qualcosa di nuovo.
La nostra testa ha una sorta di semaforo (monitor), dà indicazioni in base alla qualità
del nostro produrre lingua, ci aiuta ad applicare regole corrette, ci fa scegliere termini
corretti, mi aiuta nella produzione in base al contesto (es. sarà attivo in aula, non per
la strada dove posso anche commettere qualche errore grammaticale).
A volte anche se il monitor sa cos’è giusto, per paura di commettere un errore non
parliamo, non usiamo la lingua. filtro affettivo.
Questa ipotesi suscitò dibattito fine anni ’80 Swain risponde si impara
parlando quando parliamo produciamo una lingua e dobbiamo fare attenzione ai
meccanismi della lingua stessa, quando si passa alla produzione linguistica il cervello
si concentra in maniera diversa sui meccanismi della lingua quando comprendo
invece mi concentro di più sul messaggio, non tanto sui meccanismi della lingua
quando produco lingua il mio cervello si organizza in modo diverso, sicuramente si
concentra sui significati ma dà un’attenzione diversa ai meccanismi della lingua per
poterli riprodurre (es. desinenze del passato).
Teoria del noticing.
Un parlante viene sempre influenzato dalla propria lingua madre, cerca di applicare i
meccanismi della sua lingua in un’altra.
Ordine naturale es. un bambino invece di “pianto” dice “piangiuto” perché per
analogia pensa a come si formano i participi regolari, è un errore comprensibile.
Acquisizione e apprendimento
Krashen acquisizione inconscio, inconsapevole, permanente (es. prima lingua).
Apprendimento razionale, non permanente, lo dimentichiamo, viene dopo
l’acquisizione, ci aiuta a consolidare, a consapevolizzare.
Krashen rule of forgetting se coinvolgo lo studente in un’attività attraverso una
lingua straniera molto motivante e non mi concentro sul fatto che sia un’altra lingua,
questo migliora l’apprendimento inconscio (quindi l’acquisizione), non bisogna
concentrarsi in modo razionale sulla lingua ma bisogna stimolare attività coinvolgenti
che ci portino a dimenticare che si tratta di una lingua straniera. Es. laurea in inglese
in Italia.
Preparazione all’esame
Un paragrafo scritto bene si basa sulla topic sentence, riassunto dell’idea base che
viene mostrata nel paragrafo, esprime un punto di vista sul tema. Serve ad aiutare chi
scrive, per organizzare le idee in maniera logica. Serve anche a mantenere il testo
coerente con la consegna.
Esempio di quesito all’esame scelga una soft-skill, la descriva e argomenti sul
perchè la ritiene utile per gli studenti di oggi.
Una di queste che risulta importante per gli studenti, soprattutto odiernamente, è la
capacità di organizzarsi e pianificare.
Vengono solitamente denominate soft skills le competenze di un soggetto che non
sono state acquisite attraverso l’insegnamento scolastico ma che sono naturali o
innate addirittura, che risultano estremamente utili nei vari contesti sia scolastici che
lavorativi.
Tale soft skill conferisce allo studente la capacità di identificare i propri obiettivi e le
proprie priorità, da un lato tenendo conto del tempo a disposizione e organizzando in
modo adeguato le proprie risorse, dall’altro pianificando le proprie mansioni in modo
da giungere all’obiettivo in maniera efficace.
Per esempio, uno studente iscritto all’università, per conseguire buoni risultati,
cercherà di organizzare i propri esami in maniera appropriata. Egli tenderà, ovvero, a
suddividere il carico di studio in modo da potersi concentrare in modo approfondito sul
contenuto degli esami ma, allo stesso tempo, senza ritrovarsi sommerso dalla mole di
lavoro.
Similmente, tenderà ad organizzare la sessione in maniera tale che possa dedicare il
giusto tempo ad ogni singolo esame, cercando di essere il più produttivo possibile ma
senza approssimare lo studio.
In conclusione, ribadisco, dunque, che essere in grado di organizzare adeguatamente il
proprio lavoro, che sia universitario o meno, è fondamentale, al fine di imparare nuovi
contenuti attraverso uno studio ben pianificato e di giungere al proprio obiettivo in
modo efficace ma allo stesso tempo in maniera rapida, senza procrastinare o
approssimare le proprie mansioni.
04/10/23
Guardando i comportanti degli apprendenti, Krashen aveva sviluppato ipotesi di
spiegazione di ciò che avviene. Avvicinandoci alla nostra epoca, le tecnologie a
disposizione migliorano e il nostro cervello viene studiato meglio rispetto al tempo di
Krashen.
Neuropedagogia delle lingue e neuropsicologia delle lingue Franco Fabbro, medico
educatore. Negli ospedali friulani arrivavano molti casi con sospetti problemi
neurologici.
Es. Chi vede solo una grande h problemi all’emisfero sinistro, legato a gestione
analitica.
Emisfero destro percezione più universale.
Dominanza cerebrale.
È una fase storica superata la fase di alfabetizzazione in base al contesto, globale, top
down.
Successivamente si viene alfabetizzati con un processo sillabico, senza processo top
down, non agisce sul significato delle parole ma prima viene la formazione delle
parole.
Il contributo della neurolinguistica
Neuromiti es. periodi critici credenza che non ha alcun fondamento di verità
attestata. Deriva dall’idea che il nostro cervello sia ben diviso al suo interno in parte
destra e sinistra in realtà degli interventi hanno dimostrato che sono collegate, però
processano e lavorano informazioni in modo diverso.
Danesi bimodalità e direzionalità
09/10/23
Marcel Danesi ha condotto degli studi sulla teoria della bimodalità e la direzionalità. Il
nostro cervello è diviso in due parti che fanno cose diverse. Secondo Danesi la
modalità sinistra risponde a determinate funzioni: gestisce il linguaggio, la memoria
verbale, il significato denotativo, le attività intellettuali, il pensiero convergente (porta
alla soluzione di un problema attraverso modi alternativi), l’astrazione e l’analisi.
Queste caratteristiche ovviamente escludono quelle che caratterizzano la parte destra
del cervello.
Per quanto riguarda le caratteristiche verbali della modalità sinistra abbiamo:
fonologia, morfologia e sintassi; oltre che le relazioni formali tra le parti di una frase; il
significato letterale, e le varianti stilistiche.
Le caratteristiche verbali della modalità destra comprendono: la struttura prosodica,
l’intento espressivo della frase (dichiarazione, comando), il significato metaforico, e
l’umorismo verbale. La struttura prosodica è molto importante per la funzione che
voglio attribuire ad un’espressione. Una singola espressione può avere dei significati
diversi in base all’intonazione che viene utilizzata. Ovviamente un italiano capisce il
significato di una frase in base all’intonazione, ma non è sicuro che uni straniero possa
farlo.
Nella tabella seguente è necessario capire quale parte del cervello ci caratterizza di
più. È necessario capire quali modalità di insegnamento privilegiare nel caso dell’uno e
nel caso dell’altro. È necessario lavorare su entrambi i lati, non si può obbligare uno
studente a privilegiare una modalità rispetto che ad un’altra (utilizzata per aiutare un
altro studente, per esempio). Finché la didattica rimane esclusiva per un tipo di
approccio e non legata a una reale combinazione di elementi che costituiscono una
comunicazione, il problema continuerà ad esserci e lo studente non potrà capire. È
necessario integrare la colonna sinistra a quella destra.
Molto spesso a scuola avviene una sorta di selezione naturale, e magari gli studenti