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Insegnare geografia: idee e programmi
Capitolo 1 Didattica generale e didattica della geografia
1.1 Il ruolo della didattica nelle scienze dell'educazione
L'insegnamento riguarda la trasmissione del sapere elaborato dagli uomini nei molteplici campi di esperienza. Le conoscenze, tuttavia, devono essere presentate in modo tale da permettere all'allievo una rielaborazione attiva, che stimoli il formarsi di strategie mentali individuali e che lo porti ad un'autonoma conquista del sapere. La scuola si trova a sostenere problemi che ne limitano l'efficacia educativa e il suo ruolo non consiste ancora in un concreto supporto nella pratica quotidiana. L'insegnamento per sviluppare efficacemente le sue potenzialità deve poggiare su solide basi scientifiche che trova nel alimento in una varietà di saperi: quelli relativi alle scienze dell'educazione (pedagogia e psicologia) e quelli relativi alle scienze sociali (antropologia culturale e sociologia). Nel contesto delle scienze dell'educazione è sorta una disputa sulla collocazione della didattica intesa come insieme di orientamenti, principi e tecniche da applicare ai processi di apprendimento e insegnamento. Ad essa è stata negata l'autonomia disciplinare così, mentre la pedagogia si qualifica come scienza dell'educazione, la didattica ne sarebbe solo la derivazione pratica. Questa subordinazione è sostenuta, figlia dell'ideologia neoidealista, sostenitrice della filosofia dell'educazione e convinta che fosse sufficiente una buona formazione specifica per poter insegnare. Per riqualificare la didattica bisogna riconoscere: 1) i fondamenti scientifici delle pratiche e tecniche di apprendimento-insegnamento 2) delimitazione di un chiaro oggetto di ricerca. I contenuti essenziali della didattica.
tra sono: continuità, collegialità, partecipazione sociale, i tempi
e gli spazi del processo di apprendimento e insegnamento.
Nella progettazione didattica, esistono 3 momenti importanti:
teorico, metodologico e operativo.
1.2 Didattica generale e didattiche disciplinari
La didattica si pone come scienza di frontiera tra discipline
pedagogiche, psicologiche e della comunicazione. Lo è anche
rispetto ad un altro versante, quello delle relazioni con le
altre discipline che sono insegnate a scuola. Lo sistema
della didattica su distinti versanti non l'aiuta a trovare
sicurezze basi epistemologico ma, d'altro canto, le consente
di considerare suo oggetto di studio sotto molti aspetti.
Per valorizzare la pluralità dei linguaggi presenti a scuola
bisogna impostare la ricerca sul confronto e questo può essere
fatto solo nell'ambito della didattica generale.
Franco Frabboni parla di MATCH-CONFRONTO tra didattica generale
e didattica disciplinare (la didattica delle singole materie scola-
stiche): la prima progettata da ricercatori nell'ambito delle
scienze dell'educazione, la seconda da ricercatori dell'ambito
disciplinare: letterario, storico, matematico etc. Devono lavorare
a stretto contatto tra loro: la seconda non potrà ignorare
le indicazioni della prima e ovviamente nemmeno oggetto
e finalità della disciplina di riferimento.
1.3 Perché una didattica della geografia?
La didattica della geografia è riconosciuta:
come ambito scientifico nel quale si producono conoscenze e
Capitolo 2 "Il quadro storico dell'educazione geografica"
2.1 Mito e geografia
È importante analizzare l'evoluzione del concetto di geografia partendo dallo sguardo al passato verso l'insegnamento della materia, prendendo in esame le tappe che hanno segnato la storia e la cultura dei popoli. La geografia moderna nasce nella seconda metà dell'800, ma una prima forma di geografia spontanea, che nasce dalla necessità di conoscere il territorio, ha radici remote. Per questo il mito si lega alla geografia, poiché costituisce il modo primitivo di spiegare il mondo e i suoi fenomeni. Il mito ha un importante valore educativo poiché segnala modelli di comportamento, comunicando un compiuto sistema di valori. Inoltre, esso consente di agganciare il protoconcetto di spazio e tempo. I miti che hanno maggiori implicazioni geografiche sono quelli che rispecchiano la cosmologia in cui la natura è divinizzata e spiegata come successione di teofanie (manifestazioni del sacro) e cosmogonie (impostazione del cosmo in base alle parentela tra dei). Nel mito si racchiudono anche risultate derivanti da osservazioni astronomiche.
Anche miti relativi alle condizioni economiche possono interessare la geografia (caccia, pesca, agricoltura, etc). Alla formazione del mito geografico contribuisce lo spunto di osservazione. Attraverso l'analisi dei processi naturali e delle loro periodicità si possono individuare gli sforzi dell'uomo per imparare a conoscere la natura e a giungere ad un inteso con essa (calendario).
2.2 Il mondo classico
tra e calcoli risultano le uniche realtà certe. Il metodo
poggi quindi sulla forza matematica della ragione. Carte
siò dà un contributo fondamentale asserendo che non bisogna
accettare nulla per vero e che la realtà può essere dedotta
con rigore logico dalle idee chiare. La logica cartesiana si
esprime in quattro principi:
- EVIDENZA realtà considerata in se
- RIDUZIONE scomposizione dell’oggetto
- CAUSALITÀ spiegazione delle cause
- ESAUSTIVITÀ rassegna completa degli elementi
la scuola a poco a poco diventa per tutti e questo comporta
l’esigenza di una seria impostazione metodologica e così
nasce la pedagogia scientifica e una nuova didattica
Va citato dunque Comenio il padre della moderna pedago
gia, secondo il quale si deve apprendere nel rispetto dell’espe
rienza quindi mediante l’osservazione diretta. Al lui si deve
dunque un importante merito nell’insegnamento della geografia:
l’associazione tra la parola e l’immagine. Questo binomio
è importantissimo in quanto prima l’aspetto iconografico dell’in
segnamento veniva completamente trascurato. Impasare attra
verso le figure. Si va formando una concezione secondo la quale
è fondamentale riuscire ad acquisire una “forma mentis”, una gra
do di apprendere per inclinazione e necessità. John Locke trova
la geografia molto proficua per sviluppare l’aspetto di osserva
zione ma è anche un vero diletto, per le gite e passeggiate
scientifiche etc...
2.6 Il Settecento e la prima metà dell’ottocento