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Formulazione basilari della geografia
Un concetto fondamentale per la geografia è quello sulla Regione: essa non viene intesa dal punto di vista politico-amministrativo perché si intende fare riferimento ad un concetto più ampio. A volte però la regione può corrispondere ad un'identità amministrativa-territoriale.
Buache (1752): pensa che la regione sia una porzione di territorio con caratteristiche analoghe dal punto di vista naturalistico, religioso, linguistico, culturale (non si utilizza ancora questo termine ma ci si riferisce agli aspetti della vita umana) etc... e iniziò a riflettere su cosa dovesse essere incluso nello studio della regione. I primi geografi considerano un bacino fluviale un tratto omogeneizzante dato che attraversa interi territori rendendoli omogenei. L'Encyclopédie è la sua opera più importante: si parla già di regione in ambito politico-amministrativo. Ciò non
sistemico, che considera la regione come un sistema complesso di interazioni tra elementi naturali, sociali ed economici. Questo approccio si basa sulla teoria dei sistemi e sottolinea l'importanza delle relazioni e delle interconnessioni tra le diverse componenti di una regione. Nel corso del tempo, la definizione e l'approccio alla regione sono evoluti, riflettendo i cambiamenti nella disciplina della geografia e nelle prospettive teoriche. Oggi, la regione viene spesso studiata come un'entità dinamica e in continua evoluzione, influenzata da processi globali come la globalizzazione, l'urbanizzazione e i cambiamenti climatici. In conclusione, la regione è un concetto chiave nella geografia, che permette di comprendere e analizzare le caratteristiche e le dinamiche di un determinato territorio. La sua definizione e interpretazione possono variare a seconda del contesto e dell'approccio teorico adottato.funzionalista: la regione non è identificata in base a dei caratteri omogenei piuttosto da aree d'attrazione di grandi città. Distinguiamo la regione nodale, polarizzata etc... Secondo l'approccio funzionalista (1960): afferma che la regione non è identificata da caratteri omogenei: essa è piuttosto definita dall'area di attrazione di una grande città (centro metropolitano) per cui si parla di regione nodale, polarizzata individuata con metodi statistici. Secondo la teoria generale dei sistemi: la regione è un sistema spaziale aperto agli scambi con l'esterno, una struttura in movimento mossa da un processo e orientata al mantenimento dell'equilibrio interno e al raggiungimento di un fine. L'oggetto di ricerca è il processo, le relazioni nel loro divenire: poiché la regione è un sistema spaziale aperto va studiata nei suoi rapporti con l'esterno. Hettner (1859-1941): anche lui compieDiversi viaggi verso il Sud America, la Russia, l'India, l'Asia e l'Africa.
La sua opera fondamentale è Die Geographie: si cerca di delineare un metodo geografico e si concentra su cosa dovrebbe studiare la geografia, delineando delle leggi che la rendano una scienza oggettiva.
- Utilizza le categorie Kantiane di "scienze nomotetiche" (per stabilire le leggi) e di "scienze ideografiche" (che descrivono il particolare).
- Approccio corologico: studio dei fenomeni per regione, sia omogenei che discontinui, dunque le interazioni tra il sistema delle regioni ed il suo esterno.
- Sono avvenuti dei fraintendimenti per la non corretta identificazione dell'oggetto di studio della geografia; studio della superficie terrestre, e delle sue differenze regionali.
- Unità della geografia; elementi eterogenei ma correlati, non c'è distinzione tra regione geografica e naturale, studia elementi fisici naturali ed
Elementi umani, per definire come funziona questa relazione.
- Lo studio della superficie terrestre si può effettuare con un approccio regionale, l'aspetto comparativo diventa importante per analizzare il complesso dei caratteri delle singole aree, con un approccio generale o sistematico, che confronta le regioni in base alle particolari caratteristiche per capirne la relazione tra uomini e natura (es. paragonando due città, etc...)
Cholley (1888-1968): anche lui intendeva trattare attraverso la geografia la combinazione di fenomeni fisici, biologici e umani parlando di complessità.
Hartshorne (1899-1992): in Perspective on the nature of geography afferma il concetto di geografia come scienza degli spazi terrestri. Egli riprende Cholley e sostiene che la geografia piuttosto che studiare i singoli fenomeni o categorie di fenomeni, deve studiare associazioni di fenomeni che danno un certo carattere ai luoghi e pongono differenze e somiglianze. Ciò
Perché la geografia si occupa dei fenomeni eterogenei. Inoltre, la geografia intende analizzare i fenomeni da un punto di vista in particolare: quello spaziale. Ma, a differenza di altre scienze dello spazio, nella geografia, la superficie terrestre costituisce un oggetto unico poiché è costituita dall'integrazione di fenomeni inanimati, sociali e biologici. In questo senso la geografia è una scienza di sintesi che ha solo un punto di vista spaziale. La geografia come scienza della differenziazione spaziale privilegia l'analisi dei casi singoli. La geografia è una scienza idiografica (studia il particolare) perché non formula generalizzazioni. Il ruolo del geografo è quello di collegare al punto di vista spaziale problemi che gli altri trattano isolatamente. Infine, lo studio del passato può esserci utile perché agevola la comprensione del presente.
La new Geography: la rivoluzione quantitativa. Intorno agli anni '50 del 900,
Si pone attenzione allo studio dei fenomeni regionali. Come reazione allo studio dell'unico si sviluppano tendenze epistemologiche alternative che attingono al Positivismo. Questo Neo-Positivismo geografico è critico nei confronti della geografia dell'unico, poiché ritiene che questo approccio non riesca a fornire le risposte necessarie alla pianificazione territoriale. Si riafferma la centralità della teoria scientifica per fornire delle risposte. Rispetto al positivismo non ci sono spiegazioni meccanicistiche, come accade con Ratzel, ma si intuivano le possibili relazioni in chiave probabilistica.
New Geography - La Teoria dei Sistemi
Sistema Aperto: è un sistema capace di mettersi in relazione con l'esterno (ambiente) ed è caratterizzato dalla omeostasi e dalla retroazione. Possono scambiare con l'ambiente esterno sia materia che energia. Per esempio, l'acqua che si scalda in una pentola. Infatti, dall'ambiente
Riceve energia sotto forma di calore, ma allo stesso tempo rilascia nell'ambiente materia sotto forma di vapore acqueo.
Sistema chiuso: Le interazioni fra gli elementi avvengono solo fra i componenti del sistema. Possono scambiare con l'ambiente solo energia. Per esempio, l'acqua contenuta in una bottiglia sigillata; essa può essere riscaldata e raffreddata ma non scambia materia con l'ambiente esterno.
Lati Negativi dell'impostazione quantitativa in geografia:
- Il rischio: Nei giochi matematici delle probabilità il rischio è un fattore operativo eliminabile con il calcolo delle probabilità. Negli studi sociali il rischio è essenziale e non è prevedibile.
- La devianza: i metodi quantitativi esprimono e si concentrano su una media, ponendo e leggendo il resto in termini di devianza o anormalità.
- Subordinazione all'ordine dominante: Lavorare sui metodi
Geografia post-modernista
Negli anni 80 nasce il post-modernismo (in architettura), un orientamento a noi contemporaneo, che ha introdotto delle correnti che influenzano gli studi attuali. È caratterizzata dal rifiuto per le teorie generali delle scienze (che lasciano il posto alla frammentarietà dei concetti) e non è possibile identificare dei capiscuola perché sono diversi i geografi che, pur lavorando in questo contesto, hanno delle caratteristiche non uniformi.
Essa ha come focus le dinamiche culturali dal punto di vista geografico. Non si occupa del metodo quantitativo, infatti, sono diversi gli autori che hanno ispirato filoni di ricerca e
metodi che potrebbero provenire dall'antropologia culturale. Come approccio è vicina alla psicologia sociale e attenziona le dinamiche sociali e ambientali. La carta geografica assume un peso ideologico perché è una