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CAPITOLO 12: GESTIONE DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI E SOCIALI

Un buon educatore deve essere autentico nella comunicazione, cioè creare una comunicazione vera

e chiara sia come contenuti che come metodi di comunicazione (bisogna soprattutto essere coerenti

con ciò che si dice e comportarsi di conseguenza, non predicare bene e razzolare male). L’educatore,

per creare una corretta comunicazione e un corretto rapporto con i propri allievi, oltre ad essere

autentico, deve rinunciare alla sua centralità e alla supremazia del proprio ruolo accogliendo la

possibilità di un dialogo e di un confronto riconoscendo la parzialità e l’insufficienza della propria

verità, accogliendo la pluralità dei punti di vista.

Da non trascurare il fatto che una comunicazione diventa efficace quando il feedback viene gestito

adeguatamente, cioè quando questo passa attraverso i filtri comunicativi tramite un’analisi

approfondita delle variabili che lo hanno generato, evitando quindi fraintendimenti.

Altra caratteristica fondamentale è la relazione empatica, cioè la capacità di entrare in relazione

con l’altro mettendosi “nei panni dell’altro” e comprendendo il suo punto di vista, senza però

confondere le proprie idee o lasciarsi influenzare troppo dalle emozioni/bisogni dell’altro altrimenti

si rischia di fare una cattiva comunicazione perché si è influenzati direttamente dall’emotività

26

(entrare in empatica ma tenere comunque fermo il proprio ruolo e le proprie idee, senza lasciarsi

troppo trasportare e coinvolgere). Questo aspetto si basa molto sull’ascolto e sul prestare

attenzione sui bisogni e sulle scelte degli altri (in questo caso degli studenti), il cosiddetto ascolto

attivo e questo si manifesta con segnali e gesti corporali (se sto ascoltando in modo attivo infatti,

tenderò per esempio ad avvicinarmi a colui che parla, a guardarlo in un certo modo ecc.).

L’insegnante ha l’obbligo e il dovere di creare un’empatia tramite l’ascolto attivo con i propri

studenti. Senza l’ascolto attivo dell’insegnante infatti, lo studente si sentirà “spaesato” e la

comunicazione non sarà efficace e di conseguenza l’insegnamento.

Le indicazioni concrete che sostengono uno stile comunicativo efficace, improntato alla coerenza,

all’ascolto e all’empatia sono (ovviamente queste non sono linee universalmente valide e sempre

applicabili):

 Osservare, riconoscere e confermare l’interlocutore

 Riconoscere ed evitare il ricorso a pregiudizi

 Usare un linguaggio chiaro e diretto

 Decodificare criticamente i messaggi di feedback

 Mettersi in gioco attraverso il confronto

 Esprimere messaggi verbali, para-verbali e non verbali congruenti

 Domandare e chiedere riscontri circa la comprensione dei messaggi espressi

 Modificare ed adeguare i propri messaggi alle caratteristiche dei destinatari

La gestione dei conflitti, cioè gestione dei momenti critici del rapporto tra studenti, studenti e

docente e cosi via è un altro aspetto fondamentale. Un buon insegnante infatti, deve saper mitigare

questi conflitti al fine di aumentare l’efficacia dell’insegnamento; tenendo un ambiente tranquillo e

agevole infatti, la qualità dell’insegnamento è migliore rispetto a quello che si fa in un ambiente

ricco di conflitti. Più si governano i confitti, più si crea un ambiente adatto e funzionale

all’insegnamento. Non è consigliato il confronto diretto.

Una buona comunicazione si costruisce attraverso un buon clima socio-relazionale e positivo.

Questo si crea appunto, tenendo sotto controllo i conflitti che possono incrinare il clima (rovinare

l’ambiente come si suol dire). Bisogna infatti, sempre agire in modo corretto ed evitare

comportamenti che possono minare la positività e la tranquillità dell’ambiente (nervosismo,

tensione ecc.). Anche l’insegnante quindi deve sempre cercare di evitare possibili frizioni e problemi,

al fine di creare una comunicazione e quindi un insegnamento efficace.

Da non sottovalutare anche il gruppo e le dinamiche emotive (appartenenza, indipendenza,

integrazione, collaborazione). Bisogna infatti stimolare questi aspetti nei discenti, evidenziando per

esempio il loro senso di appartenenza nel ruolo di studente (per esempio in America, questo senso

di appartenenza all’università è molto sviluppato e ogni studente e fiero di appartenere a quella

università). CAPITOLO 13: LA COMUNICAZIONE FACCIA A FACCIA

 Linguaggio verbale chiaro

 Attenzione al linguaggio non verbale e alle sue funzioni 27

 Uso corretto di tono, ritmo, silenzio

 Attenzione alla prossemica; cioè alla posizione dei corpi e degli oggetti

 Micro e macrocinesica; cioè gestualità, postura, sguardi, mimica facciale ecc. con

conseguente comprensione della loro funzione della comunicazione

 Attenzione ai vari fraintendimenti e malintesi, alle varie incoerenze e ai filtri/barriere

comunicative

CAPITOLO 14: COMUNICAZIONE TESTUALE E MULTIMEDIALE

La comunicazione didattica si avvale di vari supporti mediali (medium/mezzi): mezzi linguistici,

cognitivi, simbolici e tecnologici.

Gli aspetti principali della comunicazione testuale e multimediale sono:

 Testualità e scrittura; cioè uso di testi e scrittura al fine di rielaborare le proprie idee e i

concetti, anche attraverso la lettura che ci aiuta moltissimo a sviluppare discorsi più

elaborati e approfonditi (le nuove generazioni che hanno perso la “passione della

lettura”, hanno sviluppato una maggior rapidità nello sviluppare un pensiero ma questo

sarà molto superficiale e poco approfondito)

 I manuali scolastici

 La multimedialità che ha aperto nuovi scenari e nuovi metodi e codici comunicativi,

unendo più linguaggi in uno (tipo testo ed immagini). La multimedialità ha una sua

tecnica di scrittura (grassetto, corsivo, dimensioni carattere, icone ecc.) che serve a

sottolineare i concetti e chiarirli (il grassetto per esempio indica che quella parola/frase

è più importante per esempio). Come detto, la multimedialità permette di inserire delle

immagini che possono facilitare la comprensione dei concetti (schemi, slide ecc.).

Possono anche essere usate immagini di film, eventi musicali ecc. al fine di facilitare la

comprensione del concetto. Le immagini infatti possono avere funzione decorativa,

rappresentativa, organizzativa, interpretativa, esplicativa ecc.

Nell’ambito della comunicazione multimediale, rientra la comunicazione mediata da computer. Le

principali caratteristiche di questa sono:

 Comunicazione asincrona: cioè uso di email, blog, forum ecc. che permettono allo studente

di imparare e comunicare in modo non contemporaneo, ma a distanza e con i suoi tempi

 Comunicazione sincrona: live chat (Skype, whatsapp ecc.), mondi virtuali, videoconferenze

ecc.

 Pressione tecnica: è una variabile, cioè visto che usiamo degli strumenti multimediali,

bisogna sempre essere certi che questi strumenti (pc, microfoni, rete ecc.) siano sempre

funzionanti e che gli strumenti usati siano funzionali allo scopo prefissato. La tecnologia

infatti è vulnerabile e ci costringe a un “ossessivo” controllo dei suoi strumenti e del suo

funzionamento 28

 Senso di inadeguatezza rispetto al medium: non tutti gli utenti infatti, si trovano a proprio

agio e imparano allo stesso modo con l’uso dei mezzi multimediali. Può capitare infatti che

uno studente non si senta a proprio agio con lo strumento usato (forum, chat ecc.), magari

anche a causa dell’assenza di un immediato feedback. Per evitare ciò c’è bisogno di un

supporto tecnico continuo e costante che aiuti lo studente a capire l’utilità dello strumento

usato e trarne reali vantaggi, risolvendo i problemi

 Assenza di elementi non-verbali e i suoi effetti: ovviamente la comunicazione mediata da

computer e quindi a distanza, non ha aspetti non-verbali e ciò obbliga il linguaggio ad essere

“carico e preciso”. Questo aspetto aumenta il rischio di incomprensioni; questo aspetto

cerca di essere mitigato con l’uso di un linguaggio corretto e preciso, integrato con delle

emoticon che trasmettono, in qualche modo, anche l’aspetto non verbale

 Incoraggiamento nella comunicazione didattica mediata: questi strumenti rendono molto

critica l’interazione online sul piano emozionale, quindi l’e-tutor (insegnante) deve

aumentare la dose di messaggi volti a dare sostegno e incoraggiamento ai discenti, cioè

mettere a proprio agio il discente e spingerlo ad usare questi strumenti incoraggiandolo

emotivamente (come detto infatti, l’aspetto emotivo in questo tipo di comunicazione è

mancante)

La comunicazione multimediale quindi possiamo dire che si avvale di vari sistemi di comunicazione:

parole scritte, immagini statiche e dinamiche, suoni ecc; sistemi che possono essere in senso stretto

(più piccoli, tipo CD-ROM) o in senso ampio.

Il docente ridefinisce i canoni tradizionali dell’insegnamento, integrando le nuove tecnologie in essi

e valutando la reale efficacia di questi mezzi in un determinato ambiente (tenendo anche presente

ovviamente che per padroneggiare tali strumenti, l’insegnate deve avere specifiche competenze per

saperli sfruttare).

CAPITOLO 15: LA VALUTAZIONE DEI PROCESSI FORMATIVI E DIDATTICI

Il termine valutazione ha una geografia semantica molto vasta. Il termine valutazione ha due

significati determinanti: uno di carattere quantitativo e uno di carattere qualitativo. La valutazione

è un processo non lineare di natura descrittiva e interpretativa, cioè non riducibile ad una mera

misurazione quantitativa del risultato, quindi non standardizzata, in quanto nella valutazione entra

direttamente in gioco il modo di “vedere e valutare le cose” dell’insegnante (cioè non ci si limita a

valutare il mero risultato ma anche altri aspetti che ognuno vede in modo personale e attraverso i

propri filtri).

Valutare è difatti una operazione connessa all’espressione di giudizi che sono inconsapevolmente

influenzati da variabili implicite e “sotterranee”. In didattica c’è l’esigenza di operare valutazioni il

più possibile corrette ed equilibrate, cioè è doveroso usare metodi giusti e fornire una valutazione

corretta, tenendo conto di tutti gli aspetti e cercando di non farsi influenzare dai filtri personali

(antipatie/simpatie, stati emotivi ecc.). Per fare ciò bisogna riflettere sulla valutazione e attuare una

teoria di valutazione efficacia. La valutazione infatti incorre facilmente in errori prodotti da

convinzioni sociali. 29

Bisogna precisare che verifica e valutazione vera e propria sono

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Publisher
A.A. 2015-2016
48 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MimmoScogna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Napoli - Parthenope o del prof Lo Presti Francesco.