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Diciannovesima Sentenza della Cass. Belga (partita d'acciaio) Pag. 1
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SCAFOM INTERNATIONAL v LORRAINE TUBES S.A.S.

Corte di Cassazione belga - 19 giugno 2009

Vicenda che ha suscitato molti dibattiti in quanto affronta un tema in cui non ci sono in generale

moltissime sentenze, ma solo alcune che si ricollegano ad eventi eclatanti

(es. chiusura del Canale di Suez o la guerra in Iran).

Nella fattispecie la società olandese Scafom conclude come acquirente una serie di contratti di

vendita per la consegna di tubi di acciaio.

1. Exma conclude il contratto come parte venditrice francese, ma viene poi acquisita dalla società

belga Lorraine tubes, che quindi le subentra anche nelle obbligazioni di consegna derivanti dal

contratto in questione (chi vende è Exma ma chi è obbligata e Lorraine).

Questa successione temporale spiega la ragione per cui, quando si parla di diritto applicabile si

guarda al diritto francese, mentre quando si tratta di determinare il giudice competente ci si

rivolge al giudice belga: la causa viene iniziata da Scafom, instaurando il giudizio presso il

domicilio del convenuto nel momento in cui inizia la causa, per cui davanti al giudice belga,

ma il diritto applicabile in materia di vendita è il diritto del venditore ma al momento della

conclusione del contratto, ed ecco perché anche se la causa viene iniziata davanti al giudice belga

poi si va a guardare al diritto francese, proprio perché i due criteri vengono in rilievo in due

momenti diversi.

2. Dopo la conclusione di questi contratti di vendita il prezzo dell’acciaio aumentò in maniera

“imprevedibile” del 70%, un aumento obbiettivamente molto inusuale, che va al di là sicuramente di

quella che è la fluttuazione dei prezzi che pure risulta normalmente prevedibile.

3. Terzo dato fattuale molto importante è dato dal fatto che non c’era alcuna clausola di

adattamento del prezzo nel contratto, neppure una clausola legata ad esempio all’inflazione, anche

se questo avrebbe potuto complicare ulteriormente le cose (se le parti mettono una clausola simile,

sicuramente il 70% non è dato dalll’inflazione, e quindi il tema diverrebbe che si è previsto solo la

variazione da inflazione e non altre). Ciò significa che

 Dal punto di vista fattuale è quindi una vicenda relativamente semplice.

Il TRIBUNALE DI 1° GRADO applica la teoria dell’imprevision in virtù della quale, a fronte di eventi

sopravvenuti e non prevedibili, è possibile sciogliere il vincolo contrattuale o pretenderne una

rideterminazione: il giudice parla però di questa teoria senza dire se sta applicando il diritto belga o

quello francese, ma semplicemente sulla base della presunzione, spesso corretta, che questi due

diritti nella sostanza coincidono, essendo il codice belga una sostanziale copiatura del Code

Napoleon.

Tuttavia, essendo questa una teoria sviluppata in sede giurisprudenziale e non codificata in

nessuno dei due ordinamenti, la CORTE D’APPELLO fa notare che questa teoria in Belgio viene

applicata anche ai rapporti privatistici, arrivando a risultati analoghi alla risoluzione per eccessiva

onerosità sopravvenuta italiana, mentre in Francia si applica solo nella giustizia amministrativa,

quindi si sacrifica la sacralità del contratto solo in funzione di un superiore interesse pubblico di cui

è portatore la pubblica amministrazione.

Dal momento che il diritto applicabile è quello francese, la Corte d’appello sostiene dunque che

non sia applicabile la teoria dell’imprevision perché non c’è una pubblica amministrazione

coinvolta, ma bisogna fare applicazione della teoria dell’adempimento in buona fede, il cui

risultato sarà peraltro pressoché simile.

Il diritto francese obbliga infatti la parte ad eseguire la propria prestazione in buona fede:

l’acquirente olandese avrebbe quindi l’obbligo di rinegoziare secondo buona fede i termini

contrattuali perché c’era stata una tale variazione delle circostanze (aumento del prezzo dell’acciaio)

che il suo dovere di buona fede non poteva non esplicarsi anche nel ritrattare il contenuto

contrattuale.

Ciò non voleva dire necessariamente accettare un aumento del prezzo come richiesto dal

venditore, ma ciò che si rinfaccia in qualche modo alla parte olandese è il fatto di avere rifiutato la

richiesta di rinegoziare.

La corte d’appello ritiene che questo atteggiamento di chiusura rispetto alla richiesta in prima

battuta di Lorrains tube di rinegoziare, si sostanzi in un inadempimento contrattuale dato dal fatto

non che il compratore non paga (non si rende inadempiente rispetto all’obbligazione principale) ma

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SSD Scienze giuridiche IUS/02 Diritto privato comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliabertaiola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Torsello Marco.