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MINORANZE LINGUISTICHE
Sono il completamento naturale dei dialetti italo-romanzi. Francescato è stato uno dei primi studiosi in Italia ad occuparsi di minoranze linguistiche. Slide: possibile definizione di minoranza, che però risulta essere troppo ampia; una definizione di questo tipo potrebbe infatti applicarsi ad uno qualsiasi dei dialetti italo-romanzi affrontati. Fino a 40 anni fa c'erano delle persone la cui lingua prima era un dialetto italo-romanzo.
Gradi di minorizzazione:
- minorizzazione di primo grado: colpisce qualsiasi dialetto italo-romanzo, è il rapporto di subordinazione che si instaura tra il dialetto e l'italiano (es il piemontese, perché è subordinato solo rispetto all'italiano)
- minorizzazione di secondo grado: ad esempio l'occitano, esso è di II grado perché è subordinato prima al piemontese e poi all'italiano.
Possono esserci gradi di minorizzazione anche superiori al secondo, ad esempio abbiamo...
In alcune delle valli piemontesi la presenza di una minoranza francofona, come nelle valle valdesi. Se consideriamo questo uso del francese abbiamo tre gradi di minorizzazione: valdese subordinato all'occitano, che è subordinato al piemontese che è subordinato all'italiano. Possono essere considerate minoranze linguistiche quelle minoranze che subiscono un grado di minorizzazione superiore al primo. Il piemontese quindi non è una lingua di minoranza in senso stretto, mentre l'occitano sì.
Doppia inclusione del sardo e del friulano sia tra i dialetti italoromanzi che nelle minoranze linguistiche. Come si risolve la questione del sardo e del friulano? Non si risolve, ma possiamo cercare di comprendere la loro doppia natura. Testo di Berruto dedicato alle lingue minoritarie, tra i tanti aspetti che tratta c'è anche la particolare situazione tra sardo e friulano: egli ci fa notare come questi due non si differenzino in alcun modo dagli.
Altri dialetti italoromanzi, dato che sono entrambi dei sistemi linguistici con grado di minorizzazione pari ad 1. Berruto fa riferimento alle caratteristiche strutturali del sardo e del friulano, che sono molto specifiche e spesso conservative; sin dai primi manuali di linguistica romanza il sardo era sempre stato indicato come una lingua neolatina indipendente. La ragione ultima che ci spinge a considerare il friulano e il sardo come minoranze linguistiche sta nel forte senso di autonomia culturale che possiamo individuare nelle popolazioni sarde e friulane, ancora più vivo in Sardegna rispetto che al Friuli. Secondo Berruto, questi due dialetti sono da collocare tra gli italoromanzi. La situazione del sardo e del friulano è l'unica in Italia; per Pellegrini questi sono due dei 5 sistemi dell'italoromanzo. In Italia, i parlanti di varietà alloglotte corrispondono al 5% circa della popolazione italiana, quindi su 60 milioni totali sono 3 milioni. In questo calcolo
Sono inclusi anche friulano e sardo, che da soli presentano un numero di parlanti pari a un milione e 500 mila. Minoranze linguistiche neolatine con il maggior numero di parlanti, in ordine:
- Occitano
- Francoprovenzale
- Ladino-dolomitico
OCCITANO
Si tratta di una minoranza di tipo galloromanzo, è piuttosto estesa territorialmente e interessa le valli del Piemonte occidentale fino all'alta valle di Susa. Negli ultimi anni si è discusso molto sull'appartenenza al dominio occitano di:
- kje, parlato nei dintorni di Mondovì. Si chiama così perché il kjè significa indialetto "io", il soggetto della prima persona. È un tratto molto particolare, ma non basta per far appartenere questa varietà all'occitano.
- brigasco, parlato nell'alta valle Tanaro. È stato dimostrato appartenere al dominio ligure, quindi anche questo non ha a che fare con l'occitano.
Esiste una colonia occitanofona
nell'Italia meridionale: a partire dal 500 ci sono state in Calabria delle azioni di conversione forzata di chi non professasse la religione cattolica, e questo ha causato una contrazione dell'area in cui si parlava occitano fino ad avere oggi una presenza di occitanesimo molto ristretta, il guardiolo (i parlanti sarebbero poco più di 300). Per quanto riguarda l'area occitana piemontese nel complesso, le stime sono molto variabili; una stima attendibile potrebbe aggirarsi intorno alle 40 mila persone, non di più. La presenza dell'occitano costituisce una sorta di ultima propaggine del dominio del Sud della Francia, in cui si parlava la lingua d'oc. Caratteristiche dell'occitano Vocalismo: - la e breve resta invariata e non dittongata, salvo nei casi in cui sia presente una i finale in sillaba post tonica. - dittongazione di o breve latina, in sillaba aperta e chiusa - fenomeno di conservazione della a tonica: questo non è un dato stupefacente datoche abbiamo molti fenomeni di conservazione tra i dialetti settentrionali. Si tratta di un fenomeno che però differenzia l'occitano dalle altre parlategalloromanze parlate sul territorio italiano.- passaggio di -a atona finale a -o
- palatalizzazione di CA- e GA-: fenomeno ormai residuale all'interno delle parlatesettentrionali. Talvolta si registra un esito in affricata alveolare sorda.
- palatalizzazione dei gruppi consonantici PL BL FL CL GL. Ci sono però aree in cuiavviene la palatalizzazione e aree in cui i nessi si conservano, come quellasettentrionale
- tendenziale presenza del plurale sigmatico, questa caratteristica riguardapraticamente tutta l'area con alcune eccezioni.
- sviluppo nel tardo latino di un suffisso -iculu.
Col trattino, mentre oggi si preferisce francoprovenzale. L'area in cui questo si parla è piuttosto vasta, oltre ai confini del territorio andiamo in territorio valdostano, la cui intera area è occupata dal francoprovenzale (escludendo qualche centro). Si tratta di una minoranza disposta su tre stati: Italia, Francia e Svizzera; esso è molto in crisi nel territorio francese e svizzero ma conserva una buona vitalità in area valdostana (circa 70 000 parlanti nella Valle d'Aosta, dato buono considerato i 120 000 abitanti totali della Valle d'Aosta). Per quanto riguarda l'area piemontese, la situazione è meno florida: qui i parlanti sono circa 15 000.
Vocalismo:
- la A si mantiene solo in alcuni casi e viene palatalizzata. La base della parola italiana mangiare è "manducare", parola francese: è avvenuta una palatalizzazione della a, ma probabilmente in un periodo tardo.
Consonantismo:
conservazione di -S come 1) desinenza verbale di II e IV persona e 2) marca del femminile plurale
Morfologia:
- fenomeno caratteristico di una serie di varietà di francoprovenzale in cui abbiamo una costruzione modificante per i nomi che indicano i giorni della settimana -> modificante in prima posizione e modificato in seconda posizione (in alcune varietà di francoprovenzale abbiamo la costruzione opposta, invertita).
LADINO DOLOMITICO
Province di Trento e Bolzano, insieme ad un'appendice intorno a Belluno. Nella slide, Asta per ladino altesino (che non comprende solo le varietà della provincia di Bolzano ma anche il ladino trentino). Questa proposta di classificazione ha però dei limiti.
Il ladino dolomitico costituisce la sezione centrale del ladino propriamente detto; in base a quanto dice Telmon pare che il glottonimo "ladin" per indicare la propria varietà sia utilizzato in un solo centro, mentre in tutte le altre aree troviamo
I fenomeni considerati da Ascoli sono tutti conservativi, tipici delle aree periferiche.
20 gennaio
ALTRE MINORANZE
NEOLATINE Altre minoranze linguistiche neolatine. Troviamo delle minoranze di tipo francese, la cui presenza è giustificabile diversamente dal punto di vista storico: in Valle d'Aosta, il francese può essere usato al pari dell'italiano, ha la stessa valenza. La presenza del francese come lingua di cultura in Valle d'Aosta risale almeno alla seconda metà del XVI secolo, anni in cui vengono emanati degli editti che intendevano avviare una politica linguistica all'interno del dominio sabaudo: in questi due editti si stabilisce che il latino sarebbe dovuto essere sostituito dai volgari locali, che erano diversi a seconda del territorio (territorio sabaudo a cavallo tra l'attuale territorio francese e italiano). I territori al di qua delle Alpi avrebbero avuto l'italiano come lingua ufficiale, mentre quelli transalpini avrebbero avuto il francese; la Valle d'Aosta era definita come territorio intramontano, e a