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DEONTOLOGIA
Prof. Bezze
Concetti di morale/etica
Morale tendere al benessere della persona.
PERSONALISMO secondo Sgreccia : La persona è soggetto individuale, sostanziale dotato di
spiritualità, capace di intenzionalità, relazionalità interiorità, autodominio, libertà.
Calamandrei, D’Addio (Commentario del ’99) “nostra responsabilità essere agenti morali”.
= il paziente ha dritto di eguaglianza, equità, imparzialità, continuità (delle cure), scelta,
partecipazione + efficacia ed efficienza (tenere conto delle risorse ed essere responsabili del proprio
utilizzo (19/05/1995 CARTA DEI SERVIZI SANITARI)).
NEUTILITARISMO di MILLIS : il soggetto umano è tale solo perché ha una qualità di vita. Se
manca la qualità, allora non si è più “degni” di vivere.
La qualità di vita è il soggetto della persona.
Quali sono le conseguenze di questo modello?
• Non c’è considerazione della tutela degli individui “insensibili” (non dotati della facoltà
sensitiva);
• Giustificazione dell’eliminazione di individui senzienti per i quali la sofferenza ecceda sul
piacere o degli individui che provocano negli altri più dolore che gioia;
• Giustificazione di interventi anche soppressivi sulla vita umana purché si eviti la sofferenza.
ETICA valori condivisi, socialmente riconosciuti;
MORALE tensione propria dell’uomo a realizzare beni o valori;
DEONTOLOGIA pone domande sulla correttezza dell’agire e riguarda i doveri professionali.
ETICA : disciplina che si occupa di studiare valori, principi, norme di comportamento in relazione
a ciò che è lecito o non lecito e ne ricerca le fondazioni e le giustificazioni.
1. Generale si occupa della fondazione dei valori, dei principi e delle norme teorie;
2. Speciale si occupa dell’applicazione delle teorie: dei valori, dei principi e delle norme in
campi specifici (professioni, politica, economia, bioetica … )
Gli apporti derivati dalla deontologia, e più in generale dall’etica, devono essere considerati non
come una competenza ulteriore oltre quella clinica, ma come un substrato valoriale a cui faccio
riferimento come AGENTE MORALE, su cui impiantare le strategie e le competenze
professionali.
Concetti etici: advocacy, caring, cooperazione.
Autonomia e assunzione di professionalità trovano nelle norme deontologiche un supporto, ma le
decisioni del singolo infermiere dipendono anche dalla sua maturità etica essendo egli un
AGENTE MORALE : una persona che compie scelte di natura etica perché il suo agire è
condizionato ma non interamente determinato dalle disposizioni che riceve, dall’organizzazione del
lavoro e dalle richieste degli altri professionisti (Calandrei, d’Addio, 1999).
La professione infermieristica richiede responsabilità e competenza.
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Lawrence KOHLBERG (1981), Baccin (1996) : descrivono un modello di sviluppo morale in 6
stadi.
Stadio 6 : livello post-convenzionale. Azioni basate su principi morali universali.
Stadio 5 : azione concreta determinata da modelli criticamente accettati dalla società.
Stadio 4 : livello convenzionale. Ogni azione ha come fine il rispetto delle leggi di chi detiene il
potere.
Stadio 3 : corrisponde alle aspettative di altri, avere buone intenzioni e mostrare interesse.
Stadio 2 : livello pre-convenzionale. Ogni azione giudicata in base alla soddisfazione o meno dei
bisogni.
Stadio 1 : giudizio delle azioni correlato alla punizione o al premio assegnato.
Mentre secondo JAMES REST (1994), lo sviluppo morale è suddiviso in:
• Sensibilità morale (anche azione morale): capacità di identificare e interpretare la natura
morale della situazione;
• Riflessione morale: formulazione di un ideale morale e capacità di decidere cosa fare;
• Motivazione morale: spinta ad agire;
• Caratterizzazione morale: mantenere saldi i propri principi e avere la capacità di portare
avanti un’azione morale.
Intraprendere un’azione morale richiede aver chiaro lo SCOPO MORALE dell’assistenza
infermieristica:
1) promuovere il benessere delle persone;
2) stabilire un equilibrio tra equilibrio tra necessità e interessi;
3) perseguire il benessere della persona in relazione con le migliori risorse disponibili.
Ogni singola decisione dell’infermiere deve tenere conto del contesto di valori della persona
assistita. Comprende anche il genere di assistenza da offrire (cosa) oltre a quando e come.
Il fine ultimo è il benessere della persona.
NATURA DEI VALORI
È uno standard, o qualità di una persona o di un gruppo sociale che sia ritenuto
VALORI importante. Derivano da bisogni o esigenze e hanno varie origini (cultura
personale, famiglia, ambiente lavorativo).
Il valore è espresso come comportamento o con il linguaggio.
Valore come ideale, come “dover essere”, verso cui orientare il proprio essere. I
valori esistono come appello insito nella realtà della persona.
Essi sono organizzati in un insieme significativo per l’individuo. Dentro questo
insieme individuale di valori, alcuni sono ritenuti più importanti di altri, a questi
ultimi vengono date delle priorità più alte. Qualsiasi valore ha il potere di
motivare e guidare le scelte.
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CLASSIFICATI IN:
Morali fanno si che le persona difendano concetti come la vita umana, la libertà,
o l’autodeterminazione.
Culturali standard accettati e dominanti in uno specifico gruppo culturale. Possono
o definire e influenzare comportamenti accettabili o non accettabili.
Religiosi prodotto della storia e della cultura a cui appartengono, spesso confusi con quelli
o culturali (etica e morale sono propri dell’uomo e della ricerca dentro di sé);
Personali convinzioni morali e personali, attitudini, standard e ideali individuali che fanno
o da guida al proprio comportamento e al modo in cui ci si rapporta alla vita.
Professionali standard fondamentali, son stati condivisi e vengono rispettati da un gruppo
o professionale (Johnstone, 1998)
VALORI DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA
(Canadian Nurses Association, 2008)
I. Erogare un’assistenza sicura, competente, compassionevole ed etica;
II. Promuovere la salute e il benessere delle persone;
III. Promuovere l’informazione e rispettare le decisioni consapevoli delle persone;
IV. Preservare la dignità;
V. Mantenere la privacy e la confidenzialità;
VI. Promuovere la giustizia;
VII. Be accountable (essere responsabile).
Conflitto di valori : confronto tra valori personali , valori professionali e valori dell’assistito.
LE QUATTRO AREE dell’esercizio professionale (SECONDO GRECCIA, 1999):
1. Tecnica professionale (specifica risposta del professionista ai bisogni della persona, anche
competenza relazionale);
2. Ordinamento giuridico (legge 194/1978, 91/1999);
3. Norme extragiuridiche (codice deontolgico);
4. Principi etici (giustizia, autonomia, principio di beneficenza non maleficenza).
La norma giuridica promuove un atteggiamento minimalista, non ci prescrive mai di fare tutto il
possibile, il dovere è compiuto quando si è rispettato il livello più basso di ciò che è prescritto.
Nel rapporto di cura, invece, fare il massimo possibile è la condizione abituale per poter dire che si
sta facendo bene. Non dipende dalla bontà personale del medico o dell’infermiere, ma è la
condizione abituale per poter dire che si sta facendo della buona medicina.
La legge non prescrive di fare “tutto il possibile” ma è ciò che viene richiesto quotidianamente dai
rapporti di cura.
È necessario trovare una sorta di equilibrio tra questi due ambiti e pensare che l’etica regala i
rapporti sociali.
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I DIRITTI Sono valori umani e quindi dei principi etici universalmente riconosciuti.
UMANI Parte integrante dell’assetto costituzionale e dell’ordinamento giuridico di molti
paesi.
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO ONU 1948
“Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti
uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.
Artt. 13, 32 Cost. / art. 54 C.P. / Art. 5 C.C.
I CONCETTI ETICI per la PRATICA INFERMIRISTICA (secondo FRY e JOHNSTONE)
- Diritto all’informazione: il pz deve avere a disposizione l’informazione per usufruirne;
- Diritto al consenso: partecipare attivamente alle decisioni che riguardano la sua salute;
- Diritto alla libera scelta: individuo libero di scegliere tra differenti procedure;
- Diritto alla privacy e alla confidenzialità: nelle informazioni personali, protezione della privacy..
CONVENZIONE di OVIEDO – 4 aprile 1997 – ratificata in Italia con Legge n 145, 28 marzo 2001.
Riprende questi concetti.
CARTA EUROPEA dei DIRITTI del MALATO – 15 novembre 2002.
TEORIE ETICHE
Classiche (edonismo, stoicismo ecc.) non consequenziali * : Deontologia (ciò che è bene è
giusto);
Moderne (naturalismo, istituzionismo) consequenziali : Utilitarismo (non c’è bene
assoluto, ma relativo al contesto);
Occidentali (utilitarismo);
Orientali (buddismo).
* NON CONSEQUENZIALI : il principio a cui mi ispiro diventa la guida della mia azione, tengo
conto dei valori, mi ispiro a ciò che è bene. Mentre l’utilitarismo guarda alla reale necessità del
momento, a ciò che è utile.
Principalismo : criticato come “teoria dell’estraneo”. Approccio all’etica sanitaria e assistenziale
orientata dai principi
1 beneficenza e non maleficenza,
2 autonomia,
3 giustizia,
Struttura della giustificazione morale piuttosto che sui contesti in cui sorgono le domande e
vengono prese le decisioni.
PRINCIPI ETICI ( NON SONO CONCETTI)
Sono delle guide per compiere decisioni o azioni morali e si focalizzano sulla formazione di giudizi
morali nella pratica professionale.
Principi etici fondamentali per la pratica infermieristica:
1: beneficenza e non maleficenza dover operare il bene e l’obbligo di evitare di fare del male;
2: autonomia implica che agli individui dovrebbero essere permesse la libertà personale di
determinare le proprie azioni in accordo con i propositi da loro stabiliti (autodeterminazione); DÀ
FONDAMENTO AL CONSENSO INFORMATO.
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3: giustizia implica equa distribuzione di benefici e oneri tra le persone assistite (collocazione
delle risorse e dell’assistenza infermieristica);
4: veridicità e fedeltà: v