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Si verifica quando l’individuo non agisce in prima persona,
5. Cooperazione al male:
compiendo un male, ma si trova a cooperare con un altro. Su un piano etico egli è
colpevole come colui che agisce.
Alla coscienza, in fase decisionale, si lega sempre la responsabilità dell’atto. Un atto può
ritenersi completamente responsabile solo quando la coscienza di chi agisce CONOSCE cosa
sta facendo. Pertanto la persona deve avere la conoscenza del valore in gioco e la volontà e
dell’atto che va a compiere.
libertà
Esiste, poi, una responsabilità a monte che rende volontarie quelle azioni che non lo sono,
rispetto alla causa che provoca il danno. Per esempio, le azioni che il soggetto non avrebbe
desiderio di compiere ma che, rispetto all’azione, potevano essere previste. Gli aspetti che
vanno tenuti in considerazione per valutare se il proprio comportamento sia buono o cattivo,
e dai quali deriva il grado di responsabilità, sono:
L’oggetto dell’azione: è ciò che ci si accinge a fare. Di per sé l’oggetto dell’azione è
1. generalmente neutro, ossia né buono né cattivo; è l’intenzione, il motivo per cui lo si
esegue, che gli attribuisce una connotazione morale;
L’intenzione del soggetto che compie l’azione: è lo scopo che l’azione intende
2. perseguire (buona o cattiva);
3. Le circostanze: in questo ambito rientrano tutti quegli elementi che connotano meglio
la situazione come buona o cattiva.
Prima del 1834, non esistevano concetti che parlavano o trattavano di deontologia, a parte il
che vedeva nell’attività medica una disciplina espletata come un
giuramento di Ippocrate, La deontologia è “quel settore dell’arte e
impegno ad interessarsi nel dolore altrui. della
scienza che ha per suo oggetto il fare in ogni occasione ciò che è conveniente”. Il compito
della deontologia consiste, dunque, nella distribuzione degli obblighi derivanti da fonti
diverse, nello stabilire quale debba ottenere la preferenza e quale debba rinunciarvi. Non
riguarda, infatti, la tecnica, ma i comportamenti, che si caratterizzano in quanto rispondenti a:
1. Il principio di correttezza: si riferisce alle doti personali di buona educazioni;
2. Il principio di riservatezza: si riferisce a ciò che riguarda informazioni e dati
strettamente personali del paziente;
3. Il principio di informativa e veridicità: devono essere fornite in modo esaustivo tutte
le informazioni richieste dalla persona assistita;
implica l’impegno a
4. Il principio di colleganza: rispettare i colleghi anche in caso di
opinioni contrastanti; riguarda l’indossare una divisa, che
5. Il principio di dignità e decoro professionale:
trasmette un messaggio dal punto di vista professionale, ma allo stesso tempo
rappresenta un vero e proprio decoro nei confronti dei colleghi. La divisa differenzia
ed evidenzia la professione: è necessario, per questo motivo, indossarla con dignità e
decoro.
Il codice deontologico, dunque, rappresenta l’insieme delle norme della condotta
professionale. Manifesta le esigenze etiche di una professione e rappresenta lo strumento
attraverso il quale il professionista si presenta alla società. Il codice deontologico è, infatti,
destinato ai: destinatari della professione, colleghi, altri professionisti, se stessi (come
professionisti).
Nel 1999, la legge 42 ha dato una serie di disposizioni in materia di professioni sanitarie:
“Il campo di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie è determinato dai contenuti
dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici
dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché degli specifici
codici deontologici”.
La violazione delle norme deontologiche prevede l’intervento da parte del Collegio
Provinciale d’appartenenza, che stabilisce le sanzioni, quali:
1. Avvertimenti (Richiamo verbale)
2. Censura (Richiamo scritto)
Sospensione dell’esercizio professionale (da 1 a 6 mesi)
3. Radiazione dall’Albo (prevista in caso di veri e propri reati)
4. uno strumento indirizzato all’orientamento e
Il codice deontologico non è un codice etico, ma
alla realizzazione di comportamenti personali accettati dalla professione, che consente a
qualunque infermiere la possibilità di esprimere il proprio progetto etico in modo
differenziato.
I codici deontologici
Esistono 5 codici deontologici, scritti rispettivamente:
1. Nel 1960 (Primo codice deontologico, che nasce in seguito alla necessità di indicare le
coordinate etiche con le quali operare);
2. Nel 1977; l’alleanza con l’individuo assistito, un contatto infermiere-
3. Nel 1996 (Ricerca
cittadino);
4. Nel 1999;
5. Nel 2009 (quello attuale).
Codice Deontologico del 1960:
E’ il primo codice deontologico mai scritto. Si compone di soli 11 articoli. E’ interessante
un linguaggio prescrittivo, orientato a costruire un’immagine di un
notare come utilizzi
infermiere disciplinato.
Nell’articolo 6 si sottolinea il rapporto leale con il medico. Interessante osservare come si
faccia più riferimento al rapporto dell’infermiere col medico, rispetto che al rapporto fra
i rapporti con i medici su un piano di “pongono i rapporti
infermiere e assistito. (Pongono
con i medici su un piano di leale collaborazione eseguendo scrupolosamente le prescrizioni
terapeutiche e sostenendo nel malato la fiducia verso il medico e verso ogni altro personale
sanitario” personale sanitario).
Nell’articolo 9, invece, viene sottolineato come gli infermieri debbano onorare la propria
professione: anche qui il paziente è messo in secondo piano; non è necessario onorare il
paziente, ma la professione in sé. Tuttavia, è fondamentale sottolineare come venga, in
quest’articolo, esposto un concetto estremamente moderno: l’infermiere deve aggiornarsi,
riguardo ai metodi, alle malattie, ecc. (hanno il dovere di onorare la propria professione: sia
loro cura aggiornarsi e perfezionarsi continuamente e abbiano un esemplare comportamento
nella vita privata).
Nell’articolo 4 si spiega come gli infermieri non debbano abbandonare il posto di lavoro,
senza che ci sia la certezza della sostituzione.
L’articolo espone come l’infermiere debba osservare il segreto professionale, rispettandolo
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in tutto e per tutto. E’, infatti, vietato trasferire le informazioni che l’infermiere ha visto,
inteso o semplicemente intuito. (Essi osservino il segreto professionale in base ad intima
convinzione al di sopra di ogni obbligo giuridico. Il segreto si estende a tutto ciò che i
professionisti siano venuti a conoscere nell’esercizio della professione: non solo quindi a ciò
che gli fu confidato, ma anche a ciò che essi hanno veduto, inteso o semplicemente intuito).
Codice Deontologico del 1977:
E’ il secondo codice deontologico e anche questo è composto da soli 11 articoli.
l’infermiere svolge una professione al servizio
Nella premessa si dice: della salute e della
vita (notare, quindi, come qui non si faccia più riferimento al servizio nei confronti del
medico, ma alla responsabilità che l’infermiere ha verso la vita e la salute). E’ chiamato non
solo ad assicurare una qualificata assistenza infermieristica, ma anche a dare risposte
professionali nuove per favorire, con la collaborazione di tutto il personale sanitario, il
progresso della salute nel paese.
Nell’articolo l’infermiere promuove la salute
4: del singolo e della collettività, operando
contemporaneamente per la prevenzione, la cura e la riabilitazione
Nell’articolo viene spiegato come l’infermiere, nella sua
6 autonoma responsabilità, debba
collaborare attivamente con i medici per la tutela dei cittadini, sia nella programmazione sia
nel funzionamento delle strutture. Per esempio, non possiamo considerarci passivi rispetto ai
costi che un’azienda ospedaliera deve mantenere.
Se le risorse vengono utilizzate in modo irresponsabile, risulterà necessariamente impossibile
poter dare a tutti la giusta cura.
Nell’articolo viene esposto come l’infermiere sia al servizio della vita dell’uomo.
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Importantissimo, dunque, sottolineare questo concetto, poiché finalmente, l’infermiere non è
del medico, ma della vita dell’assistito. è al servizio della vita
più al servizio (L’infermiere
dell’uomo: lo aiuta ad amare la vita, a superare la malattia, a sopportare la sofferenza e
affrontare l’idea della morte).
Nell’articolo viene enunciato come l’infermiere
11 possa affermare e difendere il suo diritto
all’obiezione di coscienza, di fronte alla richiesta di particolari interventi, i cui contenuti etici
risultino contrastanti la sua morale (per esempio, nel caso di eutanasia o di aborto artificiale).
Codice deontologico del 1999 o patto infermiere-cittadino:
Estremamente interessante notare come il codice deontologico del 1996, anche chiamato
sia scritto in prima persona: è l’infermiere stesso a parlare
patto infermiere-cittadino,
direttamente all’assistito. Io, infermiere, mi impegno nei tuoi confronti, a:
1. Presentarmi al nostro primo incontro, spiegarti chi sono e cosa posso fare per te;
2. Sapere chi sei, riconoscerti, chiamarti per nome e cognome;
3. Farmi conoscere, attraverso la divisa e il cartellino di riconoscimento;
4. Darti risposte chiare e comprensibili o indirizzarti alle persone e agli organi
competenti;
informazioni utili o rendere agevole il tuo contatto con l’insieme di servizi
5. Fornirti
sanitari;
6. Garantirti le migliori condizioni igieniche e ambientali;
7. Favorirti nel mantenere le tue relazioni sociali e familiari;
8. Rispettare il tuo tempo e le tue abitudini;
9. Aiutarti ad affrontare in modo equilibrato e dignitoso la tua giornata, supportandoti
nei gesti quotidiani di mangiare, lavarsi, muoversi, dormire, quando non sei in grado
di farlo da solo;
10. Individuare i tuoi bisogno di assistenza, condividerli con te, proporti le possibili
soluzioni, operare insieme per risolvere i problemi;
11. Insegnarti quali sono i comportamenti più adeguati per ottimizzare il tuo stato di
salute nel rispetto delle tue scelte e stile di vita;
12. Garantirti competenza, abilità e umanità nello svolgimento delle tue prestazioni
assistenziali;
13. Rispettare la tua dignità, la tua insicurezza e garantirti la riservatezza professionale;
14. Ascoltarti con attenzione e disponibilità quando hai bisogno;
15. Starti vicino quando soffri, quando hai paura, quando la medic