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Deittici vs anafore / catafore
Le anafore (“anà” + pherò “rimando in alto”) e le catafore (“katà” + pherò “rimando in basso”) sono segnali testuali:
- per riprendere denotati che precedono nel testo (anafore)
- per anticipare denotati che precedono nel testo.
Sono detti anche elementi “forici”. (p. 45).
Continuità referenziale
Gli elementi “forici” (anaforici e cataforici) nei testi costituiscono una continuità referenziale:
Ho visto Luigi. L’ho salutato e gli ho proposto di trovarci per una partita a poker. L’idea gli è piaciuta e mi ha detto che lui viene volentieri, anche se sua moglie è contraria a lasciarlo giocare d’azzardo.
Catena isotopica (“isos topos”)
Il nome proprio Luigi instaura il riferimento a una persona del mondo del testo (“Luigi”).
La catena isotopica l’ … gli … gli … lui … sua … lo
… attua una continuità referenziale (mantiene nel prosieguo del testo il riferimento a “Luigi”, instaurato dal nome proprio Luigi). Le anafore rinviano all’elemento che instaura il riferimento.
Ostensione “La realtà partecipa alla comunicazione per il fatto di essere lì” (p. 46).
Ostendere contiene il prefisso ob – cfr. oggetto < obiectum – “ob”: davanti; ostendere = “mettere davanti”.
“Momento muto della comunicazione” (p. 46). È naturale. Non è simulazione.