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IL LAVORO

Esistono diverse forme di lavoro, il lavoro autonomo, il lavoro parasubordinato e il lavoro subordinato.

Quest'ultimo si può definire come la prestazione, che viene effettuata da un soggetto che si obbliga,

mediante retribuzione, a collaborare con l'impresa prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle

dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore. Poiché nell'ambito del rapporto che si instaura tra

impresa e lavoratore dipendente, si ritiene che quest'ultimo sia oggettivamente più svantaggiato, si è

formato un insieme di norme e di regole che rendono il lavoro un fattore tutelato in modo particolare. La

contrattazione collettiva può essere considerata un altro pilastro portante della struttura di tutela del

fattore lavoro. Ideata per risolvere problemi legati al livello delle retribuzioni, con il tempo, la

contrattazione collettiva è diventata una fonte caratteristica e tipica della regolamentazione del lavoro. Il

livello più alto di contrattazione collettiva è quello nazionale intersettoriale e vede l'intervento del Governo

e delle parti sociali. Al livello immediatamente successivo, abbiamo la contrattazione collettiva nazionale di

settore, tramite la quale vengono stipulati dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i contratti

collettivi validi per tutte le imprese e per tutti i lavoratori inseriti nei singoli settori. Ai livelli successivi vi

sono la contrattazione aziendale e la contrattazione individuale tutte e due create con lo scopo di

migliorare le condizioni del lavoratore. Le relazioni industriali sono l'insieme delle forme di interpretazione

tra impresa e lavoratori, o tra rappresentanti a ciò delegati, mediante le quali vengono discusse e

regolamentate le condizioni economiche e normative attinenti al lavoro. Il compito principale dell'area

funzionale, incaricata in azienda di gestire le relazioni industriali, è quello di avvicinare e, per quanto

possibile, armonizzare gli interessi dell'impresa e dei lavoratori, organizzati o meno in sindacati,

intrattenendo nel contempo contatti con gli enti e i soggetti pubblici che rivestono un ruolo di tutela nel

mondo del lavoro. In questo contesto si inseriscono i sindacati, organismi che raccolgono i rappresentanti

delle categorie produttive: esistono così, sindacati dei lavoratori e sindacati dei datori di lavoro. [A.P.I. si

occupa della tutela delle piccole/medie imprese; Confartigianato fa ricerche utile al settore lavorativo di cui

si occupa; Confartigianato Mestre è una delle più importanti perché produce studi utili alla gestione delle

imprese.

IL BILANCIO e IL REVISORE

Tutte le società, per legge, devono redigere un bilancio d’esercizio. Il bilancio d’esercizio è un documento

contabile e amministrativo che riassume la situazione patrimoniale e reddituale in un determinato istante.

Contiene due prospetti: stato patrimoniale e conto economico. Lo stato patrimoniale si compone di due

sezioni: attivo (immobili, merci, titoli, crediti…) e passivo (patrimonio, fondi di ammortamento...). Da un

punto di vista finanziario, il passivo mette in rilievo le diverse fonti di finanziamento di un’impresa (azioni,

obbligazioni, prestiti bancari…), mentre l’attivo mostra le varie forme di impiego delle risorse. Il conto

economico registra i ricavi e i costi relativi al periodo di attività dell’impresa preso in considerazione. Gli

enti locali invece redigono un bilancio particolare, un bilancio preventivo. Il bilancio preventivo si riferisce

alle decisioni deliberate per un esercizio finanziario futuro e molto spesso è affiancato da un bilancio

consuntivo che riassume le operazioni dell’esercizio passato. In Italia l’O.I.C. (organismo contabile italiano)

si occupa di produrre le norme contabili delle aziende private, mentre l’osservatorio degli enti pubblici

redige i principi contabili relativi agli enti. Molto importante è anche l’inventario di magazzino è un

inventario contabile costantemente aggiornato. È composto da tutte le informazioni annotate sul giornale

di magazzino, registro sul quale vengono rilevati in ordine cronologico i carichi e gli scarichi dei beni; e il

mastro di magazzino che è costituito da una serie di schede intestate a ciascun bene in cui sono indicati

tutti dati necessari per la gestione delle scorte. (si seguono tre metodi: costo medio ponderato, L.I.F.O.,

F.I.FO.). Per garantire la verità delle scritture ci si serve di un revisore contabile che controlla la regolare

tenuta della contabilità sociale di società per azioni e della sua attendibilità, svolto da una società di

revisione, che esprime un giudizio in un apposita relazione. In Italia tale revisione è obbligatoria dal 1975

per le società quotate n borsa. Se il revisore o la sua società accerterà irregolarità di bilancio, questa è

tenuta a farne rapporto alla CONSOB (commissione nazionale per le società e la borsa). Il falso in bilancio è

un errore vero e concreto la previsione di bilancio è più privilegiata rispetto al bilancio perché permette di

verificare le spese effettive dell’ente. Le funzione del revisore contabile di un ente è la collaborazione con

l’organo consigliare comunale o provinciale, inoltre non dev’essere oppressivo, ma collaborativo. In

generale verifica la legittimità degli atti di governo. 241 articoli compongono il testo unico, parte di questi

articoli riguardano gli enti locali, che il revisore deve conoscere per svolgere il proprio lavoro. Il revisore

unico viene delegato dal consiglio comunale, dura in carica 3 anni e può essere nominato solo 2 volte. Lui

può essere revocato:

• In caso di dimissione volontaria

• Scadenza del mandato

• Impossibilità di svolgere l’incarico

Per un periodo stabilito dal regolamento dell’ente. La corte dei conti per verificare l’operato del revisore ha

due soluzioni:

1. Controllo amministrazione contabile;

2. Procura della corte dei conti

Il revisore contabile non può assumere consulenze presso la sede comunale in cui opera.

L’AMBIENTE GENERALE

Il termine ambiente nell’ambito dell’economia aziendale, viene normalmente definito come tutto ciò che

circonda l’impresa. In questo senso, in un’accezione generale, l’ambiente è il contesto che abbraccia tutte

le realtà aziendali operanti in uno stato. L’ambiente generale è classificabile sulla base di una serie di

aspetti che nel loro insieme delineano un quadro di riferimento comune a tutte le aziende che in esse

operano. Quest’ ambiente è diviso in sei sott’ambienti:

1. Ambiente fisico – naturale

2. Ambiente culturale

3. Ambiente sociale

4. Ambiente politico – legislativo

5. Ambiente economico

6. Ambiente tecnologico

L’ambiente fisico – naturale è contraddistinto dalla popolazione che in esso vive, con precise caratteristiche

demografiche, dal clima, dalle connotazioni fisiche del territorio, dai beni e dalle risorse naturali in esso

presenti, dalle opere costruite dall’uomo e da quelle di cui si può avvertire la mancanza. Le scelte aziendali

saranno quindi influenzate dalla disponibilità di materie prime e dalla possibilità di disporre di efficienti

strutture per la movimentazione dei beni; d’altra parte, l’azienda può influire anche pesantemente

sull’ambiente che la circonda, attraverso fenomeni di inquinamento ambientale

Con il termine ambiente culturale non si fa riferimento soltanto alla quantità di conoscenze presenti in una

determinata realtà sociale, ma si estende il concetto anche alle ideologie e ai modi di pensare, e quindi ai

valori, condivisi dalla maggior parte della popolazione in essa residente. E molto importante per l’azienda

per quanto riguarda il grado d’istruzione che caratterizza la popolazione e per l’atteggiamento prevalente

verso “i consumi”.

L’ambiente sociale è il risultato della suddivisione della società in gruppi (classi) ed è influenzato dalle

relazioni che esistono tra gli stessi e dalla possibilità del passaggio da un gruppo all’altro. L’ambiente sociale

è stato al centro degli interessi aziendali soprattutto tra gli anni ‘60/’70 periodo nel quale i sindacati dei

lavoratori dipendenti sono riusciti a ottenere sensibili miglioramenti retributivi e normativi.

L’ambiente politico è l’espressione del modello politico applicato nel paese, che si concretizza anche

nell’ordinamento giuridico e nella legislazione vigente da cui derivano le norme che disciplinano l’attività

delle imprese. Si comprende l’importanza di questo ambiente se si pensa, ad esempio, al dibattito in corso

sulle forme istituzionali più appropriate per il nostro stato e, in genere, sulle istanze di rinnovamento tese

ad assicurare la governabilità del paese. Sono il dibattito tra le varie forze politiche e i rapporti di forza che

ne scaturiscono a determinare le scelte del paese in materia di politica economica ed è il potere legislativo

a fissare i margini di libertà delle imprese, con norme che spaziano dalla sicurezza del lavoro in fabbrica alle

caratteristiche tecniche dei prodotti, dalla fissazione di imposte e tasse alla difesa dell’ambiente. La

produzione di norme avviene, talvolta, su proposta o sollecitazione di lobby economiche (gruppi di

persone); altre volte le pressioni hanno come obbiettivo quello di evitare l’emanazione di particolari

provvedimenti.

L’ambiente economico ha profonde influenze sulla gestione delle aziende, sia per quanto concerne il tipo di

sistema economico adottato dal paese, sia per quanto riguarda lo studio di sviluppo raggiunto e la

situazione economica congiunturale. I fattori che lo caratterizzano sono: il costo del lavoro, l’assenteismo,

le ore lavorate, il costo del denaro, l’inflazione, la disoccupazione.. tutti questi aspetti fanno si che si

incoraggi la produzione all’estere in paesi dove i costi sono notevolmente minori

Il livello e il ritmo del progresso tecnologico hanno un’influenza determinante sul successo del sistema

azienda e, più in generale, del sistema paese. In quest’ambiente sono molto importanti le infrastrutture

logistiche, le telecomunicazioni. Recentemente sono stati creati dei parchi tecnologici per concentrare le

infrastrutture competitive nel medesimo luogo, ma anche distretti industriali dove un insieme di imprese si

completano a vicenda.

L’ATTIVITA’ AMMINISTRATIVA

L’attività amministrativa si occupa delle problematiche economico – finanziarie della gestione. I suoi scopi

sono di produrre informazioni che permettano una migliore conoscenza della situazione aziendale attuale,

passata

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mollideni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Aziendale II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Gandini Silvia.