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IL PRINCIPE
DEDICA A LORENZO DE MEDICI
Machiavelli organizza Il Principe iniziando con la dedica al signore di Firenze
Lorenzo de Medici. L’autore parte giustificando la sua dedica. Infatti sostiene
che ogni persona, nel momento in cui vuole concorrere a qualche carica,
offre ciò che di meglio ha proprio per garantire e dimostrare le proprie
capacità e possibilità. Machiavelli a tal proposito sostiene di avere la capacità
di ben studiare le cose antiche che per molti anni ha studiato proprio in
quanto faceva parte del suo lavoro. Ed è proprio di queste cose che parla un
opuscolo da lui scritto, che è proprio quello che vuole offrire a Lorenzo.
L’autore sa che l’opera potrebbe essere apprezzata o meno, ma chiede
comunque di leggerla. Nella seconda parte della dedica apporta un’altra
giustificazione, riguardante il fatto che può sembrare assurdo che una
persona modesta e che viene dal basso come lui vuole ambire a dedicare un
opuscolo ad un grande come il De Medici. E dunque sostiene che come
coloro i quali danno vita ai paesi per capire come organizzare il fondo valle si
pongono sulle montagne e viceversa per suddividere il paese sulla montagna
si stabiliscono a fondo valle, così per capire bene i principi bisogna venire dal
basso e cioè dal popolo e per capire bene il popolo bisogna essere principe.
E conclude proprio partendo da questo concetto e cioè sperando che in
qualche caso il principe volgerà lo sguardo verso il basso e capirà quali sono
i problemi del popolo.
PRIMO CAPITOLO
Il primo capitolo de Il Principe è molto breve, ricopre poco meno di una
pagina e riguarda la tipologia di principati. Esistono per Machiavelli due tipi di
principati, quello nuovo e quello ereditato. Ad esempio del primo caso cita il
regno di Milano con sovrani gli Sforza, per quanto riguarda il secondo caso
invece menziona il regno di Napoli. Nel secondo caso il principato viene
tranquillamente ereditato dai propri avi, nel secondo caso invece esiste un
ulteriore suddivisione. Esiste il principato nuovo del tutto e quello invece
conquistato con le proprie armi o con quelle altrui.
SECONDO CAPITOLO
Il secondo capitolo è introdotto con la dichiarazione del fatto che in questo
lavoro Machiavelli si occuperò solo di principati e non di repubbliche come
fece ne I Discorsi. Dopo questa precisazione riprende il discorso iniziato nel
primo capitolo riguardante i principati nuovi e ereditati. Questi ultimi erano
quelli che presentavano meno difficoltà, perché per andare avanti al meglio
sarebbe bastato non contraddire le volontà degli antenati ed essere una
persona con grandi capacità che se pur si perdessero per qualche tempo
sarebbero in poco tempo riorganizzate. Comunque oltre a ciò un principe