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LA TERMINOLOGIA LINGUISTICA
A) Locutio: facoltà di parlare, esclusiva dell'uomo
B) Ydioma: lingue particolari in cui la facoltà del linguaggio si concretizza, a cominciare dall'ydioma di Adamo e, successivamente, le lingue particolari risultanti dalla confusio linguarum babelica
C) Vulgare: lingue moderne risultanti dall'ulteriore diversificazione degli idiomi babelici
L'YDIOMA TRIPHARIUM "ROMANZO" L'INVENZIONE DELLA "GRAMATICA"
L'ydioma tripharium "romanzo": - Ogni lingua babelica (ydioma) si è poi trasformata e si è divisa in più lingue (vulgaria) - L'idioma babelico romanzo appare triplice, diviso nei tre volgari d'oc, d'oil e di sì - Spiegazione iniziale del mutamento e della diversificazione linguistica: spiegazione babelica - Consapevolezza che Dante ha che le lingue continuano a mutare e a differenziarsi grande scoperta di cui è orgogliosamente
consapevole- Perché le lingue continuano a differenziarsi: a ogni gruppo è rimasta una parte soltanto della lingua→originaria (a Babele), cioè la parte corrispondente all'attività settoriale, diversa da ogni altra. Questo nuovo idioma parziale è stato ricevuto come una punizione e gli uomini si sono ingegnati a ricostruire, a partire da quel relitto, una nuova lingua ad placitum- NB: variazione delle lingue in sincronia ben evidente, ma variazione delle lingue nel tempo (lingue volgari prive di una tradizione scritta) invisibile- Dante si accorge della somiglianza tra i volgari d'oc, d'oil e di sì, e ne ha dedotto che dovevano formare un unico idioma babelico: si sono trasformati tanto che oggi il nostro idioma è diventato tripharium, ovvero trisonum- Scoperta di un "proto-romanzo" comune che porta con sé la scoperta del fatto che le lingue mutano nel tempo e, mutando nel tempo, si diversificano.
spazioMaria Chiara BergonziVolgare d'oil
A) È tutta sua la produzione didattica e narrativa (argomento letterario)
B) Natura di volgare più facile e piacevole (argomento linguistico)
Volgare d'oc
A) Usato dai primi poeti volgari (argomento letterario)
B) Natura di lingua più perfetta e dolce (argomento linguistico)
Volgare di sì
A) Superiorità dei suoi maggiori poeti, Cino e Dante (argomento letterario) →
B) Privilegio di aderire di più alla lingua latina, che è comune (argomento linguistico) affinità
dell'italiano con il latino che rende gli italiani eredi dei romani, soprattutto ai fini dei loro diritti
imperiali
L'invenzione della "gramatica" (cap. IX)
- Invenzione di lingue artificiali come rimedio alla mutevolezza delle lingue naturali: latino e greco,
essendo fondati sulla ragione e sulla codificazione riflessa, anziché sull'uso, sono sottratte alla
variazione nel tempo e nello spazio,
restando identiche a se stesse sempre e ovunque- Idea della lingua latina come artificiale preesistente a Dante (idea del latino come lingua naturalearriva solo in età umanistica)- Idea del latino artificiale che lo vede come lingua dei chierici: De regimine principum di Egidio Romanoe versificazione toscana del Tresor di Brunetto Latini- La lingua latina è stata costruita dopo che esistevano già i diversi linguaggi, ma in età antica, primadello sviluppo della letteratura latina, che altrimenti non avrebbe avuto la lingua per esistere →- NB: la gramatica è artificiale e comune, ma non è un esperanto, bensì è latina ovvero italiana lacodificazione da parte dei gramatice positores è avvenuta sulla base dei continuatori di un soloidioma babelico, ed entro questi privilegiando il volgare italiano- Il termine gramatica designa la varietà alta, grammaticalmente codificata della diglossia,contrapposta al terminevolgare per designare la varietà bassa: può nascere e sussistere solo dentro la diglossia, quindi all'interno della cultura volgare
Nobilior est vulgaris (cap. I)- Maggiore nobiltà della locutio vulgaris rispetto alla locutio secundaria che contraddice il giudizio dato nel coevo primo libro del Convivio, per cui il latino è sovrano rispetto al volgare (stabile e non corruttibile)- Due giudizi opposti che servono entrambi a difendere la causa del volgare, nella diversa economia delle due opere: l'instabilità del volgare, focalizzata nel Convivio come un difetto, nel De vulgari svela un pregio filosofico e teologico, cioè la naturalità del volgare contro l'artificialità del latino, per cui il volgare è vicino a Dio
Maria Chiara Bergonzi
LO SPAZIO LINGUISTICO E LETTERARIO ROMANZO- Lingue d'oc, d'oil e di sì come lingue sorelle, la cui affinità postula la lingua madre comune, che
Dante identifica con un idioma babelico- Coincidenza delle lingue in molti vocaboli e nella parola "amor" che coinvolge anche il latino- Volgare di sì privilegiato rispetto agli altri due, perché i positores gramatice adottarono sic, derivandolo da sì, come particella affermativa- Sviluppo dalle tre lingue di tre letterature
- Oil: specializzata nella prosa, romanzesca, storica e dottrinaria
- Oc: specializzata nella poesia
- Sì: specializzata nella poesia
Ulteriore frammentazione del volgare di sì, che arriva ad annoverare almeno 14 volgari e iperbolicamente giunge alla millesima diversificazione nella lingua- Panorama iper-frammentato dei volgari municipali (micro-differenza fra la parlata di Stradamaggiore e di Borgo San Felice, a Bologna) che si spiega come risultato di un principio di diversificazione endemico
L'ITALIA
La geografia dell'Italia- Ideale mappa fisica e politica della penisola per la rassegna dei volgari italiani-
Crinale appenninico come linea divisoria longitudinale dell'Italia: versante tirrenico destro e quello adriatico sinistro (inverso delle nostre carte moderne) perché le mappe della cristianizzazione erano orientate con l'est in alto (regioni meridionali in alto, settentrionali in basso, Tirreno a destra e Adriatico a sinistra). La geografia politica prevale su quella fisica: la Apulia è assunta come entità unitaria, anche linguisticamente, corrispondente all'intero meridione continentale, a scapito della partizione in Italia di destra e sinistra. Adozione del termine 'Latium' per Italia e 'latius' per italiano che risponde a un forte intento culturale, per significare l'italianità del latino e la latinità dell'italiano, in una doppia e solida rivendicazione "patriottica" del valore della nostra lingua. Roma è solo Roma nel De vulgari: Roma non ha un proprio territorio, né.politico-amministrativo né→linguistico nell’Italia di Dante scompare lo Stato della Chiesa- Tuscia romana che arriva fino a sud del Tevere (provincia pontificia del Patrimonio di San Pietro)trattata insieme alla Toscana, nel momento in cui dice che Perugia, Orvieto, Viterbo e CivitaCastellana linguisticamente non sono affini ai toscani, bensì ai romani e agli spoletini- Assetto dialettale e politico-territoriale dell’Italia di sinistra (padana): contrapposizione delle macro-regioni linguistiche dell’aspra Lombardia, assieme alla Marca Trevigiana, e della molle Romagna,che si incontrano e si contemperano nel volgare della città di BolognaI volgari municipali- Dante vuole innanzitutto sradicare i volgari peggiori: parte da quello dei romani, giudicato→turpissimo, con la motivazione che i romani hanno l’arroganza di volersi anteporre a tutti non èverosimile sul piano del prestigio linguistico, quindi allude piuttosto
all'arroganza di potere
Maria Chiara Bergonzi- Dopo i romani, vengono sradicati anconetani e spoletini, che facevano parte dello stesso dominio temporale degli spoletini- Altri volgari peggiori (milanese, bergamasco, friulano e istriano, casentinese e frattese) sparsi qua e là per l'Italia- Passa poi al meglio, il siciliano: reso glorioso dalla scuola poetica creata da Federico II, anche se il volgare siciliano allo stato naturale, e ancora più quello apulo, sono inadeguati- Torna poi al peggio, con i volgari toscani (dalla Magna Curia alla regione centro del municipalismo): accostamento del siciliano con i toscani per massimizzare il contrasto fra le rispettive civiltà poetiche, fra la curialità attinta dai poeti siciliani e la bassezza municipale in cui versano i rimatori toscani Dante riversa la sua aggressività tanto sui comuni guelfi quanto su quelli ghibellini, anche su Arezzo che gli aveva dato rifugio (ottica imperiale che
però non significa ghibellina, ma sopra le parti)- Massima divaricazione tra "siciliano illustre" e volgari municipali toscani oblitera la sostanzialetoscanità della lingua dei siciliani, nella veste linguistica nella quale anche lui li leggeva- Accusa ai toscani di vaneggiare arrogandosi il primato linguistico che richiama quella rivolta airomani, con il turpiloquim dei toscani che fa paio con il trisiloquium dei romani- Passa poi a nord dell'Appennino, riprendendo l'ordine est-ovest che aveva tralasciato per procedereper sbalzi di merito e demerito- Presenza in Italia di due volgari che si oppongono per caratteristiche contrastanti e complementari:A) il romagnolo, tanto molle che fa sembrare donna anche un uomo, B) quello che occupa la MarcaTrevigiana e la Lombardia (Dante non dà il nome) che è tanto irsuto e aspro che fa sembrare uomoanche una donna- Dante ha costruito questa bipartizione linguistica dell'Italia di sinistra
Con il preciso intento di esaltare la centralità di Bologna, la quale, trovandosi esattamente sul confine tra le due aree, è privilegiata nella condizione di mescolare tra loro le opposte caratteristiche, producendo così il volgare municipale più bello e più temperato d'Italia. Anche se il bolognese è eccellente tra i volgari municipali, l'ultima parola spetta come sempre ai doctores illustres, i soli capaci, divertendo da proprio volgare municipale, sia pure il migliore, di attingere il livello del volgare illustre. Ragione biografica (tesi di Tavoni): Dante si trova a Bologna quando scrive il trattato e lo scrive per Bologna.
a) Dominio del romagnolo: signorie ghibelline di Imola e Faenza e di Forlì.
b) Dominio del volgare oppositum: Ferrara e Modena, sottomesse alla signoria del marchese Azzo VIII d'Este.
I bolognesi contemperano l'uno e l'altro: equilibrio politico vigente nella Bologna sotto il regime guelfo.
bianco degli anni 1303-1305
I doctores eloquentes- Poeti