Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Dante: riassunto Commedia, Rime e altre opere, libro consigliato Piccola Storia Letteratura Italiana, Vecce Pag. 1 Dante: riassunto Commedia, Rime e altre opere, libro consigliato Piccola Storia Letteratura Italiana, Vecce Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Dante: riassunto Commedia, Rime e altre opere, libro consigliato Piccola Storia Letteratura Italiana, Vecce Pag. 6
1 su 10
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Gemma Donati, da cui avrà 3 o 4 figli. L’incontro più importante,

però, Dante lo avrà nel 1283, con Beatrice di Folco Portinari, già

sposa di Simone de’ Bardi. Nascerà, da parte di Dante, un amore

intenso ma vissuto interiormente, raccontato soprattutto nell’opera

“Vita nuova”, dopo la morte di Beatrice. Dante studia negli anni

Novanta del Duecento i classici e la filosofia, ma si impegna anche

sul fronte politico, arrivando a diventare priore nel periodo 15

giugno 15 agosto 1300. In questo periodo cerca una politica di

equilibrio e di mediazione tra guelfi Bianchi e Neri (fazioni politiche).

Tuttavia, di fronte ad episodi molto violenti, non esita a firmare

decreti di esilio nei confronti dei cittadini più faziosi. Il Papa

Bonifacio VIII parteggia apertamente per i Neri e invia l’emissario

Carlo di Valois a Firenze, che favorisce la loro vittoria. A questo

punto, Dante, che si era scagliato apertamente contro le ingerenze

all’esilio per “baratteria”, cioè

del Papa, viene condannato

corruzione nei pubblici uffici; successivamente, gli vengono

confiscati tutti i beni e viene condannato a morte. Dante e la sua

famiglia sono costretti a vagabondare per l’Italia: si ricordano i

soggiorni presso grandi signori ghibellini del Nord Italia, a Forlì, a

Verona e, infine, a Ravenna, dove morì nel 1321.

Rime della giovinezza→ Da giovane Dante inizia a scrivere

poesie, influenzato da altri poeti quali Guittone e, in particolare,

Cavalcanti.

Uno dei suoi primi testi è “A ciascun’alma presa e gentil core”

(1283), scritto in seguito all’incontro con Beatrice e inviato agli amici

fiorentini come autopresentazione al gruppo di poeti di Firenze cui

appartiene Cavalcanti. Il suo stile è gentile e manierista: nel sonetto

“Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io” sogna di trovarsi magicamente

in un’atmosfera

su una barca insieme agli amici e le loro donne,

cortese e di isolamento dalla realtà.

L’adesione a questa “brigata” di poeti comporta per Dante

l’avvicinamento alla poesia “nuova”. Si avrà poi un’evoluzione delle

stile della “loda” →

poesie dedicate a Beatrice: Dante integra lo

lode che da sola appaga il poeta, anche in assenza della donna o di

un suo rifiuto del saluto. Questa svolta definitiva è da identificare in

“Donne ch’avete intelletto d’amore”. Lo stesso Dante ravvisa in

questa canzone una nuova interpretazione della lirica cortese, un

superamento della tradizione precedente. L’amore non è

potenzialmente negativo, al contrario è nobilitante, come da

tradizione cortese, addirittura si può dire “beatificante”, in quanto

via di ascesa spirituale, di purificazione.

“stile” ricco di immagini e figure basato sulla

Dolce stil novo→

ricerca di musicalità, equilibrio ritmico e fonico (“dolce”) ma

assolutamente rinnovato nell’ispirazione e nei contenuti, in quanto

Beatrice è salvifica e spirituale (“nuovo”). Il dolce stil novo è la fase

della poesia dantesca che inizia dalla composizione della canzone-

manifesto “Donne ch’avete intelletto d’amore” all’opera “Vita

nuova”.

Vita nuova (1293)→ Raccolta, in una struttura unitaria, della “vita

produzione poetica giovanile legata alla donna. Vita nuova→

della giovinezza”. Si tratta di un prosimetro, 31 testi poetici disposti

in una cornice di testi in prosa. E’ fortemente autobiografico e

ispirato ai manoscritti provenzali, in cui le poesie erano

accompagnate da parti in prosa che descrivevano la vita del poeta

(trovatore) e fornivano un commento alla lirica. Tuttavia “Vita

nuova” non è un libro puramente autobiografico, né un romanzo

d’amore, ma un’opera complessa in cui si trovano anche riferimenti

alle scritture profetiche e apocalittiche e ai Vangeli (Dante insiste

sull’equivalenza Beatrice-Cristo). Evidente è il ricorso alla

numerologia: Beatrice è sempre associata al numero 9, segno di

perfezione perché prodotto del 3 moltiplicato per sé stesso: 3 è il

numero della Trinità. Il proemio è metatestuale e metaforico: Dante

finge di aprire un libro non materiale, cioè di sfogliare i ricordi della

sua giovinezza, o ancora meglio le poesie composte in quell’arco

della sua vita. Il proposito di Dante diventa quello di ricopiarle in un

altro libro.

Trama→La narrazione inizia col primo incontro con Beatrice a nove

anni, che provoca uno sconvolgimento nell’anima di Dante. Dopo

nove anni, Dante diciottenne la rincontra e il saluto di Beatrice

scatena la fenomenologia dell’amore e un sogno: l’apparizione di

Amore e della donna, con un cuore divorato→ si tratta di un

presagio di morte, con la scena ulteriore di Beatrice che sale al

cielo circondata da angeli. Dante si risveglia e scrive ai suoi amici

per chiedere consigli, tuttavia nessuno di loro comprende a pieno la

profezia di morte. Volendo mantenere segreto il suo amore verso

Beatrice, Dante simula l’amore per un’altra donna (donna dello

e poi per un’altra ancora. Tutto ciò provoca lo sdegno di

schermo)

Beatrice che nega il saluto (in senso guinizzelliano, dal saluto

deriva la “salute”, cioè la salvezza). Ne deriva una profonda crisi

“Donne ch’avete intelletto

che Dante affronta componendo

d’amore”. Ciò segna il rifiuto della visione distruttiva di Cavalcanti.

Nell’opera emerge il “dolce in cui l’esperienza amorosa

stil novo”,

è totale dedizione alla donna, qualunque sia il suo atteggiamento.

Questo componimento è solenne dal punto di vista formale, è una

canzone formata da stanze di 14 versi tutti endecasillabi. Da

sottolineare anche il cambio di destinatario: non più la donna

amata, ma le donne che hanno intelletto d’amore, cioè un pubblico

elitario in grado di intendere l’esperienza amorosa dantesca. Dante,

attraverso la poesia, cerca di liberarsi dall’angoscia e

dall’ossessione amorosa. “Tanto

Il superamento di Cavalcanti si ha anche in gentile e tanto

il saluto di Beatrice scatena un’apparizione

onesta pare”:

miracolosa (“pare”) che rivela la sua nobiltà d’animo (“gentile”) e il

suo decoro (“onesta”): quest’esperienza si rivela beatificante e non

distruttiva.

La narrazione si evolve modulandosi su varie profezie di morte,

morte che in fine non viene raccontata, ma la data precisa in cui

avviene serve a Dante per realizzare una digressione sulla

misurazione del tempo e del calendario. L’opera si conclude con il

proposito di Dante di trattare ancora di Beatrice, di cui ha visione, in

una nuova e più degna opera.

Rime della maturità→ Fra 1296 e 1298 Dante comincia a

reinterpretare l’eredità provenzale nel registro stilistico più arduo del

“rime petrose”,

trobar clus. Compone le dedicate ad una donna

che lo respinge, distaccata e insensibile, come una pietra appunto.

Si tratta di quattro componimenti che conducono Dante ad uno

straordinario sperimentalismo metrico. Le tematiche sono

diverse: in alcuni componimenti serpeggia il sentimento di vendetta.

In altri Dante riflette su una condizione esistenziale negativa,

morte dell’anima. Il più noto componimento è

associata al gelo, alla

“Al poco giorno e al gran cerchio d’ombra” in cui Dante usa la

sestina: sei stanze di sei endecasillabi ciascuna con un congedo di

tre versi, per un totale di 36 versi. Ogni stanza ha sei parole-rima,

che tornano uguali ma cambiando di posto (schema ricorrente detto

retrogradatio cruciata ABCDEF>FAEBDC). Da notare come il

numero 6 abbia una forte connotazione negativa: rappresenta il

rovesciamento del 9, che corrisponde a Beatrice.

Questi esperimenti forniranno a Dante gli strumenti formali

necessari alla composizione della Commedia.

Convivio→ Dante intende, con il Convivio, comunicare tutto il suo

sapere in modo immediato (sceglie quindi il volgare e non il latino).

E’ un’opera di divulgazione filosofica. La struttura è quella

dell’enciclopedia in forma di prosimetro: all’inizio

medievale,

abbiamo un proemio, poi 14 canzoni dottrinali, ognuna seguita da

libro descrive lo scopo dell’opera, la scelta

un commento. Il primo

del pubblico e della lingua (volgare fiorentino). Il secondo libro

tratta del sistema di sapere medievale e delle arti liberali ripartite in

trivio e quadrivio. Il terzo libro è una lode rivolta alla filosofia. Il

quarto libro parla della nobiltà dell’essere umano. E qui, intorno al

l’opera si interrompe. Lo stile è più chiaro e variegato rispetto

1308,

alla Vita nuova perché Dante affronta tematiche filosofiche e

scientifiche. Opere in latino

In quest’opera si parla dell’uso del

De vulgari eloquentia (1304)→

volgare e, in particolare, dell’uso che se ne fa in poesia. E’ scritta in

latino. Inizialmente l’opera doveva essere composta da diversi libri,

ma rimase incompiuta al secondo libro. Nel primo libro si tratta della

distinzione netta tra latino e volgare. Inoltre, Dante introduce il

concetto di “volgare illustre”, una lingua ideale, non ancora

esistente, proiettata al superamento dei regionalismi. Nel secondo

libro è trattato l’argomento della poesia, a partire dalla poesia

Quest’opera

tragica. Il secondo libro però si interrompe.

rappresenta un primo tentativo di ricostruire la letteratura italiana,

cioè di fare una scansione di scuole poetiche.

Monarchia (1310-1313)→ Importante approfondimento del

pensiero politico dantesco, parallelo all’elaborazione della

Commedia. E’ un trattato che consta di tre libri. All’inizio si ribadisce

l’importanza di una monarchia universale, che nel secondo libro si

fa coincidere con Impero Romano; nel terzo libro si parla del

rapporto tra Chiesa e Impero. Nella visione dantesca entrambe

queste autorità derivano da Dio, ma sono diverse per ambito di

azione: il papa governa il regno dello spirito, l’imperatore governa il

mondo. Sono come due astri, come il sole (papa) e la luna

(imperatore). La conclusione è la condanna del potere temporale

dei papi. Quest’opera fu subito condannata da papa Giovanni XXII,

e Dante considerato eretico.

Quaestio de aqua et terra→ si tratta di una lezione di geologi

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher puffolola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Palmieri Annamaria.