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EFFETTI CONTESTUALI
Esistenti, in uno di questi tre modi:
- Rafforza un'ipotesi esistente
- Contraddice ed elimina un'ipotesi già data
- Si combina con un'ipotesi già data e dà luogo a un'implicazione contestuale
L'informazione esplicita è pertinente in un "contesto" se e solo se raggiunge effetti contestuali in quel contesto, e quanto maggiori sono gli effetti contestuali, tanto maggiore è la pertinenza.
Però gli effetti contestuali non sono prodotti arbitrariamente: per essere derivati essi richiedono una elaborazione mentale. I procedimenti utilizzati per "calcolare" gli effetti contestuali di un enunciato dipendono da tre fattori principali: la complessità linguistica dell'enunciato, l'accessibilità del contesto, le inferenze necessarie per calcolare gli effetti contestuali dell'enunciato nel contesto scelto.
All'aumento di sforzo per elaborare l'informazione...
(processing effort) corrisponde la diminuzione della pertinenza. Dunque, quanto minore è il carico di lavoro compiuto per elaborare l'informazione, tanto maggiore è la pertinenza. L'effetto e lo sforzo mirano alla pertinenza ottimale, che si può definire nel modo seguente:
Un enunciato in un'interpretazione data è pertinente in misura ottimale se e solo se:
- (a) raggiunge effetti in quantità sufficiente a meritare l'attenzione dell'ascoltatore;
- (b) non espone l'ascoltatore a sforzi inutili (gratuiti) per raggiungere questi effetti.
Il parlante prevede ragionevolmente che l'ascoltatore vada alla ricerca di effetti sufficienti affinché "valga la pena" di compiere lo sforzo di interpretazione dell'enunciato.
Infatti, in generale un parlante che voglia evitare rischi di fraintendimenti deve assicurarsi che non ci sia interpretazione che sia allo stesso tempo:
- (i) più accessibile
all'ascoltatore dell'interpretazione che il parlante voleva che l'ascoltatore elaborasse;
dotata di sufficienti effetti affinché meriti l'attenzione dell'ascoltatore, dato che quest'interpretazione porterebbe fuori strada l'ascoltatore.
Segue da b) che un parlante che miri alla pertinenza ottimale deve cercare di formulare l'enunciato in modo tale che la prima interpretazione possibile che si presenti all'ascoltatore sia l'interpretazione che egli intendeva veicolare.
Questa clausola ha un'immediata conseguenza pratica. La prima interpretazione che soddisfi l'attesa di pertinenza è la sola interpretazione pertinente che l'ascoltatore aveva il compito di raggiungere. Su questa "scommessa" si basa tutto l'impianto della teoria di Dan Sperber e Deirdre Wilson.
Un enunciato, in un'interpretazione data, è coerente con il principio di pertinenza se e solo se è probabile che il
parlante ragionevolmente avesse atteso che l'enunciato fosse pertinente in modo ottimale per l'ascoltatore, data quell'interpretazione. Questo segue dalla clausola b) del principio di pertinenza ottimale e dalla sua conseguenza per cui la prima interpretazione verificata e trovata coerente con il principio di pertinenza è la sola interpretazione coerente con il principio di pertinenza. Poniamo che, interpretando un enunciato, un ascoltatore inizi con un contesto iniziale "piccolo", che è il lascito dell'elaborazione di un enunciato precedente. Egli calcola gli effetti dell'enunciato in questo contesto iniziale. Se questi non bastano perché esso meriti attenzione, egli espande il contesto, ottiene effetti ulteriori, e ripete il processo, finché ha effetti a sufficienza perché l'enunciato sia pertinente in modo ottimale, nel modo presumibilmente previsto dal parlante. A questo punto l'ascoltatore ha raggiunto
un significato diverso a seconda del contesto in cui vengono utilizzate. La deissi può essere di diversi tipi, come la deissi spaziale, temporale o personale. Ad esempio, la parola "qui" può assumere significati diversi a seconda del luogo in cui ci si trova, mentre la parola "ora" può avere significati diversi a seconda del momento in cui viene utilizzata. La deissi è un elemento fondamentale nella comunicazione, in quanto permette di riferirsi a elementi specifici del contesto in cui si svolge l'interazione comunicativa.dalla loro collocazione all'interno di una frase o di un testo più ampio.