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Infine ricordiamo Autoritratto a nascondino.

Il Dadaismo

“Com’è vero che sono uno che si diverte, preferisco mille volte di più la fotografia alla pittura e la

lettura del “Matin” alla lettura di Racine” con questa dichiarazione del 1914 Arthur Craan anticipa

alcuni caratteri del Dadaismo.

Nella sua battuta Caravan afferma che preferisce leggere un quotidiano che le poesie di Racin

(poeta del classicismo francese) e allo stesso modo preferisce la fotografia alla pittura.

Il Dadaismo viene fondato il 1° febbraio 1916 e al Cabaret Voltaire a Zurigo, il gruppo non era

organizzato anzi era anarchico e indipendente. Nasce in Svizzera perché lì erano scappati degli

anti-militaristi che non volevano arruolarsi e però ben presto questo movimento si espande in altre

città.

Il Dadaismo è l’Avanguardia più rivoluzionaria ed innovativa del Novecento e il termine dadaismo è

sinonimo di creatività rivoluzionaria. È un’Avanguardia molto forte che però si esaurisce nel giro

venti anni.

L’entusiasmo per le novità tecnologiche coinvolge anche i dadaisti ma in un modo più fantasioso: si

crea un incrocio tra le diverse arti, la poesia diventa spettacolo da interpretare.

Dai dadaisti nascono gli assemblege, i collage, la fotografia senza camera, i fotomontaggi, la

pittura meccanica e i ready made.

Due foto che rappresentano il Dadaismo e i suoi rappresentanti sono:

• “Hugo Ball legge poesie al Cabaret Voltaire”del 1916.

• “Hans Arp, Tristan Tzore, Hans Richter” del 1917-1918.

Jean Clair disse nel 1977 “La condanna di Baudelaire della fotografia… avrebbe potuto parola per

parola, essere ripresa da coloro che si sonno indignati che uno scolabottiglie o un orinatoio

fossero presentati in un’esposizione d’arte” questo significa che la logica che sta sotto ai due

procedimenti è identica. La fotografia ha anticipato il problema principale dell’arte contemporanea,

che è quello di una realtà che viene proposta come arte e che vuole diventare tale.

Conclusioni:

• La fotografia è estranea al sistema tradizionale delle arti;

• La fotografia non prosegue la pittura ma anzi ad essa si oppone;

• La fotografia pare predisposta a portare l’arte verso la vita.

I caratteri globali della fotografia sembrano in accordo con la poetica complessiva del

Dadaismo(Dadaisticità intrinseca della fotografia: la fotografia ha dei caratteri caratteristici del

dadaismo).

Picabia

I dadaisti caricano le macchine tecniche di sentimenti, in particolare Picabia esprime una nuova

filosofia: i suoi dipinti sembrano i disegni tecnici di un geometra non sembrano fatti a mano e non

c’è quindi nessuna autorialità creativa. Nelle sue opere non è la fotografia che insegue la pittura

ma è la pittura che insegue lo spirito fotografico. Picabia è uno dei protagonisti dell’Avanguardia

dadaista. Dai suoi lavori emerge che le opere d’arte iniziano ad essere molto impersonali, sia in

pittura che in fotografia, e quindi c’è dietro il carattere della fotografia. La filosofia del fotografico

contamina la pittura.

Opere: Parossismo del dolore. Voilà la femme la donna viene rappresentata come la macchina, la

macchina diventa un corpo organico. Ici, c’est ici Stieflitz dipinto raffigurante una delle prime

macchine fotografiche. L’idea è quella di dare vita ad una macchina strana, perché inserisce un

cambio dell’automobile del disegno di una macchina fotografica. Quindi questa non è l’illustrazione

di una macchina fotografica. C’è il numero di 291, ed era il nome di una piccola galleria di New

York che era appunto al numero civico 291. Questa galleria era condotta da un fotografo di nome

Alfred Stieglitz. La veuve joyeuse una fotografia (di se stesso) accanto ad un disegno dello stesso

soggetto. La vedova allegra, rappresenta l’atteggiamento che i dadaisti avevano con la macchina,

esse veniva vista come corpo femminile essa può fare a meno del maschio e diventa autonoma

quindi diventa una vedova allegra.

Duchamp

Duchamp inventò il ready made. Uno dei temi su cui gioca è quello dell’identità e anche dei generi.

Questo è uno dei suoi cavalli di battaglia ed egli stesso nei lavori si maschera.

Questo si può notare in Rrose Sélavy del 1921 nel quale il protagonista è Duchamp stesso in

versione femminile. Questa fotografia è un’imitazione delle fotografie che si regalavano agli

amanti. In questo lavoro partecipa la moglie di Picabia che presta gli abiti femminili e le sue stesse

mani per la fotografia. Rrose continuerà a vivere in altre fotografie perché immagini esistono di

qualcuno più quel qualcuno è conosciuto.

Il nome del personaggio è un gioco di parole, gioca tra la scritta e il suono che produce, ci sono

infatti 2 “r” iniziali perché pronunciandolo in francese velocemente viene fuori “L’eros è la vita”.

Quindi Duchamp non sfrutta la fotografia da un punto visivo ma la sfrutta perché vede la

possibilità di creare un’identità. Gli interessano le possibilità concettuali della fotografia, il suo

potere d’identità e di verità.

Rrose si ritrova in Belle Haleine del 1921 che non altro che una boccetta di profumo alla quale è

stata aggiunta un’etichetta con l’immagine di Rrose e il suo logo RS. Inoltre sull’etichetta c’è una

scritta Eau de Voilette che sarebbe un gioco di parole perché la “o” viene messa prima della “i”

trasformandosi così dal nome corrette Violette, che vuol dire viola, a Voilette che vuol dire velo, o

appannamento, richiamando così a qualcosa che non si vede bene. Inoltre il titolo stesso,

“BelleHaleine”, è un gioco di parole perché richiama al nome Heleine ma testualmente Haleine

vuol dire alito, è la traduzione del titolo sarebbe “Bell’alito”. Anche questa opera è una conferma

del concettualismo che Duchamp metteva nelle sue opere.

Altri lavori da ricordare di Duchamp sono:

Aria di Parigi questo lavoro rappresenta la smaterializzazione, perché l’aria diventa opera d’arte.

L. H. O. O. Q. 1919 foto della Gioconda a cui sono aggiunti baffi e pizzetto. Stessa cosa viene fatta

nel 1965 dove c’è la Gioconda di Leonardo ma sotto viene scritto “rasée” ovvero rasata.

Wanted 1923: imitazione di locandina da ricercato. La locandina ha come protagonista un

personaggio che è un truffatore che si è presentato con personalità differenti. Il personaggio in

questione è Duchamp stessi nei suoi abiti e senza trucco. Il ritratto poliziesco è il grado zero della

fotografia, l’idea più elementare affidata alla fotografia. Ma proprio per questo ha un grande

potere evocativo. Fascino dell’immagine segnaletica equivale al fascino per una fotografia di grado

basso.

“Obbligazioni per la roulette di Montecarlo” 1924: operazione a ready made effettuate su delle

obbligazioni, e al centro dello roulette c’è un’immagine di Duchamp in un’altra identità.

“Tonsure” 1919 fotografia scattata da Man Ray e rappresenta la voglia di documentare. Duchamp

è il protagonista e l’idea è quella di estetizzare il proprio corpo, e la fotografia diventa complice di

questo.

Man Ray

Amico e compagno d’arte e di vita di Duchamp.Si conoscono durante il soggiorno di Duchamp a

Parigi, ma sarà poi Man Ray a trasferirsi nella città francese.

Man Ray è uno pseudonimo che vuol dire “uomo raggio” (raggio della luce). In generale è un

fotografo in senso proprio anche se produsse alcune pitture e alcuni ready made. Era un fotografo

di moda e vive grazie al suo lavoro di fotografo.

Foto principale di Man Ray è il suo “Autoritratto” del 1931, che in base a come è fatto ci esplica la

sua poetica implicita (esistono due livelli di poetica la prima è quando un’artista la scrive

direttamente e si chiama esplicita, la seconda invece, chiamata implicita, viene capita leggendo le

opere degli artisti perché non hanno mai lasciato degli scritti proprio sulla loro poetica).

Questa foto è stata lavorata durante la fase di sviluppo, dando un colpo di luce bianca che causa

un’inversione dei toni. Questo fatto ci fa capire che per Man Ray era importante che la fotografia

venisse arricchita, come se temesse la sua specularità e semplicità rispetto alla realtà, come se

temesse ancora le accuse fatte da Baudelaire nell’Ottocento.

Un altro elemento che ci fa capire la poetica è il fatto che nella foto lui sistema l’obbiettivo di una

macchina fotografica professionale, il che vuol dire che per lui la tecnica è importante.

Man Ray nelle sue opere risulta così incerto perché da una parte lo influenza Duchamp verso un

uso concettuale della fotografia, e dall’altra da l’idea di concepire la fotografia in modo formale.

Man Ray fa anche diverse dichiarazioni in cui appare la sua poetica esplicita, che rimane

comunque incerta.

“La sua duttilità (della macchina fotografica) equivale a quella del pennello, esattamente. La

fotografia sta alla pittura come l’automobile sta al cavallo” in questa affermazione Man Ray dice

che la fotografia è la versione moderna della pittura, quindi la fotografia viene considerata come un

miglioramento della pittura.

“Nonostante i suoi aspetti meccanici, la fotografia mi aveva sempre affascinato in quanto modo di

dipingere con la luce e le sostanze chimiche” in questa dichiarazione sembra che gli aspetti

meccanici che da un certo punto di vista spaventino l’artista, mentre dall’altro è la stessa

meccanicità della fotografia che lo affascina.

La sua idea rimane ambigua e sbilanciata dal pittorico come si nota in questa affermazione “Il mio

interesse per la fotografia nasce dal fatto che essa aggiunge, in una maniera nuova, luce e

chimica alla tavolozza del pittore” è come la fotografia debba acquisire crediti dichiarandosi una

nuova forma di pittura.

Opere di Man Ray:

Gruppo Dada 1921 Paul Eluard regge foto di Man Ray. Ray è presente nel gruppo attraverso una

fotografia.

Cadeau ready made aiutato, ferro da stiro con i chiodi. Ready made creato probabilmente sotto

l’influenza di Duchamp.

Varie Rayograph procedimento usato per prima volta da Talbot, nel quale gli oggetti vengono

appoggiati sulla carta sensibile e poi vengono sviluppate. Essi sono ambigui come operazioni

perché sono delle “fotografie” molto basilari, dato che effettiva

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
36 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher calime di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della Fotografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marra Claudio.