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FASCISMO
Nel 1914 Mussolini viene espulso dal partito socialista perché favorevole alla guerra. (era il
direttore del giornale ufficiale del partito “L’avanti”).
Nel 1919 mussolini si avvicina al nazionalismo e fonda i Fasci di combattimento (milizie armate
contro i sindacati e i partiti di sinistra e popolare ). Il programma iniziale era repubblicano e
anticlericale e demagogico (promesse che non possono essere mantenute).
Alle elezioni ottengono risultati deludenti : per ottenere consensi forma le squadre fasciste (camice
nere) che spaventano la popolazione con la violenza e sono finanziate dai proprietari terrieri e
imprenditori spaventati dal comunismo e dal Biennio Rosso.
Mussolini si propone come unico strumento per riportare ordine nel paese e la crisi italiana: gli altri
partiti si indeboliscono, i liberali(Giolitti) si uniscono al partito fascista per arrivare al governo.
Nel 1921 si creano i blocchi nazionali comprendenti liberali, nazionalisti e fascisti. Alle elezioni del
1921 il partito fascista ottiene molti consensi. Al congresso dei Fascisti Mussolini trasforma il
movimento fascista nel partito fascista con un programma diverso da quello iniziale: stato forte e
limitazione del parlamento, esaltazione della nazione e conflitto tra stati, divieto di sciopero e
abbandono della repubblica.
CONGRESSO DI LIVORNO 1921: il partito socialista si divide e forma il partito comunista
d’Italia che segue idee di Lenin della Terza internazionale (organizzazione di Lenin).
c’è un’altra divisione all’interno del partito: si forma il partito socialista unitario con alla guida
Matteotti.
Ci sono conflitti all’interno del partito popolare. Mussolini rafforza l’apparato militare in squadre
dette “milizia fascista”
MARCIA SU ROMA: 1922 vengono occupati gli edifici in varie città. Il 28 ottobre colonne fasciste
entrano a Roma ( non avrebbero potuto fronteggiare l’esercito italiano) Re Vittorio Emanuele III
rifiuta di firmare lo stato di assedio per difendere Roma. Il sovrano convoca Mussolini il 30 ottobre
e gli conferisce il governo. Mussolini ha avuto l’incarico LEGALMENTE ci è riuscito perché
l’opposizione era debole e divisa.
Questa fu una delle prime critiche ai Savoia e di seguito di aver firmato le leggi razziali e di aver
accettato l’alleanza con Hitler.
I principali fattori del successo fascista furono:
Appoggio della borghesia e consenso dei ceti medi
Crisi del sistema politico liberale
Utilizzare il fascismo per ridimensionare la sinistra
La debolezza e le divisioni degli altri partiti
Mussolini propone una legge elettorale maggioritaria ( a maggioranza relativa + premio per chi
prende + voti; lo svantaggio è che si arriva al potere senza aver preso il consenso da tutti; vantaggio
maggior governabilità)
Nel 1924 vince le elezioni con brogli elettorali e violenze. Il deputato socialista Matteotti denuncia i
brogli. Pochi giorni dopo viene rapito e assassinato. Gli italiani si allertano. Il fatto è grave e si
pensa subito a Mussolini come mandante.
L’opposizione fa la famosa “SECCESSIONE DELL’AVENTINO” abbandonando le Camere.
Mussolini fa un discorso al Parlamento e si assume la responsabilità politica dell’omicidio. Inizia la
DITTATURA
LEGGI FASCISTISSIME:
nel 1925 Mussolini mira alla fascistizzazione dello stato e della società.
STATO TOTALITARIO: controllo della totalità del pensiero, della vita del popolo ( tutto è
fascista)
Leggi: Il capo del governo poteva essere giudicato solo dal re
Il parlamento non discuteva nessuna legge senza il consenso del governo
Divieto di associazione, tutti i partiti erano fuori legge tranne il fascista
Tutta la legislazione è sottratta al parlamento
Soppresse le autonomie locali sostituite con le podestà (sindaci fascisti)
No giornali antifascisti
Tribunale speciale per la difesa dello stato formato da ufficiali della milizia nazionale
fascista (non era ammesso ricorso)
Non si votavano più i partiti poiché non esistevano più, ma si poteva votare o si o no ad un elenco i
candidati fascisti. Mussolini crea una polizia segreta piena di potere chiamata Ovra; si crea un clima
di delazione (fare la spia): venivano sollecitate denuncie anonime a persone antifasciste anche
basate su pettegolezzi, tutto questo per far intimorire la riflessione politica. La maggior parte degli
oppositori politici viene mandata al confino (una piccola isola, o paesino di montagna dove non
potevano diffondere le loro idee). Crea il gran consiglio del fascismo il vertice del partito che
doveva esprimere pareri vincolanti su alcune questioni statali. Non ci sono i sindacati, Mussolini
crea le corporazioni cioè organismo che hanno al loro interno datori di lavoro e rappresentanti dei
lavoratori che discutono dei contratti di lavoro (non c’è il diritto di sciopero è tutto deciso dalle
corporazioni) le decisioni più importanti sono quelle dei datori di lavoro perché i lavoratori non
hanno l’arma dello sciopero, ci sono però i referendum.
IL CONSENSO NEL 1930
Mussolini ottiene il consenso dagli italiani (la maggioranza) perché: - le condizioni di vita non
erano male; - ci sono dei miglioramenti.
PATTI LATERANENSI
Concordato tra stato e chiesa cattolica sottoscritto nel 1929, la chiesa riconosceva la sovranità dello
stato con capitale Roma, viceversa lo stato riconosceva la sovranità pontificia sulla città del
Vaticano. Inoltre:
Mussolini elimina la laicità dello stato perché il cattolicesimo è religione di stato;
Studio della religione obbligatorio e fondamentale;
Matrimonio religioso anche valore civile.
Sarà modificato da Craxi negli anni ’80.
Lo scopo di Mussolini è avere il consenso dei cattolici, però una parte di loro continuerà ad essere
antifascista (aiutano gli ebrei).
Anche sul piano economico si impone il fascismo sino a giungere ad una vera e propria forma di
dirigismo economico cioè direzione dell’attività economica da parte dei poteri pubblici (si accentua
con la crisi del ’29). Venne creato l’istituto per la ricostruzione industriale (Iri). Vengono creati
anche altri enti pubblici (Imi e Agip) e anche enti assistenziali, previdenziali, mutualistici (Imps,
Inail) per il consenso di voti.
Nel settore agricolo vengono realizzati interventi massicci come la bonifica integrale o la battaglia
del grano che mirava a rendere l’Italia autosufficiente dal punto di vista alimentare: c’è lo
sfruttamento totale dei terreni per la produzione del grano. Si arriva all’autarchia cioè autogoverno,
lo stato non dipende da nessuno (dal punto di vista culturale si manifesta nel linguaggio: si cerca di
cancellare l’uso di parole straniere). si riducono le importazioni e ciò porta, essendo l’Italia un
paese povero di materie prime, ha un grave indebolimento al sistema produttivo.
Non ebbe un gran successo poiché non vi fu un adeguato ammodernamento tecnologico. L’apparato
industriale di sviluppò e si rafforzò accentuando ancora di più il divario tra nord e sud.
LA CONQUISTA DELL’ETIOPIA
Viene fatta per: prestigio, nazionalismo ed economia.
Il 3 ottobre 1935 le truppe italiane invadono l’Etiopia. Nel 1936 l’invasione si conclude con la
conquista di Addis Abeba. Mussolini annuncia agli italiani la fondazione dell’impero dell’Africa
orientale italiana (AOI), Vittorio Manuele III diventa imperatore d’Etiopia. Conseguenze:
La società della nazioni (vecchia ONU) definisce l’Italia paese aggressore e applica
contro di essa sanzioni economiche e parziale o totale divieto di commercio a
seconda dei settori (embargo);
Essendoci l’embargo l’Italia si avvicina sempre di più alla Germania;
Si accentua ancora di più la autarchia.
CAMPAGNA ORO ALLA PATRIA: spontaneamente gli italiani offrono dell’oro allo stato(fedi
nuziali, gioielli)
RIFORMA GENTILE
Fu definita da Mussolini la più fascista delle riforme, fu varata nel 1923 dal Ministro dell’istruzione
Gentile:
Importanza della cultura umanistica su quella tecnico-scientifica;
Carattere selettivo del sistema scolastico (esami);
Liceo classico iene privilegiato (da questo liceo si può accedere a tutte le università)
seguivano il liceo scientifico, l’istituto magistrale, l’istituto per ragionieri e geometri e
in fine i professionali;
Inserimento della religione cattolica;
Inserimento dell’esame finale di stato
LEGGI RAZZIALI
Nel 1938 su imitazione di Hitler in Italia venero emanate delle leggi razziali che discriminavano gli
Ebrei come razza. Molti stati erano anti semiti ma mai nessuno aveva pensato a questa soluzione
come i tedeschi (gli Ebrei erano visti male già prima di Lutero, perché in un Europa cattolica essi
professavano l’ ebraismo mantenendo la loro religione e inoltre la chiesa li riteneva responsabili per
la morte di Cristo). Il re d’Italia controfirma le leggi razziali.
Anche sotto il fascismo continua ad esistere un opposizione che opera di nascosto o dall’estero,
molti emigrano (antifascisti). Quando il fascismo mostrerà segni di debolezza questa attività
sotterranea di riflessione consentirà l’avvio alla lotta partigiana.
GERMANIA nel dopo guerra della 1° guerra Mondiale:
Trattato di Versaille;
Repubblica di Weimar;
Crisi economica;
Disoccupazione;
Inflazione;
L’eccessiva durezza del trattato di Versailles fu una delle cause del razzismo (volontà di rivincita
sugli altri popoli). Anche in Germania ci sono i comunisti che si ispirano alla rivoluzione russa. La
borghesia appoggia forse anticomuniste.
Ovviamente la crisi del ’29 su uno stato già debole economicamente ha effetti gravissimi anche
perché l’economia tedesca era legata a quella Americana. Non a caso Hitler prende il potere pochi
anni dopo. Ci sono grosse somiglianze tra Italia e Germania anche perché Hitler si ispirava a
Mussolini. Hitler non fondò il partito nazista ma gli aderì dopo la sua fondazione. Ispirandosi a
Mussolini, Hitler diventa Leader del partito nazista e tentò un colpo di stato a Monaco con le truppe
“private” del partito (equivalente delle camice nere in Italia) le SA. Il colpo di stato fallisce e Hitler
è incarcerato; in questi anni scrive “MEIN KAMPF” cioè tutto quello che Hitler voleva fare, anche
lo sterminio.
IL BOOM ECONOMICO ITALIANO
In Italia il periodo storico del Boom Economico (o miracolo economico) è un periodo di forte
crescita economica, nel quale una gran massa di italiani, che aveva in precedenza sperimentato i
disastri della guerra e la povertà dell’immediato dopoguerra,