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La cultura rinascimentale e i suoi protagonisti

Compone "L'Orfeo", opera teatrale di tematica classica. Poliziano aiuta Lorenzo nella "Raccolta Aragonese", donata a Lorenzo da Federico D'Aragona. Alfonso D'Aragona si proclama re delle due Sicilie, regno che ritorna dopo il Congresso di Vienna. Nella Raccolta sono presenti tre autori toscani: Dante, Petrarca e Boccaccio. Il tema principale è l'idea che la lingua ufficiale debba essere quella appunto toscana, fiorentina. Lorenzo De Medici è un politico, scrittore e poeta, come Federico II. Inizia con temi popolari, una delle sue prime opere è "Cantori giullareschi". Si tratta di parodie sull'amor cortese e stilnovistico. Si esalta il gusto popolare, il bacchico, è un inno all'effimero della vita. Scrive in seguito "Caccia col falcone", un trattatello con commento in chiave platonica. Pico della Mirandola arriva a Firenze. Diventerà amico di Poliziano. Giovanni Pico Conte della

Mirandola e della Concordia è un grande latinista e commentatore delle poesie d'amore.

In campo artistico Botticelli, Mantegna, Piero della Francesca utilizzano significati nascosti, riferimenti a miti, testi classici, latini e greci.

Pico della Mirandola è favorevole al ritorno del frate Gerolamo Savonarola a Firenze (1480, morirà bruciato nel '98).

Nel periodo si ha un sincretismo religioso, cioè la religione dei greci viene vista come una forma di sapienza, viene studiata per questo ma comunque non divinizzata. Si ha la contrapposizione tra le ninfe greche e i santi cristiani ad esempio.

Alla morte di Lorenzo nel 1492, Gerolamo Savonarola chiede di restituire la libertà a Firenze.

Savonarola prende sempre più potere all'interno del convento di S. Marco; riprende l'idea di Macchiavelli di volere uno stato di soldati, cristiani, vuole la fine del paganesimo e il ritorno ai principi religiosi del Cristianesimo (da "De Simplicitate Vitae Cristiane").

La Firenze laurenziana è governata dal lusso, bisogna addestrare i giovani fin da piccoli, rifiuta il paganesimo in blocco. Per questi principi verrà messo a morte nel 1498. Luigi Pulci è un importante scrittore rinascimentale e amico di Lorenzo De Medici. Scrive una parodia sull'amor cortese, "Rosa fresca", caratterizzata da una parlata rustica non aulica. Pulci è famoso per il poema cavalleresco de "Il morgante", di genere burlesco. La storia tratta delle avventure di due personaggi, il protagonista, il morgante, che è un buffo gigante e il suo servo, Margut, piccolino. Si parla del loro peregrinare e delle loro vicende. Il genere è comico. Importanti poemi dell'Umanesimo e del Rinascimento sono "L'Orlando innamorato" e "L'Orlando furioso", rispettivamente di Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto. Sono uno la continuazione dell'altro. In questo periodo si prendono in.Considerazione anche temi psicologici, si può parlare di un esame di coscienza spinto dalla Controriforma. In questo periodo si introduce la confessione. Boiardo è un importante scrittore dl centro Italia, vive nelle Marche e in Emilia, zona in cui diventa famoso. Scrive "I tre libri dell'amore" dedicati all'amata. La poesia d'amore di Boiardo si differenza da quella petrarchesca perché è leggera, attualizzata, si può leggere; non come la poesia del Duecento dal carattere siculo e romanzo. "Meglio morte qua che vita altrove" è un suo verso. Ne "L'Orlando innamorato" è importante la ricerca psicologica dei personaggi, che, anche se ancora basica, sarà utile a Macchiavelli nella stesura de "Il Principe". Si capisce, grazie a questa ricerca, la differenza tra l'uomo del Quattrocento e quello del Cinquecento. Questa ricerca psicologica è presente anche in Ludovico.

Ariosto e Torquato Tasso. Matteo Maria Boiardo nasce nel 1448 sotto la diocesi di Carlo VIII. Scrive “l’Orlandoinnamorato” nel 78, anche se rimane incompiuto, causa la morte nel 1494. Ludovico Ariosto riprende l’opera da dove si era interrotta, scrivendo “L’Orlando furioso” e facendola pubblicare nel 1516 nella sua prima edizione.

Niccolò Machiavelli vive tra il 1469 e il 1527. E’ stato uno scrittore spesso contraddetto, frequenti sono gli scritti anti-machiavellici. Nicolò di Bernardo dei Machiavellici è stato storico, filosofo, drammaturgo e politico italiano. E’ sempre stato un uomo predestinato all’agire, pensa in funzione all’agire, molto pratico. Assomiglia a Platone per quest’aspetto; Platone era un ateniese disilluso. Possedeva la virtus, era un uomo con forza d’animo, intelletto, virtuoso, un bonnehomme. Nasce da una modesta famiglia fiorentina, guelfa, da padre Bernardo mercante e madre.

Bartolomea Melli. Ha due sorelle e un fratello, vive sotto il governo dei Medici. A sette anni viene mandato a scuola. Verso i quattordici anni frequenta una scuola latina. A differenza dei suoi contemporanei (es. Pico della Mirandola e Poliziano) non si interessa del greco. Legge comunque alcuni autori greci come Tucidide, Polibio, Plutarco, e le relative traduzioni. Scrive "I discorsi della prima Deca di Tito Livio" e "Mandragola". Il padre nel frattempo vorrebbe che si dedicasse alla giurisprudenza, al diritto, alla mercatura. Il periodo dei suoi vent'anni è un periodo di tensioni a Firenze, periodo in cui viene cacciato Savonarola e gli stati italiani sono in difficoltà contro le potenze europee. Fino al 1512, anno del ritorno dei Medici a Firenze e del rovesciamento della Repubblica, Machiavelli si interessa di politica ed espande la sua rete di relazioni, utile ad ampliare le sue conoscenze nel campo. Dopo quell'anno viene condannato alla

Fustigazione per motivi politici. Grazie a Soderini, uomo influente nel periodo, riesce ad ottenere, dopo Savonarola, il ruolo di segretario della seconda cancelleria di Firenze. Firenze infatti aveva due cancellerie: la prima si occupava di affari esteri, mentre la seconda di affari interni ed ambascerie. Questo ruolo permette a Machiavelli di avere un certo potere politico.

Fra 1500 e 1512 riesce quindi ad ampliare le sue conoscenze e relazioni politiche, tra cui il re di Francia Luigi XII e l'imperatore di Germania, dove viene mandato. Incontra inoltre Cesare Borgia, colui che prenderà come modello per scrivere la sua opera più conosciuta, "Il Principe". Borgia vuole infatti uno stato italiano unico sotto il suo potere, assieme al papa Borgia, suo padre. Sottomette quindi Forlì e Piombino.

Machiavelli si limita a scritti e relazioni, si ha una polemica italiana della controriforma, del sincretismo dell'umanesimo, del volere del ritorno del

Cristianesimo occidentale. Incontra anche Alessandro VI a Bisanzio, che ha un ruolo molto prestigioso. Venera lo stato come opera d'arte. Machiavelli riceve la protezione del papa Leone X e dei Medici. È un uomo pratico, disilluso, che pensa in funzione dell'agire, pensa alla soluzione per l'Italia in quel momento, cioè un principe in grado di governarla. Analizza i vari tipi di governo, pensa alla presenza di un esercito di cittadini che lottano per amor di patria (non mercenari), stila le qualità del principe ideale, che deve essere rispettato, parsimonioso e crudele (divide così i principi che regolano la vita politica da quelli morali), analizza le cause della debolezza degli Stati italiani. (Il Principe) Viene riconosciuto da Leopardi come colui che è in grado di chiamare le cose con il loro nome, per cui ci vuole coraggio, come per vedere il lato negativo delle cose. Machiavelli ama l'azione, dà scandalo per le sue idee rivoluzionarie.

E’ contrario a Dante: la lingua ufficiale deve essere il volgare illustre al posto del fiorentino. La religione civile, l’amor di patria da parte dei cittadini e la democrazia devono essere principi dell’Italia, si ritrovano ne “Il Principe” e poi ne “L’arte della guerra”. Nel 1521 incontra Lorenzo Guicciardini. Nei suoi ultimi anni di vita vi sono diversi sovvertimenti. E’ uno scrittore che tende a pensare per immagini, dà importanza all’estetica. Nel 1527 si ha il sacco di Roma e la morte di Machiavelli. In quel periodo, a Venezia, viene corretto “Il Cortigiano” di Baldassar Castiglione. L’opera è un’espressione dell’uomo universale che si migliora. Comprende personaggi che vanno da Don Battista Alberti a Leonardo Da Vinci, che ne sono degli esempi. Viene scritto in lingua italiana, la lingua delle corti. Dopo essere stato corretto esce a Venezia, a Campo San Marino, nel 1528. Si parla della

vita di corte. Ha un'enorme diffusione in tutta Europa. Viene corretto da Valère e da Pietro Bembo. Lorenzo Guicciardini è contemporaneo a Machiavelli. Nasce nel 1483 e muore nel 1540. Viene da una famiglia importante. Studia a Padova e si laurea a 22 anni in Diritto. Insegna diritto civile. Il pilastro della sua riflessione politica è il particolare, cioè l'uomo deve pensare al suo primato personale. Guicciardini è uno speculatore. Deve ritirarsi nella sua villa a Firenze, a Finochieto. Muore nella sua villa ad Arcetri. È un governatore a Modena, Reggio Emilia, Roma. In queste zone comincia i suoi primi scritti, le prime relazioni che manda. La sua attività diplomatica gli fornisce l'ispirazione per una delle sue opere maggiori, che scrive tra il 1492 (morte di Lorenzo) e 1534 (periodo di ritorno dei Medici, dopo la Repubblica fiorentina), cioè "La storia d'Italia". Il 1525 è un periodo di

socievolezza letteraria, di circolazione di testi e manoscritti. L'età di Lorenzo, Ariosto e Tiziano, come quella dei salon settecenteschi con Maria Antonietta sono tutti periodi di scambio culturale.

Il cortigiano è un'espressione della corte come luogo per privilegiati, di vastità sociale. Non è riferito solo agli aristocratici, non bisogna leggerlo solo da quel punto di vista. L'essere cortigiano è un comportamento per tutti, tutti possono adottarlo, è una condizione di miglioramento dell'uomo.

"Il Cortigiano" come "Il Galateo" sono strumenti di educazione e formazione per l'uomo, per il suo comportamento. Si esalta la vita nell'aspetto delle sue conquiste estetiche, le attività intellettuali e pratiche, come lo stare in società, l'essere amichevoli ecc.

Si ha un atteggiamento di superiorità, uno stato di grazia, la grandezza delle cose che

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
11 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LisaLu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Damiani Rolando.