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ESEMPI DI BLOG POST (I MIEI DI LUGLIO 2017)
BLOG POST #1
“Il neologismo post-verità, derivante dall'inglese post-truth, indica quella condizione secondo cui, in
una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di
secondaria importanza. Nella post verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal
pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi effettiva sulla veridicità o meno
dei fatti reali.”
L’affermarsi di questo termine è stato repentino, si è fatto strada nella dialettica politica in
brevissimo tempo meritando addirittura il titolo di parola dell’anno 2016 secondo l’Oxford
Dictionary, ma come molti sostengono (come ad esempio Katharine Viner, giornalista del
Guardian) questo fenomeno è da imputare alla tecnologia adatta alla condivisione e ai rispettivi
compensi per le visualizzazioni.
È un excursus partito da una differenziazione dell’informazione non derivante solo dai giornali
tradizionali e che ha portato all’appellarsi alle emozioni dei lettori per scatenare indignazione e
condivisione senza curarsi della veridicità delle notizie, ma anzi, puntando proprio su titoli ad
effetto e argomenti scarni. Il fenomeno si chiama “click-bait” ed è diventata una piaga per chiunque
si voglia informare decentemente perché è facile che un utente possa scambiare una “notizia”
falsa da una vera portandolo ad avere convinzioni sbagliate su ciò che lo circonda, ma è un
fenomeno che sopravvive grazie alle visualizzazioni che queste notizie ricevono, tanto che anche i
giornali si ritrovano a titolare i propri contenuti con frasi accattivanti tipo “Poletti fa il portiere e para
le polemiche ‘però tira piano’”, “Il gasdotto Tap ancora assediato dai manifestanti”.
Tra chi non si ferma all’osservare il fenomeno c’è Facebook, che dall’agosto 2016 con un blog post
dichiara la “lotta” al click-bait annunciando di voler filtrare (segnalandoli) tutti gli articoli che,
secondo gli algoritmi, possiedono con un titolo che porta il lettore a cliccare per scoprire di cosa si
parla nei contenuti, per capirci: “INCREDIBILE! Non potete immaginare cosa il presidente della
repubblica abbia trovato nella sua cucina!”, anche se nella maggioranza dei casi è una pentola e
nel resto dei casi è cibo, il titolo nasconde informazioni che sono reperibili soltanto accedendo al
contenuto.
Insomma l’informazione è veicolata dai sentimenti tanto negli strumenti digitali di condivisione
quanto nella politica e nei rapporti interpersonali. Come alcuni evidenziano (anche se con un
voluto spirito di satira) meglio di me il rapporto tra l’informazione rapida attraverso canali digitali, la
politica e la verità è mediata da una fitta rete di sensazioni e emozioni che favoriscono colui che il
mezzo lo sa sfruttare al meglio.
Siti italiani di fake news (per ridere):
• Corriere del corsaro http://www.corrieredelcorsaro.it/
• Lercio http://www.lercio.it/
• Il giomale http://giomale.altervista.org/
• Il fatto quotidaino http://www.ilfattoquotidaino.it/
•
https://it.wikipedia.org/wiki/Post-verit%C3%A0
https://en.oxforddictionaries.com/word-of-the-year/word-of-the-year-2016
https://www.theguardian.com/media/2016/jul/12/how-technology-disrupted-the-truth
http://video.repubblica.it/edizione/bologna/bologna-poletti-fa-il-portiere-e-para-le-polemiche-pero-
tira-piano/271802/272300
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-04-03/il-gasdotto-tap-ancora-assediato-
manifestanti-104840.shtml?uuid=AEnizNy
https://newsroom.fb.com/news/2016/08/news-feed-fyi-further-reducing-clickbait-in-feed/
https://www.youtube.com/watch?v=xecEV4dSAXE
BLOG POST #2
Recentemente si è diffusa la notizia di una startup, chiamata Lyrebird e nata nell'università del
Montréal (Canada), che sta, tuttora, sviluppando un software in grado di replicare la voce, il timbro,
l'emozione e lo stile di parlato di chiunque a patto di "dar da mangiare" al software un minuto di
registrazione di parlato originale. La startup ha rilasciato anche delle demo che evidenziano il
potenziale di questo strumento.
Come per ogni nuova tecnologia, si figurano subito vantaggi e svantaggi dell'utilizzo di essa.
Come vantaggio consideriamo che il software potrebbe fornire la facoltà di un'interazione più
umana per le persone colpite da malattie degenerative e non in grado di parlare. Basti immaginare
Stephen Hawking in grado di comunicare con una voce più naturale o addirittura con la sua voce di
prima che perdesse la facoltà di parlare.
Come svantaggio non consideriamo tanto il fatto di poter far dire ad un personaggio pubblico,
come un politico, ciò che vuole, piuttosto pensiamo al fatto che questo software possa diventare un
facile capro espiatorio per qualsivoglia scandalo, come indica sagacemente Alessandro Masala in
un video sul suo canale YouTube, chiamato Breaking Italy.
Ovviamente stiamo parlando di supposizioni, non sappiamo ancora quali misure legali
prenderanno i vari governi per sopprimere il potenziale radicale di questa tecnologia, possiamo
solo immaginarlo.
Valerio C.
Questo post è rilasciato con licenza Creative Commons BY.
Maggiori informazioni sulla licenza a questo link.
BLOG POST #3
Chi si ricorda la prima volta in assoluto che ha usato internet? Per le generazioni precedenti,
probabilmente l’evento ha potuto rivoluzionare il modo di pensare donando la facoltà di
comunicare istantaneamente cospicue informazioni da un capo all’altro del mondo e donando la
facoltà di acculturarsi facilmente e comodamente dalla propria scrivania.
Per me è stata una consapevolezza costruita in qualche anno della mia vita. Perché? Perché
avevo solo 9 anni quando per la prima volta ho usato Messenger, il servizio di messaggistica
istantanea della Microsoft, il funzionamento del quale per me, al tempo, poteva essere benissimo
costituito da un team di folletti che corrono velocissimi per consegnare i miei messaggi, parlavo per
lo più con il mio migliore amico e con mio cugino, in entrambi i casi per commentare insieme le
puntate di Dragon Ball del pomeriggio, ma lo facevo senza dover rubare il telefono a mio padre per