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POETICA DI ANNA ACHMATOVA
L’Achmatova, a parte nel periodo di esilio, rimane a distanza da tutti gli influssi dei suoi
predecessori e contemporaneamente li domina; è poetessa del pieno simbolismo, tendenza che si
riflette nei primi poemi, come”Alisa e Ballo mascherato nel parco”. Ella ha la capacità di creare
intensità nelle sue poesie riducendo la narrazione a un susseguirsi di punti forti, unificando
narratrice e eroina, distingue prologo ed epilogo. L’Achmatova rifiuta Čechov, posizione comune
alla “generazione degli anni 10”, in quanto egli è caratterizzato da descrizioni terra-terra, rifiuto
del mistero e dell’illusione, ostilità nei confronti delle concezioni religiose dell’arte, canzonature
nei confronti del simbolismo e decadentismo. Inoltre l’Achmatova è in contrasto per questioni
personali, infatti egli descrive la vita reale delle città ostili e grossolane che ha oppresso l’infanzia e
la giovinezza dell’Achmatova; prima la stessa scriveva insoddisfazione per la sua vita.
Conoscendo l’arte nuova, la vive come una religione, analitica e ideale, che vede, nell’arte stessa
qualcosa di più sublime; contrastando quindi con Čechov, che vede l’arte come un lavoro. In Anna
Achmatova destino e cultura diventano principi interattivi e predominanti della poesia; ella
considera Innokentij Annenskij suo maestro, da lui impara a comunicare con precisione gli aspetti
sottili e drammatici del sentimento poetico. Nella poesia dell’Achmatova si sente forte la
tradizione popolare e folcloristica; esiste una profonda parentela strutturale tra l’incrinatura del
senso nella strofa e quella fra la raffinatezza della lingua letteraria e il fraseggio della canzone
popolare. Diverso effetto è prodotto dalla vena religiosa, soprattutto per descrivere la relazione
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amorosa; infatti l’innamorata achmatoviana oltrepassa la norma della coscienza cristiana. La
convinzione e la naturalezza con cui il poeta mescola norma e rifiuto della stessa, legittimano la
gioia procurata dall’infrazione della norma; è una gioia compatibile con il pentimento a tal punto
da presupporre l’osservanza di altre norme. L’illusione è il mondo in cui non esiste più
contraddizione tra la gioia innocente del peccato e la passione terrena santificata dal cielo; solo la
poesia può creare illusione. 1915 Nikolaj Nedobrovo pubblica un articolo sulla rivista “Russkaja
mysl’” , che costituisce la prima analisi seria della sua poesia, la poetessa tiene conto dei
suggerimenti del critico. L’Achmatova utilizza l’empatia come metodo poetico; in una poesia del
1922 cita i versi del XVII canto del Paradiso di Dante e lo ripropone spesso. Usa molti mezzi
poetici, come parallelismo sintattico; ripetizione per intensificare l’emozione del discorso; metafore
fondate sulla non somiglianza, ma sulla similitudine delle situazioni; il raggruppamento degli
epiteti a due o tre per volta; accumulazione di avverbi di qualità; carattere epigrammatico
dell’espressione, soprattutto alla fine del poema; il ritratto e il paesaggio intesi come attori del
dramma poetico; la semplicità della strofa; l’utilizzazione di rime tronche e l’irregolarità del metro,
che avvicina il verso al verso libero. Il suo verso è un compendio delle intonazioni delle parlate
russe del XX secolo, determinate con la stessa esattezza usata annotando una melodia.
L’Achmatova interagisce sempre con le “voci altre” che sono costanti nella sua poesia. Lo specchio
è l’immagine fondamentale dell’Achmatova. Nel contesto de “Il rovescio della medaglia”, precisa
il valore del silenzio, che è il mutismo della maschera tragica, dei versi bruciati, dei sepolti vivi. La
poesia è la memoria che la posterità conserva del poeta, non quella che lascia in modo
consapevole, ma la memoria di tutti, memoria che ha bisogno di essere posseduta da un altro
poeta della stessa generazione. La memoria e le sue relazioni con il tempo sono il fulcro dei motivi
poetici dell’Achmatova; la cui poetica è finalizzata a un solo scopo, quello di trasformare la morte
in vita, ed è così che, al confine con la negromanzia, ella tenta di cantare con la viva voce dei morti,
come avviene in “Poema senza eroe”.
In “Requiem” le “voci altre” si fondono in un coro; ma non è lo stesso “coro del destino” che si ha
nel “Poema”. La differenza tra queste due opere è quella che c’è tra un’antica tragedia e un rito
funebre; l’eroe del Poema è tutto il popolo, infatti questa poesia parla in nome del popolo, la lingua
è quella semplice dei giornali, accessibile a tutti e i procedimenti sono elementari. La poesia della
Achmatova è caratterizzata da :
• Profonda religiosità che tempera la tragedia;
• Antieroismo;
• Sincerità senza limiti che consiste nel chiamare le cose con il loro nome;
• Assenza, che segna tutto questo, assenza di eroismo, assenza di autosufficienza, di
autonomia dell’uomo, di interdizioni e di limiti. 21
La Achmatova osserva la poesia lirica attraverso il prisma dell’epica, è un genere detto lirico –
epico, diverso da quello epico – lirico che si esprime con grande purezza. Nell’uno e nell’altro
genere la storicità propria della poesia achmatoviana degli inizi, si approfondisce con l’arricchirsi
dell’opera e risolve in modo specifico il problema della memoria e del tempo.
Михаил Афанасьевич Булгаков ( Kiev 1891 – Mosca 1940 )
Nasce a Kiev nel maggio del 1891, appartiene a una famiglia di cultura e agiata, padre laico,
professore di teologia all’università di Kiev. Compie studi specifici laureandosi in medicina.
Сергей Булгаков, un parente, fu uno dei più grandi filosofi e teologi russi. Nel 1916 lavora per un
anno in un ospedale rurale dove è l’unico medico, esperienza che nel 1919 lo ispira a scrivere “
Ricordi di un giovane medico”. Nel 1918 torna a Kiev e assiste a eventi drammatici, quali
Михаил comincia
l’occupazione della città da parte delle truppe tedesche, l’arrivo dei bolscevichi.
a scrivere solo nel 1919 pubblicando articoli e racconti su alcuni giornali locali risentendo molto
della sua formazione medica, aspetto che si rispecchia molto nelle sue opere. Nel 1919 viene
mobilitato dall’Armata Bianca e, come medico militare, prende parte alla guerra civile nel Caucaso
settentrionale, contrae il tifo e non riesce a lasciare la città Mette in scena 3 piece che però non
verranno mai pubblicate. Dal 1921 vive a Mosca lavorando come reporter e scrittore di feuilleton
per vari giornali della capitale. Prima del ’21 si arruola nell’Armata Bianca dove, comunque,
continua a scrivere per la stampa locale ( Caucaso ).
Non conoscendo nessuno a Mosca non può stringere legami con il mondo letterario moscovita; per
questo nei primi tempi cerca lavoretti per guadagnarsi da vivere scrivendo per vari giornali. Prima
di andare nel Caucaso aveva prestato servizio come medico. Già in partenza contrario alla
rivoluzione in quanto conservatore e non amante del disordine, infatti grazie alla sua agiatezza
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ama dedicarsi alle arti in modo tranquillo. Avendo prestato servizio medico tra i contadini rozzi e
superstiziosi comincia a sentire il sentimento di repulsione nei loro confronti in quanto li ritiene un
popolo che non ha nessuna consapevolezza della propria vita, un popolo misero, sporco, ignorante
e superstizioso. Di fronte a questo popolo disse :
“Se questo popolo diventerà il reggitore dello stato cosa potrà fare data la sua ignoranza.”
Nel ’23 decide di dedicarsi completamente alla letteratura, visto che non è ancora un’epoca di
chiusura dell’intelligencija da parte del governo. Comincia a scrivere testi teatrali tanto da essere
più conosciuto come drammaturgo che come scrittore, mentre al giorno d’oggi è il contrario. Scrive
un romanzo “Белая гвардия” ( = La guardia bianca ) che trasforma in opera teatrale; è un
romanzo che riguarda la storia di coloro che avevano aderito all’Armata Bianca tra il 1918 e il 1919.
la storia rispecchia la casa e la famiglia degli stessi Bulgakov; l’autore sceglie questo periodo
perché in Ucraina è denso di avvenimenti e caratterizzato da mesi di altissima instabilità politica :
∝ Occupazione tedesca ;
∝ Controllo dei Гетман ( ы );
∝ Dittatura di un avventuriero;
∝ Inverno del ’19 prime ondate dell’armata rossa.
La prima parte di questo romanzo è pubblicata su una rivista importante, ma viene criticata
aspramente perché non è in sintonia con le direttive del governo; la seconda parte non viene
pubblicata, ma sull’onda del successo, procuratogli dalla prima parte, decide di elaborarla in forma
drammatica, reintitolandola “Дни Турбиных” ( = I giorni di Turbiny ). Questo romanzo è
caratterizzato da un contenuto strutturale identificato nella CASA dei protagonisti, vista come
NIDO e RIFUGIO dei componenti della famiglia, vista come un luogo nel quale trovare calore e
benessere. Tutto quello che sta fuori dalla casa è completamente l’opposto : guerra, morte,
distruzione, desolazione, buio; anche se la descrizione della casa riguarda solo i primi capitoli, la
figura della CASA – MADRE continua a comparire e ad essere presente. Si ha quindi contrasto
CALORE/LUCE e GELO/FREDDO/BUIO; l’unica luce presente all’esterno è quella dei riflettori
nemici per scovare i soldati. Contemporaneamente a questo romanzo ci sono due racconti che
fanno parte della fase satirica della sua produzione, durante la quale si accanisce contro la Nuova
Russia :
1. Роковые яйца ( = Uova fatali )
2. Собачье сердце ( = Cuore di cane ).
L’opera più importante rimane comunque “Мастер и Маргарита” è la storia di uno
Роковые яйца
scienziato ( il professor Persikov ) che inventa un razzo capace di accelerare la crescita delle cellule
di tutto ciò che viene posto a diretto contatto con il suo raggio russo. Gli esperimenti di collaudo
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hanno esito positivo tanto che il raggio inizia ad essere utilizzato con le uova di gallina, in modo
da sfamare la popolazione. Una sera un inserviente pone accidentalmente sotto il razzo
funzionante uno scatolone di uova di rettile, scambiandole per le altre. Il raggio rosso fa sviluppare
velocemente le uova dalle quali nascono enormi draghi che portano lo scompiglio in tutto il paese,
fino a quando un freddo improvviso li uccide tutti. Satira feroce contro il governo = il ragg