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IIWW.
- Il Partito.
In realtà, su circa 700.000 condanne del 1938 solo il 10% coinvolge il potere, il 90%
colpisce il popolo. Infatti secondo l’articolo 58 del Codice Penale, chiunque poteva
essere arrestato in base ad un ordine confidenziale, ed era prevista una quantità di
perone da arrestare per ogni luogo -> “arresti per quota”.
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Nel 1939 viene firmato il patto Molotov-Ribbentrop, patto di non aggressione con la
Germania, che implica anche la spartizione di territori e zone di influenza in Europa
orientale, in particolare riguardo la Polonia. Questa infatti l’1 settembre viene invasa
dalla Germania, il 17 settembre dall’Armata Rossa. Verranno poi annesse anche
Bielorussia e Ucraina. In Polonia si verifica l’eccidio di Katyn’: decine di migliaia di
soldati polacchi vengono fatti prigionieri durante le prime settimane di guerra, e
spariscono; i nazisti durante l’avanzata scoprono poi alcune fosse comuni, nella zona
di Katyn’, e denunciano il massacro: circa 20 mila prigionieri, tra ufficiali, poliziotti e
docenti universitari, erano stati rastrellati e assassinati con lo scopo di eliminare la
classe dirigente polacca, che si contrapponeva all’esportazione della rivoluzione. I
sovietici compiono altri eccidi, tra cui quello di Seliger e quello di Lugansk (zona
attualmente contesa tra Ucraina e separatisti ucraini). Questi luoghi sono “punti di
morte immediata”, dove vengono concentrati i prigionieri per essere fucilati; in alcuni
casi sono monasteri, scelti per disprezzo della storia del monastero stesso (come nel
caso di Optina). Gli ordini di fucilazione non sono stati trovati, ma abbiamo l’ordine di
distruzione di tutti i documenti relativi ai soggetti polacchi, decisione presa sotto
Chruscev per eliminare tutte le prove. I carnefici di Katyn’ vengono guidati dal
capitano dell’NKVD responsabile delle esecuzioni, Vasily Blokhin, il quale pare abbia
personalmente ucciso lo scrittore Babel’.
II Guerra Mondiale
I russi chiamano la IIWW “velikja otecesvennaja”, grande guerra patriottica. Il
riferimento è ad una guerra combattuta contro il nazismo, a partire dall’invasione del
’41, ciò che è successo prima non rientra nella guerra patriottica. Se parliamo di IIWW
parliamo di una guerra iniziata nel ’39 (pienamente in vigore il patto Ribbentrop-
Molotov). Ricostruendo la storia del XIX secolo, il tema della memoria storica è molto
complesso, perché è difficile collegare eventi che sembrano intenibili. Nel 1940 l’URSS
annette le Repubbliche Baltiche. L’armata rossa entrerà nei Paesi Baltici, liberandola
dal nazismo, iniziando però a deportare le loro popolazioni. Oggi nei paesi baltici si
tende a togliere tutti i monumenti dell’armata rossa e aperte proteste dell’opinione
pubblica russa. Anche sulla questione di Katyn c’è il problema della memoria:
distruggere l’identità nazionale o trovarne una più grande che riesce a resistere a
queste tragedie.
Il 22 giugno 1941 i nazisti invadono l’URSS, inizia la grande guerra patriottica. Nei
primi mesi l'armata rossa è costretta alla ritirata, perchè? Non per superiorità tecnica o
numerica, ma poiché con le purghe del 37-38 i vertici militari dell'armata erano state
eliminati. I tedeschi avanzano addirittura fino alla periferia di Mosca e a circondare
Leningrado, cominciando un assedio che durerà 900 giorni e che comporterà immani
perdite civili. Un altro episodio da ricordare fu la battaglia di Stalingrado (17 luglio 42-2
febbraio 43). È un momento fondamentale perché la gente, rischiando la vita in ogni
momento, riscopre la libertà, si riscopre il valore del soggetto (Grossman). In questo
momento si manifesta il fenomeno dell'esercito russo di liberazione (ROA), comandato
dal generale Vlasov, composto da soldati e ufficiali russi delusi dai propri vertici e
affascinati dall'idea di combattere i sovietici. Questi si alleano con i nazisti. I nazisti
fanno moltissimi prigionieri che inviano nei campi, che finita la guerra sono un
problema serio: avevano disobbedito infatti all'ordine "non un passo indietro". Infatti
moltissimi soldati, seppur eroi si arresero per mancanza di mezzi. Questi usciti dai
campi nazisti furono trattati alla stregua dei traditori e inviati nei gulag sovietici. Le
perdite russe furono di 26/27 milioni di morti. Il regime sovietico impose anche la
deportazione di alcune popolazioni nelle steppe degli Urali. Questi stranieri, tedeschi
del volga e nordici, erano stati invitati da Caterina e poi si erano integrati con i russi.
Lo stesso era avvenuto per i polacchi e avvenne poi per i ceceni e per i tatari di
Crimea. Tutti questi popoli erano sospettati di poter essere alleati degli invasori, e
rimasero deportati fino agli anni 60. In seguito vennero occupati Ucraina e paesi
baltici: in tutti questi paesi si creano movimenti di resistenza armata partigiana prima
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ai nazisti e poi ai sovietici, in certi momenti alleandosi ai nazisti, collaborando in alcuni
casi all'eliminazione degli ebrei. In questo contesto è emblematico Bandera,
indipendentista ucraino, che si pensa sia stato anche un collaboratore dell'olocausto.
Durante la guerra vengono inviate nei campi "fiumane" di prigionieri, non come
prigionieri oggettivi, bensì come nuclei accomunati da qualcosa. È un problema perché
sei internato in quanto membro di un gruppo identificabile (tedeschi, baltici, traditori)
e quindi viene meno l'elemento tipico del totalitarismo dell'eliminazione dei legami.
Poiché dunque i prigionieri costituivano dei gruppi coesi (che diventano punto di
resistenza), non più dei singoli, i campi diventano instabili, ingestibili e non
economicamente sostenibili a causa delle rivolte endemiche. Subito dopo la morte di
Stalin verranno quindi chiusi. Con la fine della guerra iniziano la guerra fredda e una
guerra interna, le rivolte dei campi. Nel 47 vi è anche la terza carestia: le zone più
colpite sono Ucraina, Moldavia, popolazioni appena annesse. Si pensa quindi che sia
una carestia artificiale usata per "addomesticare" i nuovi annessi. Nel 46-48 inizia la
campagna contro il cosmopolitismo (influenze occidentali). Si crea anche un fenomeno
di antisemitismo sovietico (eccidio di Babi Jar): non si parla più di olocausto.
Grossman: scrittore sovietico di origini ebraiche, corrispondente ufficiale dell'armata
rossa, è tra i primi a entrare a treblinka, e ciò che scrive sul campo è utilizzato durante
il processo di Norimberga. Scrive una grande opera sui massacri degli ebrei, ma Stalin
lo blocca perché va ricordata l'URSS, vincitrice della guerra, non gli ebrei. Emblematico
è anche l'omicidio di Solomon Michoels del 1948, al servizio del regime durante la
guerra e poi caduto in disgrazia.
Il 5 marzo 1953 muore Stalin. Inizia la lotta per la sua successione: in luglio si ha una
svolta perché Berija (responsabile della sicurezza) viene ucciso. È significativo che egli
da qualche mese avesse iniziato a chiudere i campi, conscio della loro non redditività.
Dopo Berija nessun altro viene ucciso, al massimo allontanato dal potere. In settembre
viene eletto primo ministro Chruščëv, che consolida il suo potere nel 1956, anno in cui
in febbraio si tenne il ventesimo congresso del partito, evento fondamentale poiché
Chruščëv denuncia i crimini e le vittime del culto della persona di Stalin. Nell'estate
1957 si svolge il festival mondiale della gioventù, occasione di incontro per ragazzi che
si riuniscono a leggere poesie e cantare in piazza Maiakovskij. Il fenomeno viene
represso in quanto spontaneo, ma in verità perché origina dissenso, è proprio l'origine
del fenomeno. Nel 1959 appare la prima rivista clandestina "Sintaksis", con l'intento di
continuare a condividere poesie e originatosi sulla spinta del premio Nobel per la
letteratura vinto da Pasternak nel 1958 (che pubblica il suo libro in Italia, edito da
Feltrinelli). I Samizdat (auto pubblicazione) si diffondono in tutta l'URSS, prima
manoscritti, poi anche scritti a macchina, difficilmente stampati. Le riviste clandestine
circolano principalmente tra amici. Sintaksis è la prima, poi nascerà Feniks (fenice). Il
fenomeno si diffonde in tutta l’unione. Le redazioni non necessitano di nessuna
organizzazione alle spalle. È interessante la memoria che rimane oggi di questo
fenomeno, molti testi storici infatti non lo citano neanche. Nel 1951 (due anni prima
della morte di Stalin) Susanna Pecuro, nata nel ’33, si trova con dei compagni di
istituto per fare le stesse cose che faranno i ragazzi di piazza Majakovski, insieme ad
un’insegnante. Ma poiché il partito non ne era a conoscenza, la prof gli consiglia di non
trovarsi più. Le riunioni diventano così clandestine, parlano di politica (rivoluzione e
resistenza armata), ma il gruppo si divide, perché non tutti sono d’accordo. Vengono
poi denunciati arrestati il 18 gennaio 1951. Un anno dopo 3 di questi ragazzi
(diciottenni) vengono condannati a morte. Susanna viene condannata a 25 anni di
campo di correzione. La lettura di poesie aveva portato a morti e reclusioni ingiuste.
Ma nel 1959 dei i ragazzi di piazza Majakovski non viene condannato nessuno. Tra loro
cera anche Bukovskij, che afferma “se non io e adesso, chi e quando?”.
Il dissenso
Il dissenso continua a crescere, principalmente tramite la letteratura. L’amore per il
bello segna la storia russa. Nel 1962, sul numero 11 della rivista Novij Mir (nuovo
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mondo), il cui editore è un uomo di partito, che conosce le lotte di potere interno,
Aleksandr Solženicyn, prof di matematica ex detenuto dei campi di concentramento,
pubblica il testo “Una giornata di Ivan Denisovic”, nel quale racconta realisticamente
la giornata tipo di un detenuto dei campi di concentramento. L’editore capisce che
questo racconto può favorire Chruščëv, e lo pubblica. È la prima volta che si parla
liberamente dei campi, è la prima volta che alla parola “verità” corrisponde la realtà.
Inizia il superamento del sistema totalitario, nel quale persino le parole erano svuotate
del loro significato in favore dell’ideologia. Nel 1964 Chruščëv viene allontanato dal
potere, senza venire ucciso; il suo periodo viene chiamato “del disgelo” o “della
destalinizzazione”. Inizia il periodo di Brežnev, chiamato “della stagnazione” poiché
inverte il processo voluto da Chruščëv e si riavvicina al periodo staliniano ->
ricominciano i processi farsa. Andreij Sinjavskij (con lo pseudonimo di Terc) e Daniel’
(