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Introduzione: Comportam. Reale dei Materiali - Criteri/Verifica di Resistenza
- I materiali posseggono una resistenza limitata (dopo un certo periodo)
- In funzione della resistenza del materiale, si consegue con i dimensionamenti
- Per fare queste verifiche, si sottopone il materiale a prove sperimentali:
Ciò che facciamo per prima cosa è studiare il comportamento reale dei materiali che compongono la nostra struttura, una volta note le sollecitazioni; nelle semplici "membreture" (travi, pilastri, catene...) si vanno a studiare i punti più sollecitati, sollecitazioni ricavate ad esempio dopo lo studio di S.V. (si cercano le sollecitazioni max) nei punti "critici della fruttura", e si sottopongono a verifica, questo perché in modo tale che le sollecitazioni interne sono inferiori ai limiti di rottura del materiale (dovuto alla condizione di collasso del materiale sulla base delle loro caratt. fisico-chimiche).
Questo viene studiato sia nella progettazione delle strutture sia per fare prova di verifica per una struttura esistente, vedere appunto se le sollecitazioni interne sono inferiori ai limiti di rottura del materiale.
Di valutare lo stato di sicurezza rispetto al collasso.
Ovviamente per questioni di sicurezza non basta porre il limite che porta alla fruttura ma un margine all'interno del motivo allora limite della tensione limite a trazione e compressione, che saranno le tensioni ammissibili, mettendo in relazione con un coeff. di sicurezza μ, che sarà > 1.
Le tensioni ammissibili:
1a Cosa
vediamo il COMPORTAMENTO MECCANICO DEI MATERIALI:
- prendendo "il provino" della struttura da Prova
- sottoponiamo a prove di laboratorio (statica) ovvero di
- Trazione, Compressione, T[orsione], ulteriore deformazione
- vedo la sollecitazione LIMITE, i vettori limite che il MATERIALI:
· raggiunge a trazione e compressione e sono diverso per
· i materiali sono fragili, in modo tale che le formule
· di eventuale stia lontano da vettori limite.
Li provo in laboratorio, determinando: le curve deformative
- del materiale, il suo modulo elastico, il coeff. di Poisson e...
2a Cosa
FACCIO IL RESISTENZAMENTO, ovvero nei punti critici della struttura
- Verifico se lo STATO TENSIONALE da desiderata sia
- amissibile; cioè: se è interno al dominio di resistenza
- del materiale.
- Tramite lo studio di S.V. vedo lo STATO TENSIONALE nei carichi.
1. Lo stato tensionale (T esercizio) e lograx la verifica
dei componenenti e diretta, dopo confronto σes (dedalla
il metodo che sto studiando) con la Gl tensione limite del
materiale; sottoposto a provino STATICA di traz./compr..
- Se Tes e longaX in un punto
- della struttura,
- SINTO TENSIONALE [e.s.]
- [58]
- ●
- [G]
2. Se lo stato tensionale (T esercizio) è PLURASSIALE, la verifica
viene fatta appalconda i criteri del resistenza, modelli matematici
(teorie, che mi permotano di definire la Resistenza del materiale.)
- In condizioni PLURIA DI SFORZO. Vedi pag.» 20 - 20!
in un U si misura lo STATO di TENSIONE ULTIMO del MATERIALE, dove
il materiale non può più sopportare incrementi di carico.
se tratto della 2a FASE L-U è la FASE (PLASTICA) detto SNERVAMENTO
del MATERIALE in cui vi è un rilassamento del materiale, dove vedendo
che sotto l'azione di carico si può ancora deformare, però DIMINUISCE lo
SUA RIGIDEZZA e questo può comportare la rottura.
DECO SCHEDAMENTO PC di MATERIALE (ACCUMULO DEFORMAZIONI RESIDUE). INCURVAMENTO
FASE 3: Infatti con macchine moderne dei laboratori si può
osservare il fenomeno dopo lo STATO ULTIMO di sollecitazione
del MATERIALE, in cui il materiale può ancora deformarsi
però in questa fase vi è una diminuzione delle tensioni
il materiale diventa "INSTABILE", basterebbe un piccolo
aumento di CARICO e si romperebbe, la curva assume
un consolidamento verso il basso negativo
fase vista alla macchina a controllo di deformazione,
detta fase di STRIZIONE).
Questa ultima fase che toccugno il materiale prima di
Rompersi si detta fenomeno di STRIZIONE tutta UR, visto questo
fenomeno avviene proprio in acciaio, succede che dopo
lo stato ultimo di tensione o LIMITE, le CONTRAZIONI
TRAVERSALI SONO MOLTO FORTI e questo comporta
che la sezione Ao. iniziale tende a diminiure in maniera
macroscopica, questa contrazione vista nel diagramma
corrisponde al tratto infùnale di tendenza negativa.
Per evitare complicazioni della matrice pluriax, la verifica viene fatta su
uno stato tensionale monax (unax)
Procedimento:
- Criteri per materiali isotropi:
- Passo da una funzione (reale) a 6 variabili (pluriax)
(41, 42, 33, 12, 13, 31) = 0
(siccome le prove sperimentali per vedere la Gi sono poche monax)
- riduco la funzione da 6 variabili, a una funzione scalare di "crisi"
a 3 variabili:
crisi (1, 2, 3) = in funzione delle sole tensioni principali.
- Il confronto per la verifica, viene fatto con la funzione di crisi e la funzione
di picco legato al materiale in prove di sforzo monax.
[Tensione] =
es = id monax
crisi (1, 2, 3) ≥
01 (41,0,0)
- Il confronto per la verifica viene fatto tra queste due funzioni, in prove monax,
- a secondo del materiale (duttile/fragile o prove di trazione/torsione)
- utilizzerò per la verifica, un criterio differente:
Criteri di resistenza
- Galileo-Navier
- Tresca-Guest
- Grashof-S.V.
- Criteri Energetici
- Criteri tensionali
- Beltramia
- Huberb
- Von Misesc
1a CRITERIO DI BELTRAMI (1885)
Si tratta di un criterio applicabile a materiali (per elastici ugualmente resistenti a trazione e compressione):
= + c
- Per Beltrami la "crisi" avviene quando (la densità di energia di deformaz.), o l'energia specifica di deformazione associata allo stato di tensione di esercizio (), RAGGIUNGE UN VALORE LIMITE, pari al valore della densità di energia di deformaz.
- Per cui il "PARAMETRO" determinante la "crisi" sarà la DENSITÀ DI ENERGIA DI DEFORMAZ.
Nel sistema di riferimento principale di tensione, relativo allo stato di esercizio avremo:
() = (φ − 1/2) (12 + 22 + 32) − / (1 2 + 2 3 + 1 3)
Con (1 ≥ 2 ≥ 3).
Nello stato di tensione limite (o del materiale) (,0,0) misurò in una prova rotonda si ha che:
() = d/2
- Confrontando IL VALORE LIMITE (del materiale) con quello calcolato in corrispondenza dello stato di tensione di esercizio, si conclude che la verifica sarà:
φ < φ φ = √12 + 22 + 32 − 2 (1 2 + 2 3 + 1 3) ≤
() - Poiché l'energia specifica di deformazione è una funzione "quadratica" delle componenti di tensione, la funzione crisi dipende
che interessano sto dagli invarianti ortogonali quindi (la diagonale principale) I e II degli Tenzori di Tensione.Primo secondo INVARIANTE —> diapolo. del.
Coe@. di Poisson L'