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CAPITOLO 5: UN'ANALISI DEL FENOMENO TOSSICODIPENDENZA ATTRAVERSO
IL TEST MMPI
Una riflessione metodologica
La somministrazione del MMPI è stata inserita nel più ampio contesto di una ricerca mirata ad
analizzare il fenomeno della tossicodipendenza da un punto di vista “microscopico” con riguardo ai
singoli soggetti coinvolti e all’ambiente più ridotto con il quale sono in contatto: a tal fine, il lavoro
si è incentrato sullo studio di una comunità terapeutica e sul metodo di recupero da essa adottato. In
particolare si voleva valutare l’efficacia, “sul campo”, in termini rieducativi, dal metodo proposto,
individuando fra quattro distinti strumenti d’indagine quelli più idonei a fornire informazioni sulla
comunità e sui singoli soggetti che la compongono. Occorre soffermarsi su alcune considerazioni
che meglio aiutano a chiarire i limiti entro i quali questa presentazione si inserisce. È bene ricordare
che i dati che verranno presentati non pretendono di avere il carattere di validità scientifica che una
ricerca strutturata avrebbe potuto avere: il campione studiato è disomogeneo, sono numerose le
variabili non controllate e l’informazione extra diagnostica non è completa. I dati forniti dal MMPI,
in particolare nella forma ridotta che è stata somministrata a tutti i soggetti del campione, possono
avere solo un carattere indicativo mai esaustivo. L’MMPI è un questionario di autovalutazione, che
ci consente di ottenere un quadro della personalità del soggetto “dal suo punto di vista”.
L’analisi del materiale ovvero, la revisione dei 31 profili MMPI originariamente descritti dalla
valutazione curata dal servizio di elaborazione automatica di esami psicodiagnostici dell’Istituto di
Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, è stato condotto allo scopo di:
•Approfondire i singoli profili psicologici, ricorrendo all’interpretazione per punte (HPC)
proposto da Hathaway e per Codici secondo il modello proposto da Welsh e allo Schema di
Diamond ovvero all’analisi dei rapporti tra le diverse scale, in particolare:
•D-Ma o asse timico: si riferisce al tono dell’umore del soggetto;
•Pt-Pd valutazione/percezione del sé: si riferisce alla maggiore o minore consapevolezza che
il soggetto ha delle proprie capacità e della capacità di auto affermarsi;
•Hy-Pa o scala della valutazione della plasticità sociale: ci da indicazioni circa la
disponibilità o meno del soggetto a costruire le proprie opinioni ed a produrre
determinati comportamenti secondo modalità dettate dall’ambiente o da se stessi;
•Hs-Sc o capactà di contatto sociale e di comunicazione con ‘esterno: si riferisce alla
capacità ed alle modalità di contatto sociale ed interpersonale;
•D-Pt/Ma-Pd autoaccusa/op positività: indaga sulla presenza di insicurezza e depressione ed
il rapporto tra tendenze intrapunitive/passività ed extrapunitive/attività nella gestione e
risoluzione dei conflitti e della frustrazione;
•Hy-Hs/Pa-Sc: autocommiserazione/fantasticherie intellettualizzanti: indaga sulla presenza
di tratti di dipendenza e plasticità adattiva contrapposta alla presenza di fantasie e
pensieri intellettualizzanti come modalità difensiva davanti alle frustrazioni della realtà;
•D-Pt-Hy-Hs/Ma-Pd-Pa-Sc (scala A/ scala B): dipendenza/distacco: ci dà indicazioni circa
la presenza di tratti ansiosi e di dipendenza sociale contrapposti a tratti di ostilità e
distacco sociale nonché alle difficoltà nei rapporti interpersonali.
•Correlare l’informazione alle altre notizie extradiagnostiche al fine di trarne, laddove possibile e
opportuno, ulteriori ipotesi di lavoro.
•Rilevare aspetti/dimensioni e tratti comuni tra i soggetti del campione analizzato-
A questo proposito sono stati rispettati i criteri originari di raggruppare i soggetti secondo due
categorie. Il primo (S1-S14) è composto da soggetti che hanno appena iniziato o sono ancora
inseriti nel programma terapeutico e di cui si possiedono altre informazioni anamnestiche tratte
dalle interviste e dal tracciato grafologico. Per questi soggetti, il tempo medio intercorso tra l’inizio
del recupero e la somministrazione del MMPI è di circa 10 mesi.
Al secondo gruppo appartengono i soggetti che hanno completato il percorso e di cui si possiedono
altre informazioni anamnestiche tratte dalle interviste nonché dai tracciati grafologici (SR14-27)
oltre ai 4 casi (SR28-SR31) di cui esiste solo il tracciato MMPI ma che avevano anche loro
completato il percorso al momenti della somministrazione del questionario di personalità.
Una volta completato l’approfondimento diagnostico del profilo MMPI di ciascun soggetto è stata
elaborata una Tabella (Tabella1) che vede la distribuzione dell’intero campione per fasce secondo la
percentuale di appartenenza al gruppo diagnostico definito “normale” nonché l’indice di
psicopatologia, elaborato dall’Istituto di Psichiatria di Pisa.
Discussione dei risultati
Da un lato, l’assenza di molte informazioni utili ai vari confronti nonché alla verifica di un’ipotesi
data, dall’altro, l’esiguità e l’eterogeneità del campione analizzato, impediscono di trarre
conclusioni che possano avere una validità scientifica sul metodo in oggetto nonché su eventuali
considerazioni riguardanti i singoli soggetti e la loro evoluzione.
Analizzando i profili della totalità dei soggetti del campione, la prima cosa che si evidenzia e merita
una riflessione è la tipica curva di “distribuzione diagnostica” che ne emerge complessivamente
mettendo a confronto i profili dei soggetti che hanno completato il percorso di recupero e di quelli
che lo hanno appena iniziato o sono tutt’ora inseriti nel programma.
Si osserva una distribuzione degli stessi assai curiosa quanto inattesa, da un punto di vista
prettamente clinico: una presenza leggermente maggiore di un numero di profili per così dire più
patologici tra il gruppo di soggetti che hanno completato il percorso di recupero rispetto a coloro
che lo hanno appena iniziato. Nella Tabella 1, nella fascia più patologica tra lo 0 ed il 10% si
collocano ben 9 soggetti (su 17) che hanno completato il percorso a fronte dei 5 (su 14) che lo
hanno appena iniziato. Inoltre, nelle fasce immediatamente successive si assiste allo stesso
fenomeno. Il dato acquista significatività se consideriamo che abbiamo a confronto un gruppo di
soggetti affetti da “tossicodipendenza profonda”, ai quali è stato somministrato l’MMPI in fase
acuta, ovvero appena iniziato il percorso di recupero o comunque in un periodo ancora “critico”,
rispetto ad un gruppo di soggetti che ha già tempo completato il percorso terapeutico. Tale
confronto e la successiva distribuzione basata su due criteri:
•Il primo, considera la percentuale di appartenenza al gruppo di “soggetti normali” nonché
l’indice di psicopatologia, secondo la classificazione dell’Istituto di Clinica Psichiatrica
dell’Università di Pisa;
•Il secondo, più empirico, in base alla valutazione clinica, da me compiuta personalmente e
alla cieca, e all’analisi dei singoli profili nella fase di approfondimento diagnostico
eseguito in questa sede.
Tra i due criteri c’è stata una quasi totale coincidenza.
Se le ragioni per cui, fino a 15 anni fa, il fenomeno della tossicodipendenza profonda apparteneva
prevalentemente ai contesti emarginati e, all’interno di questi, si sviluppava tra ragazzi che
presentavano un’organizzazione meno evoluta della personalità, oggi tale fenomeno sembra
diffondersi anche tra coloro che presentano un assetto personologico più evoluto e meno
complessuale.
Per quanto riguarda l’analisi ed il confronto tra i profili ed in particolare il confronto tra
l’interpretazione per punte (HPC) o codici risultanti, appaiono interessanti due considerazioni:
•La prima è che, il cosiddetto codice della sociopatia o psicopatia o codice 4-9 è presente
solo in un caso clinico (SR 31) tra i soggetti che hanno completato il percorso di
recupero dei 31 profili MMPI analizzati.
•La seconda considerazione, riguarda il fatto che appare significativo che nel gruppo due
tipi di codici ovvero due stili di risposta caratteriale e sintomatologica risultino più
frequenti: il primo è il codice 1-2-3 o 3-2-1 che denota la dipendenza dall’ambiente; il
secondo è il codice 5-9 che sta ad indicare problematiche relazionate a capacità di
adattamento di questi soggetti e la loro risposta oppositiva, la loro conflittualità in
termini di identità e infine la tendenza a gestire le dimensioni disforiche con
l’eccitamento, la dispersione e comportamenti di stampo maniacale.
A proposito della scala Mf (o la 5) l’elevazione della stessa risulta comune alla maggioranza dei
soggetti. La scala si prefigge di misurare l’insieme di interessi maschili o femminili attraverso
l’espressione delle attività sociali, degli hobby, delle preferenze religiose, delle relazioni familiari e
delle disposizioni e caratteristiche della propria sfera sessuale.
S1 (corrisponde al soggetto 21 nell’analisi grafologica)
soggetto stenico
un buon contatto sociale
passività connessa alla dipendenza dall’ambiente con tratti intrapunitivi e note depressive
conformazione sociale ridotta
possibilità di manifestare note depressive
ricerca gratificazione sociale
meccanismi di difesa adeguati
S2 (corrisponde al soggetto 23 nell’analisi grafologica)
problematiche adattative e nei rapporti interpersonali
disturbo di identità
tendenza all’ipervalutazione
dipendenza sociale ed ostilità
tendenze extrapunitive
conformizzazione sociale ridotta
comportamenti aggressivi e impulsivi
equilibrio emotivo abbastanza stabile
S3 (corrisponde al soggetto 35 nell’analisi grafologica)
assenza di ostilità e aggressività
dipendenza dall’ambiente
ricerca di gratificazioni esterne
buoni rapporti interpersonali
discreto equilibrio timico
umore stabile
conformizzazione sociale ridotta
stabile equilibrio emotivo
deboli sistemi di controllo e difesa
S4 (corrisponde al soggetto 16 nell’analisi grafologica)
tratti ossessivi
sentimenti autocritici e tendenze depressive
dipendenza dall’ambiente
atteggiamenti di passività e sospettosità
tendenza di depressione
astenia e riduzione dello spirito di iniziativa
soddisfacente capacità di inserimento nel gruppo
rigidità e diffidenza
S5