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CAPITOLO 2: SCRIVERE, SCRIVERE... LEONARDA CIANCIULLI SI SVELA AL

GRAFOLOGO

Introduzione e note metodologiche

Raffaella Sette, grafologa, ha potuto studiare il profilo della Cianciulli partendo da una

proficua documentazione. Si tratta di una madre pluriomicida che, agli esordi della

seconda guerra mondiale, uccide tre donne “sue amiche” e le riduce in sapone (non è

ben chiaro se esclusivamente a fini di lucro o per tentare di salvare la vita ai suoi figli).

Si tratta di un caso complesso ma che offre molti stimoli sia dal punto di vista

criminologico che da uqello grafologico-psicologico, per il cui studio sono stati

necessari gli atti del processo penale. E’ stato possibile prendere visione di tutta la

corrispondenza protocollata dalle carceri di Reggio Emilia e di Bologna che racchiude

le conversazioni inviate dalla Cianciulli al suo avvocato e al direttore dell’istituto

penitenziario, le lettere scambiate con il figlio Giuseppe e le lettere di quest’ultimo al

padre. Si tratta del periodo tra il 19 maggio 1941 e il 9 ottobre 1941, periodo in cui sia

la Cianciulli che il figlio erano detenuti in attesa di giudizio.

Obbiettivo di questo lavoro è quello di tratteggiare alcune caratteristiche di personalità

della Saponificatrice di Correggio sia quello di evidenziare le dinamiche intrafamiliari

partendo dalle analisi differenziali dei componenti fino ad arrivare alle possibili

interazioni che si sono determinate.

Profilo grafologico.

Il simbolismo dello spazio grafico

Max Pulver afferma che “alla prima occhiata non solo si vede ma anche si sente”.le

caratteristiche più importanti della scrittura, quindi, non sono solo percepite

fisicamente ma anche fiutate e presentite. Applicando questa affermazione alla

scrittura in esame ci si rende conto subito che si tratta di una “grafia non piacevole

all’occhio”, disordinata, pesante, né armoniosa né aggraziata che occupa tutti gli spazi

bianchi presenti sul foglio.

Attraverso l’occupazione dello spazio del foglio, uno degli indici di organizzazione

della scrittura e uno dei segni determinanti del ritmo grafico individuale, ci si sofferma

sul modo con cui i corpi delle parole sono disposti nel campo grafico: tale collocazione

assume un significato importante perché è l’espressione di un principio individuale di

movimento e ordine che si manifesta attraverso un sistema di lacune e intervalli.

Quello che colpisce nella grafia della Cianciulli è l’assenza di margini caratteristica

che, secondo Pulver, esprime l’invadenza dell’Io dello scrivente e la difficoltà a

riconoscere lo spazio altrui.

Continuando nell’analisi dello spazio grafico e seguendo gli insegnamenti di Pulver ci si

imbatte nella terza dimensione della scrittura, ovvero la profondità o, come direbbe

Moretti, la pressione. La pressione grafica è sempre espressione di energia ma la sua

intensità deriva dalla sfera vitale: la pressione è quindi una manifestazione delle forze

istintuali e non della volontà dello scrivente. Quello che si osserva nella grafia della C.

è una variare della pressione all’interno di intere parole accompagnata da tratti poco

netti e poco puliti.

Disordine , confusione e agitazione.

Quando parliamo di scrittura non omogenea ci riferiamo a quella scrittura che,

lungo il suo corso, non mantiene costanti le caratteristiche di alcuni suoi segni ed

indica l’opposto della regolarità e della stabilità. E’ sinonimo quindi di mancanza di

equilibrio psichico ed è indice di un Ego poco coeso, frammentato e incoerente che si è

sviluppato così a causa di esperienze traumatizzanti vissute durante l’infanzia e di

figure genitoriali vacanti.

La scrittura disordinata è un altro segno distintivo della scrittura della Cianciulli: si

riscontrano nella grafia della donna diversi elementi della grafia disordinata: impulsi

incontrollati che alterano l’armonia delle proporzioni, delle larghezze e delle ampiezze,

la cattiva collocazione degli elementi grafici nello spazio, incoerenza nella direzione

delle righe, confusioni che danno l’impressione di arruffamento.

Disordine e non omogeneità ci parlano di un vissuto profondamente sofferente, di forte

conflittualità interiore e di una persona turbata nell’animo e nella mente. Tutto questo

in combinazione con l’occupazione di tutti i margini dei fogli crea il profilo di una

persona che non ha mezze misure e che non prende le necessarie pause riflessive

(scrittura “Attaccata”).

Dal punto di vista della forma si ha a che fare anche qui con manoscritti che non

presentano cura grafica dall’inizio alla fine della pagina anche se la scrivente tenta di

abbellire, in modo pretenzioso, il suo prodotto con gesti ricercati (“D Lirica”) e tratti

letterali elaborati in chiave estetica. Questi ultimi sono i cd “Ricci

dell’Ammanieramento” che servono, in sostanza, a ricorrere a modi leziosi per

abbindolare il prossimo. Malgrado gli sforzi per abbellire e rendere più gradevole la

propria scrittura, di fondo il contesto parla di una deprivazione affettiva della scrivente

con la madre.

Per quanto riguarda la Non omogeneità del calibro (nel caso in esame accompagnato

anche da uno Spadifronte crescente) ci troviamo di fronte ad un indice di instabilità

umorale e ad una percezione dell?io caratterizzato da alti e bassi. Il soggetto è

facilmente influenzabile da tutto ciò che è suggestivo ma poi è costretto a ricredersi

accusando scoraggiamenti e delusioni. Il tono umorale, pertanto, appare in costante

oscillazione: più cresce il Calibro più aumenta il senso del potere espansivo e

dell’importanza dell’Io fino al rischio dell’esaltazione, di contro quando il Calibro

decresce siamo davanti ad un calo di energie, di delusione e scoramento.

Con riferimento alla pressione, la sua non omogeneità, indica una pessima

canalizzazione dell’energia vitale da parte dello scrivente che è dovuta, in genere, a

stati d’ansia che portano a non controllare il sé e a reazioni incontrollabili.

La Sette si sofferma anche sulla Sindrome della Triplice Larghezza che consente al

grafologo di capire come sono strutturati i piani funzionali del cervello e permette

quindi di delineare uno dei tratti fondamentali della personalità dello scrivente:

l’equilibrio psichico, affettivo e pratico. Nell’analisi della Triplice Larghezza abbiamo:

• Largo DI lettere: indica l’attività percettiva del campo di coscienza a cui

corrisponde una visione integrata o settorializzata della realtà – cervello

percettivo. ;

• Largo TRA lettere: evidenzia il grado di intensità e ampiezza del sentire umano,

quello di adattamento e socializzazione dei sentimenti -cervello interpretativo;

• Largo tra Parole: rileva il grado di sviluppo delle funzioni critiche che

sostengono il ragionamento -cervello razionale.

Per questo motivo è importante l’ omogeneità della Triplice larghezza: in tale caso si

tratta di un soggetto con un modo costante di essere, le cui condizioni di evoluzione

dell’Io e della coscienza sono positive. Nel caso di una Triplice Larghezza non

omogenea si parla invece di un soggetto, come la Cianciulli, in cui non è possibile

parlare di stabilità, di ordine e di equilibrio della personalità. Nel caso particolare della

Cianciulli è bene soffermarsi sul Largo tra parole che è anche indice di strettezza: la

presenza di questo vaglio critico corrisponde all’Habitus attitudinale che ha un

soggetto di vagliare criticamente tutti i propri progetti, atti e decisioni.

Applicando tutti questi concetti alla grafia della Cianciulli ci troviamo a delineare i

tratti di un soggetto che preferisce affidarsi all’ovvio della sua logica nell’emettere i

propri giudizi (se per giudizio intendiamo il verdetto che la mente è in grado di

emettere tra una rappresentazione che giunge alle facoltà conoscitive e la giustezza

che di essa si predica). Emettere giudizi non è una capacità di tutte le menti e nel caso

della C. siamo davanti ad una mente menomata da idee preconcette, distorte da

disordine e confusione e da scarsa evoluzione delle funzioni critiche. Tutti i giudizi

emessi dalla Cianciulli non possono essere obbiettivi perché influenzati negativamente

dal suo animo esaltato e dalla sua affettività troppo suggestionata soprattutto quando

le cose toccano direttamente i suoi interessi psichici ed affettivi.

La Cianciulli appare come una persona instabile, ambigua, insicura e aggressiva in

certe circostanze. L’instabilità deriva spesso della precarietà vitale, ma soprattutto

emotiva, e da un equilibrio costantemente minato a cui si accompagna l’ambiguità, il

bisogno di creare mistero.

Ciò che è stato appena elencato si collega all’insicurezza, ovvero la condizione

mentale dell’incertezza e del sentimento di non sentirsi garantiti dalle ambiguità delle

relazioni con l’ambiente. Le sollecitazioni che sono inviate dal mondo esteriore

vengono recepite dalla Cianciulli in modo esagerato provocando irritabilità e reazioni

estremamente aggressive e pervase da risentimento soprattutto quando deve

valorizzare le cose che le stanno a cuore.

Il pensiero magico

Si può riflettere sulla visione deformata della realtà creata dalla fantasia della

Cianciulli e orientata al pensiero magico attraverso la combinazione di alcune

categorie grafiche e soffermandosi sui Ricci della Mitomania.

Quelli che prevalgono nella scrittura della Saponificatrice sono quelli di I specie

(caratterizzato da tratti finali di parola che tendono in diagonale verso l’alto e

superano l’altezza dell’ultima lettera) e II specie (tratti finali di lettere che scendono un

po’ sotto il rigo di base, marcati e ricurvi, che si estendono fin sotto alla parola

successiva).

Chi ha i ricci di I specie è quel soggetto che, secondo Pulver, si discosta dal rigo di

base (il piano della realtà) e dal rapporto oggettivo con l’ambiente per rifugiarsi nella

sfera della fabulazione infantile. Anche se la forma mentale del pensiero magico

contraddistingue il bambino più che l’adulto si ritiene che possa convivere anche in

una mente adulta e che sia in costante interazione con la realtà. Con riferimento alle

persone come la Cianciulli, la cui mente segue prevalentemente una modalità di

pensiero magico, quando le esperienze contraddicono il loro pensiero non sentono il

bisogno di spiegare razionalmente l’insuccesso (ciò è possibile grazie ad una serie di

giustificazioni e di scuse tra cui ricordiamo l’astrologia e i sortilegi). La funzione

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A.A. 2014-2015
30 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher zelizeli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bisi Roberta.