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PROSPETTIVA NEUROSCENTIFICA SUL CERVELLO DEL GIOVANE
Il fatto ormai certo che il cervello umano non sia completamente formato almeno fino al compimento dei 20-25 anni di età, ci fa comprendere meglio quegli aspetti del comportamento adolescenziale che più spesso portano i giovani all'attenzione del sistema della giustizia penale; sostanzialmente, viene suggerito che i giovani possano avere una capacità limitata o compromessa di comportarsi diversamente. RISCHIO E NOVITÀ DIVENTANO PIÙ IMPELLENTI La dopamina (un neurotrasmettitore che connette il tronco encefalico, l'area limbica e la corteccia) tra i suoi compiti principali ha quello di farci sentire bene quando otteniamo una ricompensa. Ma c'è ovviamente uno svantaggio: cosa accade quando i livelli di dopamina si abbassano? I giovani elaborano le informazioni in misura molto maggiore rispetto agli adulti e se costretti a ripetere le stesse cose, abbassandosi i livelli di dopamina, si.annoiano facilmente. I livelli di dopamina raggiungono un picco durante l'adolescenza; la forza di questa risposta di "benessere" aiuta a spiegare perché gli adolescenti spesso cedono d'impulso a desideri improvvisi. Questa regione cerebrale sembra attivarsi in modo molto più massiccio nei soggetti tra i 13 e i 17 anni di età, rispetto a qualunque altro periodo dello sviluppo umano. In termini generali, la capacità della corteccia prefrontale di dirigere il cervello aumenta con l'età. Anche se gli adolescenti sanno prendere buone decisioni, nell'impeto del momento il sistema di ricompensa può prendere il posto del "pianificatore generale". È infatti ipotizzabile che il cervello dell'adolescente si sia espressamente evoluto per rispondere alle ricompense, in modo da consentire al giovane di lasciarsi alle spalle la protezione offerta dai suoi genitori e di iniziare ad esplorare il suo ambiente.
un passaggio necessario verso l'indipendenza di cui avrà bisogno da adulto. Lo sfrondamento sinaptico e altri cambiamenti che si verificano nel cervello dell'adolescente danno ai giovani gli strumenti per iniziare a prendere decisioni per conto proprio, anche se può trattarsi delle decisioni sbagliate. L'aumento puberale degli ormoni gonadici è un'altra caratteristica dell'adolescenza, probabilmente esiste un'associazione complessa tra la presenza di questi ormoni e le modificazioni comportamentali tipiche del periodo adolescenziale. I giovani, infine, differiscono dagli adulti anche per il loro modo di intendere le emozioni, in particolare per la loro abilità nel leggerle e comprenderle dalle facce degli altri. Ricerche recenti hanno mostrato che giovani e adulti utilizzano regioni cerebrali diverse nel rispondere a certi compiti (ad es. di fronte ad un volto che esprime paura, i giovani tra gli 11 e i 17 anni mostrano una.minoreattivazione dei lobi frontali – sede del pensiero razionale orientato agli obiettivi – e una maggiore attivazionedell’amigdala – struttura del lobo temporale implicata nella discriminazione della paura e di altre emozioni –rispetto agli adulti).Dopo i 14 anni tendono a migliorare la loro comprensione emotiva, mostrando un progressivo passaggio diattività dall’amigdala ai lobi frontali durante l’interpretazione emotiva delle espressioni facciali.Questi risultati suggeriscono che nei giovani, il giudizio, l’intuizione e la capacità di ragionamento dellacorteccia frontale non esercitano ancora pienamente le loro funzioni come invece accade per gli adulti.Questo perché i giovani semplicemente elaborano le informazioni in modo diverso, rispetto agli adulti.Spesso gli adolescenti non riescono a prestare attenzione alle raccomandazioni degli adulti in merito a qualiscelte compiere; semplicemente possono non essere ingrado di comprendere ed accettare argomentazioni che agli adulti appaiono logiche e decisive.
CERVELLO E CRIMINOGENESI: LE NEUROSCIENZE DEL RISCHIO
Anche se la maturità fisica e sessuale sono scarsamente legate alla maturità cerebrale o allo sviluppo cognitivo, esiste tuttavia una correlazione positiva significativa tra maturazione puberale e ricerca di sensazioni in ragazzi e ragazze, associata con un aumento dei comportamenti rischiosi.
Le ragazze fanno esperienza di una sovrabbondanza di neuroni nella prima adolescenza, specialmente nei lobifrontali, almeno un anno prima dei ragazzi e in misura maggiore; si ritiene, infatti, che il cervello femminile maturi da 2 a 3 anni prima di quello maschile, attraverso una più rapida mielinizzazione che può spiegare in parte l'apparente precoce maturità emotiva delle ragazze, rispetto ai ragazzi.
Le differenze di sesso nell'attivazione frontale contribuiscono a dimostrare sempre più
L'esistenza di differenze nel funzionamento neuroanatomico, neurochimico e neurocognitivo correlate al genere di appartenenza. La ricerca comportamentale mostra che ragazzi e ragazze hanno caratteristiche marcatamente differenti per quanto riguarda il loro rapporto con la violenza e con la violazione della legge, come emerge dalla percentuale di arresti, che è quattro volte più alta per i maschi, rispetto alle femmine. Un discorso simile è naturalmente applicabile a qualunque gruppo per cui possa essere identificato un trend evolutivo statisticamente significativo, inclusi i gruppi etnici o socioeconomici. Ad esempio, sappiamo che l'inizio della pubertà è fortemente correlato all'origine etnica (es: la pubertà è molto precoce nelle ragazze africane). Inoltre, le ragazze che fanno esperienza di un maggiore stress familiare, legato ad esempio ad una condizione di indigenza o di generale svantaggio socioeconomico, tendono
araggiungere la pubertà prima. ORMONI E NEUROTRASMETTITORIRuolo importante è anche svolto da ormoni e neurotrasmettitori, in particolare gli ormoni:steroidei• cortisolo (bassi livelli nell'infanzia sono indice di comportamento aggressivo 5 anni dopo)• testosterone (livelli accresciuti intorno ai 10-12 sono indice di comportamento aggressivo 2 anni dopo,• di violazione delle norme 4-6 anni dopo e di uso di cannabis 7-9 anni dopo, mentre se accresciuti a 16anni possono indicare criminalità in età adulta).Molteplici sistemi di trasmettitori sono stati implicati nell'aggressività; il correlato più replicato delcomportamento aggressivo è il basso livello di serotonina.Bassi livelli di serotonina nel fluido cerebrospinale caratterizzano in particolare le persone che manifestano uncomportamento aggressivo impulsivo (Coccaro, 1989).Il probabile miglior indicatore del comportamento anti-sociale e aggressivo èUna bassa frequenza cardiaca a riposo in bambini e adolescenti.
La bassa frequenza cardiaca a riposo può indicare una mancanza di timore e una ridotta probabilità di avvertire un affetto negativo in risposta ad un'azione criminale.
Visualizzazione cerebrale e neurologia
L'amigdala è un'altra regione del cervello che mostra un'attività costantemente compromessa negli studi di brain imaging su individui antisociali.
Adulti e giovani con tratti psicopatici possono presentare:
- un'amigdala dal ridotto volume e funzionamento → risposta emotiva deficitaria, possono mettere in atto aggressioni più fredde e calcolate
- un'amigdala dall'esagerata reattività → forma più impulsiva e reattiva di aggressività mostrano.
Va osservato, inoltre, che i pazienti con danno all'amigdala hanno un ridotto senso del pericolo e mostrano compromissioni nel riconoscere espressioni facciali di spavento.
(un processo implicato nel provare empatia). La compromissione della componente emotiva che racchiude in sé il sentimento di cosa sia morale è considerata la caratteristica centrale degli psicopatici, oltre ad essere presente in altri trasgressori e criminali.
Per quanto l'offesa criminale sia eterogenea per natura, un denominatore comune sta nella sua immoralità, suggerendo una comune compromissione del circuito neurale deputato alla morale nei criminali. È noto che nei soggetti traumatizzati esistono alterazioni della struttura e della funzione di diverse aree cerebrali, tra cui un'alterazione a carico dell'ippocampo, la regione deputata all'immagazzinamento delle memorie.
Il volume dell'ippocampo risulta ridotto in soggetti vittime di abuso in età infantile, in donne con storia di maltrattamento e abuso sessuale e in soggetti con disturbo borderline di personalità. Anche a causa delle alterazioni neurobiologiche sopra descritte,
i soggetti traumatizzati, indipendentemente dalla sintomatologia che presentano, sono particolarmente suscettibili allo sviluppo del fenomeno del psychological kindling che si verifica tipicamente a livello dell'area limbica del cervello. PSICOBIOLOGIA DELLE EMOZIONI Il comportamento immaturo che osserviamo negli adolescenti deriva in ampia parte dal fatto che sono guidati da un processo emotivo primitivo, piuttosto che dal processo di pensiero intenzionale che osserviamo negli adulti. Tale tendenza all'emotività incontrollata è la conseguenza di un'amigdala iperattiva, che non è stata ancora "addomesticata" da lobi frontali maturi e razionali. L'amigdala è, infatti, responsabile delle reazioni "di pancia", inclusi i comportamenti di paura e aggressività, in contrasto con la corteccia frontale, che si sviluppa più tardi e ci aiuta a controllare le nostre emozioni e a modificare le nostre azioni.risposte.Invece di usare la corteccia prefrontale per prendere decisioni, dunque, la ricerca indica che gli adolescenti fanno maggiormente affidamento sull'amigdala, il centro emotivo del cervello.
I giovani mostrano una maggiore frequenza di fraintendimento emotivo rispetto agli adulti: gli adulti, infatti, tendono a identificare correttamente le emozioni il 100% delle volte, mentre negli adolescenti questa percentuale normalmente raggiunge solo il 50%.
Nei giovani, la sovrabbondanza neurale, la mielinizzazione e lo sfrondamento sinaptico convergono nel supportare lo sviluppo di una relazione coordinata tra processi emotivi e cognitivi.
Nell'uomo, la risposta emotiva coinvolge 3 sistemi interrelati:
- processi neurofisiologici
- processi motori (o comportamentali/espressivi, tipo le espressioni facciali)
- sistema cognitivo-esperienziale
Le competenze cognitive necessarie per tenere efficacemente sotto controllo e per autoregolare le emozioni sono, infine, una componente di un
costrutto recentemente introdotto, l'intelligenza emotiva. Queste competenze includono la capacità di valutare accuratamente le proprie emozioni e di utilizzarle in