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W Y
Y
I prezzi dipendono dal costo unitario del lavoro , dove rappresenta la produttività del lavoro:
L
L
Y
- Maggiore è W rispetto a maggiore sarà il prezzo.
L
Il mark-up (x) è ciò che si va ad aggiungere ai prezzi: esso è aciclico, cioè indipendente dal ciclo (secondo
gli economisti non è detto che il mark up è più basso quando la domanda è debole).
- Maggiore è il potere di mercato delle imprese, maggiore sarà x e maggiori saranno i prezzi.
∙ ∙ P
W = (A - b u)
I salari invece dipendono dal ciclo, essi aumentano all’aumentare di P.
Il termine esogeno A è legato alla forza contrattuale dei sindacati.
Il parametro “b” è la forza con cui la disoccupazione agisce sui salariati, in altre parole è la reattività dei
salari al tasso di disoccupazione.
Quando aumenta u, si riduce il potere contrattuale dei sindacati, e quindi si riduce W, e viceversa.
Nel lungo periodo le richieste salariali dei lavoratori devono essere compatibili con le decisioni di prezzo
delle imprese quindi: 1
∙ x
( )
(A - b u) = 1+
[ ]
100
1
A− x
( )
[1+ ]
u* = 100
b
Il tasso naturale di disoccupazione u* è quello che convince i salariati e i loro rappresentanti, i
sindacati, ad accettare il salario reale che è implicato dal potere di mercato delle imprese.
Da questa definizione deduciamo che u* non è poi così naturale, in quanto dipende soprattutto dal potere di
mercato delle imprese.
Il tasso naturale di disoccupazione u*:
- Si riduce quando aumenta b.
- Aumenta quando aumenta A oppure x (aumentano in maniera esogena P e W), e quando b si riduce.
Se b è molto alto basta un piccolo aumento di u* per convincere i salariati ad accettare una riduzione del
salario reale che viene proposta dall’impresa.
Se b = 0 potrebbe non esserci un u* che mette d’accordo salariati e imprese.
La retta dei prezzi si sposta:
- Verso l’alto se x si riduce, se aumenta la produttività, se si riduce il prezzo delle materie prime.
- Verso il basso se x aumenta, se si riduce la produttività, se aumenta il prezzo delle materie prime.
Mercati dei beni più regolamentati e meno competitivi spostano verso il basso la retta dei prezzi, e
aumentano u*.
La retta dei salari si sposta:
- Verso l’esterno se aumenta A. Ad esempio i sussidi di disoccupazione troppo generosi possono
disincentivare la ricerca di lavoro e aumentare il potere contrattuale dei lavoratori.
- Verso l’interno se si riduce A.
In sintesi:
- X dipende da diversi fattori, ma soprattutto dal potere di mercato delle imprese.
- A e b dipendono dal potere di mercato dei lavoratori, cioè dei sindacati: copertura sindacale, livello
dei sussidi di disoccupazione rispetto ai salari.
Dipendono inoltre dall’efficienza del mercato del lavoro e dal cuneo fiscale:
Maggiore è il cuneo fiscale, maggiori sono le tasse sugli imprenditori: la retta dei prezzi si
o sposta verso il basso e la retta dei salari si sposta verso l’esterno.
Minore è il cuneo fiscale tanto più la retta dei salari si sposta verso l’interno e verso l’alto la
o retta dei prezzi.
Curva di Beveridge
È una relazione inversa tra tasso di posti vacanti e tasso di disoccupazione.
Essa si sposta in base alle variazioni dell’efficienza del mercato del lavoro, e dell’assenza/presenza di
mismatch tra posti vacanti disponibili e lavoratori disponibili.
I sindacati sono tanto più forti quanto maggiori sono la sindacalizzazione (numero di iscritti al sindacato sul
totale dei lavoratori) e la copertura sindacale.
Più i sindacati sono forti e più è alto il salario reale che richiedono, quindi la retta dei salari si sposta verso
l’esterno.
Quando il cuneo fiscale aumenta, aumentano le pretese (lorde) dei salariati e delle imprese e aumenta u*.
Una forte Legislazione a protezione dell’occupazione (LPO), che fa riferimento all’art 18, fa aumentare il
potere contrattuale dei lavoratori, infatti se il lavoratore se di essere protetto dalla perdita del proprio lavoro
avrà pretese di salario molto alte perchè non teme di essere licenziato. Ciò fa spostare la retta dei salari verso
l’esterno.
Il potere contrattuale dei lavoratori può aumentare anche a causa di una minore efficienza del mercato del
lavoro che fa ridurre il grado di concorrenza. Il concetto è il seguente: la concorrenza scarseggia in un
mercato in cui i numerosi disoccupati non hanno le competenze adatte per sostituire gli occupati, e il potere
contrattuali di questi ultimi resta elevato.
Maggiore è il mismatch minore è l’efficienza del mercato del lavoro e tanto più verso l’esterno si sposta la
curva dei salari e viceversa.
Riforme del mercato del lavoro:
- Riformare la LPO, riducendo la protezione dei lavoratori.
- Favorire il coordinamento della contrattazione salariale.
- Politiche attive del mercato del lavoro, che sono le spese di riqualificazione che si fanno per cercare
di restituire un lavoro a chi lo ha perso.
Conflittualità dei sindacati
- Se i sindacati sono forti ma non si coordinano allora u sarà alto perché la curva dei salari si sposta
verso l’esterno.
- Se invece i sindacati hanno la capacità di coordinare tra loro probabilmente lasceranno che i salari si
riducano quando sarà necessario, cioè se la retta dei prezzi si sposta verso il basso i sindacati sono
disposti a spostare la retta dei salari verso il basso pur di mantenere stabile u.
L’OCSE ritiene che i sindacati devono coordinare tra di loro e col datore di lavoro, devono prendere le
decisioni in modo che siano compatibili con gli equilibri macroeconomici.
LPO e Articolo 18
Ci aspettiamo una forte relazione crescente tra rigorosità della LPO e tasso di disoccupazione, perché si
pensa che per ridurre la disoccupazione sia necessario liberalizzare il mercato del lavoro.
In realtà la relazione è crescente ma debole.
La relazione risulta più forte tra LPO e occupazione: un paese con una LPO che protegge l’occupazione avrà
sicuramente scarsi afflussi alla disoccupazione ma bisogna riconoscere che si tratterà di un paese in cui chi è
disoccupato rimane tale proprio perché i posti occupati sono ben protetti.
Nei paesi in cui vi è una grande LPO sia l’occupazione che la disoccupazione durano di più.
L’OCSE nel 1994 parlava:
- Della necessità di rendere meno centralizzata la contrattazione salariale.
- Della necessità di rendere meno forte la LPO.
- Di rendere meno alti i sussidi alla disoccupazione.
- Di ridurre le tasse (cuneo fiscale).
Dodici anni dopo, l’OCSE ha fatto un reassessment, cioè un ripensamento: l’istituzione di un salario minimo
se effettuata con moderazione può migliorare l’efficienza del mercato del lavoro.
La LPO può favorire la dinamica della produttività senza influenzare molto i livelli di disoccupazione e
occupazione.
I sussidi alla disoccupazione se accompagnati da misure di politiche attive del lavoro e da un protocollo di
somministrazione sufficientemente severo possono avere un effetto positivo sulla ricerca di lavoro, cioè
riducono u*. Cap 15 Politica di stabilizzazione
La curva AD
La curva AD è una decrescente che rappresenta la relazione negativa tra produzione (o livello della domanda
aggregata) e livello dei prezzi. Dunque descrive gli effetti del livello dei prezzi sulla produzione.
Essa si deriva dalla condizione di equilibrio nei mercati reali e finanziari infatti si ottiene sostituendo nella
curva IS il tasso d’interesse ricavato da LM.
Risolvendo questo banale sistema otteniamo una relazione secondo la quale quando l’offerta di moneta M s
cresce in termini reali, M cresce, il tasso d’interesse diminuisce e gli I (ed eventualmente Nx) aumentano.
Al contrario se M si riduce, il tasso d’interesse aumenta e gli I (ed eventualmente Nx) si riducono.
Noi consideriamo l’offerta reale di moneta cioè M/P, quindi se i prezzi aumentano M si riduce e se P si
riduce allora M aumenta.
Quindi se P aumenta anche i tassi d’interesse aumentano e ci spostiamo verso una domanda aggregata bassa.
Se invece P si riduce, anche i tassi d’interesse si riducono mentre la domanda aggregata aumenta.
Derivazione curva AD
Un aumento di P riduce la produzione. Quando P aumenta, per una data offerta nominale M allora l’offerta
s
reale di moneta si riduce.
Questa contrazione monetaria costringe il tasso d’interesse ad aumentare per ristabilire l’equilibrio. Di
conseguenza si riduce la domanda di beni e quindi la produzione in quanto un aumento del tasso d’interesse
fa ridurre gli I (ed eventualmente Nx): LM si sposta verso l’alto lungo IS.
• Se aumenta P la politica monetaria è restrittiva, il PIL sarà minore e LM si sposta verso l’alto.
• Se si riduce P, LM si sposta verso il basso lungo IS.
Spostamenti di AD
- Se per un livello dato dei P espando M , la AD si sposta verso l’esterno perché per lo stesso livello
s
dei prezzi mi ritrovo un’offerta reale di moneta maggiore (politica espansiva).
- Al contrario se contraggo M allora AD si sposta verso l’interno (politica restrittiva).
s
Inoltre:
- Quando aumenta la spesa pubblica allora IS si sposta verso l’esterno e AD segue il suo spostamento,
e viceversa. AD segue sempre gli spostamenti di IS.
N.B.: quando cambia P ci si sposta lungo la curva AD. Quando invece cambia l’offerta nominale di
moneta si sposta l’intera curva AD.
Il PIL dipende dalle variabili che spostano IS tra cui:
- Dipende positivamente da G e da M/P.
- Dipende negativamente da T.
G e T sono variabili di politica fiscale mentre M è una variabile di politica monetaria.
- Un aumento di M fa aumentare il PIL e quindi sposta AD verso l’esterno.
- Una riduzione di M fa ridurre il PIL e quindi sposta AD verso l’interno.
- Un aumento di T sposta AD verso l’interno.
- Una riduzione di T sposta AD verso l’esterno.
Un aumento eccessivo della domanda può far pensare ad una politica fiscale restrittiva: IS, e quindi anche
AD; si sposta verso l’interno.
Con la politica monetaria restrittiva LM si sposta verso l’alto. Se LM si sposta verso l’alto a seguito di un
cambiamento di M per un P dato, ciò corrisponde a uno spostamento verso l’interno di AD.
- Quando la domanda di moneta è molto reattiva a i, ciò vuol dire che LM è molto piatta, quasi
orizzontale, non c’è spiazzamento e ci conviene usare la politica fiscale.
- Quando la domanda di moneta è estremamente poco