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Costruzione di Macchine

Progettazione con carichi statici:

Si calcolano vincolanti le reazioni vincolari del sistema schematizzato con la teoria della trave, poi si procede con il disegno dei diagrammi di sforzo al fine di individuare i punti critici in cui gli sforzi sono maggiori. Una volta trovate le tensioni normali, le tensioni di flessione e torsione massimi, si procede nel dimensionamento o nella verifica della parte più critica.

Si definisce un coefficiente di sicurezza Cs, il Cs si ottiene da dipendet di tipo di carico, delle probabili vite da considerabili, e da delle qualità delle lavorazioni meccaniche.

Cs = Vamm / Vammn tensione ammissibile nominale (pressione di esercizio ammissa).

Nei calcoli di dimensionamento, una volta trovata la tensione V in base alle sollecitazioni agenti, si impone l'equazione di stabilità: cioè V ≤ Vamm. La tensione ammissibile si trova con la relazione soprascritta e quindi si ricava facilmente l'area della sezione critica.

V = N / A   V ≤ Vamm quindi N / A = Vamm / Cs da cui A > N / Viso

Nei calcoli di verifica si vuole verificare se un corpo è in grado di resistere a determinati carichi note le dimensioni e il materiale con cui è realizzato. Quindi si ricava che ricavare l’area critica, devo ricavare il coeff. di sicurezza deve tendermi da risultati idoneo …

N / A = Vamm da cui Cs = ΔViss / N deve essere > 1

Sempre nel caso di sollecitazioni semplici le altre relazioni utili sono quelli in presenza di flessione, taglio o torsione …

V = Mamma / Wy   σ = I / A   z = Mwmm / Wt

Wy = πd³ / 32 (moduli di resistenza e flessione)

Wt = πd³ / 16   z = 2 Wy

In caso di sollecitazioni composte posso sommare tra di loro solo le sm con le sn e solo le tm con le tn. Nel caso in cui abbiamo sollecitazioni di flesso torsione mi complica somme algebriche non esistono in quanto le tensioni sono di tipo diverso. Ho un sistema di tensioni normali che va incrementato di uno monoassiali equivalenti corrispondenti alle tensioni dovute ad un taglio normale. Per fare ciò si usa il criterio di Tresca o quello di Von Mises.

Tresca

Deformo qualora si tribuisce soggetta ad un carico multiassiale lo snervamento ha inizio quando la max tensione o in generale la max tensione principale presente in un provino a trazione nel momento in cui inizia lo snervamento

Ttd = √(Ta2 + te2

Von Mises

Viene comparato l'energia di distorsione sul componente soggetto a tensioni triassiali con l'energia di distorsione sul provino sottoposto alla sola trazione.

Lo stato di tensioni idrostatico non causa distorsione, ed è quello da avere omogeneo il corpo in acqua in quanto ho una pressione uguali in tutti i punti (posso assimilarlo ad un punto sul piano di Moh)

Preferisco per semplicità nel uso di solo tensioni anche: t1 = t2, t3 = 0

L'energia di distorsione sua detta dalla sottrazione tra l'energia totale e quella che compete la variazione di volume

Wt = 1/2 tm Ei (3√[z/E] (1-2U) = 1/2 √[z/E]2 (i - 2U) = 1/6U √[z/E]2

Nel caso in cui abbia solo flessione e torsione o flessione e taglio: allora

Vtd = √[T22 + 3t22] ≤ Vamm

M1/W1 √[H12 + 3H22] se m Vtd = ftd/Wt ≤ Vamm

Un problema maturale di fatica riguarda i componenti soggetti a carichi ripetuti di ampiezza variabile per risoluzione si usano le leggi di Miner. Sotto il carico Fi il relativo danno Di dipendente dal componente è proporzionale al rapporto tra il numero di cicli subiti dal componente ni e il numero di cicli che provoca il cedimento Ni. Miner afferma che quando ho n successivi di carichi ciclici Fi, Ei, F2, la sollecitazione è Σ = 1 dove prendono il danno complessivo D = 1.

La legge non tiene conto dell'ordine di applicazione dei carichi multipli e solo è approssimativo.

Assi, alberi e perni

Gli assi sono elementi fissi o rotanti che non trasmettono coppie torcenti, gli alberi sono invece destinati a trasmettere il moto soggetti a torsioni e flesso-torsione. I perni sono elementi corti fissi oscillanti o rotanti. Lavorano a taglio o taglio-flessione. Si chiamano perni anche le estensioni dell'albero di diametro ridotto.

----- SOLUZIONI COSTRUTTIVE -----

Con la spina si bloccano i movimenti assiali del perno e la rotazione sulla sede. La bronzina si schioda dalla chioda, per cui risulta insediata nel foro. Il giuoco tra boccola e stippo lungo l'asse è lasciato per non creare interferenza nel montaggio.

Lo spellemento impedisce lo spostamento assiale del perno e lo spostamento permettendo che non risulti quando avvito la ghiera.

Recipienti in pressione

Un recipiente è definito tale se presenta geometrie e condizioni di carico assialsimmetriche, spessori costanti, comportamento elastico e assenza di discontinuità. Consideriamo un tubo avente raggio interno r e spessore t, con pressione interna p. Se t << r allora si suppone che la tensione circonferenziale sulle pareti se estende attraverso lo spessore t e che sia trascurabile la tensione radiale (σr ≈ 0). Questa approssimazione, definita membrale, è valida solo per recipienti con pareti sottili. Per l’equilibrio:

σc = pr/t

Nelle piastre cilindriche dei recipienti in pressione oltre alle sollecitazioni circonferenziali si ha anche quella assiale che si ricava assumendo l’equilibrio con le estremità chiuse. Per questi conti verranno considerate solo la pressione interna trascurando gli effetti del peso del fluido e del serbatoio stesso (orientazione e appoggio non fissi).

σa = pr/2t

Le equazioni scritte provengono dall’equilibrio lungo le direzioni circonferenziale e assiale delle pareti:

prδx = 2σc tδx/t → σc t = pr

pr2πrmedio = 2σa tπrmedio → 2σa t = pr

Indico le tensioni principali con σ1, σ2, σ3, e con i cerchi di Mohr trovo la sollecitazione di taglio massima τmax = |σ1 – σ3|/2

Dal diagramma si vede che τmax = σ2/2t - σa/2t = σa/2t

Si ottiene dunque che, per resistere alla pressione interna, un recipiente cilindrico deve contenere in fluido avente pressione P ≤ 2t/σmax.

P ≤ σjlim

Per considerare l'effetto leva curve si maggiora la tensione normale con un fattore dipendente da quello di avvolgimento:

c= d2 / d1 da 1,04 < c < 1,2

σmax = (c + c - 1 / c 2) σmass in genere c < c < 1,2

  • Le molle ad elica a compressione hanno le spire esterne verniciate e molate per verificare superfici di appoggio [....] nel montaggio devono essere centrate all'interno o all'esterno alle due estremità. I piani di appoggio devono risultare ben ...om all'asse della spira, per questo vedi bulloni ai valori di motori benzina o Diesel in cui lo spazio sporgono usate molle di compressore in parallelo.

  • Le molle ad elica a trazione hanno le spire in contatto e sono precaricato in fase di costruzione in carico... [....] il carico max cui viene sollecito lavorare deve essere poco superiore al prevalso cosicché... formi zone di occhiali di vere forme; le rotture avviene per flesso - torsione nei passaggi della spira sull'occhiello. I valori consigliati di flessione sono gli stessi usi nel caso delle molle a compressione.

    In generale nelle molle ad elica si può scrivere la tensione ammissibile statica in funzione della τs, cicli di carico e valore minimo del materiale:

σamm = a1, a2, a3 τs dove a1 a2 a3 a2 0,6 in rapporto tra carico di snervamento e rottura

a3 meno coi coeff di sicurezza gs= 1,4

In genere quindi:

  • σamm = 0,5 τs molle a compressione
  • σamm = 0,45 τs molle a trazione

Nel caso di sollecitazioni fluttuanti devi calcolare le tensioni max e min e poi confrontarle con opportune diagrammi sperimentali.

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
52 pagine
2 download
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/14 Progettazione meccanica e costruzione di macchine

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Robbyrei di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Costruzione di macchine e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pierini Marco.