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Goldthorpe -> si basa su due criteri:
1) la situazione di lavoro --> posizione nella gerarchia organizzativa
assunta dagli individui in quanto occupanti una certa posizione
occupazionale.
2) la situazione di mercato --> complesso di vantaggi e svantaggi di cui
godono i titolari dei vari ruoli lavorativi (reddito, carriera, stabilità del
posto, ambiente di lavoro). In base alle relazioni di lavoro, gli occupati
possono essere distinti in tre grandi categorie: gli imprenditori (=coloro
che acquistano il lavoro altrui ed esercitano autorità e controllo su di
esso), i lavoratori autonomi (=senza dipendenti, non usano il lavoro altrui
e non vendono il proprio) e i lavoratori dipendenti (=vendono il proprio
lavoro). Considerando la
situazione del mercato e del settore dell'attività economica si giunge allo
schema a sette classi:
Classe I -> formata da grandi imprenditori, professionisti e dirigenti (alto
reddito, carriera, autorità), la caratteristica di queste occupazioni è
rappresentata dalla relazione di servizio: si può esercitare un’autorità
delegata nell’interesse dell’organizzazione per la quale si lavora (notevole
autonomia decisionale).
Classe II -> formata da professionisti e dirigenti di livello inferiore.
Classe III -> formata da impiegati e addetti alle vendite.
Classe IV -> formata da artigiani, commercianti e piccola borghesia
agricola (grande autonomia ed eterogeneità riguardo al livello di reddito).
Classe V -> formata da tecnici di livello più basso e supervisori lavori
manuali (reddito abbastanza buono e sicurezza, ma scarse possibilità di
carriera). Classe VI -> formata da operai specializzati.
Classe VII -> formata da operai non qualificati.
• Proletariato dei servizi --> nei paesi occidentali, la maggioranza della
popolazione attiva è occupata nel settore dei servizi, si nota una tendenza
alla divaricazione sociale: tendenza all’aumento del numero dei posti di
lavoro a bassa qualificazione nel settore dei servizi.
In grande misura >nel settore dei servizi al consumatore (ristoranti, bar,
negozi di parrucchiere).
In misura minore >nei servizi sociali (salute, istruzione, cura degli
anziani). Per nulla >nei servizi alle imprese (consulenza, servizi
legali e finanziari). Vi sono però delle differenze tra i vari paesi.
Sottoclasse --> negli Stati Uniti ed in alcuni Paesi occidentali si sta
sviluppando una nuova classe; la sottoclasse, costituita da chi si trova in
uno stato permanente di povertà e che dipendono dall’assistenza
pubblica. Non vi è un accordo comune fra sociologi riguardo alle
caratteristiche e alle condizioni che rendono possibile la sottoclasse; vi
sono due concezioni: 1) per i culturalisti
--> è costituita da tre gruppi; ragazze madri, persone esplulse dal mercato
del lavoro e delinquenti; lo sviluppo di questi tre gruppi è dovuto alle
politiche sociali liberali e al welfare state.
2) per gli strutturalisti --> la sottoclasse è frutto non delle dipendenza dal
welfare state ma di una debolezza di fondo dell'economia; il problema
della povertà è quello della mancanza di posti di lavoro che diano un
reddito sufficiente per vivere.
Argomento 8)- Lavoro e disoccupazione
• Licenziamento: quali conseguenze? La perdita del lavoro colpisce l'area
dell'identità. Perdere lavoro e non riuscire a rinserirsi nel mondo lavorativo nel più
breve tempo possibile comporta delle crisi dell'identità personale. In base alla
forza o meno delle persone si possono avere risorse sotto più punti di vista; si
possono sviluppare dei primi segnali di allarme rispetto ai dei disturbi psicologici,
e andrebbero presi in considerazione nel più breve tempo possibile poichè più si
aspetta e più un disturbo può degenerare e peggiorare sino a diventare una vera
e propria patologia psicologica; come ad esempio il disturbo depressivo (che può
emergere anche solo dopo un evento) o il disturbo post traumatico da stress che
è il più frequente.
• Alcuni segnali :
la rabbia ->emerge molto velocemente e non sempre chi si trova vicino al
soggetto in questione si rende conto dell'emergere di questo segnale.
stati d'ansia -> costante che può portare a tachicardie; lo stress continuo. Inoltre
possono emergere mal di testa, bruciore di stomaco e insonnia.
• La diagnosi : valutare tutte le possibili risorse del soggetto, i limiti e i segnali di
allarme che questo può presentare. Una volta delineati i segnali, cosa può fare
un professionista in merito?
1) rendere il soggetto consapevole: deve divenire cosciente di ciò che sta
affrontando; spesso non si è in grado di collegare i segnali di allarme con ciò che
si vive e pertanto non si è consapevoli dei rischi che si corrono come può, ad
esempio, essere il suicidio.
2) riuscire a far parlare il soggetto: poichè chi è consapevole tende a tenere
tutto per sè proprio perchè prova vergogna.
Argomento IX)- La mobilità sociale
• Per mobilità sociale si intende ogni passaggio di un individuo da uno strato, un
ceto, una classe sociale ad un altro.
I sociologi distinguono fra vari tipi di mobilità:
Mobilità sociale orizzontale: si intende il passaggio di un individuo da una
posizione sociale ad un’altra allo stesso livello (da una famiglia di artigiani, da
adulti si diventa impiegati); ed è ascendente.
Mobilità sociale verticale: passaggio ad una posizione + alta o + bassa del
sistema di stratificazione sistema di stratificazione; ed è discente.
Mobilità di lungo o breve raggio: a seconda della lontananza tra classi sociali
Mobilità sociale intergenerazionale: dalla famiglia di origine alla posizione che un
individuo raggiunge a un certo momento della sua vita
Mobilità sociale intragenerazionale: da quando si entra nel mercato del lavoro
a..10 anni dopo.
Mobilità assoluta: è data dal numero complessivo di persone che si spostano da
una classe all'altra.
Mobilità relativa: si intende il grado di uguaglianza delle possibilità di mobilità dei
membri delle varie classi.
I tipi appena descritti sono delle mobilità individuali, per mobilità collettiva,
invece, intendiamo i movimenti verso l'alto o verso il basso di un intero gruppo
rispetto a tutti gli altri gruppi sociali.
• Lo studio della mobilità sociale viene intrapreso da due diverse visuali e per dar
risposta a due interrogativi teorici:
1) il primo ha a che fare con il concetto di apertura di una società o di fluidità
sociale: con le opportunità che le persone con origini sociali diverse hanno di
raggiungere le varie posizioni nel sistema di stratificazione, gli studiosi di questa
impostazione si chiedono se l'apertura di una determinata società sia mutata nel
corso del tempo, sia aumentata o diminuita, oppure se essa sia maggiore o
minore di quella di altre società e cercano di individuare i fattori che favoriscono
2)
o ostacolano la fluidità sociale. il secondo ruota intorno al
problema della formazione e dell'azione delle classi, alcuni sociologi hanno
sostenuto che una classe diventa una formazione stabile quando coloro che ne
fanno parte condividono valori, idee, stili di vita e ritengono di avere interessi
comuni. Per tal motivo, essi si sono chiesti se la mobilità intergenerazionale,
riducendo la componente permanente di una classe, impedisca alla classe di
diventare una collettività sociale.
• Ricerche sulla mobilità sociale a partire dalla fine del 1800: si servono di
campioni molto ampi, da 5000 a 25000 casi e mirano a rilevare la posizione
sociale degli individui che ne fanno parte (si chiede loro l’occupazione svolta,
quella del padre, cosa facevano quando sono entrati nel mercato del lavoro e
cosa fanno a distanza di 10 anni).
Negli ultimi 30 anni -->studio di una delle più importanti forme di diseguaglianza
sociale; quella basata sulle differenze di genere. Vi è una quota crescente di
famiglie che hanno come “capo” una donna ; aumento del tasso di attività della
popolazione femminile.
• Teorie della mobilità sociale nelle società contemporanee: vi sono cinque,
più importanti, teorie; la prima, la seconda e la quinta si riferiscono sia alla
mobilità assoluta che a quella relativa, mentre la terza e la quarta si riferiscono
solo a quella assoluta.
1) Teoria liberale dell'industrialismo --> Kerr, Dunlop e Parsons: secondo tale
teoria, il passaggio dalla società preindustriale a quella industriale è stato
accompagnato da un aumento sia della mobilità assoluta (soprattutto
ascendente) a causa dei continui cambiamenti del mercato del lavoro
(diminuzione occupazione agricola e aumento di quella industriale) e
dell’aumento delle posizioni di vertice che richiedono elevata qualificazione, sia
della mobilità relativa e quindi il passaggio dal dominio dei ruoli ascritti a quello
dei ruoli acquisiti (conta di più cosa le persone sanno fare). In entrambi i casi tale
aumento continua tutt'ora con il proseguire dello sviluppo economico.
2) Teoria basata sui fattori culturali e politici --> secondo tale teoria: fra i paesi
sviluppati alcuni hanno livelli altissimi di mobilità e ciò è dovuto a fattori culturali e
politici.
3) La teoria di Sorokin --> le continue fluttuazioni della mobilità nelle diverse
epoche sono dovute alla diversa importanza assunta da fattori esogeni ed
endogeni al sistema di stratificazione; i fattori esogeni (rivoluzioni, guerre,
invasioni) di solito portano ad un incremento della mobilità, i fattori endogeni,
invece, spingono in senso inverso: chi occupa le posizioni al vertice fa di tutto per
non lasciarle. Tutti i paesi occidentali hanno oggi una forte mobilità sociale
assoluta. 4) La teoria di
Lipset e Zetterberg --> come Sorokin, credono che, tutti i paesi occidentali hanno
oggi una forte mobilità sociale assoluta e in particolare sostengono che:
1) l’andamento della mobilità sociale assoluta è simile in tutti i paesi industriali
occidentali; non ce ne sono alcuni che si distinguono per una mobilità
particolarmente alta (=differenza con la seconda teoria).
2) una forte mobilità sociale assoluta è una caratteristica dell’industrializzazione,
ma non aumenta all’aumentare dello sviluppo economico, credono che vi sia una
sorta di effetto soglia ad un certo livello di sviluppo economico (=differenza con la
prima teoria).
5) La teoria di Featherman, Jones e Hauser --> essi ritengono che