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Estratto del documento

I

capigliature che le contraddistinguono: la prima ha una serie di trecce con

chignon sopra la testa e la seconda invece dietro la testa senza trecce; proprio

grazie alle pettinature dei personaggi femminili possono essere datate le statue

di privati, che erano ritratti con tipi statuari classici su cui si apponeva il proprio

ritratto, usando in questo caso di Venere e Marte (Museo Nazionale Romano)

Si ha anche la copia dell’Onfale, regina che rese schiavo Ercole, che si presenta

 con leontè: si hanno diversi passaggi nel ritratto privato su basi classiche, che

partono dalla statua ritratto di una donna che si presenta come Venere, con una

parrucca tipica dell’età traianea, che richiama l’Afrodite Cnidia di Prassitele,

prima statua nuda di Afrodite con un puntello che l’unisce all’anfora che tiene in

mano; poi si passa alla Venere Capitolina e quella di Copenhagen Settimio

Severo ha ritratti che richiamano la tipologia della dinastia antonina, che vuole

essere ben evidenziata nelle immagini, continuando la tradizione antonina e

prendendo come ispirazione Serapide (?), con poi una barba a ciocche separate

tripartite= Con Settimio Severo si chiude tal secolo e nel successivo si hanno

molti imperatori soldati in poco tempo sulla base degli scontri tra le legioni

romane: comincia un nuovo periodo per il ritratto con quello di Caracalla,

brutale, in cui non si ha nulla di classicistico e uno sguardo truce con fronte

corrugata sul volto ruotato, essendo accostato da Bandinelli ai ritratti dei

gladiatori; è posto nei Capitolini, primo museo pubblico d’Europa, dopo che

venne trasformato dalla precedente strutturazione a centrale elettrica

Altre due statue rappresentanti la dinastia Severa sono quelle degli adolescenti

 nipoti di Giulia Domna, Elagabalo e Alessandro Severo, che furono in realtà sotto

il controllo delle madri; Giulia Domna era la moglie di Settimio Severo,

principessa siriana, prima vera imperatrice di Roma oltre che donna di grande

cultura e preparazione politica, di cui si ha un ritratto anche delle provincie (arte

delle province) la cui pettinatura con parrucca con onde-a melone e chignon a

tartaruga fu ripresa nei ritratti di molte donne= Vi sono due filoni individuati da

Bandinelli, di cui uno è il Dolore di Vivere e il secondo è la Volontà di Potenza,

che segnano il III sec con crisi politica e di valori-ideologica, portando alla

ricerca di altre risposte e quindi allo sviluppo dei culti misterici e del

cristianesimolo mostra il ritratto dell’imperatore Decio, che regna per un paio

di anni alla metà del secolo, con tagli dalla piega delicata nei capelli e nella

appena accennata barba, con un’espressione di ansiosa incertezza, che riflette

l’angoscia del periodo= si hanno poi molti ritratti di imperatori guerrieri, come

quello di Filippo l’Arabo, in cui il marmo non è levigato ma picchiettato con gli

strumenti, che ha l’onore di celebrare nel 21/04 248 DC i 1000 anni di Roma;

altro esempio è l’imperatore Gallieno 253-68 DC, un momento molto difficile

nell’impero per le rivolte nelle Gallie e Palmira, che nel ritratto presenta gli occhi

verso l’alto per entrare in contatto con la divinità, entrando nella sfera spirituale

Alla fine del III sec si ha la tetrarchia, come mostra il ritratto in porfido dei 4

 imperatori, posti su una colonna che si trova oggi in san Marco, proveniente da

Costantinopoli: due erano augusti e due cesari in porpora, che proveniva dal

Mar Rosso, molto utilizzata da IV sec e successivamente trasformata in pietra

imperiale; gli augusti si riconoscono poiché hanno la barba (leggero rilievo sulla

guancia) e pongono il braccio destro sulla spalla dei giovani cesari che non

hanno barba, ma la corazza, il paludamento, la mano sinistra sulla spada con

elsa a forma di aquila, pronti a sguainarla ma anche nel fodero, quindi simbolo

di pace, e il copricapo pannonico in feltro come gli altri

il Ritratto di Costantino è frontale, che era già iniziata Marco Aurelio, dato che la

 figura si distingue da tutti gli altri essendo vicina alla divinità: è un ritratto

monumentale ai Musei Capitolini, di cui colpiscono gli occhi fissi, capelli a

calotta, mento prominente, naso aquilino (notate di più di profilo) ed elementi

stilizzati come le sopracciglia; doveva essere una statua in piedi o seduta in cui

l’imperatore era rector orbisIl colosso di Costantino si trova nel cortile dei

Musei Capitolini e se ne conservano i pezzi che stavano nella basilica di

Massenzio: anche qui le parti in marmo sono quelle nude e la struttura era fatta

di materiali più modesti, creando un Acrolito (“con estremità di pietra”); doveva

essere una statua seduta, con occhi grandi che guardano dio, lineamenti

sovraumani che segnano il distacco dall’umanità e contatto diretto con la

divinità ripreso da tutti gli imperatori cristiani (inizio IV sec)

Il rilievo storico romano

Quando si tentò di staccare l’arte romana da quella greca si cercò di valorizzare

 i suoi tratti e il secondo riconosciuto dagli storici è il rilievo storico romano:

esempio è la Colonna Traiana, che presenta una puntuale registrazione della

storia secondo la concezione dell’epoca, mentre oggi si descrive come rilievo

narrativo, dato che i rilievi storici veri e propri sono rari rispetto alle scene

simboliche; le radici di tal genere sono nell’arte greca, come mostra il piccolo

fregio continuo che presenta la fondazione di Pergamo, conservato sull’altare di

Pergamo al Pergamumuseum di Berlino= non presentano mai l’episodio storico

preciso ma si hanno rappresentazioni simboliche come Marte o la Vittoria o

sequenze tipiche come l’Ad Locutio prima della battaglia: tali scene

appartengono anche nella pittura e nelle gemme esempio è il monumento di

Lucio Emilio Paolo a Delfi, realizzato per la vittoria di Pidna del 168 che porta

alla presenza dei romani in Grecia e in Macedonia: è significativo infatti che tal

colonna sia in uno dei luoghi più sacri a Delfi, ovvero mostra in modo simbolico

il dominio romano della Grecia, dato che il console sottrae il monumento iniziato

dal Re Macedone, come racconta Plutarco nelle Vite Parallele; il fregio ha

iscrizione latina e scene simboliche (non realistiche) di combattimento a cavallo

tipicamente ellenistiche, come il modello del Cavallo impennato di Alessandro

Magno nella statua equestre all’apice

01/10/18

L’ara di Domizio Enobarbo, è al museo Puskin di Mosca, in cui si ha la copia

 della Vittoria di Galbatore, ma anche parte dei rilievi dell’Ara Pacis: tal ara

proviene dal Campo Marzio, datata tra la fine del II/I sec AC, con rilievi sui 4 lati

forse realizzati da un artista di nome Skopas che lavorava nel 100 AC= i due

rilievi principali si trovano in due musei diversi, infatti si ha un rilievo a Monaco

con tema mitologico trattato dagli stilemi ellenistici, con il corteggio di Nettuno

e Anfitrite con nereidi e tritoni che stanno su mostri marini; mentre di grande

interesse è il rilievo opposto, oggi al Louvre, con un tema romano, molto

distante dall’altro, raffigurando una scena di censimento, in cui i cittadini

venivano iscritti alle varie classi di censo e aveva luogo con parte

amministrativa poi seguita dal sacrificio della Lustratio Censoria

Non sappiamo a quale censimento si faccia riferimento: non è una scena

 narrativa sebbene il tratto narrativo, dato che è presente anche il dio Marte,

diventando quindi simbolica-didascalica; si ha il sacerdote che attua il sacrificio

sull’altare, 2 musicisti, 3 camilli (assistenti al sacrificio che portano gli animali),

Marte, e il sacrificio del bue-pecora-scrofa, tradizione, con nome di Suovetaurila,

aperto nella sua processione da un personaggio con Vessillo qui presente: le

scene in sequenza sono poste tutte insieme, ed anche per questo non si tratta

di un opera realistica, com’anche l’allusione alle classi di censo con le due figure

dei soldati= nella scena un personaggio che scrive sulle tabule censorie a quale

classe censoria appartiene la figura davanti a lui in base alla sua

documentazione e dichiarazione di un cittadino; qui si ha un personaggio che

pone la mano destra sulla spalla del togato e dovrebbe essere uno scriba nel

momento di attribuzione della classe la raffigurazione presenta lo stile

ellenistico con contenuto romano

Le stesse caratteristiche si hanno nel fregio frammentario presente nella

 basilica Emilia, edificio nel Foro Romano più volte rifatto: per questo si ha una

difficile datazione dell’elemento, che per le tracce di rielaborazione potrebbe

anche essere della II° metà del II° sec AC, o all’inizio del I sec AC e le tracce di

rielaborazione per lo stacco e reinserimento nella basilica restaurata: si tratta di

un marmo pentelico, in cui vengono riprodotti episodi importanti delle origini di

Roma, come in questo caso la fondazione della colonia romulea o la Punizione di

Tarpea (come il Denario dell’87 AC), in cui ella è al centro che sta per essere

lapidata dai Sabini, dato che ella è la figlia del custode della rocca Capitolina,

che al tempo dell’assedio dei Sabini di Tito Tazio prende l’oro dei bracciali-anelli

dei sabini in cambio dell’apertura delle porte, avendo chiesto “tutto quello che

avevano al braccio sinistro” loro le scagliarono addosso gli scudi una volta

entrati sulla rocca= la storia non doveva essere tale poiché ogni anno la sua

figura era celebrata: doveva infatti aver cercato di prendere i loro scudi e

consegnarli ai romani secondo l’altra versione

L’ara Pacis è un monumento augusteo che riproduce i messaggi di propaganda

 imperiale: è fondamentale dell’arte del periodo, spesso raffigurata su monete,

per la celebrazione della pax augusta una volta eretto in Campo Marzio, come

ricordano le Res Gestae di Augusto, con votazione nel 12 AC e dedica nel 9 AC=

fu ricostruita nel 1938 presso l’arco di augusto per l’interesse fascista verso

l’arte imperiale romana e la celebrazione del nuovo impero che si voleva

costruire, poi abbattuta e rifatta in forme nuove da Richard Meyers; Augusto

riporta la pace dopo un lungo periodo di scontri civili, per cui tal monumento è

un testamento spirituale dell’imperatore, presentando un altare vero e proprio

all’interno del recinto, che riproduce in marmo la palificata in legno originale,

con sopra le travi ghirlande tese tra bucrani e al centro delle petere, ovvero

coppe basse e larghe che venivano usate per i sacrifici, cui si aggiungono anche

i frutti che di solito venivano sacrificati sull’ara

All’esterno si hanno 4 rilievi storici ai lati e 4 pannelli che richiamano il mito

 delle origini di Roma, tutto contornato a un fregio c

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
66 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Melissa. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Grassi Maria Teresa.