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MESENTERE

Il doppio foglietto peritoneale si distacca dalla parete addominale posteriore. All'origine della radice c'è l'ultimo segmento del duodeno, quella da cui origina l'intestino tenue mesenteriale. Da qui discende intersecando il segmento orizzontale del duodeno e poi percorre verso il basso e destra la parete addominale posteriore, terminando sulla fossa iliaca destra. Durante il percorso compie una curva con concavità a destra. Dalla radice i due foglietti peritoneali, che dovranno rivestire tutte le anse dell'intestino mesenteriale (digiuno e ileo) si portano in avanti in modo molto esteso. Il mesentere va ad avvolgere le singole anse, ma è molto lungo e consente a quest'ultime una grande motilità. L'arteria mesenterica superiore nasce dietro al corpo del pancreas, si porta in avanti e in basso, emerge subito sotto all'incisura inferiore del pancreas, scavalca il segmento orizzontale del duodeno e arriva nel.

Mesentere a livello della radice. Quindi non è dentro al legamento, ma rimane posteriore al mesentere, con i foglietti della radice del legamento ai suoi lati. È quindi fissa e può sfruttare il mesentere per i suoi rami destinati alle anse. I suoi rami decorreranno dentro al mesentere, per raggiungere le anse. L'arteria è retroperitoneale. I rami sono circa 20 (verso sinistra), con questi sono vascolarizzate tutte le anse digiunali e ileali. I rami dopo un certo percorso nel mesentere e si biforcano a T. Ognuno di questi due rami collaterali della t, confluisce in altri rami, provenienti dalle biforcazioni a T dei rami vicini. In questo modo si formano arcate. Si forma una prima serie di arcate. Dall'apice di queste arcate, si stacca una nuova arteria, che va ancora più interna al mesentere. Si biforca e forma con le arterie vicine un'altra serie di arcate. Ad un certo punto, dall'ultima arcata, si formano le arterie rette (non formano

più arcate), che vanno verso le anse intestinalie le abbracciano, si biforcano e con i rami di biforcazione circondano la parete dell’ansa. Questi rami seguono ilmesentere, che si sdoppia nei suoi due foglietti, che avvolgono la parete dell’ansa. Da questi rami originano arterieperforanti, che entrano nella tonaca mucosa. Ogni arteria retta vascolarizza una regione dell’intestino che è solo sua(caratteristica delle arterie terminale). Ciò è all’origine dell’infarto intestinale.

L’arteria mesenterica superiore è anche responsabiledella vascolarizzazione di una parte di pancreas,duodeno e intestino crasso nella sua prima porzione. Ilprimo ramo che emette, a livello della sua origine, èl’arteria pancreatico duodenale inferiore e va avascolarizzare la testa del pancreas e dei segmenti delduodeno ad essa associati. A livello della radice delmesentere, emette, verso destra, 3 rami con decorsoretroperitoneale

Vanno a vascolarizzare l'appendice del cieco, il colon ascendente, la flessura destra del colon e la metà destra del colon trasverso. I tre rami sono arteria ileo colica, colica destra e colica media (dal basso verso l'alto). Ognuno di questi vasi si anastomizza con i rami delle arterie precedenti. Si formano delle arcate anastomotiche, grazie alle quali il sangue di una arteria può andare a riempire vasi, che ricevono anche da un'altra arteria. L'arteria colica sinistra è staccata dall'arteria mesenterica inferiore e partecipa alla formazione dell'ansa anastomotica con l'arteria colica media. È probabile che il sangue della colica destra irrori la parte destra del colon trasverso, mentre la parte centrale del colon sia irrorata dal sangue anastomizzato della colica media e della colica sinistra.

Struttura interna dell'intestino tenue: a livello dell'intestino tenue viene completata la digestione e...

inizial’assorbimento dei nutrienti. Questa funzione ègiustificata dalla morfologia dell’intestino stesso.Quando c’è una funzione assorbente c’è bisogno disuperficie. Anche la secrezione dipende dallapresenza di una grande superficie.per superficie sipossono intendere vari livelli a seconda dellaprofondità a cui osservo. Per prima cosa creo dellepieghe. La proliferazione di superficie intestinale èpermanente, per i cui i ripiegamenti (di varioordine) rimangono costanti e sono destinati solo adaumentare la superficie di assorbimento.

  1. Pieghe semicircolari o valvole conniventi o di Kerkring: sono pieghe che dipendono dai sollevamenti della tonacasottomucosa. La tonaca sottomucosa non è piatta, ma ad intervalli si solleva e forma pieghe semicircolari (occupanometà della circonferenza dell’ansa), in modo casuale.
  2. Villi intestinali e microvilli: la mucosa si solleva in una serie di rilievi digitiformi o

Lamellari a seconda del tratto di intestino. Si formano così i villi intestinali. I villi sono una proliferazione verso il lume dell'intestino della tonaca mucosa, che si aggiunge ad una proliferazione della sottomucosa. L'epitelio della mucosa intestinale è formato da cellule con estroflessioni sul versante apicale della membrana plasmatica, i microvilli. I microvilli non sono visibili ad occhio nudo, serve il microscopio ottico. Sono i microvilli che effettivamente assorbono. Le cellule, che formano i microvilli, sono dette enterociti. Con questo sistema la superficie di assorbimento aumenta a livelli altissimi. Ci sono tratti dell'intestino che non hanno né pieghe né villi. Questi tratti sono limitati e si trovano nella regione iniziale e finale dell'intestino tenue, come quella che confina direttamente con lo stomaco. Anche lungo l'ileo le pieghe e i villi tendono a diminuire man mano che ci si avvicina all'intestino crasso.

Nel duodeno si trovano i villi lamellari, mentre i digitiformi si trovano nell'ileo. L'epitelio del villo intestinale è monostratificato cilindrico, le cellule principali sono gli enterociti, caratteristici di tutto l'intestino (anche nel crasso). Insieme agli enterociti, ci sono cellule caliciformi mucipare, che producono muco. Il muco si stratifica sull'intero epitelio come aiuto allo scorrimento del cibo. Infine troviamo cellule argentaffini o enterocromaffini, che producono molti ormoni, tra cui la serotonina. L'ultimo citotipo sono le cellule indifferenziate, che con il differenziamento possono produrre tutti i tipi di cellule, comprese quelle delle ghiandole intestinali.

Le ghiandole intestinali si trovano nella tonaca mucosa tra villo e villo e sono tubulari semplici. È costituita dalle stesse cellule dell'epitelio, in più sul loro fondo ci sono cellule di Paneth, che producono varie sostanze con attività antimicrobica (lisozima).

Queste cellule sono anche dette cripte di Lieberkuhn, perché molto corte. La lamina propria della mucosa forma l'asse del villo ed è occupata dalle formazioni vascolari; venule, arteriole e vasochilifero. È possibile che ci siano più di un elemento per ciascun tipo di vaso. L'arteriola è l'estrema ramificazione dell'arteria retta. Le venule alla fine confluiscono nella vena mesenterica superiore. La mesenterica superiore forma la vena porta insieme alla mesenterica inferiore e alla vena lienale. Questo sangue arriva al fegato contenente elementi che esso è in grado di rielaborare. Nella circolazione sanguigna del villo passano componenti idrosolubili (proteine e carboidrati). L'assorbimento dei lipidi prevede prima il loro assemblaggio nell'enterocita. La cellula li assembla in catene di acidi grassi, che poi vengono combinati con proteine a formare complessi detti chilomicroni. I chilomicroni prendono la via del vaso.

linfatico (il vaso chilifero). Anche la circolazione linfatica proveniente dal villo, contiene linfa particolarmente ricca di sostanze.

Al confine tra lamina propria e sottomucosa c'è la muscolaris mucosae, con funzione non solo di separazione, ma anche delle fibre a risalire nell'asse del villo, per formare un reticolo attorno al vaso chilifero. In questo modo, la contrazione della muscolaris mucosae fa contrarre a stantuffo anche il villo. Con la contrazione, il villo si abbassa e il suo contenuto è spinto nei vasi sottostanti.

Ci sono dei tratti senza villi in cui la tonaca mucosa è convessa. In queste zone la lamina propria è farcita di cellule linfoidi, si formano follicoli linfatici anche molto grandi, detti placche di Peyer. Le placche controllano la diffusione dei patogeni.

18/03/19

Ghiandole duodenali: nel duodeno oltre alle ghiandole intestinali della mucosa, c'è un tipo di ghiandole aggiuntivo presente SOLO in questa regione,

le ghiandole duodenali o ghiandole di Brunner. Queste ghiandole sono accolte nell'atonaca sottomucosa e non nella mucosa. Sono tubulo acinose composte che secernono, nel lume intestinale, abbondante muco basico ricco di ioni bicarbonato, mentre secernono in circolo vari tipi di ormoni, tra i quali la gastrina e altri ormoni peculiari. La gastrina stimola l'ulteriore secrezione di succo gastrico. A livello duodenale la gastrina accelera la digestione gastrica (come a livello pilorico), quando il duodeno inizia ad essere invaso dal contenuto gastrico, una quota di cellule gastrina secernenti continua a stimolare la digestione gastrica. Contemporaneamente devono essere stimolate i due organi ghiandolari che devono immettere nel duodeno il loro secreto, per ultimare la digestione. A livello delle ghiandole duodenali vengono prodotti (dalle cellule argentaffini di queste ghiandole) due ormoni che vanno a stimolare la secrezione biliare e quella di succo pancreatico. Il primo ormone è

La colecistochiminapancreozimina stimola la strettura della colecisti a rilasciare la bile, in risposta a segnale nervoso e ormonale. La colecistochimina stimola anche la componente esocrina del pancreas a produrre zimogeni. Gli enzimi zimogeni vengono attivati nel duodeno dove incontrano un ambiente neutro.

L'altro ormone che viene secreto dalle argentaffini duodenali è la secretina, che va a stimolare i dotti intercalari del pancreas, responsabili della secrezione degli ioni bicarbonato, per mantenere inattivi gli enzimi zimogeni. Nel duodeno l'ambiente neutro è mantenuto dalla combinazione del succo gastrico con gli ioni bicarbonato. In questo ambiente gli enzimi pancreatici cominciano a lavorare e demolire chimicamente le sostanze. Insieme a loro agisce la bile.

La bile non serve per aggredire chimicamente le molecole, ma serve per scinderle. Agisce tipicamente sui lipidi, ovvero su sostanze che formano grossi aggregati per la loro natura idrofobica.

Grossi aggregati sono difficili da attaccare dall'alipasi pancreatiche, che agiscono solo sulla superficie. Se gli aggregati sono voluminosi, le parti interne non vengono raggiunte dalle lipasi e non vengono quindi mai degradate.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
96 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiarasonnati di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Ferrucci Michela.