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DIARTROSI

Le diartrosi, o articolazioni per contiguità o articolazioni sinoviali, sono tra le articolazioni più mobili e hanno infatti delle caratteristiche peculiari che fanno si che le superfici articolari vengano mantenute nella loro sede durante il movimento (vedi figura 10). Le superfici articolari presentano un rivestimento di cartilagine ialina, e tra le due superfici articolari, si trova la cavità articolare che è rivestita dalla membrana sinoviale. La membrana sinoviale produce un liquido con funzione lubrificante, giallo, limpido e viscoso, detto liquido sinoviale che favorisce i movimenti di queste articolazioni. All'esterno dell'articolazione si trova un manicotto fibroso che riveste l'articolazione stessa, detto capsula articolare, che avvolge i due capi articolari e si inserisce sui margini delle cavità articolari, si presenta come uno strato di tessuto connettivo denso.da legamenti: - legamenti intrinseci, costituiti da tessuto fibroso e fibroelastico incorporati nella capsula - legamenti estrinseci, distanti dall'articolazione, anche a distanza notevole Forma dei cavi articolari Se si considera la forma dei capi articolari spesso le due superfici articolari non sono congrue, cioè a volte si hanno superfici articolari, come ad esempio a livello dell'articolazione della spalla, che hanno la forma di una porzione di sfera e altre superfici cave che non sono abbastanza ampie per accoglierle, dunque esistono dei dispositivi fibro-cartilaginei, rappresentati da labbri articolari, inseriti su uno dei cavi articolari e con funzione di ampliare la cavità, cosicché le due superfici articolari si possano adattare meglio tra di loro. Talvolta, invece, le superfici articolari non sono armoniche, non combaciano quindi tra loro. In questo caso nelle diartrosi si possono trovare una o più formazioni fibro-cartilaginee, dette menischi o.

dischi (vedi figura 11). Adesempio, si trovano a livello dell'articolazione del ginocchio dove la tibia non ha una superficie tale da poter accogliere i condili femorali, i menischi in questo caso fungono da dispositivi di correzione.

Figura 11

Classificazione di artrosi:

A. In base alla forma dei capi articolari: artrodie, enartrosi, condilartrosi, a sella, ginglimi.

B. In base al grado di libertà, ovvero in base alla possibilità dei movimenti dei capi articolari:

- 1 solo movimento

- 2 tipi di movimento

- 3 tipi di movimento

C. In base al numero dei capi articolari:

- Semplici, presentano due capi articolari all'interno della capsula articolare

- Complesse, quando all'interno della stessa capsula articolare ho più di due superfici articolari. Ad esempio, l'articolazione del gomito, dove all'interno della stessa capsula articolare si trovano l'epifisi distale dell'omero e le due epifisi prossimali di radio e ulna.

A. Classificazione in

Base alla forma dei capi articolari:

Artrodie o articolazioni piane (vedi figura 12), sono articolazioni costituite dalla posizione di due superfici quasi perfettamente piane. I movimenti che permettono queste articolazioni si svolgono su un solo piano e consentono solo movimenti di scorrimento. Queste articolazioni uniassiali si trovano ad esempio dorsalmente a livello della colonna vertebrale tra le faccette articolari di due vertebre adiacenti.

Enartrosi o articolazioni sferoidali (vedi figura 13), si ha un capo articolare che ha la forma di una sfera o di una porzione di sfera piena e un altro capo articolare con forma cava o porzione di sfera cava. Permettono di compiere movimenti su tutti i piani, dunque sono le articolazioni più mobili. Si trovano a livello dell'anca e spalla, quindi quelle articolazioni che permettono movimenti di circonduzione.

Condiloartrosi o articolazioni ad ellissoide (vedi figura 14), presentano un capo concavo e uno convesso, ma con

forma ellittica. I movimenti si svolgono su due piani ortogonali. Ad esempio, l'articolazione tra la prima vertebra cervicale e l'osso occipitale (articolazioni che permettono di fare quel movimento del capo che ci fa dire di sì). Figura 14 A sella (vedi figura 15) le superfici articolari sono convesse in una direzione e concave nella direzione ortogonale, ovvero a livello di una superficie articolare si hanno due estremità convesse e al centro una concava, mentre nell'altra superficie articolare il contrario. Sono articolazioni di tipo biassiale e i movimenti si compiono su due piani ortogonali. La forma dei capi articolari determina una rotazione assiale dell'osso in movimento. Ad esempio, l'articolazione a livello Figura 15 del pollice, quindi si trova tra carpo e metacarpo, ovvero tra osso trapezio e il primo osso metacarpale, questa è quell'articolazione che ci permette di ruotare il pollice. La classe dei ginglimi ne comprende due tipi:

  1. ...

Ginglimi angolari, dette anche troclee, o articolazioni acardine (vedi figura 16). Le superfici sono rappresentate da unsegmento cilindrico pieno e uno cavo che accoglie quello pieno.Quando l'asse dei cilindri è perpendicolare all'asse longitudinaledelle ossa in movimento, i movimenti permessi sono angolari. Adesempio, a livello del gomito si ha l'articolazione omero-ulnare cheFigura 16 permette solo il movimento di flesso estensione.

Ginglimi laterali, detti trocoidi, o articolazioni a perno, (vedifigura 17), quando l'asse longitudinale dei cilindri è parallelo all'asselongitudinale delle ossa si ha un movimento rotatorio sull'asselongitudinale dell'osso. Ad esempio, nell'articolazione a livello delgomito, l'articolazione radio-ulnare prossimale permette la pronosupinazione a livello dell'avambraccio.

Lezione 3 – 12/03/2020Anatomia dell'apparato locomotore – prof. Francesca

Bonomini

Articolazioni (chiarimento della precedente lezione), muscoli e cranio

Ginglimi

La Professoressa ha iniziato la spiegazione riprendendo un concetto della lezione precedente: l'ultima tipologia della classificazione delle diartrosi in base alle superfici articolari, ovvero i ginglimi.

I ginglimi possono essere di due tipologie: angolari e laterali.

Il ginglimo angolare o articolazione a cardine (vedi fig1) presenta una superficie articolare a forma di perno e una superficie articolare a forma cava atta ad accogliere questo perno. La direzione del perno, in base all'asse maggiore dell'osso, permette solo i movimenti di flesso-estensione.

Se noi pensiamo alla flessione dell'avambraccio sul braccio, quindi la flessione che ci permette di avvicinare la mano alla spalla, in questo caso entra a far parte del movimento un'articolazione a ginglimo angolare, che si viene a costituire tra la troclea dell'omero, che è la parte a livello dell'epifisi

distale dell'omero, e l'epifisi prossimale dell'ulna. Si forma così Fig 1 un'articolazione dove a livello dell'omero c'è un'estremità a forma di perno, perpendicolare all'asse maggiore dell'osso stesso, mentre a livello dell'epifisi prossimale dell'ulna c'è una superficie articolare cava, adatta ad accogliere questo perno. Come si vede dalla forma delle due estremità articolari di queste due ossa, l'unico movimento permesso è un movimento angolare di flesso-estensione.

Il ginglimo laterale o articolazione a perno (vedi fig 2) permette movimenti di rotazione attorno all'asse principale delle ossa che vengono prese in considerazione.

Se noi pensiamo all'articolazione delle epifisi prossimali di radio e ulna, quindi sempre a livello del gomito, il radio, a livello della sua epifisi prossimale, ha una struttura articolare denominata capitello. Proprio come il capitello

Di una colonna, vediamo che tutto attorno c'è una superficie articolare che si inserisce all'interno di una cavità nella Fig 2 superficie articolare dell'ulna, permettendo che il capitello del radio ruoti all'interno di questa superficie articolare, consentendo così i movimenti di prono-supinazione. In realtà c'è anche un legamento che avvolge l'epifisi prossimale del radio, mantenendolo in sede. La professoressa ha specificato che questi argomenti verranno ripresi durante il laboratorio di Anatomia Umana I, quando andremo in settorato.

Muscoli
I muscoli sono organi di varia forma e funzione, la cui funzione principale è quella di muovere le nostre ossa, e quindi il nostro corpo nello spazio, ma hanno anche un ruolo fondamentale nel proteggere gli organi interni (ad esempio i muscoli della cavità addominale).
Tutti i muscoli presentano una parte carnosa, solitamente di colore rosso, che viene detta ventre.

muscolareed è la componente contrattile vera e propria del muscolo. All'estremità della parte carnosa, c'è invece la componente tendinea del muscolo, che assume una colorazione bianca; attraverso i tendini, i muscoli si inseriscono a livello osseo.

I tendini possono essere definiti tendini veri e propri, quando hanno una forma nastriforme, quindi allungata; talvolta i tendini invece hanno un'ampia inserzione a livello osseo, quindi risultano essere delle lamine appiattite e in quel caso si parla di aponeurosi.

I muscoli vengono classificati in:

  • Muscoli lunghi, ovvero muscoli in cui prevale la lunghezza;
  • Muscoli brevi, ovvero muscoli che non hanno un diametro prevalente;
  • Muscoli larghi o piatti, ovvero muscoli sottili e molto larghi; sono questi a presentare come inserzioni tendine le aponeurosi.

Ciascun muscolo presenta delle caratteristiche peculiari dal punto di vista della struttura.

Tutti i muscoli sono rivestiti in superficie da uno strato

Il tessuto connettivo che avvolge il muscolo è chiamato epimisio. Dalla faccia profonda dell'epimisio si dipartono dei setti che si addentrano all'interno del muscolo stesso, andando a costituire dei raggruppamenti di fasci di fibre muscolari; questi setti vengono definiti perimisio. Dal perimisio si distaccano a loro volta altre dipendenze connettivali che vanno ad avvolgere le singole fibre muscolari; quest'ultimo strato di rivestimento delle singole fibre viene definito endomisio. (vedi fig 3)

Per far sì che i muscoli permettano un movimento, essi devono avere un'estremità fissa ed un'estremità inserita sull'osso che si muove. L'estremità che si inserisce sull'osso che resta fisso viene detta origine, mentre viene detta inserzione l'estremità che si va ad inserire sull'osso che si muove, risultando quindi il punto mobile del muscolo. In

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Publisher
A.A. 2021-2022
108 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jamesmencacci di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia dell'apparato locomotore e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Brescia o del prof Bonomini Francesca.