Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MERCATO DEL LAVORO…
…NEL CAPITALISMO DEL NORD EUROPA
In questo modello è caratterizzato da:
Un’elevata partecipazione; è presente un
modello di famiglia nel quale entrambi i membri hanno
un’occupazione retribuita (no male breadwinner) in
oltre la tassazione era di tipo individuale favorendo la
partecipazione di entrambi di ambedue i membri.
Alti tassi di occupazione, anche femminile
Part-time di tipo volontario
Bassa disoccupazione
Elevata flessibilità; adotta dei modelli
organizzativi incentrati su un’elevata mobilità e
flessibilità esterna.
Lo stato è stato promotore di politiche attive finalizzate a promuovere la partecipazione e
l’incontro tra domanda e offerta tramite un massiccio investimento in politiche di formazione
(politiche attive) ma anche in investimenti per il sostegno dei redditi come per i disoccupati
(passive).
Esempi:
✓ Danimarca --- Paese caratterizzato da <<triangolo d’oro della flexicurity>> che si basa su 3
principi: diminuire la sicurezza del posto di lavoro ma aumentare la sicurezza dell’occupazione,
politiche attive del lavoro, elevati sussidi di disoccupazione che offrono sicurezza economica.
Modello stabile e di successo che ultimamente ha voluto modificare alcuni aspetti come la
diminuzione di sussidi e in base a determinati requisiti e rafforzare la componente
occupazionale.
✓ Svezia --- Ha livelli di spesa alti ma più bassi della Danimarca, ed ha una minore capacità di
promuovere occupazione attraverso il passaggio da una situazione di disoccupazione a una di
contratto temporaneo. Tassi di occupazione sono tra i più alti d’Europa e tassi di
disoccupazione di lungo periodo minimi 7
… NEL CAPITALISMO CONTINENTALE
È caratterizzato da un’alta protezione
dell’occupazione, con la minore flessibilità
esterna compensata da un’elevate flessibilità
interna che ha richiesto lavoratori preparati a
svolgere più funzioni nella medesima impresa e
che è stata facilitata dalla presenza di
competenze specifiche con alta
professionalizzazione. È un mercato più
regolato rispetto a quello dei paesi
anglosassoni.
Dagli anni ’90 si è verificato un problema della
crescita economica senza crescita
occupazionale che i vari paesi hanno cercato di sanare con una forte flessibilizzazione ai
margini (forme contrattuali flessibili). Per quanto riguarda le politiche del lavoro, tale
modello investe di più in politiche attive e passive rispetto alla media.
Esempi:
✓ Germania --- dagli anni ’60 è stato promosso un modello di regolazione in grado di produrre
elevati volumi di occupazione,per dare lavoro tra gli altri, all’alto numero di profughi
provenienti dalla Germania dell’Est. La professionalità della forza lavoro e la partecipazione ai
processi produttivi contribuivano alla diversificazione e alla qualità dei prodotti. Negli anni ’90
si sperimenta una trasformazione a causa del welfare without work per aumentare la
flessibilità del lavoro. Primo tentativo fallito nel 1998. Anni successivi si emanano riforme
HARTZ, per promuovere la crescita competitiva e la partecipazione. Prime tre riforme hanno
introdotto mini jobs, midi jobs la quarta riforma ha ridotto la durata dei sussidi. NOTA BENE: In
Germania si è mantenuta la possibilità per chi ha contratti a basso salario di mantenere dei
sussidi (per sviluppare la flessibilità di breve). Sono nate anche politiche per salvaguardare le
imprese in stato di difficoltà congiunturali. Si sviluppa così una flessibilizzazione differenziata,
più forte nei settori deboli e più debole in quelli forte.
✓ Francia --- fino agli anni ’90 si è avuta un’elevata disoccupazione combattuta attraverso due
strade:
o La riorganizzazione del sistema dei sussidi che ha ridotto la loro durata e portata e sono
stati sostituiti da sussidi di disoccupazione solo per le persone in cerca di lavoro, in più
politiche di esenzione dei contributi per chi assume disoccupati di lungo periodo.
o Flessibilizzazione; in questo paese la protezione del lavoro DETERMINATO è più alta .
Introdotto il CNE a tempo indeterminato ma con la possibilità di licenziamento senza
preavviso. Sono state attuate riforme che hanno ampliato in modo considerevole la
flessibilità però senza portarla ai livelli di regno unito e danimarca.
In questi due paesi si ha avuto un importante percorso di riforma del mercato che ha avuto un
impatto efficace a livello occupazionale. In Francia e in Belgio l’involontarietà del part time è molto
più elevata . 8
Quindi nel caso continentale, si è passati attraverso una flessibilizzazione di alcuni segmenti
specifici, sostenuta anche dal ruolo dello stato attraverso strumenti dei sussidi.
LO STATO RIVESTE UN RUOLO CHIAVE NELL’ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL DUALISMO.
… NEL CAPITALISMO ANGLOSASSONE Il mercato del lavoro presenta 4 principali caratteristiche:
Elevata flessibilità esterna, è facile per le imprese
assumere e licenziare per sfruttare le nuove opportunità
Bassi sussidi per i disoccupati per favorire quanto
più possibile la partecipazione e l’attivazione
Sistema esercita una bassa pressione sulle imprese
Percorsi formativi che danno competenze generali
Questi meccanismi hanno promosso elevati livelli di
partecipazione, alto tasso di occupazione e bassi livelli
di disoccupazione. Ma Regno Unito e Irlanda hanno la
più alta quota di lavoratori a basso reddito. Nel Regno Unito è molto basso l’investimento in
politiche attive.
Ambedue i paesi hanno i valori più bassi fra tutti i paesi i 28 paesi europei per quanto riguarda
l’indice di protezione del lavoro.
Regno Unito e Irlanda sono quelli con la minore durata media dell’occupazione presso lo stesso
datore di lavoro dopo la Danimarca.
Sono state introdotte politiche atte a promuovere la partecipazione attraverso il make work
pay ovvero meccanismi basati su incentivi al reddito e di sussidi per la disoccupazione con un
elevato grado di condizionalità. Nel Regno Unito si è avuta un’attivazione senza politiche.
Esempi:
✓ Regno Unito --- ha cercato di attuare un’elevata partecipazione al mercato ispirandosi al
modello statunitense, come i sussidi venivano riservati solo a che ha determinati prerequisiti e
svolgeva determinate attività oppure al caso in cui i disoccupati dovevano siglare veri e propri
contratti che specificavano quali attività di ricerca di lavoro dovevano svolgere. Il fine era
stimolare la ricerca di lavoro e far diventare i disoccupati in nuovi contribuenti. Con il new labour,
Tony Blair sono stati introdotti cambiamenti cioè il passaggio dal workfare al welfare to work. Ad
esempio furono predisposti interventi mirati verso alcune fasce della popolazione che
incontravano difficoltà nel mercato del lavoro. In più si sono aggiunti sgravi fiscali e contributivi
volti a rendere economicamente più conveniente avere un’occupazione anche a basso reddito
invece che appoggiarsi ai sussidi di disoccupazione. Introdotti programmi come il new deal e poi
sostituito con work programme che ha accentuato le misure di attivazione attraverso
condizionalità e rafforzando l’esternalizzazione di alcuni servizi. Sono state introdotte poi formule
9
contrattuali molto flessibili come i contratti <a zero ore>, provocando però lavoro a bassa intensità
di tipo involontario. Progetti come Growth and infrastructure act per aumentare la flessibilità
esterna (possibilità che al lavoratore venga data una quota di azioni dell’imprese dove lavora in
cambio della rinuncia ad alcuni diritti).
✓ Irlanda --- attuate iniziative come Community Employment mirata a dare ai disoccupati un
lavoro portando alla creazione di nuovi posti di lavoro finanziati dal FSE. In più sviluppare
politiche che rendano più attraente il salario rispetto al sussidio (btwa). Durante gli anni ’90 le
politiche attive del lavoro sono state poco sviluppate sebbene il livello della spesa sia piuttosto
sostenuto. Dall’inizio degli anni 2000 è cresciuta la spinta a favore dell’attivazione.
Nel periodo pre crisi entrambi i paesi avevano buoni tassi di occupazione e disoccupazione ma con
l’avvento della crisi si vide una marcata discesa. Irlanda vide la crisi in maniera più drammatica.
… NEL CAPITALISMO MEDITERRANEO
È caratterizzato da una forte segmentazione ovvero
gruppi di individui:
Disparità di genere, i tassi di partecipazione
femminile sono molto minori di quegli degli uomini.
L’indice di penalizzazione è correlato negativamente,
il che significa che la posizione di relativo svantaggio
per le donne si aggrava nei paesi europei che hanno
una scarsa capacità di creare occupazione.
Giovani, tasso di disoccupazione giovanile superiore alla media europea di circa il doppio.
Disoccupazione di lunga durata, in grecia è tre volte l’area euro.
Disoccupazione intellettuale, alti tassi di disoccupazione dei laureati.
Disparità territoriali, tassi molto diversi a livello regionale.
Il capitalismo mediterraneo è caratterizzato da un basso investimento nelle politiche del lavoro,
l’unica eccezione è la Spagna. La criticità del mercato è stata affrontata da una lunga stagione di
riforme mirate ad ampliare la flessibilità del mercato del lavoro tramite anche nuove formule
contrattuali flessibili e la flessibilizzazione delle vecchie.
Esempi:
✓ Spagna --- nella metà degli anni ’90 fu intrapreso un percorso di flessibilizzazione del mercato
del lavoro. Venne abolita l’autorizzazione preventiva ai licenziamenti per ragioni economiche,
vennero ridotti i costi dei licenziamenti, regolati gli orari di lavoro e della mobilità funzionale
interna. Con la riforma del 2012 ha introdotto nuove misure: aumento margini di manovra per
i licenziamenti, nuovo tipo di contratto collettivo per le imprese durante i periodi di crisi,
riduzione della compensazione per licenziamenti discriminatori, introduzione di clausole di
deroga dalla contrattazione nazionale, semplificazione dei licenziamenti collettivi e
l’ampliamento dei motivi di giusta causa. 10
✓ Italia --- inizia il suo percorso di flessibilizzazione in ritardo, verso la seconda metà degli anni
’90. Un importante risultato lo si ha ottenuto con la legge Treu del 1997, vengono introdotte
forme di flessibilità come il lavoro interinale e vengono rafforzati gli incentivi a sostegno del
part-time. Nel 2003 venne introdotta la legge Biagi, introducendo nuovi tipi di contratto come
il job-sharing e lo staff-leasing (na