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DEMOGRAFICHE
Genere femminile; Genere maschile;
Primogenito; Secondogenito;
Livello socioeconomico Livello
alto. socioeconomico
basso
NOUN BIAS: il primo lessico infantile è dominato da nomi o da verbi???
Anche se vi sarebbe una tendenza/facilità nell'apprendimento dei nomi ( referente
concreto ), la risposta a tale domanda dipenderebbe dalle Caratteristiche
strutturali della lingua che si apprende (struttura SVO) e dalla
frequenza/variabilità morfologica/posizione saliente che varia da lingua a
lingua.
Ad esempio...
→ l'Inglese il primo lessico del bambino sarebbe caratterizzato principalmente
dall'utilizzo dei nomi, visto anche l'importanza strutturale e salienza che rivestono
nella loro lingua (SVO)
→ Nel Cinese invece il primo lessico sarebbe caratterizzato principalmente dai verbi
( sOV ), visto la tendenza a nominare i nomi
→ Italiano: quadro interme dio (sVO).
DAL LESSICO....VERSO LA SINTASSI!
La fine del 2° anno è contraddistinta per ...
a) Incremento del vocabolario (specializzazione)
b) Comparsa delle prime combinazioni di 2/3 parole (emergenza)
Quale relazione intercorre tra lessico e sintassi?
a)Approccio innatista: processi distinti, indipendenti...
b)Approccio costruttivista: continuità tra i due aspetti...
→il lessico è un prerequisito dello sviluppo sintattico.
E ciò significa che esisterebbe una relazione causale e temporale tra i due processi.
Esisterebbe una “soglia minima/massa critica” , ovvero, una volta apprese 50/100
parole, il bambino inizierebbe a combinarle tra loro
NB: secondo diverse ricerche, sembrerebbe che gli enunciati prodotti dai bambini in
questa fase dello sviluppo sarebbero “qualitativamente differenti” tra loro a seconda
del numero di vocabolari appresi... a) bambini con poche parole
tenderebbero ad utilizzare le frozen phrases, ovvero frasi fatte, adottando un
“approccio olistico” nella segmentazione dell'input verbale che ascoltano.
b) bambini con un vocabolario più ampio producono frasi più flessibili, adottando un
“approccio analitico” e sono pertanto capaci di utilizzare le stesse parole in diverse
combinazioni.
Da che elementi sono composte le prime frasi? Quanto sono importanti i
predicati ( verbi e aggettivi )? Sembra non esserci una
“dipendenza” dai predicati, in quanto le prime frasi non contengono verbi o aggettivi.
Sono infatti più frequenti gli enunciati composti da due nomi “mamma libro” “papà
auto” e enunciati con un nome e un pronome deittico “questo mamma” “palla qua”.
Gradualmente poi andrebbero ad aumentare il numero di predicati prima e funtori poi.
Nb:I valori della frequenza d’uso dei predicati e dei funtori indicano che sono sotto-
utilizzati nella produzione, nell’uso effettivo che può farne
Tra le prime parole nel 1° anno (11/12 mesi) e le prime combinazioni nel 2° anno
a 18/20 mesi si manifestano le FORME TRANSIZIONALI “qualcosa di più di una
parola e qualcosa di meno della sintassi” (Dore et al 1977).[Così avviene un =
passaggio graduale della fase monotematica alle frasi – dal periodo olofrastico a quello
telegrafico – ]
ciò che differenzia le forme transizionali dalle combinazioni è il fatto che le
prime rispettano solamente uno, o al massimo due, dei Criteri di definizione
delle combinazione:
a)Il significato delle combinazione è diverso da quello di ogni singolo elemento
b)L’enunciato presenta un unico contorno prosodico intonazionale
c)Le parole che costituiscono l’enunciato sono presenti della produzione
spontanea in combinazione con altre parole (ricorrenza); una particolare
combinazione compare almeno tre volte (produttività)
Abbiamo diverse espressioni delle forme transizionali....
in primo luogo vi sono Combinazioni gesto+parola , in cui il gesto
• acquista un valore semantico che a seconda dei casi può essere:
1)EQUIVALENTE: il gesto enfatizza o esprime la stessa informazione semantica
dell’elemento espresso verbalmente ( B dice “ciao” e fa ciao con la mano)
2)COMPLEMENTARE: il gesto aiuta a identificare un preciso referente – se
nell’ambiente ci sono più oggetti (dice “palla” e indica l’oggetto)
3)SUPPLEMENTARE : attraverso il gesti SI AGGIUNGE un’ informazione diversa
da quella espressa linguisticamente, un significato non direttamente desumibile
dalla parola (dice “acqua” e fa il gesto non c’è più)
[Bambini sindrome di down per esempio hanno la combinazione gesto parola,
ma non arrivano al significato più alto, cioè quella con l’informazione
supplementare.
....le combinazioni supplementari anticipano le combinazioni di più parole. ]
in secondo luogo vi sono le Ripetizioni verticali e orizzontali (altra
• forma transizionale)
Si fa più riferimento all’aspetto conversazionale o dialogico (piuttosto che a
quello formale più inerente ai gesti)
Espressioni in cui il bambino ripete in turni successivi o nel medesimo turno
conversazionale la stessa parola riferita allo stesso elemento del contesto.
Anche se sta ripetendo la stessa parola si allunga il suo turno conversazionale e
la lunghezza dell’enunciato
Le ripetizioni verticale (più turni) precedono quelle orizzontali (parola ripetuta
nello stesso turno). Per produrre una combinazione la parola deve essere
ripetuta nello stesso turno
Rilevante lo scambio comunicativo e il ruolo del partner/adulto. Non deve
sovrapporsi e deve accogliere la ridondanza della comunicazione del bambino
in terzo luogo possono esserci combinazioni di una singola parola con un
• suono senza signficato
possono esserci anche le catene ( enunciati di più parole in rapida
• successione ) e - come già visto – anche le frozen phrases possono entrare a
far parte di tale categoria
Funzione delle forme transizionali – (D’odorico e Carubbi 1997)
= opportunità di articolare più elementi linguistici e focalizzare l’attenzione su aspetti
formali: aspetti formali assumono significato rispetto al contesto e all’interlocutore
16(/20 ,mesi – ripetizioni orizzontali “ghio...ghio” zio zio
16 mesi – parole concatenate (parole diverse distanziate temporalmente)
“ghio ...miao” (zio miao)
16 mesi – formule (frasi fatte, il bambino non separa gli elementi, li produce come
un unico agglomerato) “chiè” chi è
16 mesi – elemento fonetico indifferenziato + elemento lessicale “/a/ tota”
(carota) – se lo dice separato, indica che sta imparando a differenziare e
segmentare gli elementi (dice solo “tota”)
20 mesi – elemento morfologico libero + nome “a palla roscia” (la palla rossa) –
l’elemento morfologico “a” comincia ad essere usato in più contesti e frasi
20 mesi – combinazione di due o più parole contenuto “api mamma” (apri
mamma) – elemento predicativo come il verbo+ il nome
Sequenza evolutiva (combinazioni di più parole)
16 mesi – ripetizioni orizzontali (ampiezza del vocabolario)
16/20 mesi – infrequenti le parole concatenate e le formule nei bambini italiani (+
frequenti dei bambini inglesi)
20 mesi – elemento lessicale + elemento fonetico indifferenziato
> 200 p – combinazioni più complesse (2/3 parole contenuto)
22/02
MORFOSINTASSI
Da dove ha origine la grammatica? 3 filoni/spiegazioni:
1) posizione innatista/ Chomsky: esisterebbe una “grammatica universale”,
ovvero i bambini nascerebbero con delle conoscenze innate riguardo alla
grammatica e ai principi e alle regole che la organizzano. In quest'ottica,
l'ambiente avrebbe solamente il ruolo di “fissare i parametri” di una specifica
lingua.
2) posizione epigenetica/ costruttivismo / interazionismo: questo
approccio, basato sulle teorie piagetiane, ipotizza, come Chomsky, che il
linguaggio e la grammatica emergano naturalmente durante lo sviluppo umano
però non a causa della presenza di un dispositivo innato negli individui, ma
come espressione dell'interazione tra l'ambiente e tra le capacità percettive e
cognitive innate nell'uomo. Il linguaggio è una “soluzione” che l'uomo ha
trovato per rispondere a peculiari esigenze.
3) posizione sociocognitiva/ Bruner : il linguaggio e la grammatica
emergono principalmente a causa delle interazioni tra bambino e adulto
all'interno di una specifica cultura.
Morfologia:
Studia i principi e le regole che consentono di modificare la forma e il significato delle
parole. L’unità di analisi è il morfema = la sequenza minima di fonemi
dotata di significato.
Si distingue in:
a)Morfologia libera-> comprende elementi grammaticali (funtori) che
possono essere separati dagli elementi lessicali: articoli, preposizioni
(semplici e articolate), pronomi, congiunzioni e connettivi. (Articoli,
preposizioni, pronomi, congiunzioni)
b)Morfologia legata-> comprende elementi che specificano le modulazioni
della struttura della parola: flessioni dei verbi, dei nomi e degli aggettivi.
(Flessioni verbali, flessioni nominali, flessioni degli aggettivi) (Ad es.
rosso/rossa; rossi/rosse; mangio, mangiate)
Sviluppo morfo-sintattico nei bambini che imparano l’italiano
Italiano: lingua a morfologia complessa
Inglese: lingua a morfologia semplice
NB:Vi è uno stretto collegamento tra morfologia e sintassi! La morfosintassi
fornisce informazioni differenti, ma ugualmente utili-> la semantica rispetto a:
persona, numero, tempo, modo; la sintassi rispetto a: soggetto, verbo, oggetto.
Sintassi:
L’insieme dei principi e regole che governano il modo in cui le parole e altri morfemi
sono ordinati per formare una frase possibile in una data lingua. [Frase possibile:
“la porta della cucina è rotta” ; Frase non possibile: “la della porta è cucina rotta”]
La sintassi include i principi che descrivono:
a) La relazione tra diverse forme della stessa frase (ad es. la frase attiva “il poliziotto
ha arrestato il ladro” e la forma passiva “il ladro è stato arrestato dal poliziotto”)
b) I modi per inserire una frase in un’altra (ad es. “Paolo ha incontrato il ladro che è
stato arrestato dal poliziotto”)
c) le Regole della transitività
= che consentono di rendere esplicito il ruolo degli elementi: “chi-ha-fatto-cosa-a
chi” (svo)
NB: Regole che possono cambiare nelle diverse lingue relativamente all’ordine degli
elementi: stabilit