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Capitolo 3: Caratteristiche del bilancio

Il capitolo 3 riguarda quelle che loro chiamano le caratteristiche del bilancio (sarebbero i principi di redazione).

Capitolo 4: Articolazione del capitolo

Il capitolo 4 è molto articolato, è suddiviso in tanti paragrafi: - 1° paragrafo: riguarda quelli noi chiameremo gli assiomi (poi vedremo di che cosa si tratta), gli underlying assumption (come li chiamano loro), gli assunti di base che non vengono esplicitati ma vengono in qualche modo postulati ed in particolare si interessano di quello che viene chiamato il going concern (= principio di continuità del bilancio) e c'è proprio un paragrafo dedicato a questo; - 2° paragrafo: riguarda la definizione degli elementi del bilancio (che cos'è l'attività? Che cosa si intende per passività?); - 3° paragrafo: riguarda la rilevazione degli elementi di bilancio; - 4° paragrafo: riguarda la misurazione degli elementi di bilancio; - 5° paragrafo: riguarda il concetto di capitale. Nel paragrafo 1cambiato il bilancio. Quindi, hanno deciso di mantenere il principio di continuità come base per la redazione del bilancio. Tuttavia, c'è stata una discussione sul posizionamento di questo principio all'interno del bilancio. Invece di essere incluso nel capitolo 3, è stato inserito come pre-postulato in un altro capitolo. Questa scelta ha generato un dibattito all'interno dell'Unione Europea. Per gli europei, la concezione del reddito come variazione del valore delle attività e passività anziché come confronto tra ricavi e costi è sembrata piuttosto strana. Di conseguenza, molti paesi europei hanno iniziato a modificare il bilancio per adattarlo a questa nuova prospettiva concettuale. Tuttavia, è stato chiaro per tutti che, poiché il quadro concettuale non è un principio, non è necessario modificare il bilancio. Pertanto, è stato deciso di mantenere il principio di continuità come base per la redazione del bilancio.

approvato e non subisce il processo di endorsement. Per adesso c'è un framework vecchio e si sta facendo un'operazione nella discussion paper per cercare un accordo. Queste definizioni sono molto critiche perché è da questo che dipendono le logiche di fondo nella determinazione di redditoe capitale.

Nel paragrafo 3 c'è la rilevazione. Bisogna vedere quando posso iscrivere un'attività in bilancio. Un'attività:

  1. Deve essere una risorsa controllata dall'impresa, non di proprietà: ad esempio nel codice civile i beni in leasing non li mettiamo nelle attività perché non sono di proprietà, ma noi controlliamo quella risorsa. In un contratto di leasing finanziario tutti i rischi e i benefici sono a nostro carico, come se fosse di nostra proprietà e quindi vanello SP;
  2. Deriva da un evento passato: non possiamo mettere dell'attivo qualcosa che non abbiamo ancora, un

programma futuro;

  • Deve scaturire benefici economici futuri: essi sono l'insieme di flussi che direttamente o indirettamente determina in prospettiva dei flussi monetari. Un'attività deve possedere tutte queste caratteristiche congiuntamente: se ad esempio c'è un gruppo di ricercatori all'interno della mia azienda ed ho sostenuto costi di formazione. Sicuramente da questo gruppo è possibile prevedere benefici economici futuri, ma non è una risorsa controllabile a meno di una stipula di un contratto di esclusiva.
  • Inoltre, il costo deve essere misurato attendibilmente: se per il cc possiamo mettere un marchio autogenerato al costo, i PCI, essendo orientati al FV, suggeriscono di non mettere il marchio autoprodotto tra le attività in quanto il costo potrebbe non essere misurato attendibilmente. Anche per i costi ad utilità pluriennali si possono mettere tra le attività solo i costi di sviluppo e non anche i costi
di impianto e di ampliamento, spese, studi, richerche ecc. Il paragrafo 4 pone la questione di quali metodi di valutazione usare. La logica dei PCI è unibrido perché non prevedono solo il FV. Nel paragrafo 5 c'è il concetto di conservazione del capitale: è il punto più importante del framework ma lo IASB anche nel progetto nuovo non lo ha curato più di tanto. Supponiamo che dal CE di quest'anno mi viene fuori un reddito netto di 100. Ho iniziato con un capitale di 1000, ma il prezzo delle materie prime al 31/12 costano il doppio rispetto ad inizio anno. Questo può derivare da inflazione oppure da un'innovazione tecnologica che mi impone di cambiare i miei impianti se voglio restare competitivo. Siccome il reddito è l'incremento del capitale, adesso ho un capitale di 1100. Però in questo caso potrei dire che 100 non è un vero utile perché il reddito deve aggiungersi ad un capitale invariato. Ilcapitale deve rimanere fermo perché io possa aggiungere qualcosa. Nel caso di inflazione devo fare una depurazione della componente legata all'inflazione. Ma se per esempio è diventata obsoleta la mia capacità produttiva e conseguentemente il capitale è variato in senso negativo, potrei aggiungere di quei 100 solo 40, perché 60 andrebbe a compensare il minor valore del capitale. Altri due punti da chiarire sono:
  1. In caso di contrato tra principi contabili internazionali e Framework, lo IASB si è espresso dicendo dapprima che doveva essere ritenuto prevalente il Framework, ma poi nello IAS 8 dice che prevale il PCI ed in particolare bisogna andare a vedere principi contabili che trattano casi simili. Comunque ai nostri fini prevalgono i principi;
  2. Il Framework dovrebbe servire a trovare soluzioni in caso di mancanza di disciplina nei PCI. In realtà lo IASB non suggerisce di andare a vedere il Framework, ma di contemplare PCI che
trattano fattispecie simili, e in caso negativo di andare a guardare nei principi contabili statunitensi. Solo in ultima battuta guardare il Framework. 1.4.1 Cap.1 del Conceptual Framework: Obiettivi e finalità del bilancio/ Destinatari del bilancio I PCI hanno come soggetti destinatari delle informazioni (o come soggetti privilegiati) gli investitori. Mentre nel Framework dell'89 si parla di investitori attuali e potenziali, nel Framework del 2010 ci sono i termini "users" ovvero stakeholder, e il termine "Capital Providers" ovvero fornitori di mezzi finanziari di capitale proprio e di credito. Quindi sembra che il nuovo Framework abbia allargato la platea, ma in realtà è solo una forma di facciata perché gli investitori sono i soggetti destinatari privilegiati. Il ragionamento fasullo è che chi rischia sono coloro che apportano il capitale ed hanno bisogno delle informazioni, ma queste ultime servono anche a coloro che non

corrono questo rischio. Gli investitori di società quotate sono in gran parte fondi d'investimento, ovvero soggetti che vogliono comprare azioni per rivenderle in giornata guadagnando in termini di capital gain. In questo senso le informazioni da dare agli investitori devono essere finalizzate a questo tipo di decisioni, ossia al mantenimento o dismissione dell'investimento.

Nel primo paragrafo c'è scritto che le informazioni non vanno soltanto agli investitori attuali e potenziali (Capital Providers), ma devono dare soprattutto informazioni relative alla cash flow ability dell'impresa, cioè attraverso le informazioni di bilancio debbo consentire agli investitori di capire come l'impresa è in grado di generare flussi di cassa. Mentre nel nostro cc la logica è diversa e vede la società non come proprietà dei soci ma come un'entità autonoma.

Allora, si contrappongono due teorie: c'è la

proprietary theory e la entity theory, che sono due modi diversi di concepire l'impresa e quindi la parte contabile: - Per quanto riguarda la proprietary theory, i principi contabili internazionali hanno come destinatario privilegiato gli investitori. In questo caso l'azienda è considerata di proprietà dei soci ed il capitale è dei soci. Gli investitori sono visti come proprietari che vogliono guadagnare sulle differenze di prezzo. Siccome il socio si sente proprietario, vuole sapere se la sua ricchezza è aumentata o diminuita. Allora la prima cosa che fa è quella di andare a vedere qual è l'indicatore delle attività e delle passività dell'anno e quindi il capitale netto; qual è il valore delle attività e delle passività alla fine dell'anno. Quindi va a vedere come è variata la sua ricchezza, cioè quella dei soci. La visione proprietary dell'impresa e del

reddito visto come variazione del valore delle attività e passività si dice "usefulness decision", ossia che tutte le informazioni contenute nel bilancio vengono giudicate valide o meno valide a seconda che abbiano questa funzione di informazione ai fini decisionali;

Se invece ci troviamo nell'entity theory l'impresa non è di nessuno, appartiene a se stessa, ha un'autonomia giuridica. Il bilancio deve misurare non la variazione della ricchezza dei proprietari, ma l'obiettivo è quello di vedere qual è il risultato economico che ha conseguito l'impresa (non i soci ma l'impresa) e consecutivamente al raggiungimento del risultato, ossia alla determinazione del reddito in base ai costi e ricavi, (e non in base alla variazione del valore delle attività e passività come nel caso precedente) si informano tutti gli stakeholders. Sto dando informazioni sull'entità impresa, non sto dando

informazioni su come è cresciuta la ricchezza dei proprietari. La visione entity dell'impresa e del reddito che serve soprattutto per valutare la conduzione e la responsabilità degli amministratori, troviamo il termine "stewardshep", ossia le informazioni di bilancio sono finalizzate a valutare l'operato dei manager sul modo in cui hanno gestito la conduzione aziendale o stewardshep. Quindi nei principi contabili internazionali c'è dietro la proprietary theory. In essi l'impresa è vista come proprietà dell'investitore, le informazioni devono andare a loro e devono essere di questo tipo. Se, invece, io ho una concezione come quella che sta alla base delle direttive e del codice civile, allora mi interessa vedere qual è il risultato conseguito dall'impresa e quindi non devo andare a vedere l'aumento della ricchezza ma devo vedere la differenza tra ricavi realizzati e costi. Mi interessa sapere ilmmobili in modo esponenziale, creando una situazione di speculazione eccessiva. Questo può portare a un aumento insostenibile dei prezzi delle case, rendendo difficile per molte persone acquistare una casa o pagare un affitto accessibile. Inoltre, una bolla immobiliare può portare a una crisi finanziaria più ampia, poiché molte persone si indebitano per acquistare immobili a prezzi elevati e poi si trovano impossibilitate a ripagare i loro debiti quando i prezzi crollano improvvisamente. Questo può causare un effetto a catena che coinvolge anche il settore bancario e l'economia nel suo complesso. Pertanto, è importante monitorare da vicino il mercato immobiliare e adottare misure preventive per evitare una bolla immobiliare.
Dettagli
A.A. 2021-2022
22 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gaudinoantonio89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bilancio e informazione esterna d'impresa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Magistro Angela.