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Principio di sussidiarietà: l'idea che lo Stato svolga un ruolo solo sussidiario rispetto agli individui e le
istituzioni elementari, come le famiglie e le imprese, le quali sono libere di organizzarsi come meglio
ritengono nel coordinamento dell'attività economica: lo Stato ha un ruolo solo nel caso in cui tale
coordinamento fallisca.
Va sottolineato come la figura del pianificatore (es. socialista) non appartenga solo al modello di economia
pianificata, ma sia invece parte integrante del funzionamento di una economia di mercato (es. BCE).
Il criterio di efficienza di Pareto è un giudizio di valore che consente di confrontare diverse allocazioni
economiche. Un’allocazione è Pareto-efficiente se non esiste un'altra allocazione nella quale almeno
qualcuno guadagna, ma nessuno perde. Il criterio di Pareto può fornire un ordinamento incompleto delle
allocazioni. L'efficienza allocativa nel senso paretiano non ha alcuna relazione con l'equità, interpretata come
guida a una distribuzione delle risorse che rispecchi un concetto condiviso di giustizia sociale. I possibili
criteri di equità sono numerosi e fra questi considereremo in particolare quelli dell'utilitarismo e del
contrattualismo di Rawls. Il criterio dell'efficienza paretiana è anche un criterio di misura dell'eventuale
spreco di risorse: un'allocazione è efficiente se le risorse non vengono «sprecate».
Per realizzare una data allocazione efficiente lo Stato interviene, con la tassazione, per modificare la
dotazione iniziale degli individui: data la modificazione della dotazione iniziale il meccanismo dei prezzi di
mercato può continuare a funzionare.
E’ possibile costruire una teoria dell'equilibrio economico generale e dimostrare le proprietà di
«autoregolamentazione» di un meccanismo economico decentrato guidato dalla «mano invisibile» dei
prezzi. Il meccanismo dei prezzi coordina e indirizza gli interessi individuali verso l'interesse sociale.
L'equilibrio e l'efficienza di un mercato concorrenziale richiedono l'assenza di povertà e di un'eccessiva
disuguaglianza: infatti la possibilità di un equilibrio di mercato è maggiore quanto più gli individui abbiano
una dotazione iniziale positiva per il maggior numero di beni. La redistribuzione del reddito da parte dello
Stato risponde quindi a un'esigenza di efficienza, oltre che di equità.
Il mercato e il comando del potere politico rappresentano meccanismi per il perseguimento di obiettivi
sociali. Il mercato (walrasiano) funziona, sul piano teorico, come un meccanismo che organizza i messaggi,
cioè le proposte di acquisto e di vendita dei soggetti economici, sulla base di prezzi assegnati da un ipotetico
1 appunti by S.P.
banditore. Il potere politico può influire sul potere economico, in particolare per migliorare il funzionamento
del mercato: ma il potere economico può a sua volta intervenire sul potere politico.
L'esperienza degli ultimi decenni ha infatti mostrato che lo Stato può essere inefficiente, e diventare esso
stesso un problema anziché la soluzione.
Il meccanismo di mercato è efficiente solo nel caso dei beni privati puri: le caratteristiche tecniche e
istituzionali dei beni pubblici puri, così come dei beni e servizi intermedi fra privati puri e pubblici puri,
portano alla formazione di prezzi distorti da asimmetrie informative o potere di mercato.
Anche nel caso in cui esistano solo beni privati puri l'efficienza del mercato può incontrare difficoltà. In
presenza di mercati incompleti e asimmetrie informative, il sistema dei prezzi può produrre esternalità
pecuniarie che causano una perdita di benessere. In presenza di esternalità pecuniarie, ciò che è efficiente
per gli individui non è più efficiente per la collettività.
La regola centrale di politica economica è quella di far coincidere i prezzi privati con i prezzi sociali, o ridurne
il divario.
In presenza di beni e servizi pubblici puri è possibile costruire, sul piano teorico, un quasi-mercato che
possiede le medesime caratteristiche di efficienza del mercato di perfetta concorrenza: in concreto, tuttavia,
la realizzazione e il funzionamento di questo mercato incontra difficoltà. La difficoltà centrale è data dal fatto
che la disponibilità a pagare per il bene pubblico è una informazione privata.
I beni e servizi privati puri possono essere identificati in base alle caratteristiche della rivalità e
dell'esclusione.
La rivalità è una caratteristica tecnologica del bene, tale per cui il consumo del bene da parte di qualcuno
preclude necessariamente il consumo da parte di chiunque altro. Il consumo di un bene alimentare è
necessariamente rivale.
L'esclusione dipende sia dalle caratteristiche tecnologiche sia dal sistema legale: un bene è esclusivo se il
proprietario ha il diritto, la convenienza e la capacità tecnica di escludere gli altri dal consumo. (es. software
con protezione del produttore)
I beni pubblici puri, che rappresentano l'estremo opposto rispetto ai beni privati puri, sono perciò individuati
dalle due caratteristiche di non-rivalità, o indivisibilità, e non-esclusione, cioè l'impossibilità tecnica o legale,
o il costo eccessivo, di escludere gli altri dai benefici. Esempi classici di beni pubblici sono la difesa nazionale
o l'amministrazione della giustizia.
Fra i beni pubblici puri e i beni privati puri esiste una continuità di casi possibili: una diffusa categoria di beni
e servizi, analizzata sul piano teorico, è quella dei beni di club. I beni di club sono solo parzialmente non-
rivali, ma il loro utilizzo può essere regolato sulla base dell'esclusione: possono rientrare In questa categoria
di beni e servizi le autostrade o gli impianti sportivi.
Le proprietà di equilibrio ed efficienza di un meccanismo di mercato con beni privati puri possono essere
teoricamente estese al caso di un'economia con beni pubblici puri: di conseguenza l'equilibrio efficiente
Walrasiano con beni privati può essere generalizzato all'equilibrio efficiente di Lindahl con beni privati e
beni pubblici. L’idea centrale è quella di immaginare una economia nella quale la quantità efficiente di beni
pubblici è prodotta sulla base della disponibilità a pagare da parte degli individui. Nell'equilibrio di mercato
Walrasiano i soggetti scelgono quantità diverse di ciascun bene privato in corrispondenza di un unico prezzo
di mercato, mentre nell'equilibrio di Lindahl scelgono prezzi diversi, cioè diverse disponibilità a pagare, in
corrispondenza della medesima quantità di bene pubblico.
Sul piano analitico il prezzo di un bene può essere interpretato come il suo saggio marginale di sostituzione.
2 appunti by S.P.
La condizione di efficienza per il finanziamento di un dato bene pubblico sia la seguente: la somma dei saggi
marginali di sostituzione, e quindi della disponibilità a pagare da parte degli N soggetti presenti
nell'economia, deve essere uguale al saggio marginale di trasformazione, cioè il costo marginale di
produzione.
Per quanto riguarda la fornitura privata di beni pubblici è possibile utilizzare l'equilibrio di Lindahl per
ottenere alcune indicazioni teoriche. Nel caso di equilibrio basato sui contributi volontari, ogni famiglia ha
una funzione di reazione che definisce la sua disponibilità a pagare per il bene pubblico, date le dichiarazioni
delle altre famiglie: la disponibilità a pagare di ogni famiglia diminuisce all'aumentare della disponibilità a
pagare delle altre famiglie. La famiglia che attua un comportamento (Nash) di questo genere è anche definita
un «free-rider» perché cerca di «scaricare» sulle altre famiglie il costo.
Per quanto riguarda la fornitura pubblica è possibile ottenere indicazioni teoriche più precise con l'ulteriore
ipotesi che le decisioni politiche in materia di tassazione e di spesa siano determinate dalle preferenze
dell'elettore mediano, cioè di quell'elettore che divide in due la distribuzione delle preferenze. I problemi di
efficienza e inefficienza nella fornitura di beni pubblici sono riconducibili al divario esistente fra elettore
mediano ed elettore medio.
L'esistenza di esternalità pecuniarie può determinare una perdita di benessere: ciò che è bene per l'impresa
non è più necessariamente un bene per l'economia; definite come la perdita di benessere causata dal
sistema dei prezzi in una economia caratterizzata da mercati incompleti e informazioni asimmetriche.
L'esistenza di esternalità pecuniarie implica che l'intervento pubblico può portare a un beneficio netto per
l'economia: la perdita di benessere reale dovuta all'intervento pubblico, ad esempio sotto forma di
tassazione, può essere inferiore alla perdita di benessere reale legata alla esternalità pecuniaria.
L’esternalità tecnica è definita come una relazione economica diretta tra due o più soggetti non mediata da
un prezzo di mercato concorrenziale. In questo senso il problema delle esternalità è interpretabile come una
mancanza di mercati e la soluzione è quella di creare i mercati mancanti delle esternalità.
Un'esternalità è di consumo se il suo effetto influisce sull'utilità dei consumatori, mentre un'esternalità è di
produzione se l'effetto è di influire sulla funzione di profitto di una impresa.
L'uguaglianza fra prezzi privati e prezzi sociali implica che il prezzo privato deve aumentare del valore PE
(prezzo esternalità). Quindi PP + PE = PS. In concreto il prezzo dell'esternalità può prendere varie forme: un
esempio è quello di una tassazione pigouviana. Nel caso in cui il prezzo dell'esternalità sia negativo ciò
corrisponde al caso di un sussidio, come può avvenire nel caso del finanziamento della scuola dell'obbligo.
Marshall ha teorizzato l'importanza delle economie esterne di impresa, nella forma di esternalità positive
delle industrie con rendimenti crescenti, come possibile fondamento dei rendimenti crescenti dell'economia.
Le soluzioni teoriche al problema delle esternalità e i connessi problemi di applicazione sono così
riassumibili:
1. integrazione. Le due imprese si fondono, oppure una acquista l'altra, realizzando con ciò una
internalizzazione della esternalità. La soluzione è plausibile ma non generalizzabile
2. creazione di mercati per i diritti. E possibile ipotizzare una assegnazione precisa dei diritti di proprietà a
una dell