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In una economia con moneta fiduciaria la politica monetaria può fissare l'offerta di moneta e il tasso di
inflazione con una ragionevole approssimazione, specialmente nel medio e lungo periodo: ciò comporta
importanti conseguenze redistributive, specialmente quando il tasso di inflazione raggiunge livelli elevati.
6 appunti by S.P.
È fondamentale la distinzione fra il livello dei prezzi e la variazione percentuale di tale livello: il livello è
rilevante per misurare e confrontare il potere di acquisto, mentre la variazione riguarda la misurazione
dell'inflazione.
Il tasso di inflazione rappresenta un obiettivo centrale di ogni politica economica e una delle grandezze che
concorrono, come una bussola, a fare il punto della posizione economica.
Il sistema di pesi su cui si basa l'indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) ha come base il 1996. La
struttura dei consumi dei principali paesi europei evidenzia analogie ma anche significative differenze.
Il tasso di inflazione può essere definito in almeno tre modi diversi: Il tasso di inflazione nel periodo
considerato, ad esempio ottobre rispetto a settembre 2000, considera il rapporto fra due periodi adiacenti.
Il tasso di inflazione tendenziale è, ad esempio, il rapporto dell'indice fra il medesimo mese di due anni
consecutivi: ad esempio novembre 2001 rispetto a novembre 2000. Il tasso medio di inflazione considera
invece la media dell'indice nell'anno 2000 e la media dell'indice nell'anno 2001.
L'indice dei prezzi al consumo considera come costanti le quantità del paniere di un anno base: il tasso di
inflazione misura perciò il reddito monetario aggiuntivo necessario per poter acquistare il paniere di beni
dell'anno base ai prezzi dell'anno corrente. Il paniere fisso esclude, per definizione: 1. l'effetto di sostituzione
causato da una modificazione del sistema dei prezzi. 2. l'effetto di sostituzione causato da una
modificazione del sistema di distribuzione commerciale. 3. il miglioramento di qualità dei beni esistenti. 4.
l'introduzione di nuovi beni.
Il problema della misurazione dell'indice dei prezzi e del tasso di inflazione non è semplicemente tecnico, ma
tocca indirettamente la valutazione del tasso di crescita dell'economia così come alcuni dei più importanti
strumenti di politica economica. Inoltre il tasso di inflazione è la grandezza centrale di riferimento per tutti i
meccanismi di indicizzazione dei salari, delle pensioni e dei trasferimenti sociali, nonché, ovviamente, per la
gestione della politica monetaria.
Le banche centrali utilizzano un concetto di inflazione denominato «core inflation»: l'idea teorica è quella di
depurare il tasso di inflazione ufficiale dalle componenti occasionali escludendo alcune categorie di spesa dal
calcolo, come gli alimentari e l'energia. Gli errori casuali di rilevazione sono comunque inevitabili.
L'indice dei prezzi al consumo è un indice di Laspeyres è calcolato in rapporto al paniere q0 dell'anno base:
Pl=p1*q0/p0*q0. E’ quindi uguale alla somma ponderata del rapporto fra il prezzo dell'anno corrente e
l'anno base. Le distorsioni dell'indice dei prezzi del tipo Laspeyres derivano dal fatto che i pesi dell'anno base
rimangono costanti, mentre in realtà variano nel tempo. Il vantaggio decisivo è la sua tempestività.
Un modo alternativo per misurare l'indice dei prezzi al consumo può quindi essere quello di considerare
come riferimento l'anno corrente anziché l'anno iniziale. L'indice calcolato in questo modo si chiama indice
di Paasche. Tale indice è a base fissa (l'anno zero) ma con ponderazione variabile: Pp=p1*q1/p0*q1.
L'indice di Paasche che si ottiene dividendo l'indice di valore per l'indice di quantità è anche chiamato
deflatore implicito.
Un modo per conservare le qualità di entrambi gli indici è stato proposto da Fisher, il quale ha proposto un
indice dei prezzi calcolato come media geometrica dell'indice di Laspeyres e Paasche. L'indice di Fisher è
quindi definito come: Pf=radice(Pl*Pp).
L'indice del costo della vita, anche chiamato indice di Konus, Pk, è misurato attraverso la funzione di spesa e
(p, u) che risolve il problema di minimizzazione della spesa necessaria per raggiungere un dato livello di
utilità. La spesa del consumatore in corrispondenza dell'indice di Laspeyres è superiore alla spesa in
corrispondenza del «vero» indice del costo della vita Pk, misurato sulla base dei nuovi prezzi per un livello di
utilità costante. (dato dall’ipotesi di omoteticità: stessa proporzione di spesa al crescere del reddito)
Il tasso di inflazione è influenzato da diverse forze tra cui la produttività e l’offerta di moneta.
7 appunti by S.P.
La produttività è il rapporto fra l'input di fattori produttivi e l'output che ne deriva. Nel caso di rendimenti
prima crescenti e poi decrescenti il prodotto medio cresce e poi dopo aver raggiunto un massimo diminuisce.
Con rendimenti costanti: produttività del lavoro (Z) = prodotto medio del lavoro (PMEL) e produttività del
lavoro (Z)= quantità prodotta (Q)/lavoratori (N) oppure /le ore lavoratore (H).
Il confronto dei livelli di produttività ha, come per i prezzi, un significato economico diverso rispetto al
confronto della dinamica della produttività, nel tempo o fra paesi.
L'aumento dei prezzi che deriva dal potere monopolistico è un segnale di inefficienza e non di maggiore
produttività. Il valore aggiunto è l'aumento di valore riconosciuto da un mercato concorrenziale.
La produttività del lavoro è una misurazione semplice ma incompleta della produttività, sia per l'impresa sia
per l'economia. E’ necessario includere altri input fra cui ln particolare il capitale. In tal caso la produttività è
definita multifattoriale, o produttività totale dei fattori (PTF): nella sua formulazione più semplice la
produttività totale dei fattori è misurata come rapporto fra un indice della quantità o del valore aggiunto e
una media ponderata di un indice di quantità del lavoro, n, e un indice di quantità del capitale, k. Cioè:
da cui:
Questo rapporto pone tuttavia almeno due problemi: il primo riguarda la misurazione del capitale mentre il
secondo i pesi da attribuire al lavoro e al capitale nella costruzione dell'indice aggregato dell'input. Una
soluzione possibile è quella di attribuire pesi corrispondenti alla quota di salari e profitti nel PIL.
La produttività totale dei fattori, anche chiamata residuo di Solow, è misurata dalla differenza fra la crescita
della produzione e la crescita dell'input complessivo di lavoro e capitale.
Il criterio del mark-up applicato al costo unitario variabile: il costo variabile per unità di prodotto (CVUP) è la
somma del costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) e del costo degli input esterni all'impresa per
unità di prodotto (CIUP), somma dei costi unitari delle materie prime e intermedie, di fonte interna ed
estera. Il prezzo è quindi determinato sulla base della relazione: p = CVUP (1 + k) = (CLUP + CIUP)(1 + k).
Il criterio del mark-up determina implicitamente il valore aggiunto, che si distribuisce fra salari e profitti.
Il costo del lavoro per unità di prodotto è altresì definito come: CLUP=costo totale del lavoro/quantità
prodotta=W*N/Q = W/Z. L'ultima espressione W/Z deriva dal fatto che il rapporto N/Q non è altro che il
reciproco della produttività del lavoro Z (PMEL). Di conseguenza, in termini di tassi di variazione vale la
relazione fondamentale: clup = w – z. La dinamica del clup risulta determinata dalla differenza fra il tasso di
crescita del costo del lavoro e il tasso di crescita della produttività.
Se la distribuzione delle quote distributive fra salari e profitti rimane costante allora la relazione
fondamentale implica: p = clup cioè il tasso di inflazione è uguale al tasso di variazione del CLUP.
Il tasso di cambio valutario è il prezzo di una moneta nei termini di un'altra moneta: se per acquistare un
euro sono necessari 1,1 dollari ciò corrisponde al tasso di cambio dell'euro rispetto al dollaro. Un aumento
del tasso di cambio rispecchia un apprezzamento dell'euro rispetto al dollaro.
La bilancia dei pagamenti è lo schema contabile che registra gli scambi di beni, servizi e attività: il criterio di
registrazione è quello della partita doppia.
Il valore del totale dei crediti è per definizione uguale al valore del totale dei debiti: ciò vale per la bilancia
dei pagamenti di ciascun paese e quindi per la bilancia dei pagamenti di tutto il mondo. In particolare: · le
vendite sono registrate con il segno (+): si tratta di transazioni che determinano una domanda di euro e un
incasso da stranieri. Alla registrazione della vendita con segno (+) si accompagna simultaneamente una
registrazione contabile con segno (-) in corrispondenza di un aumento delle attività o una diminuzione delle
passività verso l'estero (viceversa per l’acquisto).
8 appunti by S.P.
La bilancia dei pagamenti si compone di due conti: il conto delle partite correnti e il conto dei movimenti di
capitale.
Le partite correnti sono evidenziate nell’identità di contabilità nazionale: Y = C + I + G + (EX – IM). Il reddito è
dato dalla somma dei consumi, degli investimenti, della spesa pubblica e delle esportazioni nette.
Importante è la seguente relazione: I = S + (T-G) + (IM-EX).
La Politica dei prezzi dell'impresa è altresì influenzata dalla valuta scelta per la fatturazione. Ad esempio il
prezzo del petrolio è sempre stato quotato, e quindi fatturato, in dollari: se sono necessari più euro per
acquistare un dollaro il costo dell'input europeo aumenta, anche se il prezzo in dollari del petrolio rimane
costante.
Le ragioni di scambio internazionali sono definite come rapporto fra prezzo delle esportazioni e prezzo delle
importazioni.
E’ possibile esprimere il tasso di cambio in termini reali, q, come la quantità di beni importati che si
scambiano in relazione ad una unità di bene esportato. Tale tasso di cambio reale coincide con le ragioni di
scambio: .
La «legge» del prezzo unico afferma l'uguaglianza del prezzo del medesimo bene in due paesi diversi quando
lo esprima in base alla stessa valuta. Se consideriamo l'Unione europea e gli Stati Uniti ciò equivale a:
. (Ad es. l’indice del «Big Mac» di McDonald's redatto dal The Economist).
Il Principio della Parità dei Poteri di Acquisto nella forma assoluta (PPA) afferma infat