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controproducente perché è incapace di produrre una cultura ricca e varia, mentre gli ideali
perfezionistici richiedono un’azione pubblica che tuteli la vitalità delle forme di vita
accettabili. In realtà, la distinzione è tra due forme di perfezionismo: STATALE
(comunitarismo) e SOCIALE (liberalismo)
2. Necessità di sedi di confronto in cui valutare le opzioni sopra citate: il comunitarismo è
sostanzialmente una teoria monista, secondo cui deliberazione collettiva e pubblica
coincidono. Il liberalismo, invece, ammette la deliberazione collettiva come un’attività
sociale e non politica.
3. Precondizioni della legittimità politica: occorre sviluppare una pratica del bene comune per
riacquistare il senso di lealtà proprio delle antiche comunità umane, la neutralità sembra
essere troppo debole che mina la legittimità delle istituzioni pubbliche.
In realtà, il vero punto di disgiunzione tra le due teorie sta nel ruolo dello stato: il liberalismo ha
riconosciuto la dipendenza della capacità di scelta dal contesto culturale, ma si è occupato pià
della capacità di scelta che del rapporto individuo-cultura. Il comunitarismo, invece, ha richiamato
l’attenzione sulla pratica de bene comune, però, come il liberalismo, ha ignorato le reali questioni
insite nel progetto di creare le condizioni culturali dell’autodeterminazione (esempio: problema del
multilinguismo). LIBERALISMO POLITICO
Pur respingendo la pretesa perfezionista del comunitarismo, la teoria liberale ha preso seriamente
l’argomento comunitario, chiedendosi come dovrebbe trattare lo stato liberali quelle minoranze non
liberali. Le premesse fondamentali su cui si basa l’intera teoria liberale sono: la promozione della
tolleranza e la difesa delle minoranze più deboli. Ciò porta a un paradosso della tolleranza liberale,
in quanto si presenta il problema di estendere ai cittadini appartenenti a gruppi minoritari non
liberali il principio di tolleranza. Per Rawls, questo è il problema centrale di Political Liberalism. La
tolleranza è un diritto individuale di seguire liberamente il proprio culto, di diffondere la propria
religione e di cambiarla. La versione liberale è diretta a limitare il potere dei gruppi illiberali, di
restringere la libertà dei propri membri, anche se per Rawls occorre sviluppare una distinzione tra
liberalismo comprensivo e politico, in quanto ci sono molte dottrine comprensive religiose e
secolari, ma solo una concezione della giustizia politica.
Quello che intende fare Rawls è conciliare stabilità e pluralismo, senza sfociare nel perfezionismo.
La sua intuizione di stabilità presentata in TJ non può funzionare in una società pluralista, perciò la
sua soluzione al problema del disaccordo morale è l’assunto che vi sia un interesse collettivo
nell’accordo in una società democratica. Così, per vedere come una società ben ordinata possa
essere unità e stabile, introduce l’idea fondamentale di overlapping consensus (consenso per
intersezione) tra le dottrine comprensive ragionevoli. Il consenso per intersezione è una situazione
in cui i cittadini che aderiscono a dottrine comprensive diverse arrivano progressivamente ad
accettare ed affermare la medesima concezione dell’autorità politica dall’interno delle proprie
visioni comprensive. Occorre specificare che OC non è né un compromesso, né un equilibrio di
potere. Esso è affermato su basi morali, cioè include concezioni della società e dei cittadini come
persone, così come principi di giustizia. I cittadini, vivendo sotto istituzioni regolate da una
concezione che dipende da un consenso, sono in gradi di acquisire un senso della giustizia e una
alleanza ragionata verso tali istituzioni sufficiente a renderle stabili.
Il OC è compatibile con tre posizioni dottrinali: dottrina religiosa tollerante, dottrina liberale
comprensiva, visione pluralista.
IDEALE DI GIUSTIFICAZIONE: il moralmente giusto o sbagliato dipende dalla nostra capacità di
fornire una giustificazione per le nostre pretese reciproche. Queste sono giustificate solo se gli
argomenti resistono al test che impone come condizione l’impossibilità di rifiutare ragionevolmente
una forma di comportamento. Rawls considera il problema all’interno del dominio del politico,
ovvero: il problema centrale è quello di conciliare consenso giustificativo e pluralismo ragionevole.
La soluzione è rappresentata dal OC che produce un consenso morale. Così, Rawls scinde
idealmente la moralità degli individui in due parti: da un lato ci sono le moralità istituzionali che ci
considerano come cittadini liberi ed eguali che cooperano all’intero del medesimo sistema sociale.
In tal modo, la concezione politica consente di governare il pluralismo delle concezioni del bene.
Dall’altro lato, ci sono le moralità omnicomprensive, le quali poggiano su profonde basi etiche e/o