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Formazione di parole con prefissi
Prefisso + nome: nomi, aggettivi e verbi → pregiudizio, prenatalizio, incarnare.
Prefisso + aggettivo → disumano, incredibile.
Prefisso + participio → incompleto, derelitto.
Prefisso + verbo → apportare, importare.
Alcuni lessemi sono costituiti a partire da lessemi latenti: con-durre è formato dal prefisso con e dal lessema *durre, che viene dal latino dúcere. Il fenomeno della latenza si colloca al confine tra diacronia e sincronia, tanto che in molti casi è difficile stabilire se si tratta di formazione delle parole o vera e propria etimologia.
NOTA: Lo scambio linguistico dà luogo a fenomeni diversi: prestito, con cui un lessema passa nel suo insieme (signifi-cato e significante) nell'altra lingua (abat-jour), e il calco, con cui si traducono le basi. Lo scambio comunicativo presup-pone un contatto tra le lingue, che può avvenire attraverso: il bilinguismo, per cui uno o più parlanti sono in grado di ser-virsi di due.
lingue diverse. Particolarmente diffuso ai confini. E la diglossia, per cui una certa comunità di parlanti usa nel suo insieme una lingua per certi tipi di comunicazione e un'altra per altri tipi di comunicazione. Come la diglossia italia-no-latina durata per molti secoli. La combinazione è il procedimento di formazione del lessico dato dalla giustapposizione di due lessemi appartenenti alla stessa classe di lessico, tra i quali si stabilisce un rapporto di tipo attributivo. Graficamente possono essere congiunti o meno: asilo nido, pesce spada. L'alterazione è un processo di formazione del lessico che non modifica l'appartenenza del lessema ad una determinata classe del lessico, ma ne modifica il significato secondo categorie standard. Con aggiunta suffisso. In italiano esistono: diminutivi – libr-ett-o – vezzeggiativi – ors-ett-in-o – accrescitivi – om-on-e – peggiorativi – post-acci-o. In alcuni composti ilsignificato si coglie attraverso l'etimologia (de-siderare), mentre quando il processo di formazione è trasparente, entra in gioco la distinzione a livello semantico tra composizionalità e motivazione. Es: descrivere e riscri-vere. Tutti e due sono composti del verbo scrivere, ma si può dire che riscrivere è uno scrivere, precisamente uno "scrive-re di nuovo", mentre descrivere può essere uno scrivere, ma si può anche descrivere parlando. In quest'ultimo caso il significato si lascia ricondurre allo scrivere in modo indiretto (motivazione), mentre in riscrivere il significato si lascia ri-condurre al significato dei componenti (composizionalità). I sintemi (o locuzioni) sono antiche combinazioni sintattiche che, dato il loro frequente uso, vengono ad essere percepite come un'espressione lessicale unica. È una struttura apparentemente sintattica che però è lessicale. I fraseologismiI sintagmi possono essere:
- Nominali → gatto delle nevi, piede di porco...
- Verbali → fare la spola, gettare la spugna, essere sulle spine...
- Avverbiali → alla carlona, come si deve...
- Preposizionali → alla faccia di, a forza di...
Nel sintagma, il processo che dà origine al significato complessivo non è quello composizionale, perché il significato tiene poco conto del significato delle singole parole, ma si ricostruisce attraverso un procedimento motivazionale. Piede di por-co è lo strumento, ma se dico "A Luigi piace il piede di porco con la verza" il significato "torna" ad essere composizionale.
Le funzioni lessicali trovate da Mel'čuk sono circa 50. Analizziamo due di esse.
Oper esprime il rapporto tra il nome di una situazione e il verbo indicante l'azione di chi mette in atto quella situazione.
Es: con danno si può dire arrecare. Le varianti fraseologiche dipendono dal contesto sintattico in cui compaiono.
inoltre, tali varianti cambiano da una lingua all'altra: prendere una decisione, to make a decision. È evidente che il valore assunto in questi contesti da tali parole non è quello canonico, ma un valore generico. Non è polisemia, ma un uso semanticamente povero, dipendente dal sostantivo. Oper può essere rappresentato in questo modo: fl (x) = y. NB la funzione lessicale indica la "realizzazione di una situazione" (Oper), la x indica la situazione (aiuto), il verbo y indica l'azione compiuta da chi mette in atto la situazione (prestare). Magn indica l'intensificazione dell'aggettivo. Ad esempio, in italiano l'intensificazione di ricco è sfondato. Magn (ricco) = ricco sfondato. Capitolo 7: "La morfologia"La morfologia opera in diretta correlazione con il lessico.
Compito specifico della morfologia è quello di trasformare il lessema variabile in forma di parola, ossia in sintagma minimo. Neilessemi variabili la forma di parola presenta un componente lessicale e un componente morfologico. Es: cant-are,chant-er, cant-ar, to sing, pe-t’.
Lessico e morfologia hanno delle diversità: giardin- da solo comunica un suo significato, ma –o no. Inoltre, le classi dellessico contengono un numero di lessemi ampio, mentre le categorie morfematiche hanno un numero di morfemi ristretto.
La morfologia è un sistema chiuso e sistematico, mentre il lessico è un sistema aperto e flessibile.
Consideriamo la manifestazione dei morfemi, es: cant-iamo. Essa manifesta un insieme piuttosto ampio di morfemi:
- diatesi attiva
- modo indicativo
- tempo presente
- numero pluralea
- 1 persona.
Tutti questi morfemi sono manifestati dal morfo –iamo. Invece:
cant-av-o
cant-av-i...
Il componente morfologico si distingue in due parti: la parte finale che indica persona o numero, e –av- che indica l’im-perfetto. Le due parti devono considerarsi due distinti morfi.
Quando i morfemi sono amalgamati in un unico morfo si ha un procedimento flessionale, quando no si parla di agglutinazione. Un manifestante morfologico non ulteriormente scomponibile (-iamo, -o) si chiama morfo. Il componente morfologico è l'insieme dei morfi in una forma di parola. I sistemi linguistici si possono distinguere in rapporto alla morfologia: Sono isolanti le lingue che non presentano morfologia o hanno una morfologia ridotta (cinese, ma anche l'inglese si avvicina); Sono sintetiche le lingue che hanno una morfologia. Si distinguono in: a) Lingue agglutinanti quelle in cui prevalgono casi di componenti morfologici formati da più morfi (finlandese, turco, tataro ecc...); b) Lingue flessive quelle che tendono ad avere componenti morfologici di un solo morfo (italiano, russo, tedesco ecc...) Nella parola cantiamo la forma di parola prende posizione rispetto a 6 categorie morfematiche: genere verbale, diatesi, modo, tempo, numero e persona.categorie sono paradigmi morfematici, ossia classi di morfemi alternativi, ciascuno dei quali veicola un insieme di potenziali funzioni. Dentro ciascuna categoria ci sono più morfemi, che sono le alternative possibili tra le quali la categoria morfematica impone al lessema di scegliere. Il morfo è il significante (o strategia di manifestazione) di uno o più morfemi. Il calcolo delle forme di parola → esempio: un aggettivo del latino: tre forme per il genere, due per il numero, sei per il caso, e con il grado altre tre, quindi 3 * 2 * 6 * 3 = 108. Il numero delle forme corrisponde in generale al prodotto del numero dei morfemi di una categoria morfematica per il numero dei morfemi di ciascun'altra categoria morfematica. Il calcolo è più complesso quando fra le categorie morfematiche c'è un rapporto di implicazione gerarchica. Per esempio in italiano la categoria del tempo è implicata dal modo. I morfemipossono essere fissi, legati al singolo lessema, o liberi. Italiano: nel sostantivo, il morfema del genere nominale è fisso (o maschile o femminile: casa, uomo), mentre quello del numero è libero. Le strategie di manifestazione dei morfemi possono essere diverse. Quello più comune è costituito da una sequenza di fonemi che si saldano al componente lessematico formando un'unica parola morfologica: cantiamo. Altre: Il morfo zero. Manifesta uno o più morfemi con l'assenza di un componente morfologico manifesto. Tipico il singolare del sostantivo in inglese, che non ha segnale, diversamente dal plurale: boy- rispetto a boy-s. L'amalgama morfematico. Manifesta più di un morfema. Nella declinazione plurale della parola "uomo" in turco c'è, al genitivo, adam-lar-in (lar manifesta il plurale, in il caso), quindi non c'è amalgama, mentre in latino ho-min-um c'è amalgama.sincretismo. È un tipo particolare di omonimia a livello morfologico, per cui morfemi diversi della stessa categoria morfematica ricevono la stessa manifestazione. Per esempio, nel congiuntivo italiano: che io ved-a, che tu ved-a, che egli ved-a. Si dice che le forme sono sincretiche rispetto alla persona. Il singolare e il plurale di città sono sincretiche rispetto al numero. In generale la distinzione viene recuperata tramite un processo di disambiguazione, ossia mediante un'inferenza con cui cancelliamo le interpretazioni del morfo non compatibili con il contesto o con il contesto.
Ambiguità e ridondanza. Il sincretismo è quel fenomeno per cui le opposizioni morfologiche entro una categoria morfematica non sono marcate. In fonologia avviene un fenomeno analogo che prende il nome di neutralizzazione o sospensione delle opposizioni morfologiche. Esempio in russo: rot = bocca, rod = genere.
La ridondanza è la ripetizione di un segnale. Esempio:
toutes les chattes son heureuses de manger du fromage →ci sono ben 5 segnali che indicano il plurale. Ma la ridondanza riguarda anche altri livelli e prende il nome ditautologia. Es: i bambini sono più giovani degli adulti non dice nulla di nuovo e rischia di essere percepito comeinsensato. La tautologia, portata a un livello paradossale, si può sfruttare per far percepire al destinatario l'insen-satezza di una vita regolata da codici culturali. Su versante opposto della ridondanza c'è l'equivocità, che nascedalla carenza di distinzioni necessarie.Il morfo discontinuo . È un manifestante morfologico che si realizza in modo discontinuo, prima e dopo il lesse-● ma. Italiano: hai cant-ato. A volte, a un morfo discontinuo di una lingua corrisponde un morfo continuo in un'al-tra. Inoltre il morfo discontinuo può coinvolgere più di una parola: era stata raccontata. In questo caso si è usatol'ausiliare.
Le forme composte non vanno confuse con le costruzioni fraseologiche: stavamo mangiando. Il suppletivismo morfologico. Fenomeno per cui si utilizzano significanti lessematici to.